Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

Dal vangelo al/'awogesrione 47 compiere che è il vero motore dell'esperiema, che crea naturalmente maturazione e progressiva partecipazione, che fa nascere esigenze culturali nuove, come per esempio il conseguimento dell'obbligo scolastico per le molte ragazze che ne era- no rimaste prive in nome di una logica che le ragazze dei paesi di campagna devo- no andare fin da bambine a lavorare. Su quattro settimane di ferie una viene utilizzata per fare un corso formativo annuale, inoltre ogni lunedì pomeriggio si interrompe il lavoro per fare assem- blea sui problemi che durante la settimana la cooperativa deve affrontare, ed in caso di bisogno si organizzano altre assemblee durante la settimana. Attualmente la cooperativa occupa 34 persone di cui 24 operaie socie, 5 operaie in attesa di maturare la scelta di divenire socie a tutti gli effetti e 5 apprendiste che in quanto .minorenni non possono costituirsi in cooperativa. I livelli salariali sono tre e sono divisi in base alla classificazione appena descritta. Un altro problema che la coo- perativa ha dovuto affrontare all'inizio della sua attività è stato il difficile rap- porto e le incomprensioni che sono state vissute con le famiglie e con l'ambiente paesano più in generale. Le famiglie delle operaie sostenevano che una maggiore partecipazione alle scelte della cooperativa era giusta solo nel caso che fosse prevista una suddivisio- ne degli utili prodotti, solo se ognuna diventava prbprietaria di parte del labora- torio e quindi di parte del profitto. Mentre invece l'obiettivo della cooperativa è la non capitalizzazione nel senso che l'utile viene utilizzato per creare nuovi inve- stimenti e nuova occupazione e per migliorare l'ambiente e le condizioni di lavo- ro. La cooperativa lotta per garantire il posto di lavoro e non per suddividere profitti, nel senso che ogni socia è padrona solo del proprio salario. 7. I problemi aperti e le prospettive. Da questi basilari elementi si sviluppa l'esperiema cooperativistica vissuta co- me modello alternativo di coinvolgimento operaio nella attività lavorativa rispet- to alla fabbrica tradizionale con la sua gerarchia di potere aziendale. Ma non so- lo. Si sviluppa anche una coscienza autocritica in grado di cogliere anche i limiti esistenti all'interno di questa esperienza, le sue attuali contraddizioni. Che signi- fica infatti una gestione aziendale alternativa basata sulla partecipazione operaia alle scelte economiche, dove il potere di direzione spetta all'assemblea quando questa avviene in un mercato tutto ancora capitalistico, ed addirittura in un qua- dro di decentramento produttivo? Molti si sono chiesti, anche all'interno del sindacato, se tale esperiema non fosse segnata dai limiti dell'autosfruttamento operaio in favore dell'azienda de- centratrice, autosfruttamento ottenuto col massimo del consenso operaio e con lo smorzarsi di qualsiasi conflittualità operaia. Questi dubbi sono leciti, ma sono innanzi tutto le operaie della MA.RE.LI . che ne sono coscienti. È una di esse in- fatti che afferma: "la cooperativa è certamente un modello alternativo a quello industriale del padrone, però non è ancora una alternativa compiuta, radicale, si dovrebbe portare 'fino in fondo questa alternativa'. Che senso ha infatti produr- BibUotecaGino Bianco

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