Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

39° . Alessandro Pizzorno ma, e pill autentica, era orientata, abbiamo visto, a raggruppare coloro - che vanno continuamente aumentando - i quali svolgono attività di ricerca sulla società italiana contemporanea : non per altro, ma solo perché sono quelli che hanno piu bisogno, per le J:?ille difficoltà pratiche cui vanno continuamente incontro, di tutta una rete di servizi comuni e diffusi, che un'associazione dovrebbe essere in grado di offrire. Ma accanto al fenomeno di questa· montée d'en bas, proprio degli ultimi anni, se ne è verificato uno parallelo, che chiameremmo aristocratico, di interessamento ai problemi sociologici da parte di persone e ambienti di formazione variamente umanistica. È tipico di paesi dove la sociologia non ha ancora « stato » di scienza autonoma e circoscritta - una fra le altre scienze sociali - che. vaghi e diffusi interessi di natura sociologica percorrono, pur fra esecrazioni ad alta voce contro la famigerata soçiologia enciclopedica di ottocentesca memoria, certi strati della cultura filosofica costituita. Qualcosa · di simile succede, per esempio, in Jugoslavia, dove la corrispondente associazione, fondata qualche mese fa, e la sua rivista, si chiamano di sociologia e filosofia (ma ancilla, che tenta ~olo di cambiar servizio, è in questo caso probabilmente la filosofia1) Diciamo subito che la -nostra sarebbe una situazione molto positiva se significasse la possibilità di far procedere l'attività di ricerca entro il continuo appoggio e inquadramento della critica teorica e della strumentazione metodologica specializzata. Si risparmierebbe alla sociologia italiana la fase violentemente lib~ratrice, ma anche prettamente polemica, dello scendere sul terreno fine a se stesso ed esclusivo, il go to the field che ha caratterizzato a lungo la sociologia americana. La sintesi delle due esigenze sembra ad esempio ben avviata nella nuova sociologia tedesca, dove l'attività dei gruppi che fanno capo a un Konig, a uno Schelsky, o all'Istituto di Francoforte (Horkheimer, Adorno, Pollok) si muove appunto con continua attenzione ai problemi teorici generali, pur principalmente impegnata in ben organizzate e diffiise e spregiudicate ricerche concrete. Piu acceso, ma proprio per questo ben presente, sembra il contrasto delle due esigenze, ·nell'attività della nuova sociologia francese, e soprattutto dei gruppi che si muovono, al Centre d'Etudes Sociologiques, intorno a Friedmann, Stotzel e Chombart de Lauwe. Ma affinché la funzione della filosofia, nei suoi rapporti con le scienze sociali, sia positiva e ordinatrice, e non mascheri evasioni, occorre anzitutto che il discorso filosofico affermi i suoi limiti in questa direzione: poiché, con le parole del filosofo che in Italia piu ha fatto per precisare le frontiere delle scienze e della filosofia, N. Abbagnano, « nessuna inserzione è possibile di problemi filosofici sulle conclusioni delle scienze ». Quindi occorre che le scienze sociali, e in particolare la sociologia, sulla quale gravano piu equivoci, vengano considerate come scienze, cioè come sovrapporsi di risultati particolari, e non come pensiero, espresso piu o meno coerentemente in sistemi. Non ha importanza la. grandezza di opere come quelle di Comte o di Marx, di Biblioteca Gino Bianco ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==