Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

822 Segnalazioni paio di divisioni di immediato impiego (...) senza contare che due anni dopo i primi reparti spediti affrettatamente dal Giappone in Corea si trovarono subito in difficoltà )) (p. 210 ). Come con vincersi poi, anche se sarà vero, che la causa principale della sconfitta della Sinistra deve individuarsi nei dirigenti di essa (p. 271) quando nel corso della trattazione non si è lasciato alcun posto allo sviluppo ed all'affermarsi di quelle forze politiche, la cui vittoria, il 18 aprile, non fu certo il risultato della violazione della libertà elettorale? Come confinare nel silenzio i 1 ruolo svolto dal Vaticano negli anni '45 e seguenti, il suo peso, la sua forza? Insomma : il prevalere delle preoccupazioni di polemica politica su quelle della ricerca storiografica_ hanno reso quanto meno semplicistiche molte argomentazioni del_l'A. Ben vengano i distruttori di miti e di feticci, si faccia senz'altro della polemica, ma ci si ricordi che quanto più questa vorrà essere di vasto respiro (ed il disegno del Galli, anche se insufficiente, è stato certamente ambizioso), tanto più dovrà prudentemente sorreggersi sull'opera dello storico. E' appunto quest'opera che bisogna ancora avviare. p. m. GIOVANNI Russo, L'Italia dei poveri, Longanesi & C., Milano 1958. Giovanni Russo, autore di _Baroni e Contad/ni che nel 1955 vinse a Viareggio il « P,remio Opera Prima )), in questo nuovo volume, L'Italia dei Poveri, raccoglie brevi inchieste e pezzi giornalistici che si inquadrano in quel settore letterario-sociologico che costituisce uno dei fenomeni culturali piu interessanti del dopoguerra italiano. Un settore in cui la tradizionale educazione di tipo umanistico si è arricchita di disposizioni sociologiche, ma rivela i suoi caratteri pre-scientifici BibliotecaGino Bianco continuando ad esprimersi 1n forme letterarie, come in questo caso Russo. È un po' alla fine, uno stato d'animo di poverismo turistico misurato sulle dimensioni della realtà nostra attuale. « Operai e comunisti )), « Preti e protestanti)), « Aria di Roma))' « L'arte di arrangiarsi )), « Foglietti di viaggio ))' « Miseria e nobiltà )), sono i titoli dei capitoli, suddivisi a loro volta in una serie di pezzi dedicati ai vari aspetti della vita italiana « povera )). Ma il realismo di un tempo sta diventando fregio e ghirigoro. « L'Italia >) è rimasta « dei poveri )), ma le situazioni vengono descritte per un pubblico di borghesi. Anche se all'Autore non sfugge qual'è la vera situazione delle classi : fra tanta letteratura, sono gli stessi cislini di Sesto a denunciarne gli aspetti brutali sul piano della fabbrica : « Nella nostra fabbrica - dice - ci sono alcuni dirigenti piu moderni,- maestranze molto specializzate, anche perché la produzione si attua con i sistemi piu progrediti. Eppure, anche da noi, le " relazioni ~mane ", -di cui hanno sentito parlare nel " viaggetto in America ", si esauriscono nell'adornare di fiori un reparto, far suonare un disco di musica durante il lavoro e verniciare le pareti )) (21-22). Anche questo volumetto viene involontariamente a dimostrare, attraverso i colloqui che l'intervistatore ha con operai e contadini, al di là di ogni letteratura d'ambiente, come sia poco « recuperabile )) un sistema che nemmeno crede nelle iniziative riformiste, cui dà l'avvio sul terreno aziendale e statale. Ma l' A. ha dei rimpianti per_ il vecchio mondo, quello contadino, ed eccolo spogliare sveltamente il proletariato di Sesto dal suo carattere ind ustriale, diminuendolo alla propria portata: « I comunisti hanno creduto che l'operaio di Sesto fosse sensibile ai miti rivoluzionari e alle ideologie, mentre è in realtà, di spirito riformatore, e non

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