l’ordine civile - anno I - n. 4 - 10 agosto 1959

LETTERATURA E COSTU~I Bernanos visto da von Balthasar « Mi rivolgo a quel tipo d'uomo che ii X II secolo chiamava galantuomo, honnete homme. Il galantuomo è colui che, ottemperando ai doveri della sua professione, della sua ca~ica o del suo rango, cerca tutta la vita, attraverso tut– te le circostanze e le esperienze della vita, non la soluzione di problemi par– ticolari, ma di farsi l'idea più chiara possibile dei problemi generali che si pongono ad ogni spir:to libero, al fine di classificarli ragionevolmente, per or– dine di 2:randezza e di urgenza e co– gliere co;ì l'insième dei rappo;ti che legano· questi problemi fra di loro. Il galantuomo accetta volentieri di sba– gliarsi su molti dettagli del quadro, ma gli basta che le proporzioni di questo siano giuste Il meno degno di questo nome di galantuomo è certam~nte il piccolo in– tellettuale di professione, il parassita intellettuale. La parte del verminaio in– tellettuale è precisamente quella di im– pedire ai galantuomini di intendersi fra di loro, di veder chiaro, -di scegliere le soluzioni ardite. Io penso, caro Carneiro, che Lei al– l"inizio della conferenza dovrà fare un po' di posto a questa definizione del ga– lantuomo, perché essa da sola basterà forse ad evitarLe ogni discussione ulte– riore con gli imbecilli che mi rifiutano il -diritto di dire che la società moderna è mal fatta, se prima non gli fornisco la prova di essere capace di fabbricarne un "altra >>. Questi sono alcuni passi di una lette– ra mandata nel 1944 da Georges Berna– nos all'amico Fernando Carneiro, che aveva avuto l'incarico ,cli tenere una conferenza su di lui. Li leggiamo citati, insieme ad una grande messe di scritu anche inediti ,di Bernanos, nella tn– duzione francese del libro dedicato dal teologo Padre Hans Urs von Balthasar al grande scrittore francese: Le chré– tien Benwnos, Editions -du Seui], 1956, pubblicato in Germania due anni prima. Il padre von Balthasar ha scritto, a detta di un suo autorevole sostenitore italiano - il padre Ernesto Balducci, -di Firenze - pagine che << rientrano, con pieno diritto, tra i più assoluti esemplari dd linguaggio cattolico mo– derno >>. Il grosso volume su Bernanos non dovrebbe sottrarsi certo ad una de– finizione tanto impegnativa. Tuttavia, il problema che ci si presenta non è tanto quello di accettare o no come il prodotto di un genere altissimo di pub– blicistica il volume su Bernanos del Balthasar: in questo senso non ci sa– rebbe probabilmente molto da aggiun– gere o da togliere alla definizione che I abbiamo riportato, in quanto lo stile· del von Ba1thas r ha tutti i caratteri di persuasivit2, di suggestione, di amore per il parados o, sufficienti per farci porre l'autore ~ra i più dotati promo– tori e divulgatori dell'esistenzialismo cristiano. Sulla llinea di Karl J aspers e di Martin Hei<legger, in quel mondo culturale cui aprartiene anche Romano Guardini e che! fu già largamente in– .fluenzato da M!x Scheler, il von Bal– thasar accetta i rischio di interpretare in chiave esist nzialistica, allontanan– dosi cioè dal richiamo razionale alla· metafisica, i fenomeni art1st1c1 come quelli storici. L'esigenza, predicatoria, di trascinare il lettore nel magico cer– chio delle evidenze particolari, feno– menologiche, fa sì che venga in qualche modo obliterato il rigore del criterio conoscitivo che deve essere sotteso ad ogni opera di critica letteraria. Perciò, mentre le oltre J 550 pagine del volum ~ su Bernanos spno un susseguirsi di commenti, estr,mamente ricchi 'di in– t:lligenza e ~i f?ezza, le categorie che v1 vengono 1m}jnegate sono veramente sconcertanti. Lf1 tematica artistica e sentimentale bernanosiana è inquadra– ta infatti sotto1la specie di una rela– zione, che non può non essere nello stess? tempo e. istenziale e letteraria, con 1 sacramen . Anzi la struttura del libro è tale che sarà bene alm no -descriverla somma– riamente. Nel discorso lche fa da introduzione ad ogni capitol 1 ., e che quasi mai occu– pa più di un I aio -di pagine, vengono espresse alcune opinioni dell'autore su qualche partici are aspetto dell'opera di Bernanos. Q esto discorso di solito è orn~to dagli spedienti retorici ,della saggistic~ frane se o francesizzante -– ( « La passione 1i cui vive Bernanos ben merita ,di esser' chiamata escatologica, poichè non ces 1 a di svelare l'esistenza fino alla nudita della sua profondità eterna » pag. 51~-. Fa seguito un testo fittissimo di cit~zioni e di commenti che ampliano e giustificano l'assunto ini– ziale. U1ia prima parte dedicata al « Cri– stiano e allo scrittore », contiene capi– toli così intitolati: Lo spirito, dimen– sione della ragione, Sog.no dell'imma– ginazione, La missione de.llo scrittore. Una seconda parte, « La Chiesa, am– biente vitale », contiene capitoli intito– lati: cc Cosmos e salvezza, La Chiesa, Il mondo del Battesimo e della Cresima, Il ,mondo dell'ordine e della Penitenza, Il mondo de."f!l' Estrema Unzione e della Com.unimte. L'ultima parte « L'uomo e il suo tempo ii, contiene capitoli in– titolati: Il cristiano nel tempo, La Chiesa nel tempo. Abbiamo dato appositamente il som- mario di questo libro, perché ci sembra •che esso sia un elemento di compren– sione immediata del libro stesso, e per– metta di dargli subito un posto abba– stanza prec~so nel campo della pubbli– cistica religiosa. Si tratta, è chiaro, di quel tipo d1 commento dell'opera letteraria, che è sempre un po' arrischiato e quasi sul– l'orlo dell'arbitrarietà, ma che incontra un incontestabile favore presso coloro che si avvicinano all'opera letteraria con intenti apologetici. Non negheremo, ,certo, -che sia lecito accostarsi all'opera letterari.a con inten. dimenti di questo tipo. L'opera d'arte è infatti un bene universale e comune, e non è strettamente necessario .affron– tarla con il bagaglio per così dire tec– nico del critico letterario. Resta però incontestabile il fatto che gli autori sui quali si esercitano preva– lentemente giudizi del genere di cui ab. biamo detto, presentano quasi sempre caratteri un po' promiscui e dubbi, ra– ramente distinguendosi per quella levi– gatezza formale e concettuale che se– gna quas,i immancabilmente gli spiriti mondani, laici, (volterriani, potremmo forse definirli) di un certo livello cul– turale. Si tratta dunque di autori •parti• colarmente difficili e controversi: que– sta volta è Bernanos, ma Péguy, Mou– nier, Bloy, Simone Weil o Nicola Ber– diaef sollecitano reazioni della mede– sima natura, nel medesimo ambito cul– turale. E' noto d'altra parte che gli spiriti religiosi mani-festano la loro sen. sibilità profonda -di fronte alla espe– rienza esistenziale in forma interroua. • d o hva, spesso olinosa, con frequenti con- cessioni a procedimenti ardentemente retorici. Bernanos, sanguigno e terre– stre come pochi altri, manifesta la sua originalità in una potenza oratoria e sentimentale d-i altissimo tono. Con spregiudicatezza critica il von Balthasar commenta il testo che abbia– mo citato all'inizio con ques-te parole: « Questo testo scritto di getto unisce tutti i momenti essenziali del metodo– Bernanosiano: la determinazione più profonda di ciò che è lo spirito; il lihe. ro e ar-dito impegno in favore della ve– rità totale, l'altezza aristocratica di fronte alla schiavitù dei singoli fatt:, e con ciò l'affermazione serissimamente fondata della superiorità dell'antica ci– viltà sul sistema attuale. Contro il trionfo del sistema, Bernanos lotta con le stesse armi di Péguy, e questo com– battimento, che si svolge su tutti i pia-– ni, compreso quello della teologia, mo– stra bene l'atrofia del carattere profeti– co e cattolico della ragione. . .. Il solo interrogativo che abbiamo il diritto dì porci, è il sapere se, nella sua critica,

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