l’ordine civile - anno II - n. 7 - 1 aprile 1960
pag. 6 oggi. I i,isultati : problemi non risolti e cittadini estranei alla loro città. In oonclusione, i,l regime dei pa·11titi ,è apparso a,gli « ·am– ministrati >> come inefficiente, cor\otto, chiuso.-. anzi a~di– rÌottura ,inaccessibile ai comuni morta 1li, per rag10m e -pra,hche e morali. Perché aUora vanno sempre a:tle urne, per d·are il voto agli uni o agli altri? Il rapporto tra « •politici >> e « amministrati >> è oggi simile a quelilo ohe intercorre tra i « racketeers » e i « pr-0>1:et,ti » in Ame11ica. I negozianti di Chicago non -si fanno di buona voglia « proteggere ». E gli italiani non vanno di buona vogllia a votare. Ma, se non des• sero il loro obolo di -voti ad un partito, essi pensano, do– vrebbero fare i conti con un altro ·partito anche peggiore. Beninteso, non si nega con questo che i partiti servano anche degli interessi ,di ceto e di ,gruppo - interessi economici per lo più. Si vuole solo ribadcire che la lòro azione non è mai ispirata alla massa degli elettori; persino gli interessi dei gruppi finanziatori sono subordinati a que'Fli dei partiti in quanto organizzazioni. 4) Caratteristiche salienti del partito democristiano • Nessun ,dulblbio -c:he i democristiani si sentano casta su– periore. Hanno, da quindici anni, tuitto ill potere. In p,ro~ prietà -assoluta. Con ,diritto utendi et abutendi. Nessun con• tro'llo e nessun rendiconto 1 ha mai avuto 1uo,go : alila scadenza fissata, il popolo va alle urne e con.ferma puntualmente il mandato. Noi ahbiaimo visto come e perC'hé. Ma è compren• • sibile ohe i democri.stiani credano ormai che i>l po,tere asso'1uto spetti loro per diritto divino, e non già in ra 1 ppresenrtanza di tutti, ma per il! vantaggio de]la parte. ·-Anzi, deMa « casta >> e dei suoi ,singoli membri. Ma bisogna aggiungere che questa men,tailità non l'haµno soltanto i democristiani. Vhanno tutti i pa·11titi, al governo e all'Oipposizione, ,percihè, infine, tutti gli altri ,sono esclusi da ogni -competizion,e per il potere. Gli oippositoi,i di o,g-gipossono essere i governanti -di cl-omani, e comunque già o,ggi hanno una ce~ta aHquota di parteci 1 pazfone - come alV'Vieneper forza in una democrazia parilamenta·re. Ma gli ailtri, il po 1pollo, glli ammini,straiti, formano le caste in.fei,iori. Basta vedere il ri– spetto e 'l'i•ntimità che lega ,su1bitoi « potitici >> di vario colore, al primo ,fiuto, come d'anima-li che si riconoscono congeneri: se.gni di fratellanza supe·riore c'he va 1 licano i contra-sti parti– tici, e si a•c,centuano e spiccano in presenza -di, elementi delle caste inferiori, i non iscriifti, glli esclusi. lil r,apporto soggeHivo t,ra dlasse .poilitica e aimministrati si .presenta ,così -con due .facce uguali e •contrarie. -Gli « -ammi– nistrati » considerano i ,pa·rtiti simili ad associazioni ,di rac– keteers, cui ness,un uomo onesto e 1capace si assocerebbe. I « ,po'liti-ci », d'altra parte, si •considerano una ,casta superiore, che 1può guaridare con -disprezzo gli « amministrati ». 5) DemO'orazia Cristiana e Pa;titJO Comunista - A,t,torno aU',asse .D.C.~P.C.I. ha ruotato •tutta ila ~ita po'1itica -del secondo dopo:guerra, ,questo tutti ilo sanno. 1 Spesso si ,è letto c·he i due partiti ,erano con,giun1ti da un rappo:r>to mo:r>tale: la forza del1la D:C. nasceva da 1 1 pericofo comu~sta, e la fortuna del P.C.I. stava tutta negli erro-ri e nel'l-e colp·e ,della .D.·C. « La sua vita è la mia vita, la sua morte sarà là mia morte ». Na'tura1lmente è po'co credibille che i democristiani abbia– no rispa11miato il! 1P.C,I. per un -calcofo così grossolano. Ma la predizione sembra avverarsi : il pericolo comunista pare scomparso, ed ecc-o ,clhe la D.iC. si tentde e ,pare ,sul punito ,d.i roimpersi. I demooristiani av,rebhero dovuto •capire che non era H caso di -affidarsi a quel preca,rio rapporto. Uisogna,va prendere la -grande oC'casione del '48, .per imporsi come i-l grande par– tito ,nazionale deJ;l'epoca, ,e av•oca,re a sè tutte le resp·onsabilità de'l •potere per le vaste riforme c'he urgevano. Ma per fare della grande 1pdlitica, bisognava prima ,d,i-sp 1 erdere i comunisti. Quella fu fa vera, la so'la libera scelta. In tale situazione vi era, •per usare termini matematici, un ,grado solo ,di Hibe11tà. Dopo la prima 'libera scdta, turtte ,le ,altre •erano scelte· obbli– gate, ossia conseguenze inev,itahiH. La D.C. avev-a l'occasione :per mettere fine a,I regime dei partiti, a>Jll·oraa,gli inizi, e salvare se st,essa, trasfo.l'llandosi. \., l'ordine civile Ha scdlito di res,tare d:edele ail regilllle ,dei paTititi, ·perdendosi con quefilo. -Forse, essendo essa stessa parte connaturata di quel regime, non poteva altrimenti. 6) Democrazia Italiiana e Par-titJOSocialista Italiano • Dai raipporti tra D.C. ·e P.,S.1. ci ,possiamo attendere 1~ più note– voli conse,gueuze politiche e i 1 più prometten!ti sviluppi umo:r>i– stici. Il P.S.I. risponde assai bene alla nostra descrizione dei partiti ita\J.iani : struttura primitiva, zero idee e programmi, gerarchia -sacerdo,taJle e complessi -riti, •aHbo-ndanza di •gonzi e di diso·ccupati iutel\J.ettua!1i in -cerea di fortuna. Quest~ultima -circostanza ,dà una certa plausibilità alla speranza di ,coloro c'he •sperano di asservire cotesto partito al gioco democristiano. Essi ragionano ,così: 1«Se mai vi è stato un -partito corrut>tilhiile, è il P ;S.I .. I suoi -affamatissimi .possono tutt,i essere eom:prati >>. Tale ,calcolo presuppone due assunti uguidi -ed opposti : che la cosiddellta cc base » e ,i :Ieader,s sinistro,rsi deil P;S.I. e la cc -base » -e i tleaders destrorsi de1la D.-C. siano disposti ad ac•cettare, senza ,garanzia i perico'losi ·esperimenti parlamentari degli cc apertu:r>isti » dei due pa,rtiti. La cosa è ovviamente ,po– co probabile. I leaders socialisti di destra non potrebbero entrare nel governo, e restarci, senza garanzie sociali e laiche ( e di ,politica estera). • Orbene, tutte le iniziative per indebolire i monopoli, ostacolare le discriminazioni, promuovere il -decentramento, a 1 lla:r>gare la partecipazione -democratica, -alzare il tenore di· vita 1 dei ceti inferiori, e via di'cendo, possono essere giuste e sacrosante di .per sé, cioè prescindendo dal contesto italiano. ;,are'bibero anche politicamente opportune -in una società 'Pro– fondamente inte'grata, cioè tutta pei,vasa da run profondo senso di unità e senza prolblemi di fO'ndo. Ma in un momento <le'lla storia ,diltaha in cui l'unità è un fatto d'inerzia, ·perché i vecclhi ,problemi di ,struttura e i diifetti del sistema ·po-litico congiurano creando poderosi impulsi eccell'trici, trut-ti i muta• menti che ,possono indeb~lire lo Stato, o portargli -nuovi im– pegni e nuovi pesi, sono sem 1 pl-i-cemente ,atti di follia. Prepa• rano grandi mise:r>i,ee ,convulsioni ,dolorose. Il primo olbie,btivo strategico in lita!lia ,è uno Stato forte. Solo entro e ·per mezzo dello Stato forte sono attuabili tutte le riforme del caso. Mentre l',aipert,ur-a a sinistra avrà sin dal primo momento 1:effott-o di ,dividere e mettere tra loro in con,~lit;to l•e forze eh) ,so-no state rl ·sostegno principale ,di que– sta disgraziata prima repubblica. Per comincia,re, l'elettorato caittolico leverà in •parte 1 suo aippoggio alla D:C.: l'uni,tà stessa delJ. partito democri– stiano, :già oggi incrinata, si infrangerà. •La Chiesa, per parte sua, vedrà in pericolo la propria posizione in ltaEa, e d·oivrà .preoccuparsi ... A questo proposito, vorrei dire ( a coloro •che richiamano la coUaboraz,ione tra sociailisti e ca<ttolici in alhri paesi europei) che altrove la coilaboraz-ione è facile per due ragioni : primo, c'he tanto una ce11ta evoluzione -cc 1liberale » neUa maniera generale di vi,vere; con particolare ri:ferimento aUa famiglia, è già avve– nuta, rngion per cui la iOhiesa non ha più da temere i.I cc ,sal– to », quel che è 1 perso è perso, biso·gna cercare di sall.vare o recuperare quel ohe si può ; secondo : cihe tutt-o i 1 1 resto del mondo è peri-feria, qu,i in Italia, c'è !l,a sede stessa della Chiesa, e certi mutamen>ti devono essere ·ben •a'lt,rimenti ·temuti e com/battuti. Eppoi, in quei 1paesi non c'è il ,peri-colo comu– nista ... Insomma, ,se si rompe verso sini,stra l'a<ttuale equilibrio palJ.'!lamentare e psicologico, •è pro.balhitle che si produrranno dei mutamenti .a oatena che ci porteranno, o a-d un nuovo equilibrio di paralisi, o ad una sdluzione di governo al -di fuori e contro il regime dei parti.ti. 7) Prorspettive del .regvm•edei partiti e nuova democ..razia • -Ci troviam-o ,dunque in una situazione ,che può essere così sintetizzata: il ,regime dei partiti, neH'equi'librio •a>t-tuale, -non può certo risolvere i grossi 1pr0Hlem,i ,vecchi e nuovi -che con– frontano il Paese; d'altra parte ogni ~ottura di questo equi– librio risc'hi~- grnvemente .di ,trasformarsi neJila -catastrofo del regime dei partiti - cihe, •secondo ,gli interessati, sarebbe -an– C'he ,la 1fine ,de[la democrazia in Italia. E, certo, esiste la pos– sibiili,tà ,che, dopo il regime dei partiti, ci toeclhi di sopportare
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