Ombre Bianche - 1979 - numero unico

70 Marco Girardi che ha apportato modifiche e variazioni solamente di natura formale o di chiari- mento alla lettura; ha aggiunto, inoltre, la parte finale che riguarda la sua attività a tempo pieno. Lasciare che l'autobiografia susciti nel lettore solamente una partecipazione emotiva mi sembrava un modo per non volere riflettere sulle caratteristiche della testimonianza spesso in conflitto con lo stereotipo corrente della vita contadina. Di qui l'esigenza di una breve riflessione sull'autobiografia intorno ad alcuni fi- loni tematici: la famiglia, il militante, il pubblico e il privato. 2. La famiglia di Severino Castellan è di tipo esteso, cioè, oltre al padre, la madre e i fratelli, convivevano il nonno, capofamiglia, la nonna, zii e cugini. La composi- zione del gruppo domestico dipendeva strettamente dall'attività produttiva, più in specifico dal particolare contratto rurale, la mezzadria, che richiedeva, per la conduzione del fondo, una numerosa ed omogenea manodopera. La necessità, quindi, che più spesso dell'amore univa queste famiglie rendeva difficile la convi- venza: invidie, gelosie, conflitti generazionali; tutto nasceva e moriva all'interno del gruppo e su tutto l'autorità indiscussa del patriarca. (1) Ma non basta, il padrone stesso interveniva nelle questioni familiari come rap- presentante della morale comune (2) o dei propri interessi. (3) La cultura dominante trovava espressione e continuità in famiglia: "quindi io dico che noi eravamo in tanti stante quel tipo di cultura così rigida predicata dalla Chiesa"; l'obbedienza e il rispetto ai più anziani, al padre in particolare, erano dovuti (episodio della pa1). Ma, nonostante ciò, i piccoli favoritismi, i sotterfugi domestici da parte delle donne che erano incaricate del governo della casa e della cura dei figli, non mancavano (episodio della luganega). D'altra parte gli uomini avevano altro a cui pensare, il capofamiglia, in particolare, era il responsabile della conduzione del fondo, firmava il libretto colonico, ed era investito di una delega riconosciuta pubblicamente per cui "non era pensabile di organizzare i contadini partendo dal figlio, si doveva partire dal capofamiglia. La CISL, infat- ti, iscriveva il capofamiglia - dopo iscriveva anche i familiari - ma l'iscritto era il capofamiglia." Anche per quanto riguarda l'educazione e le scelte importanti dei figli l'uomo aveva potere deéisionale. Severino Castellan, infatti, si consiglia (1) Sul clima interno della famiglia la testimonianza è contradditoria, da una parte: "all'interno del- la famiglia ci volevamo bene, non c'erano liti o screzi"; dall'altra episodi come quello della luganega a cui rimando. (2)"Questi signorotti avevano il coraggio di mettersi a controllare se la gente andava in chiesa e co- me vestiva. Mi ricordo le prime calze di nylon che portò mia sorella. Giele rinfacciarono subito: «Ma cosa sta succedendo in famiglia con le sorelle con le calze di nylon?». (3)"Un contadino non poteva sposare una di casella, un'operaia, doveva sposare una contadina. Perchè per gli agrari un'operaia non capisce niente dei campi; non sa come allevare i pollastri, non si adatta ad andare fuori con le vacche ... " BibliotecaGino Bianco

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