Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

744 Laura Conti in questo 1nodo. In modo piuttosto emp1r1co e grossolano ci si ferma alla considerazione che il bilancio previdenziale è enormemente maggiore del bilancio assistenziale, e quindi ci si raffigura il problema previdenziale come il piu importante, e il problema dell'assistenza come un problema marginale. Che, con bilanci al confronto esigui, l'assistenza debba affrontare questioni molto piu vaste e gravi di quelle che affronta la previdenza, lo si trascura: come è avvenuto di recente nel ·documento pubblicato in aprile dalla CGIL e intitolato Per l'attuazione di un sistema di Sicurezza Sociale. Rinunciando, a condurre un esame approfondito e corretto della questione - quale qui si t tentato di fare - si finisce col ridurre il problema della sicurezza sociale nei termini di un puro e semplice ampliamento dell'attuale struttura previdenziale: di una estensione ad altre categorie, e di un aumento quantitativo delle prestazioni. Si cade cosf in un riformismo del tipo piu piatto e semplicistico, che interpreta ogni problema in term1n1 quantitativi, e ne ignora gli aspetti qualitativi. Questo accade, a mio parere, perché si e r.inunciato a ogni tentativo di delineare, sia pur sommariamente, l'obiettivo dei nostri sforzi. Beninteso, con questo non si vuol sostenere che una qualsiasi azione politica possa venir giudicata soltanto alla stregua dei suoi obiettivi lontani, e della capacità di delinearli nettamente: e un sistema di sicurezza sociale è per noi ancora, purtroppo, un obiettivo lontano. Per:ò, se vogliamo avvicinarci a un sistema di sicurezza sociale (e non sòno soltanto socialisti e comunisti che lo vogliono, ma la stragrande maggioranza del popolo italiano) dobbiamo sapere che ·quel che vogliamo è un sistema che dovrà differire profondamente dall'attuale sistema previdenziale, e non solo da un punto di vista quantitativo (estensione delle categorie tutelate, dimensioni delle prestazioni economiche) ma anche, e soprattutto, dal punto di vista qualitativo, dei concetti ispiratori. Dobbiamo quindi far sape're queste C(_)Sea un ·pubblico il piu vasto possibile, e nella maniera il piu possibile appr:ofondita. Una conoscenza, possibilmente approfondita, delle ~inee fondamentali che caratterizzano l'obiettivo, potrà anche, difatti, suggerirci quali sono le gradualità attraverso le quali dovremo passare per raggiungerlo. Dobbiamo lavorare su due piani: lo studio di quale dovrà essere la fisionomia di un sistema· di sicurezza sociale (e la divulgazione dei risultati di questo studio), e lo studio delle singole azioni, agitazioni, rivendicazioni, proposte, atte a farci raggiungere risultati parziali che però non si esauriscano in vantaggi temporanei e settoriali meramente quantitativi ma costituiscano passi di avvicinamento - reali - all'obiettivo. Questi sono i due piani su cui dobbiamo lavorare, ed è evidente che dovranno tendere a coincidere, in prospettiva, sino a sovrapporsi su un piano solo. Partendo da queste premesse a me pare dunque che l'azione politica, sindacale e amministrativa delle sinistre nell'ambito di un programma di sicuBibliotecaGino Bianco -

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==