l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960

OPINIONI E DIBATTITI "Moi De Gaulle ...'' Caro Baget, non mi era più accaduto, chiusa la fase delle ;eazioni at– tènte, prolungate, insistenti al 13 maggio, di appassionarmi a una tesi su De Gaulle .. Quella così ·ecèitante ,da te affidata all'editoriale ,del numero precedente dell'Ordine Civile mi rimette in tono, mi restituisce a una tensione polemica che forse non è male abbia qui il suo sfogo. Dirò subito -che il tuo « sentimento » del fenomeno De Gaulle è così fresco, limpido, nuovo, -da costrin·gere a tutte le verifiche necessarie. La quarta repubblica, la partitocrazia, il parlainèntarismo, il democraticismo disgregatore, la crisi permanent~ dell'àutorità sociale trasformata tragicomicamente in sistema •del suo esercizio, l'arma della' libertà adoperata dalle varie forze politiche con un impulso irreparabilmente suicidario, sono la miniera inesauribile di tutti gli argomenti che militano in favore di De -Gaulle e del suo clamoroso e trionfale ritorno. Ma il passaggio -di regime segnato in Francia dalla se– conda incarnazione del Generale coinvolge nella condanna non soltanto una repubblica, la quarta, non soltanto una pro– va fallita della democrazia, ma tutto un mondo addosso al quale il giudizio sembra essere piombato troppo precipitoso e sommario. ' Mi ·spiego senza inidugio. D~ Gaulle non· è un dittatore: egli lo di-chiara, lo con– ferma, Jo •garanti~ce. C'è da credergli. Nel terzo- volume -delle sue Memorie le pagine vigorosissime -di rievocazione del suo incontro con Stalin istituiscono ·rebus ipsis un. parallelo che ha l'elo·quenza definitiva del giudizio storico. De Gaulle non è un dittatore : è però un salvatore. Della sua -per-sona e ,della su·a opera egli accetta é • proclama a ogni passo il destino « insigne » che .le consacra inseparabilmente ed inelµttabil– mente alla salvezza della Francia. Non è possibile limitare, circoscrivere ,gli aspetti e . i contenuti di· questa .funzione salvifica, non è possibile confe- • rirle dimensioni empiriche, circostanziate, umanamente con– trollabili. « Sans doute, en ve'rtu d'une: sorte de miracle, l'indé– pendance e la souveraineté se maintenaient-elles au plus pro– fond de !'Empire >>( Memorie, Le salut, p. 45): dove un oscuro militare « ribelle », nell'abisso disperato della disfatta, -sen– tiva una cc vocazione » ed alzava una bandiera. Con questo semplice ·gesto, .con questo fatto di autoinvestitura, spuntava ·al inondo l'io del generale De- Gaulle, un io gigantesco, eroico, sovrumano, sotto. le cui ali si sarebbe riparata la Francia. ·ora· noi non conosciamo le· vie misteriose della storia, e n6n le vogliamo conoscere. Nel nome -di De Gaulle la Francia non è interament~ ·perita, nel nome di De Gaulle la Francia è rivissuta. Ma tutto il pregiudizio sta nel non voler sottrarre al cc mistero » l'entità di questo cc evento ». Non siamo davanti a una cc ripresa » soprannaturale del– l'avventura· di Giovanna -d'Arco. Il buon Dio della Francia ha operato questo recupero della nazione eletta per i canali « normali » della contingenza e della vicissitudine storica : senza lampi ·e tuoni, senza cc voci» e intimazioni e desi-gna– zioni che fiammeggino al corrusco bagliore d'un ro-go riso– lutivo. Per un uomo che ·Si rifiuti di sparire nei flutti della débdcle in cui è coinvolta la patria, dalla stori~ accorrono innumerevoii gli esempi e i precedenti gloriosi di un eroismo tutto umano, e direi anche pa·ganamenté umano. Il resto,· le integrazioni inconsapevolmente mistificatrici, in De, -Gaulle, ce le -han messe il professore di storia strettamente avvinto al dottrinario politico ottocentesco. De Gaulle non è un tiranno, ma vuole lo Stato con la testa. Le sue formule sono pe~entorie : cc il est nécessaire que l'État ait une 'tete, c'est-a-dire un chef, en qui la nation puisse. voir, au-dessus des fluctuactions, l'homme en charge de l'essentiel et le garant de· ses destinées. Il faut aussi _que l'exécutif, destiné à ne servir que 1a seule •communauté, ne procède pas du parle·ment, qui réunit les délégations des in– térets particulieres »: Teoria politica come autobiografia. De Gaulle si etichetta, si mette in .vetrina, e< ·si _o,ffre». Sarà •pro• babile, caro Baget, a ·quanto tu ami presumere, che quest~ capo aHa nazione francese sia mandato da •Dio:· inoppugna• bile è. intanto che egli si manda da sé. ' • • Ma· fo non ·giurerei _che la storia' sia una incubatri•ce di capi provvidenziali. In o,gni caso la Provvidenza discorre e< lai– camente » di questi capi -direttamente coi popoli. • La volontà popolare è indegradabile: fiuta, sanziona, e direi pure santifica Ja presenza ,del capo. Ma neppure questo è vero : che il capo ·ci sia, sia e< apparso », -sia nato tale, e. al popolo non spetti né •competa che ,di plebiscitarlo. Noi popolo, tu ed io, ca~Ò B,aget, tutti in quanto popolo, in questo felice ~olgere del primo decennio· ,della se.conda metà del secofo XX -conosciamo e riconoscia.m_o un capo nell'eleuo, per– ché eletto, e non viceversa; né ·altra possibile professerei la sua cc provvidenzialità », beninteso tutta m~ndana. Questo legame con l'anima ·della -sua nazione, questa « comprensione » istintiva, per adoperare l'ahusata parola, onde la Francia ha fatto plebi-scitariamente ·più volte tutt'uno con De Gaulle, han segnato e regolato il moto ascensionale del potere - non deHa sovranità - verso la sua persona. E tuttavia l'ombra è rimasta, indissipabile. :Qe Gaulle è l'eccezione, l'emergenza, ·1a S(?$pensione ,dell'ordine, l'appello al cielo. Il pop,olo è corsò a lui sotto 1 l'incubo di catastrofi irreparabili, e quindi in condizion_i di minorata libertà di ( auto )determina;i:ione. •Contro il. pericolo imminente di mia pioe.:gia çli paras_ su Pari11;i, De Gaulle appare !lvviapiente le salut, e chiederà -e otterrà •fl.ntroppo facilmente d'essere· por- tato all'Eliseo il). pro·cessione. . Ma ciò _conferma ch'ee:li è ila -debolezza della Francia, la sua cri~i d.'isterismo e d'irresp~nsabilità. Dissanii;uata, tra– volta nel vortice -di tutte le contraddizioni e le impotenze, essi,. si rifugia. _nelle braccia del· Generale, per prendere un po' di -sonno. e ·di respir~. _Cè un fondo di credulità infantile in questi abbandoni ciechi. e improvvisi._ Che cosa ha salvato • De Gaulle in Francia? L'unièa risposta plausibile si rivela una iri.si- gnetautòlogia·: ha sa:lvato se stesso, cioè, per Ì'esattezza. la martellante identità monolo– gica della sua egoità con quélla del suo paese. • • L'a;eré prevenuto la guerra civile, l'avere riuni 1 6.cato mò– rnlmente la nazione in uno slancio -di rinnovamento e di cc restaurazione >; possono costituire l'antefatto, il prologo, fo strumentario dell'~zione salvi,fiéa da lui esercitata, non ancora la sua reale e ·.completa evidenza. La lotta per una ·costitu– zione immunizz.ata contro le degen:erazioni parlamentaristiche si conclude con la modellatura di uno schema costituzionale applicahile ésclusivamente :al mannequin. del Generale. La quinta repubblica, dunque, nella. sua norma agendi primor– diale e decisiva, risulta incatenata con vinco:li indistruttibili di consanguineità alla f'iigura, ed aggiungerei alla statura, di questo imponente « sogget_to »: • · La s1rn il!testaziQn.e sfmholièa è ne'lla formula « ovrana Jl:

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