l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960

b STUDI vita cristiana secondo Savonarola. Sàvonarola, predicato.re apocalittico, ma dall'alto di una torre ,deÌla •formidabile sintesi di S. Tommaso d'Aquino, ci offre,, con la sua ccVita Cristiana » uno di quei libri risolutivi, di altra natura, s'intende, di quella della Sacra Scrittura, e che nòndimeno sono necessari, specie quando l'Autore, come è nel caso di Savonarola, ha versato sulle sue parole tutto il suo sangue. . I motivi che inducono Savonarola' a riassumere in questo libro i principi della vita cristiana, sono quelli che oggi anco– ra impediscono la diffusione del Cristianesimo o lo steriliz~ zano in molti che sono gia cristiani di nome e di professione: la tiepidezza provocata dall'accidia e la malafede causata 'dal– l'invidia. Q1:1estele parole dell'cc Epistola » introduttiva al volume di Savonaròla : ccBenchè la via della verità, per la quale Gesù Cri~to •ci conducè •alla beatitudine celeste, sia mirabilmente nella Sacra Scrittura. dallo Spirito Santo descritta, e dal san– gue di Cristo e di innumerabili martiri con.firmata, e dalla dottrina della santa romana Chiesa e di eccellentissimi dottori sufficientissimamente declarata, ni~ntedimeno, o che gli uomi– ni ·della nostra età per la loro negligenza ossia veramente dispregio, amando più le tenebre che la luce, poco stimino e,ì'sa Sacra Scrittura, o che essi si11no dalla propria malizia accecati; 'O che la epiµità li induc,e a deprava~e' il se,nso di quella, o.ppure che ·la consuetudine di leggerla senza alcun· gusto abbia loro -oscurato l'intelletto., pare che questa tale. via e ,cognizione della verità, sia in questi nostri tempi totalmente perduta >>:.( p11g. 3 n. 13). • • • . • ,A causa dell'invidia, e. quindi del tradimento, la morte. è entl'ata nel mondo. Questa parola è detta dallo Spirito Santo per spiegare il dramma .dei Progenitori nel paradiso terre– stre .. E per l'invidia, la. morte continua a soffocare ogni bene, fino alla crocifissione di Colui che è la via, la verità e la vita. ccPilato sapeva ~he i sommi sacerdoti gli ~vevano con– segnato Gesù 'per invi.dia », è anCO!a 'Io Spirito Santo che lo dice per mezzo dell'evangelista S. Marco. Ed è à causa ìfell'a'ccidi'a, cioè della malavoglia nel- darsi da fare per diffrinde;è il'bene é per resistere al male; che non si riesce a guarhe l'umanità. E' còn una specie di santo furore che Gesù' dètta a ·S. Giovanni, all'inizio di quel libro, le seguenti parole destinate al Vescovo di Laodicea : « Mi sono note le •tue opere, coine 'non sei nè freddo nè caldo : oh, fossi tu. o freddo o' c·aldò ! Ma perchè sei tiepido, e nè freddo nè caldo, comincerò :col' vomitarti dalla mia bocca >> ( Apoc. Hl, 15). • Savonarola· .dimostra che la vita cristiana è la migliore che si possa trovare o escogitare, perchè pone il fine dell'uo– mo "nella visi'one dell'essenza di Dio in cui devono convergere tutti gli amori. terreni, per cui tutto l'uomo tenda a .Dio, si congiunga a Dio e sia una cosa sola con Dio ( pag. 17, n. 25). E per realizziire in concreto questa mglior vita che si 'dia, Savonarola segue un solo filo conduttore: quello della sem– plicità. Le pagine sulla semplicità dell?ùmilissimo Domenica– no, scendono come olio balsamico sulle roventi meningi degli uomini moderni, inesorabilmente stroncati dall'infarto e dal cancr·o per la disfunzione organica che riflette il disordine della dimensione 'interiore del cuore e della dimensione· este– riore del· vivere civile. LA SEIMPUCITA' DELLA ·VITA CRISTIANA ccSemplice è ciò. èhe procede spont~neamente' da_l prin~ cip i? che 'ùio gli ha. dato >> ( pag. 6i, n. 1). Perciò, essendo Pio. il JH~ncipio. fontale d'ogni bene dell'uomo, semplice· sarà quell'uomo che massìmamente è unito• a Dio, e cioè il Cristia– no (pag. 54, il'. 27) .. « Nè la scienza, nè la prudenza ,foTgon·o questa semplicità; anzi la perfezione. Infatti, i Cristiani sorto ~em ici in quanto per. grazia dellff SS, Trinit~ ·s.i ç@giun, di Giacinto Scaltriti o. R gono a Dio, e nei loro detti.e nei loro fatti non c'è posto per la· doppiezza e 1a simulazione >>( pag. 57, n. 15). Dal che si vede che l'integralismo confessionale del Savonarola è tale innanzitutto perchè esige il massimo di razionalità t quindi di ordine civile ovverossia di umanità; • Il· problema che quindi subito si pone,. è quello della fede che è presupposto per la perfezione e per la stabilità dell'ordine d,i natura. Mà Savonarola ha un argomento di risposta che dovrebbe av~r.e il potere di renaere· pensosi an– ·che i teologi del nostro secolo. ·ccLa fede di Cristo già fu e in qrtalche modo è in tutto l'orbe terraqueo, p'erchè i Mao– mettani e ·gli Indiani ·credono in qualche modo a Cristo e Lui venerano, sicchè la Sua influenza si risente •in tutto il cosmo >> ( pag. 29. n. 20). • E però, pur sempre aperto ai massimi orizzonti della. Rivelazione cristiana che consente di valutare le ipotesi più gravi, le speranze più ardite degli uomini 'più lontani, secon– do quanto insegna il c.atechismo di Pio X al .n. 132, Savona– rola è fermo alla fonte immediata. della grazia, che ha sede nel cuore di' Cristo, il Capo .reale di tutta la vita cristiana, e ·che si ramifica nelle sette fontane dei sacramenti, con al culmine l'Eucare~tia, e come .perenne ta.vola di salvezza negli innum_eri naufragi,. la Confessione. IL CONFORMISMO FARISAICO ' E ben lungi dal cadere· in una pura esteriorità rituale, come fu dell'infelice riforma di Lutero e del Rituale di Stato (prayer book) di Enrico VIII, Savonarola ha una. pagi• na convinta e convincente· come la seguente: ccIn questi no– stri tempi, ,poichè i .cristiani . si sono ridotti che solo una volta l'anno si -comunicano e parimenti si confessano; ed an~ che con pochissima preparazione, sono· diventati pessimi e ogni. dì diventano peggiori, perçhè confessandosi tanto- di rado, a quei medesimi peccati ritornano, e sempre però pro– mettono •a Dio di vivere bene e mai lo osservano. I nostri sacerdoti ancora, éhe senza .devozione e .riverenza frequenta– no questo sacramento della comunione, sono fatti peggiori dei laici ; il che rion p9trebbe essere di maggior detrimento della _,Chiesa di Dio. Perchè dunque i cristiani hanno lasciato il .vero culto di Dio, perciò oggi sono venuti a tanta cecità di mente, che non ·sapno nemmeno quello •che significhi' il vero loro proprio nome, come quelli che non intendono che cosa sia l'essere cristi~no, e in che cosa consista il vero culto di Dio. Poichè, occupati nelle cerimonie esteriori, non cono• scono il culto interiore, pei;chè ·o non mai o rare volte leg– gono le Sçritture, e leggendole o non le intendono, o 'inten• - dendole non le gustano, an·zi dicono: <e L'anima nostra è sto– macata .di questo cibo troppo le~gero. Chi mai ci concederà ché noi udiamo l'eloquenza di Cicerone, le parole risonanti dei poeti, il dolce parlare di Platone e la sottilità di Aristo• tele? Questa Scrittura e, per la sua ~emplicità, cibo da don– nicciuole; predicateci cose alte e sottili >>. E così i predica– tori seguono il popolo, e non sopportando ·1a dottrina sana, si sono convertiti in vanità cli parole, _maestr'i che solleti– chino loro· gli orecchi, e li dilettino, e così lasciata la verità, convertono la loro lingua a favole. Anche i principi e di otti– mati e capi popolo,· non vogliono più udire la verità, ma dicono :, "Predicateci cose che ci piacciono, ingannaleci con le vostre adulazioni, dited delle bugie, _annunciateci· bene". E, così il popolo _cristiano è oggi involto in grandissime tene: hre èd •os?urato. 'Ma se noi vivessimo bene, e leggessimo e predi!iassimo la Scrittura e i Santi Dottori, non. mi sarebbe per· cetto 'necessario di scrivere queste cose ; p~rchè le Scrit– ture e i Santi Dottori dicono, se noi con puramente li inve– stighiamo, •queste me·desiìne cose >>. ( pag, 48, n. _10 seg.) . •' ' Per -realizzare queUa semplicità che assicura la ~111;iior vita che ~i dia,· ciqè la vita •• èbe Cristo in -persona realizza

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