Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Praxis ed empirismo complesse della storia dell'uomo. D'altra parte il pur serissimo tentativo neopositivistico di reggere il mondo sull'elefante linguistico (ogni analisi dei fatti non può essere compiuta che mediante l'analisi del linguaggio che li esprime) ha implicato che questi reggesse sulla tartaruga metalinguistica e di là su qualcos'altro. Possibile regressus ad infinitum del linguaggio ultimo o ideale. Ma la cosa veramente grave non sono tanto questi problemi specialistici, quanto il regresso del neopositivismo stesso a mera meccanica linguistica; riduzione, cioè, a semplice tecnica di quello che, nel suo complesso, pretendeva di essere l'unico discorso scientifico ammissibile, una volta giustamente scartata ogni soluzione metafisica. Espellendo dal discorso umano la metafisica, il neopositivismo non s'era accorto di espellervi insieme la scienza stessa, intesa quest'ultima come promozione di tutte le tecniche, come loro coscienza teoretica, come responsabilità umana e sociale. Il sistema linguistico non può, dunque, essere un pilastro o una solida piramide. Nello stesso momento in cui giustamente si propone di bandire i « non-sensi » di ogni ordine e grado, rischia fortemente di trovarsi esso stesso senza significato. In effetti, se il suo « primo >> (i protocolli) è già un secondo e se il suo « ultimo >> (il linguaggio ideale) è soltanto e sempre un penultimo, il suo corpo rimane sospeso a mezz'aria: senza piedi e senza testa. Eppure ~nessuno, a meno di disconoscere anche il senso della fisica o delle matematiche, potrebbe oggi rinunciare all'altissimo contributo tecnico offerto dall'enorme lavoro compiuto dal neopositivismo. La proposta di Preti non è di salvarlo, ma di opportunamente collocarlo: praticare l'innesto dell'empirismo logico, il ramo poterizialmente piu fecondo dell'albero raffinato ma sterile del neopositivismo, sul tronco forte, anche se piu rozzo, della filosofia della praxis, intesa soprattutto come sintesi dei contributi del màterialismo storico n1arxiano e dello strumentalismo deweyano. La figura teoretica del nuovo modello, o progetto, che ne risulta è naturalmente molto complessa. Qui possiamo solo accennare alle sue linee essenziali, senza addentrarci, in questa sede, nei particolari specialistici che una spiegazione completa comporterebbe. L'empirismo logico aveva collocati i vari piani, su cui si differenziano i linguaggi (linguaggi comuni, linguaggi formalizzati delle scienze, linguaggi ideali e logici) a scala, creando quei due ordini di difficoltà visti sopra: . difficoltà di fondazione e di limite tecnici, difficoltà di fondazione e di limite teoretici. Preti sorpassa arditamente l'ostacolo disponendo i vari gradi di linguaggio grosso modo come punti di un cerchio. « Il sapere risulta cosf tipicamente circolare: ogni discorso (ogni « scienza ») presuppone un « dato », anzi dei « dati »; ma questi sono a loro volta dei « costruiti >> per un'altra scienza; la quale a sua volta opera su dei « dati >> (p. I 49). 20 Biblioteca Gino Bianco

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