l’ordine civile - anno I - n. 4 - 10 agosto 1959

bi pag. 16 uno dei primi giustiziati, aveva pronun, ciato appena un paio di settimane pri– ma: « L'attentato contro Hitler deve aver s°uccesso a qualsiasi prezzo. Se que– sto non accadrà, deve essere tentato il colpo di stato. Poiché anche se lo scopo concreto non sarà raggiunto, si dimo– strerà davanti al Mondo e alla Storia che il movimento tedesco di rivolta ha osato un'impresa decisiva anche a co– sto ·della vita ». In realtà è sperabile che le pan~le del Cancelliere e del generale Hensin– ger sul dovere morale di disubbirlire agli ordini palesemente ingiusti o cri– minali, non mancherà di influenzare l'opi~ione pubblica tedesca, almeno quella più responsabile. Non bisogna dimenticare infatti che in genere i te– deschi ascoltano o con indifferenza •o con rassegnazione ogni filippica ed ogni rilievo morale sui trascorsi nazisti. Innanzi tutto il 99 per cento dei tede– schi afferma o di non aver saputo nien– te in quel tempo o di non ricordare be– ne; e poi specie le nuove generazioni non hanno imparato niente a scuola sulle ultime tragiche vicende dell 'ul– timo conflitto, cosicché gli stessi giova– ni tedeschi sanno benissimo l'anno in cui Otto I di Sassonia fu incoronato sa– cro romano imperatore e non sanno niente sulla tragica notte in cui furo– no assaltate per la prima volta proprie– tà e abitazioni degli ebrei. Certo che molte cose sono ·cambiate in Germania nel corso di questi ultimi anni. La Ger– mania si è grandemente impoverita di energie spirituali, anche ·se attraversa un periodo eccezionale di benessere ma- . teriale. Statistiche recenti riportate dai giornali tedeschi hanno dimostrato che la stragrande maggioranza degli stu– denti delle scuole superiori non solo non si interessa di politica, ma sono as– sai poco sensibili al doloroso problema -della riunificazione e di Berlino. L'au– tomobile, la bella casa, i bei vestiti, le vacanze, la carriera sostituiscono gli ideali di un tempo, ed anche i costumi morali della gioventù sono piuttosto de• -caduti. 'L'elemento, secondo noi, mag– giormente positivo in questo momento in Germania è che il popolo tedesco sembra apprezzare come non mai i vantaggi della pace e sembra aver per– duto il militarismo o il revanschismo di ante-guerra. ,Ma basta questo vuoto a Tidarci una vera e umana Germania? Cuba : rivoluzione permanente Fidel Castro, ritirate le sue spettaco– làri dimissioni, è tornato al potere .dopo aver ,dimostrato all'opinione pub– blica mondiale che la stragrande mag .. gioranza del popolo cubano è con lui. Mentre questi drammatici avvenimenti sì svolgevano a Cuba, negli Stati Uniti .si stava svolgendo un 'intensa campagn,1 propagandistica tendente a drammatiz– .zare la situazione nei Caraibi quasi si fosse alle soglie -di un pericoloso con– flitto armato. Si sono avuti infiammati editoriali dove il grido di « Annibale è alle porte », aveva lo scopo di inner– vosire il cittadino medio statunitense, che da sempre ha guardato con diHi– denza. se non con disprezzo ed irrita– zione, ai numerosi e sanguinosi moti rivoluzionari che per:oclicamente tr'.l· vagliano l'America Latina. Davanti alle Commissioni del Senato, in cui così so– vente purtroppo si tende a fare di ogni erba ·un fascio, sotto la comune etichet– ta di comunismo, si sono avute le solite deposizioni in cui si sono rivelati i se– greti rapporti fra Castro e agenti sovie– tici. Infine gli stessi amb:enti politici e sociali seguono con preoccupazione e sovente con malcelata irrequietezza la evoluzione della situazione in questa zona nevralgica per gli Stati Uniti. In realtà cosa sta accadendo a Cuba e qua– lì sono le possibilità che Fidel Castro ha di portare a termine il suo esperi– mento? Il leader cubano si è dimostrato finora un uomo di energia eccezionale (e questo già si sapeva,) e niente affatto disposto a scendere a compromessi con gli .avversari, anche se questi hanno di– rettamente o indirettamente l'appoggio degli U.S.A. La colpa maggiore di Castro agli oc– chi di certi ambienti nordamericani è di cercare di provocare un profondo ri– volgimento politico, economico e socia– le in una zona del mondo dove si sono concentrati vasti interessi economici cli società nor-damericane che fino ad oggi, sempre più o meno d'accordo con i va– sti potentati locali, hanno mantenuto questi Paesi in uno stato semicoloniale. li linguaggio che noi usiamo può sem– brare un po' pesante, ma se con un po'· cr attenzione vogliamo prender nota clrn in Guatemala, nel Nicaragua, a San Domingo pochissime società o proprie– tari indigeni dispongono a loro piaci– mento della quasi totalità ddla ricchez– za dello Stato si vedrà che questo è ii minimo che si possa dire. Anche a Cu– ba, tenuto conto della assai maggior ri,c– chezza ed' estensione dell'isola, la situa– zione non è stata mai in realtà molto diversa. La riforma agraria cui Castrn ha messo mano è certamente più radi– cale di quella che seguì la rivoluzione messicana del 1910. Tuttavia la riforma non è fatta prescindendo completamen– te da criteri economici, anzi questi so– no stati tenuti ben presenti quando si è fissato il massimo della proprietà d 1340 ettari per le piantagioni di zuc– chero e per gli allevatori ed a 400 et– tari per le altre colture. Inoltre l'Isti– tuto -di riforma agraria si riserva· di im– porre agli assegnatari di terre i metodi di coltura tecnicamente più avanzati. Quale formidabile ·a·ppoggio Fidel ,Ca– stro si sia procurato a Cuba fra le masse agricole e operaie con queste riforme lo si è visto in occasione della recente cri– si, dove veramente una massa conside– revole degli abitanti di Cuba hanno ri– confermato quasi plebiscitariamente la loro fiducia in Castro con dimostrazio– ni in ogni città cubana.. Delle riforme di Castro verranno infatti a usufruire circa 100.000 famiglie di piccoli pro– prietari che potranno assicurare a Ca- l'ordine civile stro un appoggio militare, se sarà ne– cessario, ben più solido di uno di quei malsicuri eserciti professionisti ed alta– mente politicizzati che caratterizzano e sovente rappresentano l'elemento de– terminante nella vita politica di quasi tutta l'America Latina. Sicura all'inter– no, la posizione di Castro non può però dirsi altrettanto solida verso l'esterno. A San Domingo il dittatore Trujillo hd radunato una specie di legione. interna– zionale di rifugiati e ·mercenari, con lo - scopo -dichiarato di rovesciare il « co– munista » Castro. Tuttavia sembra da escludersi che il Dipartimento di Stato possa indursi ad appoggiare Trujillo, per non essere accusato dall'opinione pubblica di essere nemico della demo– crazia e favorevole ai Yari dittatori. Del resto ·a cl ·spetto della violenta campa– gna negli U.S.A. contro Castro, si sono levate numerose le voci che obiettiva– mente hanno rilevato che è erroneo e sommamente pericoloso non tener con– to ·dell'ansia di rinnovamento che si manifesta, ,;eppure in mezzo a trava– gliate e sanguinose vicende in tutta l'America Latina. Il New Yorl~ Times scrive ad esempio che il recente atteg– giamento di certi ambienti negli Stati Uniti ha provocato « più sfiducia e ri– sentimento contro gli U.S.A. che qual– siasi altro avvenimento nelle relazioni americano-cubane .... La fierezza dei <li. rigenti cubani è tale che, benchè pro– fondo sia il loro sentimento anticomu– nista, essi non lo manifesteranno per. non sembrare di doversi umiliare da– vanti alle minacce ed alle pressioui americane. La popolarità ed il pote.:~ di Castro sono immensi, le sue possibili– tà di riuscita tanto grandi che il reali– smo ci comanda una politica a lungo termine ... )). In effetti sarebbe ad onor del vero auspicabile una svolta radicale della politica statunitense nei confronti dell'America Latina. Innanzitutto tale politica deve mutare nel settore econo– mico dove il quasi esclusivo monopolio del commercio estero nei singoli Paesi detenuto dagli .U.S.A. ha indotto questi a iondare le loro economie in un solo principale prodotto ( o zucchero, o frut– ta, o petrolio, etc.) e riducendoli per– tanto alla quasi e completa mercè deì potente e ricco partner del ord. Inoltre un'antiquata politica di pre– stigio falsamente intesa dalle popolazio– ni locali come tentativo di interferire. sistematicamente nei loro affari interni, unita alla naturale invidia e·d antipatia che si prova verso i vicini ricchi, ha gia •procurato amare sorprese agli U .S.A. e minaccia di far allargare sem– pre più la frattura in quella solidarietà che fino ad oggi era più o meno esisti– ta fra il Nord e il Sud America. Tutta-· via non si può non essere scettici che le potenti forze economiche che agiscono dietro. le quinte della politica america– na abbiano minimamente intenzione di mutare il loro atteggiamento, pauro,,t come sono di perdere i loro privilegi. E' invece una fortuna che >illeader del rivolgimento in corso a Cuba sia un sincero anticomunista, altrimenti la si– tuazione sarebbe. ora assai più grave.

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