l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959
pag. 14 dal ,Comitato centrale non si hanno suf• ficienti elementi a disposizione. Per l'acciaio, la cui produzione era stata de– finita da Ciu En°Lai come obiettivo prioritario nel settore industriale, si può ricordare che parte della ·produ– zione _èstata affidata a piccole imprese a carattere artigiano. L'acciaio prodotto in -questo modo non è -del tutto soddi– sfacente e viene destinato a determinati settori. Tuttavia, data la differenza di 9 milioni ,di tonn. tra quantità prevista e quantità prodotta, non sembra che -la riduzione possa essere attribuita esclu– sivamente ad una flessione nel settore artigiano. La riduzione interessa quindi i grossi complessi. Quanto all'agricoltura, Ciu En-·Lai ha dichiarato che circa un terzo delle ter• re arabili è stato colpito da calamità naturali, ma non sembra possibile at• tribuire -ad esse una decurtazione di cir– ca il 50%. Si può pensare a previsioni errate perchè fatte sulla scorta di da ti e -di statistiche inesatte. Ma questa ipotesi, se può essere accettabile in una certa misura per i settori agricoli, date le obiettive condizioni esistenti, è meno accettabile per la produzione dei grossi complessi industriali. AMERICA LATINA Verso una di libero zona scambio? Lo sviluppo economico dell'America Ialina sembra ora giunto ad una svolta decisiva ·con l'avvio di nuove iniziative di cui, senza dubbio, la più i mportanle è quella per l'istituzione di un mercato comune dei paesi -latino-americani. All'idea di una integrazione econo• mica si è giunti sotto la spinta di fat– tori sia interni che esterni. Negli anni successivi alla seconda guerra .mondiale, i paesi dell'America latina han·no conseguito progressi nel campo economico, ma ta-li progressi hanno ·influito solo sulle condizioni di vita delle classi medie e non hanno avu– to portata tale da raggiungere le grandi masse, che aspirano anch'-esse a miglio– rare le loro condizioni. Questo fattore, unitamente all'incremento della popo• lazione ed al ~atto che gradualmente larghi strati µopolari accederanno ad un maggiore ·benessere, avrà come con– seguenza un aumento delle richiest,e di beni e di servizi. Ora la struttura economica latino• americana, basata in gran parte sulla produzione ed esportazione di materie grezze, è già adesso. inadeguata rispetto alla richiesta interna. Si intende quindi puntare· sull'industrializzazione sia pe1 produrre in loco quei beni ora acq-ui– stati all'estero, sia come un mezzo pe1 assorbire mano d'opera. Bisogna tener conto, infatti, -che l'incremento naturale della popolazione è piuttosto alto e che l'introduzione di nuovi metodi nell'a– ~riçqh~:r~ çq~trih,uir11:qnq li rendere più sensibile l'eccedenza di mano d'opera. Un sistema di integrazione economi• ca è considerato utile in quanto favori– rebbe un aumento della produzione, maggiore occupazione, maggiore dispo• nibilità di beni e di servizi pro-capite. Inoltre si spera che esso crei condizio– ni più favorevoli all'afflusso di capitali stranieri, dei quali l'America latina, al• meno sino a quando attraverso i rispar• mi nazionali non sarà essa stessa in grado di assicurare un certo ritmo di sviluppo economico, ha indubbiamente bisogno e in misura maggiore di quan• to si verifica attualmer 1 te. A questo proposito si deve rilevare che nel suo insieme !l'America latina presenta, -nel campo politico, caratteri– stiche di instabilità e .di incertezza. E, come è noto, non sono questi i fattori che favoriscono l'afflusso di capitali stranieri. L'avvio di un processo di in• tegrazione economica può ovviare a ciò. Per ora i passi più concreti vengono compiuti verso -la creazione di una zona di libero scambio non Hissimile da quel– la dei « sette » in Eurbpa. Per questa zona cui ,IJ.ovrebbero parte. e cipare sette paesi ( Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, ,Paraguay, Perù Uruguay) sono previste graduali riduzioni delle tariffe doganali, al fine di facili tare gli scambi e favorire il sorger-e di produ– zioni specializzate e un aumento della produttività. Gli altri paesi. latino americani po• tranno aderire anch'essi alla zona di libero scambio oppure creare altre zo• ne: 'una successiva in~egrazione di zone sarebbe sempre un pJocesso più facile. Quanto all'importanza della zona dei cc sette » si deve tener presente che Ar– g~ntina, Brasile, Cile e Uruguay sono i paesi dell'America latina economica• mente più progrediti e svolgono circa 1'80% del totale -del commercio tra i va– ri -paesi dell'America latina ( petrolio eècluso ).· I paesi latino-americani sono stati in– dotti ad avviarsi verso una integrazione economica anche dall'entrata in vigore rlel Mercato ·comune 1 Europeo e dalla constatazione della -debolezza della po• sizione del commercio latino-americano nei confronti d-ei vasti mercati costituiti. dagli Stati Uniti, ,dal Commonwealth britannico e dalPUnione Sovietica. L'istituzione del MiE.,C. ha destato ti. mori nei paesi dell 1America latina i quali hanno reagito in modo diverso a seconda della loro struttura economica e del genere delle loro esportazioni. I paesi del M.E.G., dal canto loro hanno sempre cerca 1 to di fugare tali preoccupazioni. In effetti non si vede perchè l'interesse del M.E.C. per gli scambi economici con l'America latina debba essere minore di quello dei sei paesi europei : il M.E.C. ha bisogno di materie prime e in misura maggiore de– gli U.S.A., dell'U.R.S.S. e del Common– wealth. Ad ogni modo l'entrata in vigore del M.E.C. ha spinto i latino-americani ad accelerare i negoziati per la creazione di un mercato comunle. Anche se le trat– tative , ann:mo •Jl!PQf!QSe ~ fino ad ora r l'ordine civile· esse si sono svolte soprattutto in seno al– la Commissione Economica dell'O .. U. per l'America latina, ma è previsto che debbano proseguire al livello governa• tivo - un primo risultato dovrebbe es• sere un incremento del commercio tra i vari paesi dell'America latina che al• tualmente è relativamente modesto. ri• sultando pari al 12% del volume to,tale del commercio estero dei paesi latino– ame1·icani. E questo avrà i suoi effetti benefici. STATI UNITI La "settimana delle nazioni oppresse" Il 17 luglio scorso il Presidente Ei– senhower ha firmato e proclamato la risoluzione, che in parte pubblichiamo, presentata e approvata all'unanimità al Senato il 6 luglio e il 9 alle Camere dei rappresentanti. e< Considerando che la politica im pe– rialistica della Russia comunista ha con le aggressioni dirette e indirette portato alla distruzione dell'indipendenza na– zionale della Polonia, Ungheria, Ucrai– na, Lituania, Cecoslovacchia. Lettonia. Estonia, Bielorussia, Romania. Germa: nia Orientale, Bulgaria, Cina, Armenia, Azerbaigian, Georgia, Corea del ·ord, Albania, Ideal-Ural, Tibet, Kasacc]1ia, Turchestan, Vietnam Settentrionale ed altri; cc Considerando che questi popoli op– pressi giudicano gli Stati Uniti d'Aine• rica come fortezza delle libertà umane. come nazione che guida le loro aspira: zioni e la loro lotta per la libertà ed indipendenza e per la restaurazione del– le possibilità delJa libera professione delle confessioni cristiane, ebraica, mu– sulmana, buddista ed altre, ed anche delle loro libertà individuali; << 1 Considerando che per la sicuTezza nazionale degli Stati Uniti è molto im– portante che le aspirazioni di questi po• poli oppressi alla libertà ed indipen• denza siano costantemente sostenute; e< Considerando che occorre con atti adeguati ed ufficiali dimostrare a que– sti popoli che il popolo degli Stati U– niti simpatizza con le loro aspirazioni alla libertà ed indipendenza, sia decre• lato dal Senato e dalla Camera dei Rap– presentanti degli Stati Uniti, riuniti in Congresso, che al Presidente si dia il diritto e si chieda di proclamare la settimana successiva al 4 luglio 1959 come e< Settimana delle nazioni oppres– se >> e di invitare il popolo americano a celebrare questa settimana con ap• propriati atti e cerimonie. Al Presiden• te si dà il diritto e gli si chiede di ema• nare tali proclami il 4 luglio di ogni anno fino al giorno in cui la libertà ed indipendenza saranno riconquistate da tutti i popoli oppressi del mondo >>. Questa risoluzione, approvata poco prima del viaggio di Nixon a Mosca, pare abbia irritato notevolmente Kru•
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