Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

Cornunisti e cattolici La Chiesa era sicura di vincere [s'intende qui vittoria monarchica], tanto è vero che le sue piu alte gerarchie sconsigliarono a Vittorio Emanuele e a Umberto la doppia abdicazione, che certo avrebbe fruttato alla monarchia parecchie altre centinaia di migliaia di voti. Persino la Reggenza sembrava al Vaticano istituto troppo avanzato e troppo pericoloso. Ha vinto invece la Repubblica, e il Vaticano (...) per la prima volta dopo alcuni decenni ha subito una dura sconfitta 1 . La D.C. aveva raccolto otto milioni di voti, i socialisti ed i com.unisti circa quattro milioni e mezzo ciascuno. Nonostante le divergenze, i partiti di sinistra e la democrazia cristiana costituirono insieme il primo governo repubblicano. Era l'unica soluzione possibile in quel 1nomento, ma veniva interpretata diversamente dalle parti contraenti: per i comunisti si trattava della migliore -formula di governo che in quel momento potesse raggiungersi, e che doveva pertanto essere difesa al fine di evitare un immediato slittamento a destra; per i den1ocristiani di una necessità tattica di cui sbarazzarsi non appena possibile. Tutto ciò conferiva alla collaborazione governativa un carattere di instabilità, alla quale Togliatti ed il suo Partito non vollero deliberatamente adeguarsi. Il P.C.I. temeva evidentemente che un dibattito franco ed aperto potesse compromettere il suo piano strategico, immaginando viceversa che evitare questo dibattito (si diceva allora: « chiarificazione ») volesse dire guadagnare del tempo prezioso, o addirittura superare, diplomàticamente, le difficoltà frapposte dall'ala reazionaria dello schieramento cattolico. 6. - Gli avvenimenti della seconda metà del 1946 esercitarono una influen·za decisiva sullo svolgimento ulteriore della situazione italiana, perché crearono le condizioni di una rottura tra i partiti della Resistenza, e permisero agli ambienti conservatori di riprendere in mano l'iniziativa politica. Il riassestarsi delle strutture economiche e sociali tradizionali, insieme con la pressione esercitata dagli avvenimenti internazionali, avevano consentito una ripresa delle correnti conservatrici italiane. Queste correnti erano tuttavia consapevoli di non poter· diventare una reale forza di governo, senza legarsi una larga « base di massa». Dove trovarla? Non nella socialdemocrazia, dopo che la scissione di Palazzo Barberini aveva mostrato che il grosso del partito socialista rifuggiva da posizioni socialdemocratiche e restava saldamente legato al partito comunista con il patto di unità di azione. . 1 _Cfr. Saluto alla repubblica, editoriale non firmato, in « Rinascita », magg10-g1ugno 1946, a. III, nn. 5-6, pag. 98. Cfr. anche G10Ra10 CANDELORo, Il Movimento_ cattolico in_ Italia, Roma, 1955 (I ediz. 1953), pag. 532: « La vittoria repubblicana del 2 giugno, accompagnata del resto da un notevole successo elettorale della D.C., non assunse il carattere di una sconfitta del Vaticano e della direzione del partito ». · B.iblioteca Gino Bianco

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