l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960

pag. 2 l'ordine civile :..._:::___ ________________________ -----, _______ -,-- _________________ _ Si troverebbero sempre dei repubblicani, dei· democri– stiani, dei 'Socialdemocratici animati della buonii. intenzione di ccallargare a -sinistra le basi democratiche dello Stato >>. Lo si è visto dopo ·i fatti di Sicilia.- L'on. Nenni è riuscito a far sèoprire la -direzione -centrale d.c. che per la prima volta ha accettato di invitare il PSI a partecipare ad un organo di governo insieme 'alfa DC sulla base della cc fine del fronti– smo », cioè di una definizione propria all'on. Nenni, da lui ab– bondantemente distinta dall 'cc anticomunismo viscerale ». ( Se– condo una delle correnti rappresentate in direzione, l'organo centrale d.c. era andato anche più in là. cc Nel comunicato della direzione cl.e. non vi .era alcuna discriminazione anticomuni– sta », scrive la Radar). Bene, il PSI locale ha appoggiato i mi– lazziani nèlla richiesta del grndimento esplicito -de·i voti co– inunisti.-L'on. Nenni non ha potuto •che avallare e -coprire la po-litica carrista del gruppo regionale siciliano del suo partito. Questo ha persino accettato ·il v~to missino in funzione contraria ad una m'aggioranza ·in qualche modo chiusa DC– PSI-USCS. Un fallimento totale per l'on. Nenni. Ma ha que- sto forse scorato i sostenitori democristiani dell'apertura a sinistra? Meno che mai. Per aspera ad astra. Per questi democristiani {il 46% a Firenze; ma il com- - portamento della direzione unitaria mostrano che sono di più), l'apertura a sinistra non è più una politica: è una febbre, è un mito. • La DC non è più per essi un 'idea. La loro cc idea » è cc a sinistra ». E un « •cupio dissolvi » che nemmeno più la stretta considerazione di potere riesce a frenare. L'on. Togliatti non ha da aspettare molto. L'inconsisten– za ideale del suo avversario, la sua accorta e astuta politica non gli frappongono più ostaceli. Basta non aver fretta. E Togliatti ha dimostrato di es– sere .un uomo che sa aspettare. Tuttavia non riusciamo ancora a credere -che il nostro paese diventi la .Mecca della via par- lamentare al comunismo. • Perchè in Italia n.on vi sono, non vi solo soltanto i par– titi, non vi è soltanto· l'ipocrita, vernice di una democrazia falsi1ficata nella lettera e nello spirito. •C'è un popolo •che ha una grande storia e che mai è stato così vivo che quando è stato spacciato per morto. Stato e rivoluzione ccEvidentemente il re aveva -deciso in maniera irrevoca– bile di portare a compimento il suo colpo di Stato. Quando Giolitti venne a sapere fino a che punto. la ·Corona era com– _promessa, riconfermò vilmente al re che non gli sarebbe stato comunque possibile -accettare un incarico e poi, con suprema codardia; gli raccomandò di •ce11careun Presidente del Consi– glio -che fosse ,disposto a far propria la politica di guerra della Corte». Queste -dure parole della recente <<-Storia· d'Italia » del Mack Smith su Giolitti, che interpretano come colpo di stato del re Vittorio Emanuele III la crisi ·politica del maggio del 1915 e la conseguente entrata in guerra dell'Italia, decisa dalla Corona contro l'esplicita indicazione della maggioranza par– lamentare in, ragione di un impegno formale di diplomazia segreta, ci hanno ricordato le classi-che e fondamentali pa– gine che Ferrero in ccPotere » dedicò ,allo Stato italiano del Risorgimento e -dell'un'ità. E' lì per la prima volta che ab– biamo visto i fatti del maggio del '15, di importanza costi– tutiva e aeterminante -per la successiva storia d'Italia, assunti come a -rivelazione della sostanza politica ultima dello Stato risorgimentale. cc Potere » è a nostro avviso un classico della letteratura politi-ca non ancora -conosciuto per tale. Se dovessimo indi- • care veramente un libro post-moderno ricco però 'della mi– gliore esperienza moderna, indicheremmo proprio quest'opera del grande storico italiano. E' un'impostazione del problema dello Stato ,che, da una criti,ca generale della politica moderna giunge a-d un'impostazione di negazione e di superamento del la dottrina del Machiavelli su un piano propriamente politico. Così •come nel Machiavelli la e-saltazione della personalità e dell'arte del principe offre il fondamento della moderna filo– sofia della rivoluzione, in -«P•otere » si ha la restaurazione dei cc' geni » della società ,civile, cioè del principio di legittimità. Per ·principio di legittimità, Ferrero intende delle regole che consentano di individuare :in modo ·oggettivo ·e universale, al di sopra delle circostanze e delle convenienze, chi sia il deten– tore dell'-autorità, quali siano i limiti di essa ,e quali siano i titoli della •sua decadenza. La volontà arbitraria, l'abbandono alPoccasione, allo spi– rito di « avventura » ( di cui la rivoluzione franèese e Napo- -– leone costituiscono per Ferrero l'esempio tipico) di-struggono Io Stato. Lo Stato è diritto, è i:r:àdizione, è restaurazione. Que- \..,a a vO di Giovanni Baget-Bozzo sta parola Ferrero applicò -con grande elogio all'opera del principe di Talleyrand, colui •che dopo aver servito tutti i regimi ed i poteri della rivoluzione, ritrovò ed espresse in~ nanzi àl Congresso di Vienna il senso -di una effettiva restaura-– zwne. . , Risolvere Io Stato nella volontà -del principe o del popolo è distruggerlo come Stato e renderlo invece a qualcosa di di– verso da -esso. • Il secolo XX ha dato il nome poi e la piena visibile realtà a questo cc_ qualcos·'altro » i il partito. cc Moderno principe », il partito ha divorato lo Staio in nome della volontà del_popolo,. non riconoscentlo nessuna autorità al di sopra d-i se stesso,. dissolvendo il concetto morale e religioso di autorità in quello– fisico e materiale di •potere. Non -ci mancava ai nostri giorni altro che la ventura di ascoltare dalla bocca di un dignitario ecclesiastico protestante· (H Presidente della Chiesa evangelica tedesca, Dibelius) la sorprendente affermazione che le parole di S. Paolo sull'obbe-• dienza a-11'.autorità non hanno più senso perchè ormai l'auto– rità non esiste più; in democrazia il popolo non obbedisce più; ma compie solo la sua volontà espressa dal partito che esso ha -scelto nelle elezioni generali ... Certamente le •parole del vescovo protestante -sentono il contraccoJ.po dell'abuso di potere nazista e comunista : ma è pur sign:ùficativ;o che, sul piano dottrinale, si sia potuto giun– gere a tanto. Il democratismo ed il -rivoluzionarismo moderno, neces– sariamente arbitrari e totalitari perchè hanno sostituito allo– Stato - legittimità - autorità, il partito - potere, ,hanno pene– trato profondamente le ~enti: sì che oggi quasi -ci sfugge che cosa· possa concretamente significare Stato, legittimità, aut-or-ità -e vera libertà. Mai un compito di restaurazione è apparso al medesimo tempo così necessario •e così difficile .. I COME SFIPARA,RE LO STATO DALLA RIVOLUZIONE? ·Come separare lo Stato dalla rivoluzione, la legittimità dall'arbitrio? Questo il •problema politico del nostro tempo. Il problema -assume un -signi-fì-catoed una forma particola– re in Italia. Il Ferrero analizzò lo Stato risorgimentale 'Ìtaliano come un esempio classico del regime cc quasi legittimo », ossia del regime che copre sotto una legittimità apparente una ille-

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