Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

Dal vangelo a/l'au1oges1ione 45 tiva in uno spirito egualitario. 5. La fine dell'esperienza aziendale "tradizionale". Con il 1968 inizia un processo che porterà dalla conduzione tradizionale del la- boratorio, senza però che subito ci si renda autonomi rispetto al mercato, alla na- scita della cooperativa nei primi anni '70. Questo processo inizia con il distacco del laboratorio dalle opere parrocchiali in quanto il parroco,su sollecitazione del- la curia che chiedeva la chiusura dei laboratori parrocchiali per non incorrere in situazioni anti-sindacali, si disimpegna. Suor Damiana pur di non chiudere l'esperienza, si rivolge ai suoi superiori per ottenere la responsabilità di conduzio- ne del laboratorio dichiarandosi disposta "a finire anche in prigione". Ottenuto il pieno appoggio dai superiori, iniziano i lavori di costruzione di quattro nuove stanze ricavate trasformando il portico dell'asilo. I soldi della costruzione vengo- no offerti dalla azienda appaltatrice dei lavori di maglieria, a condizione che il laboratorio lavori su commissione per almeno altri sette anni. In quegli anni il padrone viene visto come un benefattore, anche perchè regala altre due macchine per la lavorazione della maglia, e viene invitato e festeggiato all'inaugurazione del nuovo ambiente. Inizia al contrario una fase di intenso sfruttamento dovuto al fatto che l'azienda vicentina non solo decentra parte del proprio lavoro ma in una situazione frequente nel decentramento produttivo, in- comincia a vendere al laboratorio i propri macchinari. Ma questa situazione dura pochi anni. È una operaia che dice: "abbiamo capito che quando tutto è suo, l'ambiente, le macchine, non si ha più il coraggio di fare rivendicazioni". "Anche quando si ve- de che si prende meno degli altri lavoratori, si pensa sempre che comunque si hanno delle altre agevolazioni. Abbiamo deciso di prendere direttamente noi le macchine, infatti, quando sono diventate tutte nostre abbiamo anche avuto il co- raggio di portare avanti delle rivendicazioni, e loro non avevano più la scusa di dire che avevano molti costi da sostenere, come la manutenzione per esempio. Più di una volta hanno mandato il meccanico a riparare i guasti, per intere gior- nate completamente gratis. Quindi penso che siamo state anche sfruttate, ma an- che in un certo senso agevolate, perchè per accumulare bisogna pur inziare, e chi di noi lo poteva? La parrocchia no perchè è povera, le suore meno che meno, e quindi è stato utile che quel padrone di Vicenza sia stato così sensibile ad aiutarci all'inizio della nostra esperienza. E poi quando le macchine sono diventate nostre ed avevamo delle rivendicazioni da fare, avevamo anche più coraggio, andavamo dal titolare a chieder aumenti sulla lavorazione e lui è sempre stato sensibile alle nostre richieste. Se abbiamo avuto delle difficoltà a farci pagare è stato quando è subentrato il direttore, infatti lui cercava di mettersi in luce facendoci fare un buon lavoro pagandoci il meno possibile. Infatti ultimamente ci siamo staccate da questa azienda, proprio perchè il direttore si è impuntato nella sua logica e non c'è stato più verso di discutere. Il distacco del laboratorio dall'azienda de- centratrice avviene quindi su motivazioni economiche". È suor Damiana che di- BibliotecaGino Bianco

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