l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959

bi l'ordine civile dalle considerazioni tattiche· che il ti– tolo suggerisce : consideriamo cioè le tesi sostenute da La Valle di per sè. Esso suggerisce per la verità, nella ric– chezza della sua tematica, molti spun– ti. Cogliamo quelli che ci sembrano più di principio. In sostanza su un piano culturale La Valle parte dalla riaffermazione, dopo la tempesta fanfaniana, dell'esigenza del superamento dello storico steccato e '"dell'inserimento dei ·cattolici nello Stato moderno. Le considerazioni che egli adduce a fondamento della sua a,f. formazione paiono vere e ci sentirem– mo •di sottoscriverle : cioè ci sembra ve– ro affermare <cche le istituzioni mo– derne risentono di una ispirazione cri– stiana e nascondono, pur distorti ed im– pliciti, autentici valori naturali ed u– mani JJ. ·E' quindi vero che la posizione teorica e pratica verso i valori della ci– viltà moderna non può essere quella della reiezione pura e semplice e tale non fo mai quella della •Chiesa : ma non può essere nemmeno quella della pura e semplice accettazione. •ccOmnia pro– bate, quod bonum est tenete JJ. L'atteg– giamento necessario ( e questo La Val– le non nega) è un atteggiamento di di– stinzione: in sostanza si abbiano gli oc: chi aperti ai giudizi della fede· come agli insegnamenti della storia. ,E' la sto– ria che oge;i ci manifesta l'esaurimento morale e civile del grande filone nato dall'Umanesimo e giunto fino al comu– nismo: è la storia ehe ci manifesta l'e– saurirsi, sul piano 'Politico stesso, deila grande corrente ·dell'umanesimo laico, sia nella form·a politica del liberalismo sia in quella del comunismo. In ambedue i casi la tesi moderna originaria, cioè dell'armonia necessaria che la ragione poteva assicurare tra i valori della coscienza e la storia, è ve– nuta drammaticamente meno: da un lato l'improvvisa emersione del fasci– smo ha messo in luce :l'errore della ne– cessità storica del progresso indefinito della libertà: ·dall'altro lo stalinismo ha mostrato che il rovesciamento della praxis teorizzato dal marxismo può dar vita a forme di tirannia e di dispotismo fondate non sulle ragioni della storia ma semplicemente su quelle della poli– zia. La crisi politica delle formazioni laiche è alla hase delle fortune che nel dopoguerra hanno conosciuto i partiti cattolici nella forma democratico~cri– stiana. Non a caso però ,si è dato di questo avvento tutta una impostazione teorica e pratica particolare che in so– stanza conduce a rendere inspiegabili le ragioni del successo delle democrazie cristiane nel quadro istituzionale della democrazia europea. E' proprio questo che è suggerito dalle tesi dell'cc inseri– mento dei cattolici nello Stato moder– no JJ. Questa tesi trova la sua giustifica– zione sia partendo da premesse .Jiberali che ·da premesse marxiste : e nel me– desimo ed identico senso. L'avvento dei cattolici si spiega in termini liherali, sostenendo che lo Sta– to liberale. è costretto ad affrontare l'offensiva democratica., ric<rrrep.dQ a un'espressione volgare e popolarizzata di se stesso : e per questo ricorre a forze che partecipano all'ondata democrati– ca ma che più particolarmente ne espri– mono la tumultuosa acefalia : questi sono appunto i cattolici. E' la linea in cui si segnala, sulla falsariga della ccMonarchia socialista JJ, •Mario Missiro– li : è la linea su cui è stato scritto ccIl papato socialista JJ di Spadolini. Ma è la stessa tesi che il marxismo esprime nel suo linguaggio, parlando deJle mas– se •Cattoliche ·come forze di riserva del– la borghesia. In sostanza i cattolici en– trano nella storia, da 1 questi punti di vista, nel segno dell'impotenza e della mistificazione. Rimangono in questo se– gno i sostenitori cattolici della tematica dell'cc inserimento dei cattolici nello Stato moderno J>: poichè per essi tutto sta appunto nell'aggiungere allo Stato moderno. nelle forme moderne, i catto– lici : il che significa in sostanza ammet– tere la natura subordinata e accidenta– le di detto contributo alla figura dello Stato moderno. La realtà è che lo Stato morlerno è in una c6si profonda e che il problema che sta dinanzi alla politica contempo– ranea è di riedificare la figura dello Stato, della sua ispirazione ideale ,co– me delle sue componenti istituzionali: e che un ·contributo è veramente con- •forme alla Chiesa e non solo nominal– mente ,cc •cattolico JJ quando si sa inse– rire in questa tematica. ,Ritrovare, come ben ·dice il rLa Valle, un rapporto non fittizio ccnon di conciliazione e di co~– promesso J> tra etica cristiana e Stato significa ( e questo il •La Valle non sem– bra scorgere) una mutazione sostanzia– le nella concezione dei fini e dei mezzi dello iStato: solo ·questa è l'alternativa a quella cattolicizzazione delle etichet– te che ,è il più vacuo mezzo per sfog– !!ire alla sostanza del problema e che La· Valle giustamente condanna. Non possiamo, lo ripetiamo, trattare tutti i punti toccati dall'articolo. Pur– tuttavia è importante notare la via su cui La Valle pensa si possa trovare una consistente linea di governo per la D.C. Ouesta linea consisterebbe in sostanza in una ,certa forma di alta dir.ezione corporativa dell'economia: più esatta– mente in un curioso tent,itivo di cercare nelle forze economiche la chiave della mag;gioranza delle forze politiche. Il diseti;no non è nuovo e non manca di precedenti. Ne ricordiamo uno. che cer– to non dispiacerà a Raniero La Valle. nerchè risale ad Alcide De Gasperi. Nel– l'aprile '47 egli aprì la crisi che dove– va poi condurre al governo monocolore in cui sosteneva la nartecipazione al go– verno di Angelo Costa e di Giuseppe Di Vittorio. Era un modo per evitare l'opnosizione industriale e per trasferi– re la collaborazione dei •comunisti dal piano dei partiti a quello dell'ammini– strazione e dell'economia. Nella mente dell'on. De Gasperi c'era allora anche certamente un particolare giudizio di stima delle persone. Tuttavia l'on. De Gasperi stesso ri– fiutò questa. forma e foce bene e im- pag. 15 boccò la via maestra dgll'azione poli– tica. In realtà pensare ,di risolvere il problema dell'apertura a sinistra, del– l'industria privata, chiamando tutti in qualche modo a governare, è soluzione illusoria che comporta il decadimento dello Stato. Sarebbe ·certo interessante doman– darsi perc·hè il La V.alle è giunto a que– sta impasse. E del tutto falso cercare le ragioni di ,questa linea nelle frasi di stima del partito liberale. Il primo a ripugnare a una linea ·come quella che La Valle suggerisce sarebbe •certamente l'on. -Malagodi: e poichè un rilancio del PLI in termini tattici ,è in genere giu– stifi.cato dal ritorno al tripartito, si può aggiungere che vi ripugnerebbe anche l'on. Saragat. No, l'incontro ,con gli in– teressi non avviene, nel pensiero di La Valle, nella luce ·di un rilancio tattico del PLI. •Esso avviene sotto il peso del- 1 'economicismo •che è il punto termina– le non .solo del ·comunismo ma anche del liberalismo, nella loro fase di stan– chezza e di decadenza : è il tentativo di ridar vita allo Stato non attraverso le idealità civili e le istituzioni politi– che, ma attraverso una crassa adesione alla rcmate-ria JJ sociale. Nella sua adesione al « moderno JJ, La Valle è giunto ad accettarne ed e– sprimerne interamente la crisi. Ora ,questa ·è la 'conse~enza inevita– bile di qualunque posizione che non si proponga il problema del rinnovamen– to sostanziale dello Stato : di qualunque forza che aeceui in so.stanza come giu– sto l'ethos politico d1e oggi ci governa e ehe pur si proponga qualche obiettivo di governo. Ora ·questa critica fu rivol– ta parecchie volte all'on. Fanfani: e ci pare più giusta di quella, che La Valle gli formula, di clericalismo. •Ci premeva solo notare che la accet– tazione semplice e integrale che di fat– to La V11llecompie dello Stato moderno iriunge di fatto· alla dissoluzione dello Stato. E di qui che prese le mosse, agli inizi di ·questo dopoguerra, l'avvento democratico e la presenza democrati– Cil dei cattolici: è l)urtroppo qui do– ve siamo ancora tornati. Dopo il 7 Gli interrogativi più in'quietanti, ma anche i più stimolanti, dei risultati del– le elezioni siciliane, sono senza dubbio quelli posti dal successo del .partito cri– stianv sociale. Che ,cosa significa questo successo? Da ·quali settori dello schiera– mento politico tradizionale è stato de– terminato? Rappresenta un fenomeno capace di durare, oppure ha il senso transitorio del veochìo ·qualunquismo che coagulò le· forze di una opposizione nazionalista e di protesta ne] cli.ma dell'immediato dopoguerra? Non ·c'è dubbio che alle origini del fatto c'è una protesta che ·ha due punti principali di riferimento: il partito democristiano da una parte, e la fru– strazione di alcuni interessi locali d'al-

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