Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Scienza e tecnica . 125 base del nostro incretinimento en masse, a se stesse il regno della terra. Questi strumenti tecnici servono a sollecitare, esaltare, sentire emozioni infantili piu consone ad una visione magica e taumaturgica del mondo, che non ad una virile e critica visione scientifica. Sono la strada per u11 esito teocratico della democrazia. A questo proposito, e per concludere, toccherò un ultimo punto. Tempo fa (per l'Italia, 1946) ebbe una grande eco un libro di un americano, La rivoluzione dei tecnici di James Burnham. Questi interpretava le grandi democrazie contemporanee, Stati Uniti e URSS, nonché grandi dittature come quella nazista, come rivoluzioni tecnocratiche e tecnocrazie. È vero che il libro venne frainteso, perché l'Autore per « tecnici>> intendeva i n2anagers, i tecnici-dirigenti; ma, a parte il fatto che egli stesso, nelle risposte finali alle possibili obbiezioni, ne allargava notevolmente il concetto, è certo che il libro sugger1 l'idea che questa nostra èra fosse l'epoca della « rivoluzione della tecnica>>. I fatti successivi, la storia dei tecnici e scienziati d'America (e forse di Russia), gli hanno dato torto: dalla data originaria del suo libro ( 1941) noi siamo inoltrati nel nostro secolo di ben 17 anni. Abbiamo visto ampiamente tecnici e scienziati controllati e tiranneggiati dai militari, e questi dai politici esponenti dei grandi « interessi >>.Abbiamo assistito alle accorate proteste~ dei tecnici-scienziati d'America per la libertà e la dignità del loro lavoro. Di fatto i tecnici, siano essi managers o tecnici d'officina o sperimentatori, non possono governare. Se restano meri tecnici possono soltanto fornire ai veri dominatori strumenti, piu o meno ben pagati. Piu giustamente, anche se in apparenza in modo piu utopistico, Dewey aveva visto come questa nostra epoca potrebbe divenire davvero l'èra della tecnica, e insieme della libertà e della democrazia : ove la mentalità tecnica, cioè la forma scientifica di ragionamento, divenisse la forma in cui l'umanità venisse a impostare e a risolvere i propri problemi, economici come morali e politici. Ed è ancora lo sviluppo, il perfezionamento e la diffusione di questa mentalità tecnico-scientifica il compito che tecnici e scienziati oggi hanno in comune, per il progresso e forse la salvezza dei valori piu cari della nostra civiltà: la libertà e il sapere 1 • GIULIO PRETI 1 Da una conferenza tenuta dall' A. e per gentile concessione del Centro culturale presso il quale è stata pronunciata nel gennaio 1958. B•iblioteca Gino Bianco

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