l’ordine civile - anno I - n. 2 - 10 luglio 1959

NOTE La prima enciclica di Giovanni XXIII Ci· soffermeremo altra volta più am– piamente sui rlue problemi che già sin da ora costituiscono la .fisionomia par-· ticolare del programma di pontificato di Giovanni XXIII : cioè il problema del ritorno dei fratelli separati, specie ,del– l'Oriente, all'unità della Chiesa e quel– lo del Concilio Ecumenico. Oggi, della nuova Enciclica, vogliamo notare so– pratutto ii primo termine, quello sot– to il quale Egli la preannunciò ai gior– nalisti cattolici: la Verità. <e Di tutti i mali che, per così dire, avvelenano gli individui, i popoli, '1e nazioni e che co– sì spesso turbano l'animo di molti, -cau– sa e radfre è l'ignoranza della verità ». Dopo il dramma -della guerra, l'im– mauentislllo ha fatto cammino non più com.è C:.ottrina, ma come costume. L'i– dea di vivere solo per la comodità _ter– rena si fa strada ogni giorno di più nel èostume sociale. Che l'uomo viva di Dio : che Dio abbia comunicato i suoi Misteri insondabili alla natura umana e che es!la, sotto 1a guida del Dono In– creato, lo Spirito Santo, possa raggiun– gere certa intelligenza ,dei misteri - eamque fructur,sissimam - secoQdo la espressione di S. Tommaso - questo sembra cosa irrilevante. Sotto una falsa specie di umanità e di carità, il culto del comodo materiale e della sua infinita estensione sembra inva-dere il mondo, e sopratutto i catto-lici. • Non vogliamo questa volta cercare le ragioni dottrinali e storiche di questo fatto; nè <'Saminare tutti gli aspetti del • suo manifestarsi. Semmai ci importa sottoliucare che questo materialismo entra tra i c:attolici per una ragione profondn e grave: l'abitudine al dono di /Jiu. Ogni uomo porta nel suo cuore un vuoto e una ferita che è il posto di Dio. Egli può cercare mille modi per colmarla. E5sa è incancellabile, certo, perchi: t'- il ~egno della Presenza. Tutta– via in questi tentativi l'uomo può avere . mnggiorf' o minore successo: ora nes– sun rimedio migliore è più efficace per non sentire il dolore della ferita senza cedere all'esigenza totale -della presen– za dell'ln·finito è riempire quel vuoto con le parole della Fede, o, più esat– tanH'nte. con la fede tiepida. << Fossi almeno caldo o freddo, non· tiepido » ! rlic,· il Siii;nore nell'Apocalisse. Fossi carico rlell'assP-nza _di Dio. o della Pre– senza di Dio: neU'nn caso o nell'altro apresti chi .è Dio, Colui di cui infini– tamente abbondi o infinitamente man• chi, Ma, la tiepideizi,. se.m.bra ÌQS~J\ij_• E COMMENTI bile, se non nel senso in cui « nulla è impossibile a Di.o »: perchè è essa vera– mente a togliere dalla memoria uma– na il rico.rdo della morte, il senso del vuoto di ,Dio, il bisogno di inerire a Lui e rivivere mediante l'abuso -di grandi Verità ridotte a formulette. Allora poi ci si ·pl.\Ò-d·are veramente al mondo. Questa è l'ipocrisia religiosa di coloro che non sanno chi è Dio e dicono di possederLo proprio a coloro che, per esserne privi, vera·mente san– no Chi è Lui. II secolo XIX ci ha dato, nella gran– dezza del suo pensiero ateo, ma TÌ· pieno del problema di Dio, alcuni grandi contestatori di 1 Dio: pensiamo, ad esempio, a Dostoievsky. Chi non ri– cor-da la grande pagina dei Karamazov, in cui Dio viene rifiutato .in nome del– la sofferenza innocente? Chi non ricor– da, poi, da noi, il lirismo sconsolato di Leopardi e l'accusa al « brutto poter che a commi. danno impera »? Ma eh i contesta Dio, è di fronte a •Lui. La Bib– bia ci ha dato le pagine più drammati– che di contestazione a Dio nel lamento • di Giobbe: pagine che ancora non si possono leggere che con un fremito di partecipazione alla difesa -della causa umana dinanzi a Dio, fatta con tanto radicale vigore. Perchè cerchi o Signo– re. la perfezione della giustizia in chi è formato di terra! lascia l'uomo alla pace della sua terrestrità e della sua contingenza ! Solo n/el •Cristo, nel -Mistero della vo– cazione dell'uomo al Seno della Divini– tà è la vera risposta alla irraude con te– stazione ed è una risposta che passa per la distruzione e la riedificazione, per la morte e la risurrezione. Ma oggi, nqnostante tanto -sangue in– nocente sia stato così recentemente spar– so, nessuno ripete 1a contestazione di Dostoiewsky. Tutti vogliono solo· dimen– ticare: tutti vogliono una pacifica con– dizione terrestre in cui l'indigenza u– mana sia colmata dai beni materiali. E ci si alf anna a presentare il Cristiane– simo come la miglior ricetta del secofo ·il « passe par tout l> del benessere, la sicura via della materiale prosperità. Il massimo ideale ,( se tale può esser chia– mato) non è la Verità ma la socialità: 11 ciascuno il suo telev.isore ed il suo elettrodomestico. E' per queste cose non c'è nemqieno oiù biso,Q:no dell'inno a Satana, basta l'inno al Papa. II quale invece -dice: « O,!!"gi tanto ci si affatica ~ .tanta diligenza si pone nel– lo studio e nel progresso dell'umano sa– pere P la nostra epo.ca_può ben gloriar– si delle mirabili. conquiste raggiunte nella :ric~rc_ascientifica. Perchè dunque non dovrebbe usarsi uguale ìmpegnQ, anzi maggiore, per il sicuro acquisto di quel sapere che riguarda non già questa vita terrena e caduca, ma la celeste che mai verrà meno? >l Nel mondo di oggi avviene un curio– so scambiarsi -di parte. Tra i cattohci prevalgono coloro che ritengono di -doversi occupare, ·sopra o– gni altra cosa, delle cose materiali e tutto riducono a tecnica, a strumento di comodo sociale e di tranquillità cor– porale. 1Ebbene, nel mondo ci sono uo• mini che dei beni temporali, della ri– cerca spirituale della potenza e del be– nessere, e della giustizia mondana, e -della politica impura e della scienza autosufficiente sono sazi, perché Dio si è reso testimonianza nei loro cuori e ha· fatto sentire che di tanto -si innalza il cielo su la terra, di tanto si innalza la verità di Dio su quella dell'uomo: e che non vi è giustizia e pace sulla ter• ra se Dio non vi è ricercato. A questi si volge la parola del Papa. A -questi, che, secondo la parola del Vangelo vengono dall'Oriente e dall'Oc– ciclen te a-d assidersi al banchetto, di– sprezzato dai figli del Regno. Il Governo Segni e il Congresso D.C. II governo Segni, che al momen-t-o del– la sua -costituzione ·era sembrato desti– nato a una lunga vita, per l'ampiezza stessa della sua maggioranza, è ora en• trato in 11ccme a,Q:Ìtate. Non c'era dub– bio. sin cl.alla costituzione del Governo, r.he le sue fortune si sarebbero giocate inn11nzi al congresso democristiano di ottobre: non cèè dun•que da meravidiar– si che Paoertura della campagna eletto– rale i:i:ià incida in quale.be modo sulla sua figura e ,sul suo presti,Q:.io. Il -gover- 110 Serrni si trova di fatti al centr·o del dibattito conrrressuale: si tratta di un p-nvernn che la D.-C. può riconoscere •nleno hue come un /!"OVernoproprio o si tratta .al massimo di un iroverno di necessità, di 11tia soluzione immediata rlata a un nroblema immediato e che occoue rivedere non annena si siano yerifica te -concllzioni miidiori? ·E quali .•nno fmeste ·eondi7,inni migliori, le con• diz-ioni a cui la D.C. accetta di ricono• scere un Jroverno come un proprio figlio •leJrittimo? Nella lei>:isl11tura del '53, si abusò di una formula ehe l'on. De Gasperi aveva con;" to ner definire il iroverno Pella : auella di P-overno ami-co. Nel caso par• ticolare del iroverno dell'on. Pella cruel– la formula aveva un qualche siirnifica• to'. L'o11: Pell~ qi;>-q ~r~ !lta,to designato

RkJQdWJsaXNoZXIy