Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Albert Soboul 33° ~ Daniel Guérin, in La lutte de classes sous la première République, pubblicato nel 1946, non sarà caduto nell'eccesso opposto? Se il fervore robe-- spierrista di un Jean Massin, com'egli scrive, ha lasciato intravedere l'ombra dello stalinismo, il suo furore antirobespierrista non rivela forse un antistalinismo che non ha niente a che fare con lo studio della Rivoluzione francese e del robespierrismo? Ancora una volta, non che gli avvenimenti che si sono svolti in Russia dal 1917 al 1957 non possano aiutare a chiarire e comprendere certi aspetti della Rivoluzione francese. Ma di qui a fare una trasposizione, si rischia di falsare la prospettiva. Daniel ·Guérin ha dipinto Robespierre come precursore della reazione termidoriana; egli ha voluto vedere nella sanculotteria parigina un'avanguardia del xx secolo e nel suo tentativo dell'anno II un embrione di rivoluzione proletaria. Cosf nel quadro della rivoluzione borghese del XVIII se-· colo si profilerebbe già la rivoluzione proletaria del xx, e si verificherebbe la teoria della 1ivoluzione permanente. « Nel 1793 la rivoluzione borghese e un embrione di rivoluzione proletaria cavalcavano l'uno sull'altro » 1 • Questo significa trasportare al XVIII secolo i problemi del nostro tempo, fare del sanculottismo artigianale e bottegaio un movimento proletario di fabbrica, scambiare per un'avanguardia proletaria ciò che non è talvolta che una retroguardia che difende le posizioni dell'economia tradizionale. E levare al movimento popolare (sanculotto) sotto la rivoluzione ogni suo carattere specifico. A modo suo, negativamente, Daniel Guérin è altrettanto robespierrista di Albert Mathiez. Per disconoscere l'importanza o la specificità della sanculotteria parigina e della sua azione rivoluzionaria, l'uno e l'altro giungono ad attribuire a Robespierre un posto sproporzionato. La storia sarebbe fatta solo dai « grandi >> uomini ? I ·sanculotti hanno fornito alla borghesia la massa di manovra indispensabile per abbattere l'Antico regime e vincere la controrivoluzione interna e straniera. Resta tuttavia il fatto che essi rappresentavano, su molti punti, un elemento sociale in opposizione con la borghesia. Essi non potevano deviare il senso generale della rivoluzione; ma essi perseguivano pur sempre obiettivi propri, spesso in alleanza con la borghesia, talvolta in opposizione. La sanculotteria urbana, come quella contadina, tendeva attraverso la rovina dell'aristocrazia feudale a finalità che non erano precisamente quelle della classe rivoluzionaria dirigente, ma che non potevano essere neppure quelle del proletariato contemporaneo. Come esiste nel quadro della rivoluzione francese, - lo ha ditI]-ostrato Georges Lefebvre - una corrente con1 La lutte des classes sous la première République, I, 8. Altrove l'autore parla di « coesistenza di una rivoluzione borghese e di un embrione di rivoluzione proletaria » (I, 2 ). Biblioteca Gino Bianco

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