La Nuova Europa - anno II - n.36 - 9 settembre 1945
-- 8 distruttore a,bbia s1la.ZZatovia le lmma– g",nl. J\ quadro è vuoto. :Mancano le figure, mancano le architetture. man– ca l'uomo, manca soprattutto la co– su·uzione del quadro, fatta a lmma– g\ne e imHazione della costruzione del· l'universo. Perchè nel concetto rlna· 6Cimentale dell'universo anche .l'edlfi– c~o. anche l'albero, anche gli orna– menti nefelil del cielo erano fattt a tmmaglnc e dignità deJl'uomo e spar– tivano con lui l"onore di dare bella f0t•ma e ap;>arcnza glorio...-:.a l mondo. Dalle r:tture degli imprcsslonlstl la fi. gura dell'uomo è scomparsa. Ma è peg– gio nelle pitture di Renoir. nelle quaU l'uomo c"è ancora ma scaduto da11a sua prlnutiva maestà, spogliato della sua dignità di centro e e ragione» del· •run:vcrso, ridotto a semplice elcmen– •to di una natura ir.rn1.ionale. Figure . umane \livono nei quadri di. Renolr, ma dcll.1 vita stessa delle plante, del cielo. clC'gli oggetti, dei J)annl che le corrono. Non stanno di fronte. Non regnano nel centro del quadru. Non st a!Jcrm:ino f)('r mezzo •dello sguardo. Nelle tavole del Rcnnir delle edizioni J-ly1>érion.due terzi delle figure guar– dano di fianco o ruori del quadro. 'solo un ter7.o guarda lo spettatore. Nel mondo tolem.:iico l'uomo regnrwa ·tmpratt.utro per la potenza del suo sguardo rermo, d;nuo. sicuro. Nel tra· p~sso dal concetto tolemaico dell'uni– .verso al concetto copernicano. la fi– gura cHplnta perde la e dlgnit.1'1. dello sguardo•· L'uomo non è ptù cre:tturn di Dio. I t suo corpo è seons:icrato. Il divieto è cnduto d! notomlzzare Il cor· po umano. sezionarlo, bruciarlo. Tutte ,le derom1azioni so1~0 consentlte. E tutte le deformazioni alle quall li cor– J>O umrino è incorso da più di mt"ZZO ,;ccolo a questa parte, e non solo il corpo \emano ma g1i os~cttl, il pac• sa:;gio. tutll gli aspetti dèl mondo rtni· mato e ciel mondo tnanimato. e che Jrnnno trovato la loro suprema espres· s:onc nel bellu\smo. nel cubismo. nct– fo altre variazioni deform.ttlvc nllc c1u.11i noi stessi abbiamo dato la no• ~I rn ,~rte, non sono se non la con. 6C~uenza òell:t perdita che ha fatto il <'Prpo umano del suo car:ittcre sacro. Come tornare indietro e e pcrchè • tornrire lnctetro~ Come far rivivere quello che è morto e « perchè » farlo rivivere? E soprattutto 1>erchè consi– dcrare rc>greS&>quello che efTcttl\·a· incnie è m:ircla in a\'anll ossia pro• gresso? A~icme col consumarsi e con ~o scomparire dell'arte isp!rata dal concetto rinascimentale dcli' unlvt•rso, si ,~rdono a poco a poco .inche I mez– zi tecnici che avevano servilo quel· ~•arte e che nclb metà del secolo dc– chnosl!tlimo raggiunsero una spec.le di Joro perfezione. E' <1uello che oggi sl chianw e:. decadem..l della pittura•· Deploriamo pure qucst..1 perdita. ma rinunciamo alla speranza di veder rl· cost'.tutrsi la tecnica della bella pit· tura di un ten11,o. Ragioni ben più profon<le vietano il ricostituirsi della bella 1>ittura di un tempo. di c1uella ,::ener3imente tenuta per vera che è l'obl:o del mc-stiere. Questa spcr.rnza vive rmcora nella mente di qualche J>:ittore. ma come vive il ricordo di un so~no. E' profondamente sl.Jagllato e sopr:Hll:tto vano adoprarsl a rlcc,.. stltulre la tecnica della p:tturn 1>assa• ta: adopriamoei piuttosto a rlnnovarc la t~nic:-i drlle arti, arricchirla di mez• zl nuov:, come fu tcntnto nel prUnl anni del nostro secolo, In quel periodo cosi puro e cosi .alto che ru Il periodo · cut,fr•~tn. L'illusione che Il mondo ha ragglun– to una condizione s~b:te e un assetto ·- I.A NUOVA EUUOl'A LETTERA 'l' U·R A TEDESCA l egU - primo occhio umano affisso a un microscopio - scopre la mc-ravi– gliosa vìta delle creature monoccltu- lari. LEIBNIZ . DI COLER us Ma più in alto, In un regno che non è solo di t>ensiero. ma quasi dl rclisio• ne cl porta l'inconLro con Splnoza. il iui1go colloquio nella bottega da oc· L eibniz dl· Colerus ~ forse la più bel· la vita romanzata che Si sia pub· blicata nell'immediato anteguer– ra. Essa ba raccolto il plauso dei let– terat: e degli sc!Cnziati. e lo Heisen– berg. fisico teorico e premio Nobel, eb– be a dire a propasno di essa che non Si potevano esprimere J)lù limpidamen– te e più esattamente teorie di fisi.:a e di matematica di quanto !'avesse fatto questo romanziere. li Co!erus d'altronde è un romanz!e· re s1d aeneris. Anche in Italia 1iii. co– nosce di lui - ed ebbe gran fortuna - la sua Matematica ver tutti, e un'altra sua volgatizzazlone del calcolo infini– tesimale. Egli è Insomma uno dl quel tipi abbastanza rari - come da noi. Filippo Burzio - che uniscono in ~ l'amore per la matemaUca e le sue più o meno astratte fiHazionl, e l'amore delle lettere Ci voleva d'altronde un tipo così per far rivivere Le?bniz. ma– tematko e filosoro. Nè Leibniz fu uue– sto soltanto, ché uomo di corte e· di· plomatico, ebbe anche a occuparsi· di questioni teologiche, a trattar 1·elaz1ont con principi, a risolver casi dl coscien– za. senza contare i problemt suOi dl uomo. diviso tra ambizioni e saggezza, ascetico amore di scienza e sogni di amori quasi regali. · Vh·acemente. spesso squisitamente 11 Colerus ha saputo far rivivere per noi questo Lcibnl.7.. Il grosso volume si svolge rapido sotto gll occhi del Tet• tore. C'è tanto fascino in quei dlalo· ghi: in quei solilOQul. tn quelle lettere - molte delle quali autentiche - in· tessute di umanità, e di quale superi~ re umanità. Glacchè con tutti gU uomi· ni eminenti del suo tempo Leibniz è venuto a contatto. oro per dìScUtere. ora per fraternizzare. ora per fieramen– te contendere. Celebre. lo sappfamo, è la sua controversia con r,Jewton. a cui lo si accu.sò di aver rub.1to la prioiità della scoperta del calcolo infinitesi– male. In un vivace episod:o. imperniato su un ritardo dovuto a un incidente di· plomatico. e lnne.,;;talo su uno scrupolo momentaneo del matematico tedesco. sl ra chiaro per no! il dintto di Leibniz di ritenersi, nella grane.le scoperta. e· mulo e coevo del sommo inglese. Cosl in un altro delizioso capitolo Colerus ci ridarà la contemporanea scoperta delle proprietà della cicloide fatta da tre scienziati, in ambienti, momenU e ùa llCrsone tanto diverse che ogni epi– sodio è come una deltzlOGn novella, emergente da una pittoresca e colorita realtà e sfumantesi in un sogno di a· stratta poesia. Grave. arguta. Ispirata a una diafet– tica contingente ad un tempo ed eter– na è la controvcrsln tr:1 t1 filosofo del la Teodicea e un teologo cattolico. che Leibnlz provoca nella speranza di venire a una conctllazlone. Anche que· sto episodio. che sappiamo conispon– dcnte a reahà. sotto l'abilissima penna del Colerus, assume una sua umanitit rispecchia nella scena privata 1:ttrage· dia religiosa di tante cooclenze e dl in. tere nazioni. e con(erisce ai du~ inter• locutori tanto spicco di vtb - Si pcn• sa ai ritratti dl un Holbein li giova· ne. tra reloquenza del piccoli oggeUi. diplntl con allucinante esattC'ZZa. o il- ~r~:~~:a ~~: t;L !f:~~e e!t:C~~:i.d:~~ lumtnaU da una finestra aperta su un cialmente la pagina lndimCnticabile do– lembo dl paesaggio germanico - da ve Leibniz riceve l'Etica dalle manl cosmulre uno dei più bei capitoll di di Spinoza morente. romam:o d'oggi e d1 allora. Cos) tutti i -problemi sociali e reli- Amlco del Magliabechi. del Magalot- giosi. filosofici e politici si ,riflettono in u, membro corrispondente di itallane questo bel libro. che non è ma.i -arido. accademie. nella vita di LeibniZ U ca- perchè a ogni questione ll Coleru.s ha. pito\o sull'Italia non poteva mancare. saputo restituire H suo fascino. rltuf• SI s,·olge in una villa non lontana da randola nella vita da cul è sorta. Roma. in quel cHnia di dotti e di arU· Nella valanga dei libri. dl cui tanti su. di poeti e di scienziati. che di. tutti mediocri. tradotti negli ulttmt Anni. la I tempi fu caro agli uomini del nòrd, vita romanzata di Leibniz nttende an· in cui Plil tard.l Winckelmann come còra chi la volga in italiano e la pub· Goethe trovarono - nè mal riuscl loro bltchi. Non so se Vi racclan maggior di trovarlo altrove - l'j:ppagamcnto ostacolo la mole del libro O ·1a sua na– del loro più bei sognt e delle loro J>1ù tura. data la diffidenza dei nosui edi• profonde aspirazioni. Pieno di saggc-z· tori per il lettore ltallano, ptù 'amante za e di poesla sl svolge il collOQulo di frivolezze. 0 , se mal, d1 snobiSmi tra Il dotto tcde'"'.,co e gli eclettici spt- che di una lettura sostanziosa ratta di ~~tt~ 1 e:;:~~~n:tie m~~ ~~efì18fu~ ~~l~~o e di scienza. sia pure volga. fascino di nobile terra di antica ci,il· C'~ da sperare che tn questo ritorno tà, e la naturn sorrtde di tutti i suO\ a vita dell'Italia. maturandosi anche sorrlst nella stagione che I l::i.Unl - la serietà e ta coltura. quest'opera. che lnnamoratl di realtà. e. più che delle ebbe gtà pitJ. Yerstoni. sta tradotta an– vaghe promesse, dei frutti concreti - che da nol. togliendo alla piccola schie– chtamavano per antonomasia la stag-io- ra degli Iniziati e mettendo alla pm-ta· ne~J:uJ~;t'·ultim.l capttoli. e del più ta di chi lo r.ecrchl il f\!osoro clcll'ot– st;raordinarl, è l'incontro d~Leibniz C(?U i~m:~o,p~: :o}~;,,~~ tr(~~~- ~~ra:c :!eT' j~grad~~\:~~ ~~cti~n:! ~r:i~~ , gliore dei mondi•· storia e della fantasia. Dall'Olanda, do- BARBARA Alil.,ASON ve vi\•endo da operaio e da calafato 10 zar già patente ha api>reso l'at\.e per ------------– cui potrà dotare la santa Russia di una flotta che gli aprirà la conquista det mar Nero, Pietro è passato ln Gcrma· nia, all::i. corte di Pomerania; il egli ha espresso li de9i.cferiodi cono.scere Leib• nlz e di intrattenersi con lui; li filosofo accetta !"invito. Ma stanco di ossequi e di cortlgfanerte, · Pietro lo cogiterà di sorprcsn in una sala di as~tto, e lo il\· tervisterà, sp:iccian<loSiper uno del se– guito. Tullo d'altronde - !"abito rozzo. la caplgl!atura incotta. i modi volgati - tolgono al filosofo-gentiluomo fino il sospeUo di t.rova~i in presenza ddl po– tente ear, del vincitore di "Carlo XII di Svezia. di colui che. dai pantani del· la Neva ha saputo far sorgere una clt· là di palazzi e che ha esteso la sua po· tcnza dli BaUtco alla palude Meotide– Anche a lui. d'altronde. Leibniz, pro– tetto dall'amicizia: di tutti i sov!'.101 d'Europa e loro consigiiere ed amico. direbbe Il suo pensiero. che è un pen– siero ero.smlco. senza punte e senza Ca· naUsml. l\ta s'intende che cosl, sotto 1a protezione dell'1ncognito. il dialogo si svolga anche più ardito e libero, e 11 russo nesca a conoscere senza maschc· re l'opinione del tedesco intorno alla sua opera e aUe sue rHonne, e anche a misurare !'abisso che il riv:ile di Newton ~orge tra la ch 1 iltà O..."'Cidcm• tale e la U:irbarie n1<r.:,eovita. tra Vien· na. Parigi. le libere città onse.itiche. e Il paese dove li dcspotismo non ha freni e \"assoggettamento non ha limiti. A darci un delizioso quadro di l'ila fiamminga. servirà l'incontro tra Leib· niz e il grande naturalista van Loc– wenhock, sco\-:ito nella sua casetta tra i tulipani. dove. in mezzo alìa sua fa, miglluola. cztl vive una vita patrlnr– cale. mentre lil pioggerella della gior– nata autunnale ricolma le boUi. in cui " UNIVERSITY OF TASMANIA,, L A sala della biblioteca t grande, ma tetra. L'imtca cosa che con• /orta l'occhio t. attraverso la Jtne· stra aperta, la visUmc di qiiell'autss-1.-mo muro rivestito d'edera. che sta te\ tn· contro. 1A luce del sole balle sulla fit· ta rivestitura di foglie: Je Ja .sembrare verde carne trasvarcntc che su .. ssulla ak rlcordo di Imitane foreste. 0911t tanto un brivido di 1:ento percorre dal basso in allo la massa verti.cale delle foulie: e ('occhio i•accom.paona,salendo su con eisO fiM aU.-azzurro del c;e10. lassù in alto. NeUo scorrere le pagine d'una rivi• sta inotese, m'i11ibatlo 1n. mi articolo di critl~a testuale riguardo a 1m passo dt S1:1etonio.Sto ver passar oltre, quando lo sguardo 1ni si posa suUa dicitura che è stampata in fondo a sinistra, accan· to al -nome in ·mai1..scolodell'autore: e University o/ Tasman!a ». Quel nome lontano mi col.pisce e mi fa indugiare: non sapevo eh.e a fic,bart ci fosse un.a univers!td. ~;~~,;;i1~icn ~e.ri ~~~l~~/r~~h~ I""========================== Varit pe,1sieri mi vcn!1ono aa incro• clarsì neua mente. Tasm.(m era un av• venturiero <>lanàesedel diclasseuesimo sec<>lo, credo, Ma ora la Ta&mmiia - clic dev'essere grande t>ressappoco qmmto la Sicilia - ha ferrovie ed. ~ la ville!19iatura àei ricchi austraUaiii. Ve– do i piro;;cafi che p(Jrtono dal golfo di. Melbourne, con a bordo motte persone -vestite d'un bel blari.co fresco. into1ta· to alla brezza oceanica che riempie n cuore. E vedo avvicinarsi lentamente la Tasmania. con un ora1?de011eJlo di spume verdazziirre attorno - e 1 suoi monti alti pift. di mille metri, sulle vet– te del quali q.ua {che nuvola candida s't impÌ{)liota . . -la preparano e la giustific-ano. dà t momenu pili alti e feUc: dcli,, storia dell'umanità: li tempo greco, il secolo ~~~.~~~';; !~t~~:~~n;g"~~i~i:i 0 1W1~ s;one st forma «naturalmente,._ Qual· che volta essa è creata « artifklalmen– tc "· f..'afTcrmazione pii1 Insistente dei regimi totalitari è che essi danno la condlz':one migHore di vita e sopr:ll• t;,,uo UM condizione e stabile• e un .-~•tto e definiti.vo •· In qucst:t :lfTer· m;izione è contenuta l'ambizione di sottrarsi alla legge dCt tcmf)O, àllo ·scorrere de-I tempo, al e pessimismo• del tempo; in contrapposto allo stato di democrazia che è ti riflesso « Poli– tico• e «sociale• della legge del tem· po e del suo pessimismo. I regi.mi to· talitm•i non sono se non una var.ante tutta tc•rrcna della teocrazia, e gll sta• li totalitari promettono di dare tanto stabile benessere agli uomini. qunnto dfcev,ino di òame le teocrazie. Negli stati totalitari l'arte deve esprimere la r3gg!'nnta condizione stabile del mondo e illustrarne rassetto definiUvo. Qnef'ta la ragione ~ J)l"ofonda• dell'ar– te voluta dai governi totaM:tarl. Arte che Illustra una condizione stabile e wrfetta. Le altre ragioni. come di riu• 8'_'in· ,::rodila e facilluente comprenst– btl(• al 1>01,010 sono rag~oni secondarie, e come tutte le ragioni a fine pratico 8ono ragioni superficiali. Un'arte dif• ficile da capire e che impone dlrfìcoltà da su1wrnre sarebbe molto p~ù nel ca• rattere dei regimi autorttarl, cosl a– manti del e clima duro» e del e vivere pe.ricolosamente ». Perchè tanta durez· za nelle altre atlivi.tà della vita e tan– ta mollezza in Vece, tanta e condiscen– denza» nelle arti? L'Idea che la poe– sia da Baudelalre in poi, la pittura da Cézanne il:n poi esprimono con tanta e stu1>ida • sincerità il panta Tei os– sia i I pessimismo della vita, solo que· sta idea spiega l'avveraone e 1wogram– mauca » che i governi total:tarl hanno J>er questa arte che loro chiamano borcbesc. e che Uorghcse non è perchè è pe,ssimista, e spiegano allrc.'il il bl– f~gno che i regimi totalitari harJio di un'arte ottimlsta, che Ulu,stri quella condizione stabile e definitiva· che è H punto fondamentale del loro pro– gramma, la finzione più brlllante della loro ideologi.i; ossia la v.l.t.a non come veramente è, ma come 1 teorici dei regimi totalitari dicono che sia. Che manca a quest'at'te otUmist-a per es– Sf>re perfetta e accetta a tutti? Solo questo, che essa non son1igl~a ufTaHo alla vera condizione della Vita. Pan– ta rei. Resta a dire questo. L'ar(e ha il fine. come 10 stesso p,(1 volt~ ho ripetuto. di dare all'uomo qu<:llo e~ all'uomo naturalmente ma3,:a e !é::t vita gli nega, restituh"g11 QU·?ho eh:~ egli ha perduto, attuare le- sue spe– ranze. rendere st.)bile qu~H:> che ~\ transitorio, immortale quello cha è cad}tCO-Ma questo è ll fine e.supremo, dcil'~rte. Questo è U fine dl un'arte e suprema», di un'arte tutta quanta tr,,srcrHa su un 1>ianosupe1•iorc, ln un cllr,10 perfettamente lirico, Le qu:-i~i condizioni non ml consta che siano contemplate dal reggitori dc-I rcgtml totalitari: e nemmeno a dir la verità da quelli de: regimi democratici. ALBERTO SAVIT\'IO "IL NUOVO RISORGIMENTO,, So bene che morir6 senz'aver veduto la Tasmania; epptt.re Qto ·!f'O m'accora. l'pco i,uporterebbe esser limitati nel. tcm,po - come slamo, - se almeno fossimo meno 1-imiloti nello s1>a:io. Par- rà forse snobismo: ma persino que– st'acqua che bevo qul dà amti, cosl chiara fresca e dolce che berla mi scm· bra Of.llli volta un'emozione lirica - questa medesima acqua m.i ubriaC"he· rebbe addirittura. se la sco1>rissi · e I.a Somm:irlo del num~ro dopplo di ago- 91 t~:::f 1 ,~0!1~f· ritorna sulla dicitura Mto (Bllrl): Vlnc~nzo VnlcnJe. LrJ destra ai bivio: ~~n~~~;:::ia~! fs; 1 ~~l~ - e tf 1 ~e:::, :~~c~,::;es~fia E~~~":f: ~l fi:~;ia,~;~; d'un tratto che non esiste una cullcira dorsale: Mario ~i-li-ngutt. Privozione di tedesca e una cul,tura francese, ·u.na dirlttl potltlcl e mw,re di 1icurcz:a per cultura 9iatla cd una bianca: la cultiira I- fa.sciiti; Vincenzo M &zz.oi , L'unitd ew è u,,a sola. Essa t l'uni~o mezzo per ropea; Vittoria O., /J(J. scuoJa dell'uomo: dominare - quant'è 11ossU1lle - t{ tem– Antonio Luc.1relll, Il pr_oblt:ma ttrrf~ro po. Là dove gtt Ql)VtnturJerl Olàndest g;~c/'~~~:t~~~~r;:1,w;:::;; 1 e ;~~~, 0 ~~~- e i ptr~ti di Da':"pier facevano le loro tera aperta del ciltadlnJJ Sctttmbrln'f; scorrerle', O!J~!s, teqoe Sveto11to. Vittorio G.ibrlc-11, Il ,nqvimcnto flberatao-1 NQn M :Pm sentito cosl U111tcma la clalllto e, R<nna; Documenti (letter, di Tasmania. ~r;- 8 :::i~!~io~~1;e:~ : .a1;0 c.6. ~~i~~~~~.}i ae ! :~J;i~n::~e:taua spermi~« di ve· Fiore, l'ostiUc; RDJJsegi1.1; Tc-stlmonl:mze, L tu.
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