Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979
48 Alberto Begnoni re delle merci a costi inferiori di altre aziende, anche perchè qui indubbiamente la gente è motivata a lavorare, se poi i nostri prodotti sono venduti sul mercato at- traverso i commercianti? Il nostro capo che produciamo con minori costi e che vendiamo ad altre ditte, arriva sul mercato che costa come gli altri. Ed il guada- gno maggiore a chi va? A chi lo commercializza. Allora la cooperativa non è più una alternativa, lo è solo nel senso del modello interno di gestione ma non lo è sul mercato. Allora dobbiamo trovare dei canali per raggiungere direttamente il con- sumatore, per far arrivare sul mercato merci a prezzi più bassi, senza che nessuno operi delle speculazioni". Ed è a questo punto che nascono i problemi, perchè la volontà operaia di ren- dersi sempre più autonoma sul mercato, curando non la sola produzione ma an- che la commercializzazione, senza più dipendere da altre ditte, si scontra con una serie di difficoltà strutturali e culturali. Innanzi tutto la difficoltà a raggiungere una autonomia di progettazione e di creazione di modelli che siano in grado di soddisfare le esigenze ed i gusti dei consumatori; e già a questo primo livello ci si scontra con il mercato della moda che è estremamente selettivo. Basti pensare che le grandi aziende impiegano già i propri modellisti a progettare la moda dell'anno seguente, per capire le difficoltà di una piccolissima azienda a raggiungere questo grado di autonomia. In secondo luogo un mercato del credito che è anche esso estremamente seletti- vo ed incapace di sostenere iniziative come queste che sono in espansione. Infine il problema della commercializzazione, che significa la capacità di essere presenti sui luoghi di mercato, nelle fiere. La cooperativa ha rifiutato con una scelta coe- rente di autonomia di affidarsi a rappresentanti di professione in grado di presen- tare la produzione della MA.RE.LI . sul mercato. Questa scelta di delega non è più accettata. Si punta invece a creare tra le lavoratrici la qualità e capacità per assumersi questi nuovi ruoli lavorativi. Ma le difficoltà stanno anche nel modello di organizzazione familiare e culturale di tipo tradizionale dove il reddito femmi- nile viene ancora visto come reddito integrativo, ed il lavoro della donna viene vissuto come necessità familiare e non come una delle dimensioni di vita di una persona. Commercializzare i propri prodotti, diventare rappresentante significa per queste donne superare le difficoltà che Anna ci ha elencato: "siamo persone con la 5 ° elementare e solo alcune ultimamente iscrivendosi alle scuole serali, hanno ottenuto la 3 ° media. È qua il nocciolo del problema. Arrivare al mercato implica essere competenti, aver studiato, saper girare. Noi abbiamo la difficoltà che già a casa nostra sia quelle sposate che non, sono limitate dalla famiglia, dal marito o dai genitori. Non si può arrivare a casa tardi, dopo le 7 di sera. E girare per farsi un mercato autonomo significa non aver orari. Il problema principale è che siamo donne, e sappiamo che nelle famiglie esiste il problema che le donne non hanno le stesse possibilità degli uomini. Arrivi a casa stanca dal lavoro, e de- vi rigirarti per la casa a fare i mestieri, le pulizie e tutti gli altri lavori. Noi do- vremmo educare i bambini ad essere diversi da noi. lo, per esempio, ho una bam- bina, e se gli insegno a giocare solo con le bambole la faccio diventare donna co- me siamo adesso. BibliotecaGino Bianco
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