l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

pag. 12 . uomo prudente che edificò la sua easa sulla roccia ... e chiun– que ascolta le mie parole e non le fa è s1mile ad un uomo stol– to, che edificò la sua casa sulla sabbia » ( Mt VJI, 21 segg). Nelle sue parole il Cristo si è messo tutto, e quando esse ci vengono rivolte è lui ,che ei -affronta. Ascoltarlo ·significa prendere posizione rispetto a •tutto il suo essere, e gli crea un dissidio interiore per cui l'uomo davanti a lui discute la propria vita e non solo le proprie idee. Accett.are le sue pa• role significa testimoniarlo sempre e dov.unque. Ciò che si ode nell'orecchio Ya predicato sui tetti (-Mt X, 27-28), im– plica perciò non solo lotte interiori, nia anche rischi sociali, può portare in trib1male, -dove un •« sì » o un « no » possono avere un peso incalcolabile, possono significare la vita e la morte. « Chiunque si vergognerà di me ,e del1e mie parole, di costui il figlio dell'uomo si vergognerà ll ,(Le IX, 26). « Chiun– que mi confeo.serà -davanti agli uomini, anch'io lo confesserò davanti al ,p;,,he mio. che è nei cieli, e chiunque mi rinne– gherà davanti agli uomini anch'io lo rinnegherò davanti al Pa<he mio che ,è nei cieli ll ( 1 Mt. 32 segg). Eirli non è venuto a portare la pace, ma la guerra e la spada ( ibid). L'uomo può darsi non lo ascolti perchè ha paura .del giudice terreno, o anche solo dell'ancel-la che può compromeaere, come accad-de a Pietro. Le sue parole non sono simboli indifferenti, anzi egli è tutto un segno di contraddizione, secondo la profezia -di Simeone (Le Il, 34). I clamori del cc crucifige ll sulla piazza e gli insulti che non si acquietano nemmeno ai piedi della croce ne sono una tragica conferma. Ma, a un livello più profondo, la contraddizione nasce nel più intimo dell'uomo laddove i termini della scelta che la sua parola pone sembrano antitetici al massimo: o lui, o noL. e( Allora Gesù disse ai suoi discepoli: se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso ·e prenda la croce ll (Mt XVI, 24). Il finale riel discorso della montagna che insiste sui frutti del cristiano sulla testimonianza d11ta sui tetti notevano for«e trarre in inganno e indurre a ·credere che Gesù insista sulle opere, vi«te nella loro tangibilità e.-.terna e mondana. La con– danna della predica vuo·ta, del cc Signore, Siirnore ll, sembre– rebbr. anch'essa suggerire tale intepretazio·ne. In un certo sen– so, effettivamente. è esatto pensare così. -deve restare però sem– pre fermo, che chi asr.olta la parola non è chi fa, ma chi fa rispondendo. Voglio -dire, che qtrel r.he è deci.sivo è il sì inte– riore con cui si supe ;ano le· ·contrari.dizioni intime, si rinnee:a se ste,:,:i e si accett.a la narola. Lo stesso avvi~ne nel ca,:o dia– metralmente ooposto. E così come il sì dell'orto deitli ulivi preyiara J.a ria,:sionf) e da e1<so tutto il resto .acquista sie:nificato, i ,clamori della folla e dei farisei. invece. e-rano stati prima cc mormorazione )>. uec~ato di pensiero e <li lingua, e la nej!'a– zione e la fuga di Pietro. erano state prima assonimento nel– l'orto, m<1n!'anza di preghiera, mancanza di parola interiore detta al Signore. 6. • La p(lrola che è strumento di morte. Abbiamo tanto in~i~tito s11lla concretezza della parola del S1e:nore P. sulla impos.sibnità -di rimanere in essa senz·a un im– pe,rno •effettivo di tutta la nersona : .po~i.iamo ora senza tema di anl!elismo. cer!'iue di ve-ilere -come rimanere nel Signore si ridu"a a d;ndi delle parole. -Cnto ·esse non -debbono essere l 'inuìi.le cc Sie:nore, Siirnore l>, ·né· h,, parolP di chi solo profe– tizza. 011este non sono che cem hl! li srruillanti.. Ma che. tut– ta vi'\, la noc,tra accetta>:ione del Si17,nore pos.«a e~Qere una pa– ro] a che rrli didamo ce Jo suire;erisce per antitesi la -circostanza che i suoi nemici è con la parola che le mettollo a morte. La morte è nelle Jorn parole nrima che nei e:e~ti. Il loro parlare è 1m sus,:1urare, un calunniare. lm contrarlilire per amore di disputa, e infine un sostenere il falso e indurre gli altri a fare lo stesso. 'L'11-omo che mormora -davanti -alla parola di Dio indica già un mezzo rifiuto, ner certi asnetti pin -snreu:ev-ole -di· un rifiuto comnleto. percli,5 denO'ta mancanza di franchezza e sni– rito rl.i ·comnlotto. Nella ,storia rii J~,.,.,,,le la mormorazione ha un •esemnio classico nee:li enisodi dell'Esodo: Paolo una volta lo ricorderà ai •Corinti: « Non mormorate. come alcuni rl.i.Joro mormorarono, e perirono ... » -(I Cor X, 10). Dello spirito di complotto fari~aieo-.:Marr.o ci ha la,:ciato una descrizione effi– cacissima:_ re. Ed. entrò .. _di· nuovo JleJla sinae:o~a, dov'era un \lO:t!lQ r,h ~. ave.va ; una m!mO::s~pça; E l'osservav·ano :pet vedere l'ordine civile sr egli lo ·avrebbe guarito m giorno d~ sabato, per accusarlo . E dice all'uomo dalla mano secca: vieni qua nel mezzo. E dice loro : in giorno di sabato è lecito fare del bene ·o· fare ~el male? salvare un 'anima, o ucciderla? Ma quelli tacevano. Si osservi la prevenzione, nell'osservare per cere.are pretesti di accusa, e la chiusura spirituale implicita in quel tacere. Non è un rifìuto qualsiasi di udire la parola e -di credere, mà si nega anche quel che si sa vero. « Allor_a guardandoli in giro con indignazione e co-ntristato per la durezza ,(-Girolamo tra– duce "eecità") del loro cuore, dice all'uomo: stendi la mano! Egli la tese e la ,sua mano tornò sana. E i farisei, usciti, subito f~cevano conciliaboli •contro di lui. sul modo come per,derlo l) I , ( iM:c, III, 1 segg). Le lingue ora si sciolgono, ma non più a testimoniare la verità. Un -altro esempio di questo spirito di cbmplotto l'abbiamo nell'episodio d-el tributo a Cesare. « I farisei ritiratisi, tennero un conciliabolo per prenderlo in tra– nello nella parola. E gli mandano i loro discepoli cogli ero– diani a dire: Maestro sappiamo -che sei veritiero ... ,, (Mt XiXII, 15 segg). ,Gesù questa volta deve denunciare l'ipocristia, la violen• za cioè perpetrata contro la parola. In episodi -del genere i vangeli ci presentano le radici interiori del rifiuto di udire la parola e ·al tempo stesso la completa insipienza che si ac– compa·gna al rifiuto. Ciò che si consuma nel foro interiore non è areo e impalpabile, ma perfettamente determinato e con– creto. In questa interiorità il delitto è già -consumato e a Pa– squa finalmente esploderà anche esteriormente. Anche allora ci sarà innanzi tutto un eonciliabolo, Pilato cadrà nel rae:giro e I farà riluttante l'esecutore, e la folla sarà aizzata. Scribi e farisei rimarranno nello sfondo, si faranno avanti sotto la croce alla fine, per ironizzare. A loro ,è toccata solo la regia, agli altri l'esecuzio-ne. Non solo questo -ci dicono i vangeli, ma d mostrano anche Gesù che è eonscio di tale realtà. Egli ci è presentato come colui che scruta i cuori 1( 1 Lc V, 22; VI, 8; VII, 39 segg), egli è venuto perchè ·si manifest·assero i pen– sieri di molti cuori ( Le Il, 35). « ... Chiamate a sè le turbe disse loro: udite e intendete. Non quel che entra nella bocca contamina l'uomo ma quello che esce dalla bocca, questo contamina l'uomo ... quello che esce dalla bocca viene dal cuore ed è- quello che eontamina l'uomo. Dal cuore infatti vengono i cattivi pensieri, gli omi– cidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie ll (Mt, XV, 10 segg). Si comprende allora come può -hastare anche una so-la nostra parola a farci salvi. Po– tremmo. dire: se la parola è pura tutto l'uomo ~ puro. Rima– nere nella parola di Dio, significa innanzi tutto purificare il nostro foro interno, purificare il regno invisibile che portia– mo dentro di noi, fatto di paro-le mormorate, dette e non -det– te, in cui però già si esprime quel che noi siamo. E' sn rruesta terra incognita agli occhi degli uomini che la P'arola di Dio proietta la sua luce. <e Poichè viva è la parola di Dio, ed effi– cace, e più ta~liente di una spada a due tagli, _e penetrante sino a dividere- l'anima e lo spirito, e le giunture e le midolle, e scrutatrice dei sentimenti e dei pensieri del cuore; e non vi è creatura che rimanga nascosta davanti a lui, ma tutto è nudo e palese agli occhi suoi, e a lui noi dobbiamo rispondere )l (Ebr IV, 12 segg). 7. •. La· preghiera, parola che vivifica. E' per questo che a fondamento del rimanere nella Pa– rola -c'è l'incontro con Dio nel segreto, la preghiera nascosta. La preghiera è il primo atto di purificazione della vit•a inte– riore, un gesto di sincerità in eui -deve dileguare il contrasto tra l'essere e l'apparire. ·<e Quando pregate non siate comeg1i ipocriti i quali amano d_i stare a pregare nelle sinagoghe e agli ,angoli delle piazze, per esser visti dagli uomini ... ma tu quando vuoi pregare, entra nella tua camera, chiudi la porta. e prega il Padre tuo nel see:reto, e il Padre tuo, che vede -nel segreto ti esaudirà » ('Mt VI, 5 segg). L'autenticità dell'incontro con Dio richiede la sobrietà dell'espressione, e il concentrarsi sull'unica cosa necessaria, il riconoscimento deUa paternità divina, con tutto ciò che in essa ,è implicito: « Pregando non parlate a vuoto come i gen– tili, che credo~o di ,essere esauditi col loro molto parlare. Non riducetevi come loro, perchè il Padre vostro sa ciò che vi 9çç:9rre 1 ll.nche prima che glielo -domandiate >) ( ibid).

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