Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Inchiesta su una parrocchia 733 stesso dei loro familiari o compaesani, piu anziani di loro di una generazione o di mezza generazione. Le ragazze, fatte spose, vedranno per sempre · la loro vita futura come vita di una donna di casa. Ai Casetti, dove vive il nucleo proletario dei muratori e dei manovali non interessati alle fortune della mezzadria, qualche spiraglio comunistico , traluce dai comuni discorsi, qualche idea piu ferma, piu avanzata, circola, appesantita però da tutto il meschino bagaglio di una mentalità collettiva incapace di liberarsi dal complesso del natio ghetto. Il «comunismo» dei mezzadri è considerato come una novità dai compagni del minuscolo agglomerato rurale. Si direbbe che contadini e Casanolo, pure vivendo accanto, ignorino le reciproche segre~e aspirazioni. « I contadini vorrebbero diventare . padroni del fondo, con il comunismo? - dicono ai Casetti, - ci pare un po' troppo. Da proletari a proprietari. Noi pensiamo che la terra sarebbe dello stato e loro lavorerebbero per lo stato e prenderebbero la ricompensa. Lo diciamo sempre tra di noi: sarebbe come i ferrovieri: non stanno bene loro? Lavorano, prendono la paga e basta. I contadini, lo stesso. Però, ai danni, non ci dovrebbero pensare loro : se venisse una grandine, per esempio, che cosa importa? ci pensa lo stato. Quando loro hanno fatto la sua parte non hanno piu da pensare a niente ». Risolta in tal modo la questione agraria per conto dei loro alleati che invece intendono affrontarla in maniera opposta, quelli dei Casetti precisano anche le loro questioni, dando insieme ad esse un quadro del comunismo cbst come essi lo vedono « Se ci fosse il comunismo si starebbe un po' meglio, qui. Ci sarebbe un po' di mutua, un circolo per passare un po' il tempo. Si lavorerebbe un po' meno, sempre gli stessi lavori che facciamo adesso, però. Adesso molti di noi vanno in città come muratori o manovali o come meccanici, tra i ragazzi che vengono su adesso, o come mezzo servizio, tra qualche ragazza. Però di andare a stare in città, anche col comunismo, non ci importerebbe un gran che. Magari si andrebbe laggiu col motore, senza bisogno di lasciare questo posto ... ; sf, lavorare un po' di meno, magari alzarsi un po' piu tardi la mattina, invece che star su alle sette. Divertirsi un po' nei giorni di festa ma anche in quelli di lavoro. Magari, toh, invece di andare in città, poter passare la sera in un caffè qui in fondo, s,e crusèr dal Grezi ( sul crocevia delle « Grazie »). Il prete ci sarebbe come adesso. Perché no? in fondo lui non dà nessun danno. E poi si vede pure in giro, chi è cattolico, chi è protestante, chi è di un'altra religione ancora, ma la religione c'è sempre stata, quindi ... Col comunismo i nostri mestieri li faremo in città, ma certo non per il padrone, ma per la collettività. Quello che importa è di mangiare, andare vestiti, e avere un po' di casa senza dover fare dei debiti per arrivare fino in fondo, come adesso. Magari la ca~a si potrebbe tirare un po' piu su, farla un po' piu alta, che adesso quando piove viene sempre l'acqua dentro e non ci si salva dall'umidità. E dopo non ci importer~bbe piu di niente. Andar via di qui? ma noi siamo Biblioteca Gino Bianco

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