l’ordine civile - anno II - n. 9 - 1 maggio 1960

I • • comp1t1 di De Gaulle La « rivoluzione >> del 13 maggio '58 in Francia non ha ancora mostrato chiaramente a tutti il suo vero vo>lto; non ha ancora forse esaurito 1~ sua forza ,di, propuilsione; non è comunque ancora sfociata in una soluzione chiara e definitiva. Nel momento ,culminante del ,suo svilupparsi, si è inserita infatti, richiamata in scena 'dagli stessi Tivo 1 hosi 1 prima ancora che da 1 l popolo francese, l'azione persona'1issima, autoòta,ria e complessa del generale 'De Gaulle. Ed è certo che questa vera e ,propria riesumazione si è Tesa 'possibile soltanto in forza del mito che avvolgeva la sua persona; un mito formatosi neU'at• mosfera infuocata de!la guerra e deJila « resistenza », e ingi– ganti,to dalla vittoriosa <( Iiiber~_zionè >>; un 1 mito che il fatto nuovo del 13 maggio ha i 1 mprovvisamente rinverdi,to, ~ innal– zato dinanzi a,~li occhi dei 'francesi come un autentico valore al qua'le ancorarsi nella difficoltà del momento. Se i sentimenti di fondo hanno costituito, ail di la ,dei particola,ri interessi dei coloni, il legame che ha accomunato i francesi d'Algeria e quelli della metropo'li la rinata vitali,tà deJl mito del Generale « salva,tore della pa,tria >> ha cementato e resa ,co1mpa,tta rla ,piat– taforma su cui· ha 1 pO'tuto articolarsi la svoilta « gO'llista >> della Francia. Inserendosi in questo nuovo processo, De Gaulle ha po– larizzato sul suo ·nome prestigiòso le postulazioni del movi– mento rivoluzionario, si è assunta :la responsabilità di dargli un vo'1to e di segnargli una strada ; si è eretto arbi,tro della situazione; ha chiesto e ottenuto ,che tutti attendéssero sol– t11nto dalla sua ,opera i 1 l ,realizzarsi delle •aspirazioni nuove ad una più sana sistemazione dell'ordinamento politico del- la nazione. - La sua opera tuttavia ha dovuto inizarla e condurla avanti in -prese:Ìlza-di-un'omibra che costantemente grava ·su ,-di--essa,. e che gli « ultras », da una parte, e i suoi « democratici >> ne– mici, interni ed esterni dall'afri:a, si adoperano, per opposti motivi, a rendere sempre più opprimente. La questione alge– rina, ovviamente vita'1e p·er i francesi d'Algeria, non rappre– senta ,tuttavia jl problema .fond!1mentale deil ,po,polo faancese; e presenta inoltre caratteristiche tali di artificiosità da far intrnvvedere ne'l suo •fondo legami complessi e mo1tep'1ici, che la proiettano in un campo di rapporti e di in~eressi mol,to più vasto di quello limitato ad una questione tra madcrepatria e colonia. De Gaulle sembra essersi reso conto ohe non è possibile venire a capo ,di una aggrovigliata matassa imponendosi di scioglierne soltanto un nodo; che non è. con una scelta tra « integrazione >> o ,cc autodeterminazione >> che egli può risol– vere la questione algerina, ma ,solo con una azione, decisa e paziente, di dipanamento sul piano internazionale; e che non è improhahi'le che quando quest'opera fosse compiuta, la« que– stione >> si ridurrebbe a proporzioni minime e suscettibili di soddisfacente soluzione. La ,richiesta di una soluzione immediata e diretta rappre– senta la trappola in cui i suoi avversari cercano di tirarlo a forza, ,una specie ,di ricatto- a cui vorrebbero so'1:toporl_o,una spada di Damocle che agitano sulla sua •testa, pretendendo di poterlo -giudicare su quella difficile soluzione, e giubi'larè prima ancora che arbbia ,potuto risolvere in maniera definiti,va la questione fondamentale che lo ha portato a'l potere. Jil vero compito che il Generale è chiamato a riso 1 lvere non è infatti, almeno •primariamente, il problema deHe isti– tuzioni. deHo Stato francese. De Gaulle gioca la sua vera par– tita, irl suo futuro potere, e il futuro del'la Francia sul terri- o \.,Q vO di Antonio De Sanctis torio della me,tro 1 po 1 li e non sulla sponda .africana. L'esperi– mento deil_la « V Repubblica >> si compie sul corpo del popolo francese metropolitano, e non su queUo composito e diviso della popolazione d'A[geria. Sia che possa conseJ'Va,re intera– me,n,te l'Algeria sia ohe finisca col perderla, in tutto o in par,te, la Francia continuerebbe ugualmente il suo c~mmino ; mentre se De Gaulle mancasse al suo ,compito di dar soluzione valida al proibilema dello stato francese, se 'la sua missione fal– lisse, se egli dovesse ritirarsi impotente d_ifronte ad un com• pi,to più grande di -lui, se lo abbandonasse senza aver.lo ri·solto, magari cedendo all'iUusione di una so.luzione di eompromesso, la Francia precipiterebbe nel baratro di una rivoluzione dagli sviluppi imprevedibili per essa e per l'Europa tutt~. , Qua:l'è dunque l'atteggiamento- che, egli- ha assunto di fronte a questo problema fondaimenta1e? Tralasciando di con– siderare, della sua posizione, l'aspetto formale esteriore, pe– raltro tuttora in divenire, che consente di qua 1 lificarlo, ironi– camente, come un « re -re-pn!hblicano >> e di ria'llacciare il suo famoso « moi >> a •« l'état c'est moi >> con cui Luigi X,IV san– zionava il suo assolutismo, bisogna riconoscere che, nella so– stanza, quelila posizione aspetta ancora di essere chiarita in maniera sufficiente. Il suo no,me prestigioso non ha ancora assunto un volto poli,tico. Il suo ,distacco, persino· ostentato, è certamente ·H segno della sua sicurezza di se, ma potrebbe anche riflettere l'ombra di un pericoloso isolàmento, la sua po'litica « 1 pedolare >> ,è cer.to riprova della sua volontà e capa– cità di ,procedere con avv~dutezza e g.radualità, ma p~trebbe anche riflettere un pizzico di effettiva incertezza di orienta– mento. La sua sapiente ,tattica dell'equilibrio ha il limite inva– licabirle della temporaneità, 1 poichè il tempo si incarica di -- sciogliere per suo ,conto ,tutti i nodi ohe invano si· tenta •di sottrarre al suo pettine ehiari,fi~atore. Egli non può non con– siderare che temporeggiare non gli nuoce, soltanto a condizio– ne che un orientamento preciso e deciso si intraveda comun- que al fondo della sua ·azione. ' Un dato c,e1.1to e positivo, costatabi'le fin d'ora, autorizza ad a;vere fiducia neHa sua opera : il superamento deciso del vecchio « sistema »,_attraverso l'instaurazione di un rapporto di rnppresent-atività ,diretta tra Capo e popolo; -che scavalca ed esautora l'inconcludenza demagogica del parlamentarismo par.titooratico. Ma De· Gaulle è aHeso arJla •prova di sostanziare quest'o rapporto con i sentimenti ,che, fermentando nell'animo del po• polq, hanno suscitato l'ondata che lo ha riportato al potere; ..e di dare a quei sentimenti un volto, una figurazione politica còmpleta. Se egli non avvertisse rra necessi,tà di interpre,ta,re ed incar– nare questi sentimenti, sui quali soltanto il suo potere asso– luto trova una base ed un senso, lo scorrere •inesorabile dei tempo, finirebbe per scalzare, a 1poco a poco, il piedistallo del suo ,potere, e resterebbe sospeso nel rvuoto, ,app·eso so'1tanto ~I filo sottile del suo prestigio 'personale ; e voterebbe ,la sua opera '"'alfa]rlimento, o a configurarsi_ come so:lo un episodio ,ca– duco e inefficace ; e ridurrebbe '1a sua eccezionale oc_c11sione stor'ica ~d ,una avvent~.ua -bonapartista. - • - Da GauHe è un autentico innamorato della ,sua 1 pat,ria, che egli ,concepisce quasi c,ome una entità extra storica e che ama •con un rapporto costante di devozione all'immagine -che il suo sentimento ne crea e ne proietta in una sfera di statica– « grandeur ». « Aprés moi la déluge >Ì può ,dunque essere iii suo motto

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