l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

pag. 26 Del resto allarga.ndo lo sguardo alla visione di tutta la lotta "controrivolu– zionaria" così come è concepita da que-· sta organizzazione della "Cité catholi– que", -ci si accorge c·he essa non è ·col– locata -in assoluto, ma situata nell'am– bito interno dell'ordine ( o meglio del disordine.) instaurato dalla Rivoluzione trionfante ; limitando così la sua f un– zione ad una specie di opposizione in– terna che. non può arrivare a metterne in discussione la sistemazione generale. Sembra essere questo l'errore comune a tl-f,_tti "movimenti" cattolici impegna– tisi sul terreno della politica; e che li ha sempre portati al fallimento, tra– sformando a poco a poco il loro inizia– le prop~ito di combattere la "Rivolu– zione" in quello di abbracciarla. Dal "Sillon" ad oggi è una vicenda che si ripete continuamente, e eh~ oggi è tal– mente generalizzata da rendere esatta l'osservazione, contenuta nel libro. che "anche quelli che vogliono èomb~ttere le disastrose conseguenze della R, lo fanno, 9 volte su IO, invocando i prin- • cipi che ad esse conducono". Va no– tato inoltre come questo errore stia alla base di una tendenza assai diffusa tra i cattolici di oggi, e riscontrabile anche nello spirito animatore ( e nel lingµag– gio) degli autori di "Pour . qu· 'Il re– gne". La tendenza cioè a volersi distin– guere e riqualificare in- una specie di casta speciale all'interno di una società che i invece già stata tutta cristianiz– zata nel suo complesso, e nella quale semmai l'errore -moderno appare diffu– so in forma pressoché uniforme. E' una tendenza che urta contro il fatto incan– cellabile che, nella nostra attuale socie– tà, noi non siamo più "i primi cristiq,– ni" ma cristiani ( e cattolici) che han– no dietro di sé duemila anni di storia e di civiltà del Cristianesimo. La,_"ri– cristianizzazione" della società odierna non è i'? non potrà mai essere la stessa còsa di quello che fu la diffusione del Cristianesimo in mezzo al mondo pa– gano. Nelle nostre nazioni "cristiane" la ''buona novella" non è nuova, è ri– pudiata; e non cade su un terreno ben • disposto a riceverla, ma trova negazioni e opposizioni. Non si tratta più quindi di diffonderla ma di proclamarn,? aper- . tamente i diritti di fondamento insosti– tuib_ile nella civiltà umana; diritti che già le fu~ono riconosciuti e che ora le sono negati. E per questo non serve ap– partarsi in ~ruppi o riqualificarsi nella casta speciale de "i cattolici". C_'èpoi da osservare, quanto all'intro– prew specifica de "La cité catolique", che la loro visione della realtà attuale, pur esatta nella sua sostanza rimane su un piano troppo vago e quasi evane-· scente perché possa suggerire una con- • tro-azi.onr? concreta ed efficace. Ché la Rivoluzione s'incarna stòr.icamente in forme concrete e verificabili; e senza l'esatta individuazione di esse, anche la ''~ontrorivoluzione" non può no'n rima– nem su un ,piano in.definito e risolversi li e praticamente in uno slancio nobile ma ve.lleitario: L'a loro opeta pensano di poterla qualific-are come una '.'cernie– ra" tra l'apostolato dell'Azione. Catto– lica e l'azione politica propria 'dei "par– titi" e di altri "movimenti";· e caratte– rizzarla come una- fucina a·utonoma di "formazione civica". Questa riducendo– si in sostanza all'insegnamento della "dottrina sociale" della Chiesa, .la loro opera si riduce, secondo la loto stessa espressione ad "una eco" della voce ·del– la Chiesa. Ci sembra di poter rilevare come l'esigenza della "controrivoluzio– ne" sia piuttosto di carattere pratico, cioè politico, e consistente nel tentar di rimuovere gli ostacoli, costruiti da.Ila Rivoluzione, che impediscono a quella voce di risuonare in tutta la su.ii am– piezza e potenza. Poiché la v oce d ella Chiesa - non cessa di farsi sentire, e la luce. che da essa promana ha in sé la capacità di illuminare direttamente la scena politica. E c'è bisogno_ piuttosto dell'opera pratica ai spalancare le fine– stre a quella luce, anziché illudersi di poter illuminare l'ambiente di luce ri– i lessa con l'accenJdere incerte lampad~ all'interno di singoli ambienti c·hiusi. La loro intrapresa controrivoluzionaria ci sembra pertanto destinata a rimanere fine a se stessa, isolata sul"terreno della conoscenza· speculativa; e il -risultato - della loro organizzazione ed esaurirsi in una setie di -esperienze cultura_li in– dividuali, variamente caratterizzate in senso accademico o spiritualistico. Occorre tuttavia. riconosce.re a que: sta opera· la validità della sua imposta– zione critica preliminare nei confronti del pensiero "mo'derno" e la sua viva attualità in quanto agita il problema della evangelizzazione della sfera poli– tica. Questi aspetti positivi si ritrovano naturalmente nel- libro i.l quale per al– tro si giova abbondantemente di citazio– ni dirette di testi-dei pontefici e di va– lenti apologisti ( e tra questi, partico– larmente chiare ed efficaci, oltreché <1'.– tualissimè molte osservazioni del Car– dinal Pie) ; Per quanto attiene alla forma, l'es– posizione lascia·-un pò a desi-derare per la ,eccessiva lentezza con 'cui si svilup– pano i ~on-cetti, tra ripetizioni mu.lti– ple e sovrapparentesi; -e spesso appe– santiti da una certa preoccupazione di ragionamento. E ciò spie1w il carattere discorsivo, analitico del libro ( e la sua noPe•vole, e riducibifo, mole). E si sente anche spesso la mancanza di un accen– to originale, di una partecipazione creatrice, di una ,forza propria, capace ili penetrare ed assimilare il testo del– le - citazioni e ritrasmetterlo. efficace– mente al lettore. Però l'esposizione, nella sua sostanza, presenta, nel com– plesso, d~rettaniente o indirettamente, un insieme cospicuo di concetti e di osservazioni pienamente vfflidi ed fft• tuali. E agli autori va il merito di uver posto l'accento su alcuni punti che, nel– la attuafo confusione di idee, ben me- l'ordine civile ritano di essere t·badi-ti con chia'rezza e fermezza. Così dèll'affe mazione che i princi- • pi po.litici non s, no "opinabili" ma le– g~t~ alla ver!tà; \e alla re?ltà d,ella 'con– dizione dell uoJo. E cosi, dell afferma– zione che, essènl:Io la religione '-il· solo valore capace di I creare il legame socia– le, il lai·cismo rappresenta, per .lo Stato, "il peccato capi~ale". Così riguardo al– la importanza gtandissima che, ai fini della salvezza delle anime, assume l'a– zione ·politica e .l'organizzazione della· società che essa ealizza ; e riguardo al dovere di tende e comunque, nella co– struzione dello tato, al modello. del "Regno". E non manca l'osservazione, oggi completam nie trascurata, delle immense prospe tive che, su una tale doverosa strada, si aprino all'umanità. E bene stigmati zat.a è anche la posi– zione spirituale \ di una gran .parte dei cattolic!. proYes~i, com_e caratteriz– zata da un ·natu~alzsmo di fatto"; e la loro azione sul I piano politico come quella di una V',ra e propria "quinta colonna" della 1ivoluzione. Mentre è costantemente rWadito il dovere -di ob– bedienza incondi!ionata alla Chiesa ; e riaffermata la cor,vinzione ferma: della validità e dell'eff['cacia della sua guida in ogni contirige za. Poiché essa non possiede soltanto "la scienza della ·ve– rità e dei dogmi, ma, allo stesso grado, la scienza esatta ella loro applicazio- ne; e dell'opporturità". - •• • • Ma l'aspetto m~gliore del libro; ~~me quello che tocca f.argomento più senti– to, sta nella esalt zio~e della speranza cri:st·iana come de erminante dell'azione per i-l "Regno". Pioiché questa afferma– zione è qui verdmente . svincolata· d-.a ogni dipendenza }deologica dagli sche– mi della Rivoluzirpne. Ed è quindi ca– pace di arrivare a(la vera posizione spi– rituale del cristiado. il cui compito non ~,' preli~.inari~m4n~e:, quello_ di essere contronvoluzzonqno ma di essere te– stimone e portat°ire della erità, che è assolutamente ini'pendente ìn quanto esiste di per sé st ssa e non so.lo in fun– zione anti-errore. ' una speranza che; consapevole dei ltmiti umani, trova il suo /ondam,?nto nella certezza dell'aiu- • to divino ( Les hohimes d'armes batail– leront et Dieu do~nera· !a_ victoire); e trova la forza e l~ seremta per passare all'azione nella c~rtezza che "Dio ci a/– _fidal'iniziativa de primo passo ed Egli si incaricherà, al bisogno, della tappa finalè". Se dell'opera d lla "Cité catoliq.ue " pu,ì - restar valido solo l'ammonimento sulla necessità u grmte della •evanee– .lizz'azione della era politica; dello spirito che l'anim~ questo ci sembra es– .sere il messaggio più genuino. Messa/{• gio di fede e di speranza, capace di suscìtare quello s \irito di carità che è indispensabile per la au.~picata "rina– ·scita cristiana"; e perciò degno di es- sere meditato, e ri rasmetJ.~0. • A,D,5.

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