Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979
Thiene. Il diriuo a discutere 11 ti, che è difficile catalogare e risolvere tutti sotto il cielo della politica. Ad esempio: noi siamo in lotta per un contratto che tutti diciamo e sappiamo essere importantissimo. Ma rispetto alla lotta contro il terrorismo, alle radici del- lo stesso (penso ai giovani, penso ad altre cose ancora), non trovo alcun punto di contatto spendibile oggi. E questo è molto grave. ANTONIO Io non sono dell'avviso che abbiamo sbagliato perchè non abbiamo preso le di- stanze a suo tempo e nei modi dovuti. Primo perchè, ragionando così, ci illudere- mo che il sindacato possa essere una scatola chiusa, immune da contraddizioni: e ciò non è nemmeno desiderabile. · Poi perchè non si può ridurre il problema: molti sono i giovani coinvolti, spe- cie tra gli studenti. Quindi non basta parlare di repressione, né illuderci che basti. Tra l'altro può essere valida l'ipotesi che questa società, e chi la comanda, crei spazi per l'emergere di giovani così disponibili al terrorismo, con l'obiettivo di fare del terrorismo e dello scontro tra bande un modo "generale" di fare politi- ca. La crescita di cultura e di coscienza di questi anni cozza contro l'immobilismo della società, contro la realtà dell'impossibilità o dell'insufficienza del cambia- mento. Noi qualche radice l'abbiamo ancora (i valori della cultura cattolica, di impe- gno pacifico, di solidarietà, etc.); altri però è vero che non se li ritrovano più. C'è in loro solo una tensione distruttiva, puramente negativa. Principalmente rivolta contro lo Stato. Ma poi? Cosa fare? lo credo nei contratti. C'è nei contratti una possibilità di nuove conquiste e una realtà di lotta e di partecipazione della gente. Ma il vero nodo è il rilancio della temativa del cambiamento a livello generale, per tutta la società. TONINO Ho sofferto molto per la morte dei 3 ragazzi: niente mi può far dimenticare che la vita è il bene supremo. Non so se voi andate in Chiesa: ciò d'altra parte riguarda la scelta che ognuno di noi fa. Ma io ho provato molta amarezza nella predicazione pasquale di alcuni preti che hanno sostenuto che i tre ragazzi hanno avuto "solo un incidente sul la- voro" e che in fin dei conti ben gli sta. Di fronte ad una situazione che vede tante persone prese dalla disperazione, c'è stato chi ha covato l'illusione di percorrere altre strade rispetto alla democrazia. Oggi sindaci e carabinieri chiedono posti di blocco. La gente poi si chiude, c'è paura. Molta gente poi ha detto che ben gli sta: morti loro, non sono morti altri. Ma e i morti sulle strade a Pasquetta: diciamo le stesse cose? C'è qualcuno che vorrebbe paragonarli ai partigiani. Ciò è esagerato: allora c'erano altre condizioni, c'era la guerra. Non basta chiedersi il perchè di simili situazioni. Occorre rilanciare il rifiuto di BibliotecaGino Bianco
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