Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

310 Roberto Guiducci È evidente l'utilità tecnica di questa disposizione. E il carattere, appunto, « tecnico >> può bastare a mettere in fuga ingenue analogie crociane: quasi che la figura del cerchio, indipendentemente dalla sua funzione, possa in se stessa essere monopolio di una sola filosofia! La vecchia concezione che collocava il pensiero nel suo complesso a tu per tu con la Materia o lo Spirito viene qui rotta in ung analitica sottile e ricchissima. Lo schema è estremamente importante per tutte le scienze che vengono cosi messe in condizione di chiarire (al di là delle forme grossolane di realismo) come il loro lavoro si svolga per vari gradi secondo una serie di modelli interpretabili secondo altri modelli sempre piu generali. Tuttavia questo cerchio, meramente tecnico, per non rischiare di girare a vuoto o di non_girare affatto, ha bisogno e di un perno che gli imprima un movimento in una ben determinata direzione, e di un terreno su cui poggiare e fare attrito. . È qui che trova il suo posto ed esplica la sua funzione indispensabile la filosofia della praxis. Essa viene a costituire il perno della ruota tecnica ed a qualificare il senso della scelta etica. « Il pragmatismo fornisce all'empirismo logico quei quadri filosofici che invece gli mancavano quando era soltanto neopositivismo e correva il pericolo di adottare per quella funzione forme metafisiche di platonismo o razionalismo od esistenzialismo » (p. 18). E viceversa: l'empirismo logico fornisce alla filosofia della praxis (e quindi anche al materialismo storico) quei quadri tecnici che invece gli mancavano quando era, ad esempio, soltanto materialismo dialettico e correva il rischio di adottare per quella funzione forme metafisiche idealistiche e positivistiche. Rimane il problema del terreno su cui far correre la ruota. Per Preti non si tratta di teorizzare un « mondo esterno », di cui la nostra conoscenza sar~bbe un rispecchiamento, provato come vero dal successo derivante dalle azioni che si basano su di esso. Questa concezione realistico-metafisica, cara ai materialisti dialettici, è smentita dal cammino della scienza che non poche volte ha colto successi basandosi su conoscenze ritenute ontologicamente vere, poi scartate dallo sviluppo successivo della ricerca. Anche la tesi, secondo la quale la riflessione non è mai completa, ma in continuo approfondimento, è venuta a cadere da quando la scienza ha dimostrato di approfondirsi mutando radicalmente indirizzo e quadro e creando nuovi modelli nei quali quelli antichi non sono affatto contenuti neppure come casi particolari. Ogni presupposto della scienza « è esatto non in sé o assolutamente, ma nei riguardi di quella tale azione che devo compiere. È la stessa praxis che viene a stabilire le dimensioni, per cosf dire, in cui devo conoscere l'oggetto, ossia il " presupposto " rlell 'azione stessa, e che in fin dei conti ne fa un oggetto o un presupposto» (p. 15). Stando cos{ le cose, Preti ritiene che il piano d'attrito del cerchio tecnico non possa essere che quello dell'« evidenza pragmatica del senso comune» Biblioteca Gino Bianco

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