l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

pag. 2 niente a questi singolari cattolici. L'UJ{SS non è più lo stato che ha cercato e cerca attivamente di cancellare il nome di Dio dalla faccia della terra. Il comunismo cinese non è il più terribile sovvertitore dell'ethos più sacro e più antico, dei diritti divini ed umani onorati dalla storia e dalla tradizione del genere umano. Lo sguardo di costoro non ha dimensione religiosa, non ha prof on– dità metafisica, non ha sapienza civile. La ragione di un'Italia siffatta si stacca ancora una volta dalla ragione della Sede Romana che così invoca per bocca di Giovanni XXIII: « Che è mai ciò che con– tinua a succedere· in tante parti del mondo da Noi ben· conosciute e che lungi dal diminuire si aggrava in· forme penosissime ed estenuanti? ... La sollecitudine per queste porzioni del gregge di Cristo, predilette al nostro Spirito, perché più vicine al signore nelle loro sofferenze, Ci è spina acuta nel cuore ... Vi facciamo grazia, diletti fra– telli e figli, dello sfogo prolungato del Nostro dolore, che le parole del Santo Giobbe ci mettono sulle labbra : Di~ ,j,,itte me ut plangam paululum dolorem- meum, ante– quam vadam ad terram tenebrosam et opertam mortis caligine, terram miseriaeet tenebrarum >> (10-B, 10, 18 - 22) ( Discorso della Domenica delle Palme). lJ comunismo rimane persecutore : ma per i catto– lici « d~mocratici >>( come amano chiamarsi) questo è un piccolo malinteso, è ancora una piccola resistenza residua che l'apparato stalinista oppone al « bonhomme Krusciov >> oppure l'inevitabile reazione alle compromis– sioni delle Missioni con le potenze colonizzatrici. Per co– storo, il Concilio Ecumenico è una sorta di versione ec– clesiastica della distensione. Ora non a caso, nel citato discorso alla basilica di S. Paolo, Sua Santità ha ricordato l'Oriente: ma l'Orien- 1 te cristiano, nella persona della nazione bulgara, per piangere dinanzi all'aggravata persecuzione religiosa del •. comunismo. Le ragioni di una simile Italia, dell'Italia dell'aper– itura a sinistra, si staccano dalle ragioni della Sede di Pietro : e si staccano così dalle autentiche esigenze del progress'! civile. Dove si fermerà questo processo, ora iniziato? Qua– le è la sua logica interna? Lo diciamo subito e 'C'hiara– mente : alla subordinazione degli aperturisti « cattolici >> e << laici >> al PSI : di tutto l'acrocoro così costituito al PCI. Non ci si illuda che il centro-sinistra sia un punto di arrivo, un punto di quiete dolorosa, ma almeno dì iblio caginobianco l'ordine civile quiete. No: le correnti democristiane, socialiste, radicali, faranno la gara a • scavalcarsi a vicenda, fa ranno la gara a chi è più d sinistra, ,a chi è più amico del popolo. Ed il corpo elettorale, disorientato, aumenterà i suffragi al PSI, ritenendolo iri qualche modo l'unico punto di equi– librio e di coerenza, pensando che una direzione sociali– sta possa evi.tare una direzione comunista. Illusione pu– rissima, tanto più grave perché la sinistra del PSI dice sul suo giornale, una volta la settimana, pane al pane e vino al vino: ma illusione in cui gli aperturisti democra– tici indurranno, o meglio costringeranno il popolo ita– liano. La politica degli aperturisti democratici, idealmen– te e moralmente subordinata al PSI, ha per fine la di– struziqne delle loro forze politiche. Questo è il fine og– gettivo, il finis operis, qualunque sia la mitica illusione dell'operante. E dire che non è mancato l'esperimento in corpore vili: i radico-repubblicani portarono il PRI ì su questa linea : ebbene i loro argomenti convinsero i loro elettori a votare per il PSI. E' esperienza di due anni fa: e pare di un altro secolo, tanto è dimenticata. L'on. Tambroni ha avuto coraggio nell'affrontare la costituzione di un governo fuori dell'ipoteca delle sini– st_re.Sarebbe stato meglio se fosse andato più avanti, se avesse motivato al Par.lamento e alla pubblica opinione l'incredibile posizione in cui l'irresponsabile leggerezza di alcuni uomini politici lo aveva posto. In un regime d'opinione, è assurdo che gli interna corporis di un par– tito dispongono come meglio credono di un governo che ha ottenuto la fiducia in un ramo del Parlamento, fa– cendolo ritirare mentre è ancora sotto il giùdizio del Parlamento. Il prestigio della Camera e quello del Se- nato è stato leso dalla nuova crisi. • La direzione d.c. si trova ora dinanzi alle sue am– bite_ fatiche: fare un governo .. Noi non sappiamo quale autorità possa avere U'fJ- mandato che viene poi ritirato in circostanze così incredibili come quelle che hanno de– terminato le dimissioni a Tambroni. Siccome questa vol– ta, in modo ancor più diretto che per il passato, la crisi di governo è stata causata da un atto della direzio_ne d. c., è a questa quindi che toccherebbe sbrogliare la matassa. Ed è tuttavia improbabile che questo accada. Oggi tutte le previsioni di soluzione della crisi sono az– zardate, perché ogni previsione ha per fondamento una base logica : ma è appunto questa che è stata,con disin– volta destrezza, eliminata dal gioco. L'avventura senza progresso cammina verso il suo zenit. \

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