l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960
b pag. 16 componenti, ,come queHa c-he si racco– glie nella ·chiesa di S. Carlo. Il quindici per •cento ·delle entrate del– la chiesa va al Consistoro per usi diver– si. H consiglio consistoriale, non nomi– na c-ome il Papa preposti, ma Assessori. Un tempo l'Università teologica di Dorpet aveva sette ,cattedr-e con 120-150 studenti. Fra questi v.enivano reclutati i pastori luterani. Dopo lunga interruzio– ne il Consistorio ha potuto nuov,amen– te o-rganizzare corsi ,di preparazione di giovani teolo·gi sotto il ,controllo ,deille autorità sovietiche. Sotto la guida di ve,cchi professori di Teologia, gli stu– denti si preparano per lo più in casa loro, secondo i veechi programmi ,della facoltà •di teolo·gia. I nuovi pastori ,sono generalmente vecc,hi studenti ,di teolo·già che run tempd non poterono ·po•rtal'e a termine i loro stu'di. Adesso hanno iniziato con lo stu– dio •alcuni giovani •liceali, fra cui alcuni figli di pastori. Talvolta si è costretti di affidare •già a •questi giovani, •prima deli'a fine degli ·esami conclusivi, le fun– zioni dei ·parroci' mancati. La chiesa luterana abhrac•cia -ciTca il 70% della p•opolazione estone. Si cal– cola ,che oggi so'1o un quarto dei bimbi estoni non riceva il battesimo, in tali casi almeno uno della famiglia è iscrit- , to alfa chiesa. ·Battesimi a ,domicilio ,senza il con– senso dei g-enitori sono ·respinti della chiesa luterana .. Per -quanto rigua·rda le c,resime i problema è div,erso. La legge sovietica ,prescrive per questo atto il ng,giungimento de'l diciottesimo anno di età. lnoltr-e poichè l'istrnzione Teli– giosa non è permessa, non ci sono ser– vizi -divini per i fanciuUi nè lezioni re– ligiose •per i cr,esimandi. I giovani stu– diano a casa su vecchi Catechismi, vec– chi :lihri o fogli che si passano l'un l'al– tro per po~er essere in grad·o ,di ·entrare consapevolmente nella comunità •eccle– siastica. Nei primi sei me,si de'l '59 a Revel su 280.000 abi·tanti ci sono s'.ta,te 176 cresime, ne·gli altr.i mesi ohre 212. Nella gran maggioranza ,si tratta di ra– .gazze; .Pappar~enenza ad •associazioni giovanili comuniste -ti·ene lontani mo·~ti. Al contrario le esequie reli•giose sono ri– chieste nella magg.ior pa,rte dei ,casi, ma si segue la regola di seppellire in que– sto modo solo i vieri appa•rtene-nti alle comunità cristiane. Lo Stato non si immischi-a di solito negli affari interni della •chiesa, tutta– via i .Pa,stori hanno •bisogno per molte attività dell'intervento pratico ,delle au– torità. La ·competenza in questi casi spetta ad un'inca•ricato dei prohlemi ,re– ligiosi, •che dipende ,dirett-ament:e da:l consiglio dei ministri. Le chiese luterane di Estonia e Lettonia dovettero aderire, com-e pure >le restanti •comunità religiose, al •«Mo– vimento -della Pace» propagato •da Mo– sca. Il ,calendario eccfosiastico e le spe– ciali pubblicazioni davan-0 particolare rilievo alla partecipazione -dei due a-rci– vescovi ai •« Congressi int 1 ernazionali per la pace » e altre simili attività. All'ini– ;i:;iodi •dicembre si ,eniono regolarnien- LJ Cl \.., te servizi « divini per la ,Pace » con can– ti e •predi-che ,per -la pace. In questo spirito sono i rappoTti che vengono intrattenuti con le ,chiese ooci– denta:li. Ripensando aUa ,fio,rente vita deHa ch.iesa -luter~na nel passato, c'è ,da ri~anere senza fiato. Questo signÌfica vieramente la fine delle due piccole nazioni baltiche. AFRICA Il pericolo . cinese Nel settore nord africano l'avveni– mento di maggior rilievo è stato, in questi ultimi giorni, il mutamento nel governo algerino in esilio. La sostitu– zione di Ferhat Abbas con Belkasem ha significato una decisa presa di posi– zione dell'elemento militare, non tanto , contro .l'esponente estromesso quanto di fronte alla Francia. Infatti Ferhat Abbas è considerato un "molle", che preferisce la diplomazia alle maniere forti, mentre l'elemento oggi predomi– nante nel F.L.N. è per la maniera "du– ra". Sopratutto Ferhat Abbas non è sta– to deciso di fronte a un'offerta di aiuti, che potrebbe essere risolutiva per la crisi algerina: -l'offerta proveniente dal– la Cina. La -Cina aveva offerto al governo al– gerino armi, mezzi e uomini, sotto f or– ma, questi, di "volontari". Il capo al– gerino, temendo giustamente, delle troppo serie complicazioni e non vo– lendo padroni in casa, acce-ttò le armi e i mezzi ma declinò l'offerta dei volon– tari cinesi. Ora, invece, sembra che gli esponenti militari non vogliano guar– dare tanto al sottile : l'ingresso dei ci– nesi in Algeria porterebbe loro l'aiuto di mezzi aerei, di cui l'esercito della A.L.N. è del tutto spr.ovvisto. Gli alge– rini non hanno finora nè aerei nè pilo– ti, mentre i volontari cinesi· potrebbero portar seco gli uni e gli altri, inclu– dendo un elemento di peso nel conf Zit– to in atto. Non è dato finora di sapere fino a che punto i militari saranno "duri", spe– cialmente in -questa faccenda, che • mi- 1 naccia di portare gli interessi di Mao sulle sponde del Mediterraneo. Potreb– be anche darsi che questa minaccia fa– cesse intervenire al.tre influenze sia in Algeria che a Parigi, per trovare final– mente una soluzio.ne alla spinosa que· stione. Comunque è da notare, anche per i nostri interessi mediterranei, come la Cina tenda a insinuarsi ovunque c'è da potersi piazzare. Poi, dopo la presenza sorgeranno gli interessi e poi i diritti a tutelare i medesimi. E non è a credere che il "pericolo giallo", già denunciato con questo nome da Guglielmo Il, nei primi anni del secolo, sia, come allora, un motivo di ... colore. E' un fatto che nel Ma rocco i cinesi .s~mo i bene accolti e stanno impadro– nendosi silenziosamente ma sistemati– camente di posizioni importanti, pro• prio mentre gli americani abbandonano z, ordine civile le basi.' Inòltre la Cina sta tessendo una re_te di interessi, di colore più politico che economico, dal Ghana all'Africa ,e. quatoriale all'Etiopia. E' un'opera abi– le, che cerca di non far rumore nè dar nell'occhio. A questa penetrazione v~ra e _;propria nel settore africano, finora del tutto i– gnorato dai cinesi, fa riscontro if rin– novato ammassamento di truppe ai con– fini indiani : carota là, bastone qui. Ma, più interessante, la Cina sembra _essere sotto anche al conf Zitto minaccioso che si è sviluppato fra Iraq e 1riìn. ,· Nell'Iraq nazionalista e sinistroide di Kassem e la Cina e i ~inesi sono gradi– tissimi. E non è da escludere chè essi entrino o come sfruttatori o come ad– dirittura promotori dell'attrito che si è verificato nella zona dello Shatt-el-Arab. La zona di frizione è nevralgica. Sia– mo a pochi chilometri da A badan. Per 'di più l'Iraq è in una posizione psico– logica facilmente elettrizz_abiÌe, mentre _ l'Iran potrebbe ess~r preda di qualche improvviso rivolgimento. Non per nien- te Kassem ha f àtto oscure minaccie al– lo scià Pahlavi, dicendo che il colpo di stato verificatosi a Bagdad potrebbe, anche inopinatamente, riprodursi a Te– heran. Il fermento iraniano, che trova facile esca nelle difficili condizioni e– conomiche del paese, sfruttato da un clan ristrettissimo di arciricchi, potreb– be anche produrre un secondo f enome– no Mossadeq. L'Iraq è riuscito a consolidare il re– gime rivoluzionario di Kassem, a siste– mare la questione cruda, a destreggiar– si fra inglesi americani e russi, e po– trebbe giocare ora su fattori di politi– ca estera. Ecco riapparire sul tappeto la questione di Bahrain. • , Frattanto, a ovest, J)agdad non per– de di vista la crisi s.iriana, ove appare che anche l'opera del "proconsole" Akim Amer abbia fallito. E anche in questo settore, si dice che influen,~e "orientali" vedrebbero di buon occhio una espansione iraqena per realizzare, a conto proprio, la famosa Mezzaluna fertile, annettendosi Siria e Giordania. Così N asser sarebbe messo i-,,,netta mi– noranza e la nuova unio,ne araba orien– tale darebbe la mano al Maghreb, spe– cialmente al Marocco. La mano "gialla" non sarebbe estranea a tutto questo ar– meggìo. Si tratti di induzioroi, di fantasie, di insinuazioni o d'altro, un fatto è certo: la Cina guarda fuori di casa, forse an– che per distrarre la propria opinione pubblica dalla crisi interna e sfociare al di fuori i pericoli sociali. Sarebbe la ricorrente necessità delle dittature in crisi. Ed oggi si tratta di una Cina che non è quella sonnacchiosa e disfatta del 1900, ma .di un blocco militare. orga– nizzato e di un popolo di mezzo miliar– do di individui, volenti o meno, inqua– drati strettamente ed efficienti. Questa minaccia .non sfugge neppure al Crem– lino, che ha le sue giuste preoccupazio- ni per la Siberia. •
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