Ombre Bianche - 1979 - numero unico

42 Corrado Squarzon no significato esistenziale tutta la problematicità contenuta nei due precedenti. Lo chiamerei "il rifiuto di una organizzazione del tempo imposta dall'esterno da sè". '' Io ero spesso in contatto con gli artigiani e con gente di questo tipo perchè fa- cevo il collaudo esterno. Ne ho conosciuto moltissimi. Ti senti dire che tribolano ... però li vedi col Mercedes ... Quindi, ti dicono che tri- bolano, d'accordo, però hanno anche una certa solidità economica. Non a tutti va bene, per carità, ma hanno una certa agiatezza, possono girarsi attorno .. . Al- lora ti viene da dire: restiamo sempre qua a marcire in questo posto qui, nel quale soddisfazioni ... quali sono? Proviamo, vediamo come va. Tanto, perso per perso. Finchè sei giovane lo si può fare, penso che uno degli obiettivi sia anche questo ... si prova. L'auto ... non è quella che conta tanto. È invece arrivare a fine mese, contare i soldi e dire: beh, insomma, ci si può girare attorno. Anche perchè veniamo da famiglie che ... i giocattoli li vedevi nelle vetrine. Io dico ... mio figlio no. Voglio dare a lui quello che non hanno dato a me; che non hanno potuto, non è che ne faccio una colpa a loro, per carità. Però, insomma, non gli vedono gli altri e basta. Non è che prima non ti permettessi ciò quando eri sotto padrone ... però nemmeno tanti salti mortali facevi. E... sempre per essere materialisti ... qua parliamo sempre di soldi! Io ti parlo di soldi, ma non è che ne avessi tanto bisogno. Io la casa ce l'ho ... è di mio padre e mia madre e mi hanno dato un appartamento ... mia moglie lavora e io lavoravo ... È più forse per lo spirito di avventura ... proviamo insomma! Per rompere quello che era ... Cioè, si insomma, ti alzi il mattino alle 7,30 vai là, tim- bri il cartellino, esci a mezzogiorno, vai a mangiare, torni a casa, vai di là e torni là ... è sempre quella! Adesso invece fai qualcosa di diverso. Cioè, non è sempre tutto identico ... lì nel banco a controllare il pezzetto e compagnia bella. Vi sono da fare "sti conti, bi- sogna girare ... adesso viene sera ... io insisto su questo viene sera perchè penso che sia una parte del lavoro che sia assai noioso, sì, insomma è vero ... che ci sia tanta gente magari in catena di montaggio ... quando esci alle cinque pensi che è giorno, dopo devi esser lì. .. è questo il discorso!". In tutto questo vi è chiaramente la scoperta di aver rotto un "tempo" predeter- minato che si ripete ciclicamente in una sorta di monotonia della vita. E da ciò prende corpo la possibilità di trasformare la propria identità di sfruttati all'interno di un processo reale di consumo (la fabbrica) in una nuova "avventu- ra" di produttori anche di sè stessi. 5. Non mi pare si possa dire che questi elementi critici siano le uniche vere motiva- zioni che sottostanno, alla scelta di questi operai di mettersi in proprio. Vi è un insieme di fattori che concorrono simultaneamente: la possibilità di spe- rimentare una maggior autonomia professionale, la prospettiva di migliorare la BibliotecaGino Bianco

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