Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979
54 Carlo Bera/do Rio che di fatto allarga a tutta Italia l'accordo del Veneto. Intanto la lotta a livello nazionale continua, Andreotti fa dimettere Del Rio, non riconoscendo l'accordo firmato, e negando validità all'accordo del Veneto, porta tutto al parlamento; assieme ai partiti che sorreggono la maggioranza approva una mozione che fissa le linee essenziali per la contrattazione nel pubblico impie- go; la lotta degli ospedalieri va sempre avanti, fino a che il 9 novembre viene fis- sato un accordo globale per tutto il pubblico impiego all'interno del quale vengo- no concesse 20.000 lire in più rispetto all'accordo del 5/10/78 a tutti gli ospeda- lieri; la lotta decresce, ritorna la calma, anche se la rabbia rimane. In questa fase che dura circa un mese gli ospedalieri, e poi il pubblico impiego, occupano quasi quotidianamente la prima pagina di tutti i quotidiani nazionali. È a questo punto che le carte si mescolano tutte, e le valutazioni sia nei confronti di quello che era successo in precedenza nel Veneto, sia su quello che stava succe- dendo negli ospedali d'Italia diventano assai contraddittorie coi precedenti atteg- giamenti presi nella cronaca locale. Diventa opinione diffusa a livello dell'insieme dei quotidiani (sia di partito -che "indipendenti") che la causa della generalizzazione delle lotte, è sostanzial- mente da imputarsi al "Veneto" (non si capisce esattamente con che grado di col- pa - i lavoratori - la Giunta Regionale - i partiti che hanno appoggiato la lotta -il sindacato). La reazione alla mobilitazione montante è sostanzialmente diversa tra i diversi tipi di quotidiani; quelli "indipendenti" (Cor"riere della Sera - Stampa - Repub- blica, pur con diverse accentuazioni) parlano ormai di sfascio sanitario, scopro- no anche che le cose nella sanità vanno oggettivamente male e che dato che gli scioperi nel settore aggravano la situazione, è necessario procedere con urgenza alla regolamentazione legislativa del diritto di sciopero, accompagnata da una se- ria e robusta politica dei redditi tale da vincolare economicamente l'insieme delle categorie dei lavoratori. I giornali della sinistra storica (Avé;lnti - Unità - Paese Sera) hanno un atteggia- mento di netta condanna nei confronti di quello che si stava sviluppando nel Pae- se, avendo però attenzione: 1. di dimostrare di capire alcune esigenze che stavano alla base della lotta; 2. di separare sempre i promotori della lotta dall'insieme dei lavoratori che veni- vano "strumentalizzati" dai primi, e che quindi potevano essere recuperati sul piano politico sindacale; 3. di sottolineare con forza anche i piccoli passi che il sindacato ed il proprio par- tito di riferimento (PCI - PSI) facevano per sbloccare la situazione; 4. di puntare sull'analisi dell'attuale situazione socio-sanitaria nel nostro Paese, sui rapporti di potere presenti al suo interno, e sugli obiettivi di riforma e di mo- bilitazione per cambiare profondamente questa situazione. I quotidiani della nuova sinistra (Quotidiano dei Lavoratori - Lotta Continua) hanno invece un atteggiamento di completo appoggio alla lotta, vista non solo come sperimentazione positiva di lotte autonome tali da creare contraddizioni nel clima politico sostanziammente statico determinato dal grande accordo tra i par- titi, ma anche tali da essere momento anticipatore nelle lotte contrattuali, che do- BibliotecaGino Bianco
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