l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

l'ordine 'civile V'è una logi.ca , ci si passi il bisticcio, nelle contr addizion i di Raniero La Val– le? V'è una logica. La logica che guida il grnppo "doroteo" nelle sue mosse dal febbraio 1959 ad oggi. Là "Domus Mariae", nell'intenzione · del gruppo doroteo, voleva ·essere una rottura definitiva con il quadriennio dominato dalla. figura e dalla politica di Fanfani. che era. parsa minare le lo– ro posizioni di potere. Ma il gruppo "doroteo" commette– va µn grossolano errore di prospettiva nel pensare che l'era fanfaniana potes– se considerarsi un incidente transeunte nella linea di sviluppo della DC nel dopoguerra; tale da poter essere can– cellata con un semplice colpo di spu– gna, senza che della stessa rimanesse traccia. Perché la linea fanfaniana era con– seguenziale alla linea politica che l'~me– va preceduta. llfettere sotto accusa la linea "Fan– fani", significava avviare il processo a tutta la politica DC. E tale fatto avrebbe significato per i "dorotei" porre sotto accusa se stessi in quanto cfosse dirigente che aveva prima elaborato e portato quella linea politica. Tale atto non avrebbe portato ad al– tro se non alla necessità di mntare ra– dicalmente rotta. oppure di uscire dal– la scena politica e di abbandonare il potere. Ma mutare radicalmente rotta - co– me proponeva in,genuamente La Valle nel 1959 - avrebbe significato sempre sacrificare una larga parte di' potere a forze nuove; e tale fatto non poteva essere accettabile per uomini che nul– l'altro hanno conosciuto nella carriera politica se non l'ebbrezza del potere. Resisi conto di tale realtà, i dorotei ritennero necessario riprendere la mar– cia dal punto in cui l'avevano inter– rotta alla "Domus Mariae", nel medi– tato convincimento che la loro politica di potere nveva bisogno di una solida copertura a sinistra che Fanfani poteva loro dare. E per ottenere ciò non ebl,ero esi– tazione nel rivedere tutti i lor,) giudizi espressi su Fanfani, sino a riconsacra– re a Firenzt? la validità pien,t di quella che era .,tara la sua linea nel partito e nel governo. Tale è il valore ed il signi.ficato del– le contraddiizoni espresse da Raniero La Valle nei due articoli da noi presi in esame. Alla • do-manda del perch,j della ac– cettazione da parte di Fanfani di tale ricongiungimento è facile rispondere. Fanfani si è reso conto die i suoi di– segni non possono co•mpiersi avendo contro i grnppi di potere del partito ancora molto forti. Egli attend~ •che questi si logorino in un impegno di governo privo di sbocchi concreti sulla realtà del paese; e nel frattempo cura il partito per ma– no di Moro, al fine di porsi come al– ternativa insuperabile all'atto del pre– vedibile fallimento della politica go– vernativa dorotea. Ai dorotei resta dunqu,e ancora una lar15a f efta di pot~re 1 ma ~i11,Q n <JU:0,1!,• do essi potranno conservarla non è da– to di sapere. Una prima rispostli po– trebbe essere data dai risultati delle prossime elezioni amministrative. Un Convegno e tanti Gazzet– tieri Giovedì 26 maggio si è tenuto a Ro– ma, aU'Angelicum, l'atteso convegno dei "Centri Luigi Sturzo" su "La libe– razione dal soc-ial-comunismo". La stam– pa di ogni tendenza si è largamente in– teressata deU'avvenimento che, per i! momento in cui si teneva e per gli uo– mini che vi partecipavano, poteva le– gittimamente ritenersi un fatto di rile– vante importanza ai fini di una possi– bile chiarificazione della situazione ideolog.ica e politica. In realtà si è trattato solamente di un incontro, libero e spregiudicato, di quanti, ciascuno nell'ambito delle ri– spettive organizzazioni politiche, e nel– la piena coscienza delle proprie respon– sabilità, hanno ritenuto doversi riaffer– mare energicamente, dinanzi ai molte– plici inequivoci segni di cedimento, la validità di un impegno di difesa della libertà e de.ll' ordine civile di fronte al permanente pericolo socialcomunista; in ciò, idealmente ricollegandosi alla più alta lezione morale che Sturzo ha consegnato ai suoi seguaci nelle sue ul– time battaglie giornalistiche e politi– che, spesso se non sempre in aperta e drammatica contestazione proprio con gli orientamenti ora prevalenti negli attuali dirigenti della democr-azia cri– stiana. Questo perciò il più valido ti– tolo di legittimità morale poichè i "Cen– tri Sturzo" organizzassero un simile in– contro che non aveva certo il tema del– l'autonomia del partito cattolico: insi– nuare presunti tradimenti e discrimina– zioni da parte poi dei disinvolti inven– tori delle formule "sgraditi ma accett-a– ti" significa per lo meno barare al gioco. pag. 17 Ma il convegno, l'importanza del qua– le va pur sottolineata per la decisa vo– lontà espressa da tutti i partecipanti laici e cattolici, di non deflettere da una rigorosa e intransigente opposizione ver– so ogni compromesso con le forze ever– sive, ci interessa in questa sede perchè è riuscito finàlmente a rivel-are una ben strana unità' di metodi e di stile dai de– mocristiani ai comunisti. Aveva comin-. ciato, al solito, l'on. La Malfa a preoc– cuparsi sulla Voce Repubblicana, po– lemizzando financo sugli inviti e sui volantini pubblicitari; l'Avanti, tocca– to sul vivo, reagisce con un'a documen· tazione fotografica contrabbandando per polemica politica alcune idiozie e altrettante volgarità; ma il compito del "guastatore" viene affidato ad un giornalista democristiano che sul Po– polo del 27 u.s. publica un articolo cri- • tico, cattivello e insinuante, nei con– fronti del convegno. E' il pezzo forte di ogni ulteriore commento : e la Giu– stizia, con uno sprovveduto e goffo articolo non sa far altro, pur "volendo commentare con parole nostre, del vo– cabolario socialdemocratico", che rin– viare alla fonte democristiana. Così la Voce Repubblicana, l'Avanti, l'Unità Il Paese : è questo il nuovo stile del centrosinistra! Ma noi guardiamo con umana sim– patia la patetica storia di questi ultimi crepuscolari quali sono i socialisti nen– niani e comprendiamo il fiero dissidio politico e il vivacissimo contrasto per– sonale tra l'on. Pacciardi e l'on. La Mal– I a: e perciò non saremo noi critici se– veri delle loro posizioni. Al Popolo va però detto al di là di ogni valutazione di merito, che una. virile contrapposizio– ne di idee e di atteggiamenti ed una critica anche decisa esigono metodi gior– nalistici corretti e leali : le insinuazioni, e le inesattezze, che hanno tutta l'aria dei falsi premeditati, sono uno stile che·rifiutiamo per ogni civile polemica. L'ON. NENl'ill E IL FRANCHISMO L'on. Nenni ci h.i accusato, nella sua relazione al Comitato Centrale socia– lista, di « franchismo ». Secondo il segretario del PSI, la· nostra rivista porrebbe « -una vera e propria ~lternativa di carattere franchista più ancora che gollista nei confronti della democrazia parlamentare ». Comprendiamo che lo svolgimento della tesi dell'on. Nenni dovesse col– locarci sotto il segno della· falange. Ma questo non è il nostro segno. Non perchè" noi intendiamo in alcun modo accettare una sorta di questione morale posta sul regime spagnolo, come se esso fosse qualcosa di moralmente pari al regime sovietico. Ma semplicemente perchè non possiamo accettare le implicazioni originarie della dottrina falangista e perchè riteniamq che la maturazione storica dei tempi richiedano una piena comprensione della distinzione cristiana tra Chesa e Stato. Solo una reale distinzione è, sopratutto oggi, il presupposto di una auten– tica e, ordinata collaborazione. Abbiamo risposto all'ori. Nenni come al più autorevole ed al più respon– sabile tra coloro che ripetono queste cose sul nostro conto. Ci dis·pensiamo còsì dal dovere di rispondere a tutti coloro che riecheggiano, con certa verniciatura cattolicheggiante, le sue tesi o meglio le sue formule.

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