l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960
pag. 18 moi De Gaulle. Vor;ei trovare anch'io in questa formula l'irp.pronta di un ·potere che Titorna umano, riumanizzato e ricristianizzato attraverso la responsa'bilità di una persona: nello spirito di un ritrovamento della « tradizione cavallere– sca e regale del medioevo; una tradizione altissima, che ripete in sé valori di legge naturale » ... eec., ,come tu scrivi. Ma il mio modesto giudizio è diverso. L'ordine, la legge ( naturale per giunta!), l'ordinamento civile per noi cristiani - ma potrei dire per noi eredi tardi e smaliziati •di Aristo– tele - hanno un in sé fatto tristaHinamente ,d'irriducibilità assoluta a un qualsiasi moi che non sia quello del Padreterno. La e< bontà » di un ordinamento ,costituzionale come quello della quinta repubblica, in quanto rifletta un ( pTincipio di) ordine - che vuol dire sempre stabilità cc O'ggettiva » di leggi --- ~on dovrebbe consentire al Signor De Gaulle prelazioni reaali che abbiano la minima attinenza con il suo piccolo io. "' Delle due l'una: o l'esprimersi a ;forza ~di 1 « moi De Gaul- le- » è il tema essenziale della quinta repubblica : e. allora confessiamo pure chr non c'è repubblica: c'è solo il toni– tronante rimbombare -d'u'u no-me; o questo gravitare dell'or– dinamènto repubblicano intorno a un moi dipende dalla pre- , senza in -campo di De Gaulle, moi eccezionale, pre-de,stinato, regale, prov;idenziale, monumentale : e la repubblica vuol dire che aspetta ,con impazienza chi la. "Salvi da questo re. Dinanzi alla quinta repubblica non si apre nessun'altra strada : o essa non esiste, o esiste al di là di De Gaulle, cioè quodammodo, contro di lui. Ma -l'impressione più conforme ai fatti è che essa non esiste: non sono infatti passati quin– dici giorni da ·quando il Generale ha lanciato senza reticenze la minaccia di buttare all'aria la costituzione « salutare >>sti– lata è approvata ai suoi ordini da non ·più di quindici mesi. Quod principi placuit, legis habet vigorem: l'interpretazione a'.utentica della formula che· riC'hiama in onore e riconsacra la soggettivazione •« rega'lmente >>personalistica dell'autorità politica ci ricaccia violentemente indietro di una ,diecina di secoli : assicura la successione in linea retta dal Primo Carlo Magno al Secondo. Di questa inammissibile arcaicità risente tutta -l'azionP– del Generale. Si pensi al significato moralmente offensivo deH'« offerta dell'autodeterminazione » fatta all'Algeria nella dichiarazione del 16 settembre 1959. Un popolo che sia in gra.do di decidere comunque del propr-io destino, non si muov-erà né si determi– nerà per inizi~tiva di un'offerta altrui. « L'Europa delle patrie>> è uno slol{an 'che non incanta· nessuno: diet~o di essi si nascoride il tramonto in11:lorio'so del– l'ideale euroneista. La noliti-ca di « ambition nationale >> ha stP• ~o intorno alla Francia una cortin~ di diffidenza e di fred– dezza, al di là -della quale l!iunge assai smorzata e costante– mente .defo-rmata e fraintesa l'eco della sua e< buona volontà >>. Attualmente. la sorte di ·questa politica si giuoca nel -deserto sahariano, dove esploderà prossimamente il- preannunciato petardo atomico francese. Avremo una Francia « potenza ato– mica >>con i pie cli incastrati nella tagliola dell'Algeria.: una nota di alta pateticità nello spetta-colo della sua riconquistata .uandezza. Ma la via della grandeur di un~ nazione come la Franci,a non passa necessariamente attraverso il club atomico, d-ove il .~uo stentato; lambiccato -diritto -d'ingresso sarà valu– tato nella sua entità più di capriccio che ,di reale conquista di un più alto grado d'influenza. Comunque., con un T)rO~ramma teso da.Ila molla dell'am– bition nationale De Gaulle fa parlare alh Francia un li-rnmag– gio che può essere compreso dalla sola Francia : di signi,ficato essenzialmente antietiropeo -. se l'Inghilterra, ad esempio; è Europa - e di valore essenzialmente antiuniversale - se la Francia, a Dio ·piacendo, non è l'universo. L'homme, che il Generale a·veva per un momento evocato con la fumosa fraseolòp;ia -delle sue ·« invenzioni >>politic-he. si è descretamente •riecclissato nell'ombra. Nulla può fare il Generale per lui : tranne che metterlo « ,contro le sue -respon– sabilità >>per impor)!li bruscamente un gio 1 go - grave anche di. privazio11i· economiche - ,cui non era più avvezzo. L'hom– me riceve daJl'alto, sovranamente, distac·catamente l'invito a rlimetter.•i, a confrontare di solidarietà unanime l'-incomhente fat11lità di una sovraordinata « miui&n'~ >i; il cui corso, il çui l'ordine civile indirizzo sfuggono alla tecnica di un normale, umano, cristia– no esercizio del potere politico. Fino a quando? Non sarà questione di secoli. Nessuno ha· da insegnare ai Frnncesi che l'homme nulla può cedere della sua dignità e della sua posizione di autore primario di tutto il bene, morale e materiale, che si -produce e che si– conquista in società. Il suo e < nun.ie ignoto >>è in cielo, senza umbratili controfigure umane abbozzate dalla mano empia del preto-riano: in terra, nell'ordinata relazione tra simili onde si edifica la civiltà e se ne promuove il trionfo, al di sopra di lui, alla testa della comunità, o c'è un servo inutile, pos– sibilmente senza divisa, o c'è un usurpatore. FRANCESCO MERC.AiDANTE Pubblichiamo con piacere questa lettera di un nostro caro collaboratore sia perché « in dubiis libertas », e sia per– ché ci censente, in sostanza, di ribadirè i concetti che stavano alla base del nostro articolo sul _generale De Gaulle. Non di– scuteremo talune affermazioni di Mercadante su aspetti spe– cifici della politica del gen. De Gaulle. Egli le accenna ap– pena del resto. Con la medesima brevità, diremo che la difesa dell'Europa dalla politica ingZese, storicamente avversa ad ogni pro_cesso di unificazione europea, non ci appare an-· tieuropea, ma al contrario. E ci pare sorprendente la tesi che la politica di affermazione della dignità nazionale frc,ncese sia una politica « antiuniversale ». La Francia ha il diritto ed il dovere di difendere il suo rango storico, anche se non è una superpotenza. Ed è bene che lo faccia. La politica del gen. De Gaulle ha impedito che .l'Europa venisse ridotta a cosa, a oggetto di baratto, nella tratfativa irite~nazionale aperta da Krusciov : ha impedito l'isolamento della Germania, ha fatto 'naufragare il piC!:_no Eden per la zona neutralizzata, ha costretto i russi a trattare con i fran– cesi e non solo con gli ,americani. Isolamento? Non mi pare. Ambizione? E perché mai? Ma, ripeto, non è questo l'assunto principale del, discorso. Ti dirò, -caro Mercadante, che quello che trovo vero e giusto in De Gaulle ,( ed esemplare) è la sua diretta ed aperta accettazione del sistema di idee sul potere politico che erano proprie 'del Medioevo: cioè le idee politiche cristiane. Noi abbiamo ,praticame~te ridotto a nulla il senso del– l' omnis potestas a Deo. Abbìamo ridotto, e dico noi catto-lici in questo caso perché per gli altri il problema nemmeno • si pone, la collaborazione -divina all'investitura del potere, ad un semplice aspetto della azione di conservazione della Prov– videnza e, più esattamente, a quegli aspetti della cooperazione divina che non mancano mai all'atto umano, anche malvagio, che senza -di essa non potrebbe prodursi. Se Dio non ci desse essere, vita e movimento in ogni istante, verremmo subito meno. Ragionando così, l'investituta del potere viene ricon– dotta interamente nell'ambito della disponibilità umana come l'atto di muovere il braccio. Non è così semplice. La Prov– videnza divina dispone tutto numero, pond,ere et mensura : per quanto attiene alle nature spirituali, essa si estende ,anche alle cose singolari e non solo al genere. Così essa impartisce ad ogni uomo la sua vocazione personale. Ad alcuni dà la vo– c-azionè di diventare ,capi del loro popolo: e _questa vocazione, quarodo si dà, è prorompente. Dio 'PUÒ_ mandare la vocazione ad essere capo ad uomini grandi e valor-0si, -a uomini sem– plici e giusti, a uomvni semplici soltanto, a mediocri, a cat- 1 tivi, a tiranni. Dio premia o punisce il popolo con i buoni o i cattivi re. Il sistema e-lettivo ha, sul sistema ereditario, il vantaggio che esso si apre ad un'azione più ampia ed universale della prov– videnza divina. Ora quando democraticamente si elegge il capo,il popafo ha il dovere non di scegliere arbitrariamente • secondo il proprio capriccio, ma di sceglieTe un uomo giustò. Savonarnla risponde agli oppugnatori del suo sistema popo– lar.e sulla base dell'argomento dell'incompetenza del popolo, che il popolo è sapiente non nel governare .o nel scegliere le possibili condotie di governo, ma nello scegliere gli uomini perché è buon iiudi.cp della sapienza e della virtù in concreto.
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