Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979
L'autodifesa 37 iniziative in varie città) della Cooperativa Libraria "Calusca 3" - iscritta per statuto alla Lega nazionale delle cooperative -, espressione allora come ora del- ia volontà di dare voce e spazio alla produzione del movimento di classe e di crea- re un circuito alternativo alla grande distribuzione capitalistica. È un'attività non legata a nessuna organizzazione specifica e che proprio per questo il potere ha tentato più volte di criminalizzare. Una delle cose più divertenti e insieme più tragiche di quest'inchiesta e che la dice lunga sulla serietà di questi "due anni di indagini" è che da un teste che ri- porta una voce ("ho sentito dire che ... "), mi si attribuisce un attentato compiuto a Monselice nella primavera del '77 e che Calogero attribuisce - nessuno mi ha spiegato perchè - .all'Autonomia Operaia. Bene, il teste (o chi "ha riferito" al teste) non sa o finge di non sapere che è dalla metà del '76 che faccio riferimento ad un'area politica diversa da quella che mi viene attribuita (e che comunque solo un pazzo può pensare di assimilare alle BR e al "terrorismo") e che fino a tutto il '77 - centinaia di compagni del movimento padovano posso·no testimoniarlo, come pure Marco Boato - facevo riferimento all'area (a quello che ne restava a Padova nel "dopo Rimini") di Lotta Continua, tanto da partecipare all'organiz- zazione di una manifestazione "contro l'Autonomia" a Mestre nel settembre del '77, come possono testimoniare E. Marchesini e M. Breda. Negli ultimi due ani, per motivi familiari e per l'impegno sempre più pesante e assiduo a scuola, nelle attività partecipative e nel lavoro sindacale di base e abitando sempre a Lozzo, mi sono interessato quasi esclusivamente di attività politico culturali legate alle ini- ziative del Centro di Documentazione della bassa padovana, partecipando come iniziativa politica diretta solo alla campagna dei referendum del '78, con i com- pagni di Democrazia Proletaria di Este. Tutti i compagni di Este e tutti i miei col- leghi e le compagne e i compagni della sez. sindacale della mia scuola possono "testimoniarlo". Non è molto e di questo sì mi vergogno e chiedo scusa a tutti i compagni, dato che la situazione evidentemente - questo è l'insegnamento dell'inchiesta Calogero - esigeva un impegno molto più assiduo e pressante. Queste sono però le cose che il "democratico" Palombarini, che aiuta Calogero a fare scempio del diritto e del garantismo, avrebbe potuto scoprire, se solo avesse voluto, sul conto mio, alla faccia di "un'indagine durata due anni" che mi vuole (cosa di cui non mi vergognerei affatto, ma che semplicemente non è vera!) ''lea- derdi AO", e quindi, secondo il dottor sottile "dirigente e mandante del terrori- smo". Quando alla fine dell'ultimo interrogatorio ho detto che, visto la asso- luta stupidità e vuotezza delle accuse, volevo essere restituito alla mia famiglia, al mio lavoro e ai miei compagni, il Giudice Nunziante mi ha risposto testualmente ;me "siccome nel Veneto ci sono stati 180 attentati e 4 ferimenti, qualcuno dove- pur pagare ... !'' Quello che si vuole quindi - sparando nel mucchio - è una NlliLB di conti generale con il movimento di lotta e di opposizione reale nel nostro e. Non deve succedere. Per il comunismo. Il detenuto comunista del 7 aprile Massimo Tramante ova, 9 luglio 1979
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