La Nuova Europa - anno II - n.17 - 29 aprile 1945

LANUOMEUROPA SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA ! 'ANNO li - NUl'i·IERO 17 ♦ ROMA - 29 APRILE 1945 ♦ IN QUESTO NUMERO: LUIG( SALVATORELLI: SAN P R .-4. N. ALBERTO:\lORAVIA: CI .V E !,f A p. 6_ mlnort: plb particolarmente. del p3esl DA.'ffE ALDERIGHI: ~! u s I e A . p. G europ i non appartenenti alla costella• zione del Btu Three. U:\1BERTOSABA: TE R Z E S CO R · La prima necessità - non s'insisterà Cl~CO E NOI .• p. l SYLVIA SPRIGGE: LA at ARI N A ITALI A NA.- COB EL LI GE RAN. ZA IN 0 ,.ATTO. . • • , p. l C 1 A T O 1 E • • • • • • • · p. 7 mai abbastanza su questo punto fon– FRAr-=-CESCO FLORA: I L J B :e I p. 8 <lamentale - è che le tre potenze mon• BARBARA ALLASON: CARO SS .1 diall continuino a collaborare. Ma un A U T OBI OG RA 1'' l CO. • P. 8 ;i1~~1~tgtfg~w:;~~~!f ~~t:\i~e:~ ~~i •••: LA SE7 Tlil !A.VA . , • p. 2 ARTURO CARLO JEMOLO: L'AUTO- NOMIA REGIONA 0 LE. p, 3 M. VINCJOUERRA: UMI L T A' p. 4 GUIDO DE RUCCIERO: TE CN 1CA BASILIO CIALDEA: L'U.R.S.S. IN 9 fOLITICA · p. 9 EST!lEMO ORIENTE • • p, 4 VITTORIO GABRIELI: STORIA DEL NE W DE A L. • p. 10 WOLF GIUSTI: IL • CAMPO DI PIETRO PANCRAZI: CO.VSTANT AN.VIENTAAIENTO • DI LU- COME A10RALISTA •• p. 5 BLINO • ••••• , •• p.11 S A L U T O tende - oltre oont trlste.:za e difficol– tà presente - mi l!iminoso avvenire. . L'Italia si batte; e la sua battaolia non è (come a taluni, a troppi piacerebbe) A L L , J TA L J À pura reazione istintiva all'invasione e all'oppressione; t sforzo cosciente di un popolo che lta preso in mano il suo S ALUTIAMO l'Italia viva, l'Italia destino abbandonato e t7:ad.1toda c<>– vera, l'Italia eterna. quella che. loro c.he ne avevano m debito la per la mente e il braccio dei pa- custodia - e che ooot, con bassi trloli, dopo avere affrontato per lun- intrighi e oscure complicità, si adope• oht mest le torture· e oli a.ssasslnli fa• rano a rimetterci sopra le mant come scio11azisti, dopo avere, con tnstanca• a loro bottino. Lotta militare e lotta bile impavida opera qu~tidia,ia, assil• politica fan.no tutt'uno; e invano si ten- ~!!~a:! '~~':~~ 1 f;,te;glz~ 1 :ft~~:f 0 ;:nal~: te~ebbe - si ten~erd - di sfruttare la luce del sole per le vie e le piazze del- prima per impedire la sec~nda. La cac– te cittd !talfane, attaccando di fronte ciata del t~desco a furia d, popolo .non e in mas,a, in aperta battaglia, appena ~ che il primo atto dt una azione di cui ce ne sia una possìbilitd; qua,ido l'av- il secondo sani il ~co,iolunoimento ra– versarlo i ancora in armi. aoouer: pldo e totale dell Italia del nord con rito e ostinato, e te forze alleate que~la d~l ~et1,troe del sud ~ sarebbe I di liberazione sono ancora lontane. follia ~m!nale pensare altrimenti - L'Italia si batte. e ricaccia ìn oola aolf e ch_es, _ch1uderdcon lo st~biUmento in 1tolidi detrattori calunnie antiche bla• Italia di una aiitentlca. libera, nuova, sclcate ancora oggi. L'Italia sl batte, integrale democrazia. r,erchb b viva e 0iovane, e sa che L'at, LA NUOVA EUROPA paesi s·intendano ti ptù PoSSibllecirca i loro Interessi comuni. Nessuna tdea dl blocco - non meno lrreallzzablle che de1>recablle- det paesi minori di fronte alle tre potenze; nessun calcolo _ bestiale e criminale - su dissensi delle tre J>Otenzesboccantl in conflitto. Bensl collaborazione con le tre potenze per appianare le vie d~lla organizza• zlone Internazionale. temperando l dis– sidi fra I popoll mlnort. preparandonl! le ragtonevolt soluzioni, promo\·endo le Intese positive fra di loro. La storta d'Euro1>a d.il 1870 in poi. e particolar• mente quella dal 1918 In poi. mostra. anche a un primo frettoloso esame. co• me e quanto 1dissidi fra I popoli minori abbiano reso più dl!ficlle la coopera• ztone fra le potenze maggiori, e anzi stimolato i contrasti fra esse. Ora, ouesto appianamento del con– trasti e ouest.i positiva collaborazione rrn t popott mlnort europei possono oggi esser promossi con particolare er– ftcacla dall'Italta. Alla Francia. unica potenza europea tn grado di far va•ere innanzi al Biy Th ree. sul piano della po· nuca u!fictatc. glt lnte.resst fondamen– tall europei. questa opera più modesta di paclflcazlone e di avvicinamento tra t popoll europel non solo non 1>uòriu– scire inor,portuna. ma sarà di sgrav10 e dl aiuto. S'intende che anche a tale opera contribuirà la Francia. e anzi tn funzione primaria. Ma è chiaro chE" non potrà compierla da sola. e avrà bisogno del concorso di tutti: lnna'lzl agli altri. dell'tt.alla. E ciò non solo perchè l'Italia - nonostante tutte le sue sci •t:'ure - è manifestamente ouef• la che \•!'Me prima In Europa dopo la Francia :;tess1; ma perchè l'Italia è particolarmente agevolata in tale fun– zione dalla sua posizione centrate geo- ==========================" ~t1~fto.eL~1t1f~ 1 Yn~!lft;gn d~~ 1 d1:~eh5fi SAN FRANCISCO E NOI L 'ESCLUSIONE da San Francisco è Unite» sia identica a queHa del 1943. stata sentita in Italia come una Della strada se ne è ratta; e se ci sem· offesa e come un'lngtustizla, In bra talvolta n contrarlo, ciò dipende, quanto all'offesa, sarebbe bene che noi più ancora che dalla effettlva brevità cl spogliassimo di una certa ombrosltà. .\el percorso compluto, dalln lunghezza di una certa suscettibilità eccessiva per del totale che bisogna percorrere. cui trasformiamo troppo facilmente tn Non insistiamo dunque - una volta efatto personale ogni decisione po11.rivendicato u nostro buon dlritto - ttca altrui non rispondente al nostri - nelle recrimlnazlonl. e guardtamocl dal sia pure del tutto legittimi - desideri. piagnucolamenti. E non consideriamo li mondo della Politica (e tanto più come un danno trrcparablle ciò che è della Politica di guerra) è fatto d'inte• poco più di un tncldente spiacevole. Se ressi contrastanti e di forze in con· ritenessimo che dalla conferenza dl flltlo. Che l'Italia• dopo essere stata In· San Francisco uscirà un assetto definl• guerra per più anni con le Tre potenze tivo per la futura organlzzaztone man– e con le aU:re loro alleate, oggi trovi diate. noi non guarderemmo con tanta J>lù cli un lnt(!resse ln contrasto con t serenità all'esclusione dell'Italia. Ma suol. è naturale: che. essendo stata San Francisco ~ un princl1>io.non una sconfitta e avendo dovuto capitolare. Il fine. Se davvero si vorrà una organtz– gloco delle forze spesso si svolga non zazione Internazionale vitale, occorrerà .1 suo favore, è inevltablle. Facciamo pure che glt esclusi di oggt vi sltmo del nostro ml'glio perchò ciò avven~a Il ammessi. Non è solo l"Italia ruorl della meno possibile: ma non cl scoraggiamo porta; ci sono campioni Incensurati al ))rimo scacco. nè ci adonttamo al prl• della più autentica democrazia come la mo rifiuto. tanto pitl che scor:iggta- Svizzera e la Svezia. e et rimangono menti e risentimenti non mlgllorereb· tranquilll- Il loro esempio è Istruttivo bero In nulla la nostra posizione. e Incoraggiante. Noi dobbiamo sempre rerchò noi fossimo tnter.,enuti a San \"edere la nostra giusta causa non co– Franclsco. occorreva che fossimo pre: me rivendicazione singolare. ma come cedentcmente accolti fra le ccNazioni elemento di un complesso più vasto. di Unite»: che la « cobelligeranza II fo5,;seuna solidarietà tnternaztonafe. trasformata In vera e propria « ri1lean• All'azione ufficiale del nostro gover• 7,a •: In altre parole, che fosse total• 110 spetta tutelare 1nostri interessi spe– mcnte cancellato li nostro carattere di clficl. inquadrandoli in una imposta• nazione ex•nemica e vinta. Che nol ztone generale di politica lnternazto: avessimo buone ragioni. validi tltolt nale rispondente alle necessità mon• per domandare tutto questo. nessun dlali. e parucolarmcnte europee. Alla dubbio: ma è altrettanto certo che a nostra opinione pubblica tocca un com• più d'uno dei nostri ex.nemici e vin- pilo diverso e più ampio, preliminare cuori. tra l minori. ·e anche tra i mag. e conclusivo al tempo stesso dell'opera glori. questo non faceva comodo; men• governativa: quello di rendersi conto tre chi sarebbe stato disposto a con• di questa stessa Impostazione generate acnl\rc doveva contemperare la buom.1 e di contribuire a farla comprendere. diSJ)OS\zlone per nol con altri calcoli e a renderla popa\are prcsc;o l'opinione altri rit:uardi. La bilancia finora non 1>ubbllcadegli altrt paesi. E non solo ha tr:11>0Ccato dalla parte nostra; ma dei tre paesi dominanti, sebbene que• ~~riu6 11 ~if~a ctt?~i~h~ ~te ~!f;ae p~~~; ~~\ s(~t~;i~~Jl~o t'~~~u~~:i;tnnz~e. ~ ~r~: zlonc odierna di fronte alle « Nazioni che, e diremmo soprattutto, del 1>uesl , dere rimaneggiamenti e vantagi:I terrl– totiall. o posizioni specla\l. Essa per la sua ricostruzione economica non do. manda che 11minimo necessario dt con– corso alleato: per la sua riorganizza• zlonc Polltica ha bisogno solo che non le si pangano Intralci dal di fuori; e al di là di questo domanda solo il giusto rispetto dell'itallanttà al suo confine orientale (unico per cui ci sia una con• testazione). e un eouo trattamento me• diterraneo-cotonfale: cloè un tratt.t· mento nOn discriminatorio. Non avendo da chiedere tncrementl e vant.;1ggia nes• suno. tt popolo Italiano può. in purità di cuore e ln libertà di mosse. promuo– vere conciltazionl ed intese fra gli al– tri popoll europei. Pub promuoverle tanto meglio tn ouanto i'imJ)Ossibllltà materiale di Imposizioni da sua parte esclude ogni sospetto o suscettlbllttà altrui. Evldenten1ente, ouest'opera ttaltana - ta quale, rlpeuamo. prima e più che del nostro governo, deve essere dell'o• plnlone 1>ubJ.illca - non può essere una attività puramente empirica. una sem– plice P.Rrogltn1,lone di compromessi caso per caso, Essa deve essere tnrormata a uno spirito superiore unitario; de\'e es• sere gulfata dal grandi principi di giu– stizia e di collaborazione internazio– nale che hanno trovate nella Carta A· tlantlca la prima formulazione Inter• nazionale; deve mirare a promuovere, attraverso t casi singoli. l'cllmlna• z-ianedel veleno nazionalistico. 11supe• ramento di quel principio di assoluta sovranità nazionatstatale che è la gran– de pietra d'Inciampo detta ricostruzione postbellica, li grande pericolo di una nuova corsn alla guerra. Per far tutto questo ncn occorr~ forza materiale: meglio, anzt - \'abbta, mo già detto - non far paura a nessu· no. Occorre Invece una autorità mo– rale. E questa l'Italia Potrà acquistarla J>lenamcntc solo quando apparirà chia• ro agli occhi del mondo il suo rlsorgl– mento politico. Ellmtnazione completa del residui fascisti; vittoriosa l'esistenza contro Il pericolo reazionario, o neofa– scista: solidarietà programmatica e fat• tiva delle forze democratiche. La poli• tlca Interna condiziona in qut>sto caso nettamente la politica internazionale. LVIGL SAJ,\'A'l'OICBl,Ll 8P.1$01Zf0HlC IN ABBON. l'OSTAfa• UNA COPIA LIRE 10 MARINA ITALIANA Cobelliger~~~Aspo in atto_ ; .\··~~ I L principale contributo allo sforzo beutco alleato finora dato dalla Ma– rina italiana non comprende, natu– ralmente, 01>erazionlofTen~lvedi gran- de portata. Le 01>eraztonl per l'lnva: stone della Francia meridionale cosl come quelle effettuate ln Grecla e in Jugoslavia non pote\'ano, per ovvie ra: glonl, impegnare unità Italiane. Il com: plto 1>rincipa!e delle navi italiane è quello cli scortare convogli e trasportar re truppe nel Mediterraneo. Finora sono state scortate 1>\ùdi 3000 navi a_I, leate e circa 400.000uomini sono stati tras1>0rtatl con 1>ochlsslme perdite. Questi\ servizi hanno ra1mrescntato per noi un notevole ausilio in un momen- to In cui operazioni anfibie stavano svolgendosi in tutto li mondo. Ma t servizi J)lù importanti e veramente più apprezzati sono stati resi dal Genio na– vale e dagli arsenali Italiani. Le navi vengono riparate talvolta a tempo dl •\. primato negli arsenall dell'ltalta meri• il dionale, dove più di 2000 navi alleate e cobelligerantt sono state messe In condizione di riprendere il mare. In uno degli arsenali da me visitati, una nave da trasparto italiana. di cui vi era urgente bisogno per le operazioni In Francia. ora entrata In canliere con una (alla lunga 48 metri. li nQ&LroGe• nto navale catcolb che la riparazione avrebbe richiesto trenta giorni di la. 1 voro: Invece fu compiuta In nove gtor.1 nl. e la falla fu cosl ben riparata che I nostri esperti ebbero parole di alta lode per l'opera compiuta. In un altro porto una nave•a{>f)Oggio aerel Italiana è stata corwcrllta in una naVe officina. dove t genlerl navali 1tai Han! ed inglesi lavorano e vivono tn 1 1;\eme Su ognt ponte le cabine da un lato sono per gli inglesi e dall'altro pc,r gli Italiani. Ca1>italIn Questo por• to Il gicrno che i due equipaggi, In• glese ed italiano. terminavano un an• Ili) di servizio ln comune sulla nave. L'e\·ento fu celebrato a bordo, ed an– ch'io vi par tf'cipal. Molli del nost.i uo– mini parla•1ano italiano e molli italia: nl parlavano inglese, e al btindlsl [u espressa la comune Sf)eranza che la nave PoSSa tornare presto a Venezia, suo J>Ortod'orìgine. In un altro arse; nate due baclnl galleggianu 1>erri1>a: rare cacciatori>edlniere sono stati re: centcmente costruiti da operai Italiani con materiale inglese• Ho asslsttto al varo del secondo. Dopo la cerimonia, compiuta alla presenza di un ammira, gllo Inglese e di uno italiano. cl· fu una breve ma cordiale celebrazlone·uf– ftciale, cui parteciparono gli ufficiali ltallanl del!' arsenale e gli ufficiali nostri. I mas e le motosiluranti della Regia Marina hanno, dall' 8 settembre. reso segnalali servigi, portando a compi• mento missioni speciali e pericolose. Ci sono stati morti e feriti fra gli equi– paggi italiani. Il comandante italiano di una di queste Imbarcazioni, che ha partecipato a circa un terzo delle mis– sioni, disse che durante questi viaggi la collaborazione con gll inglesi era molto stretta, aggiungendo: eQuanto più ci si avvicina alla guerr3, t"L meglio lavoriamo insieme•· Il Gento navate ha 1mre fatto u \'Oro estremamente utile sgombrando grandi parli, come NaJ)Oli e Livorno, che erano stati ostl'uitl dai tedeschi. consentendo in tal modo ai 1iforntmen– tl di arrivare alle tru1>1>e a tempo di primato. Alcune settimane fa 11Luogotenen= te del Regno andò a Taranto per di• stribuire le medaglie d'oro per azioni di valore compiute prima dell'armlsW zio. L'accoglienza che ricevette fu mol• to cordiale, giacchè la monarchia è te– nuta In gran conto nella Marina ila• liana. Come a tutte le marine, anche a quella Italiana è stato inculcato il principio di astenersi dalla politica, Il che poi significa astenersi da tutto ciò che accade fuori della nave. Se Roma non ha mai perdonato al re di aver ab– bandonato la capitale al rlgort di una occupazione tedesca durata nove mesi, la Marina italiana. quando tornb ncl– l'Italit• meridionale da Malta, vi t.rovb Il suo re che l'aspettava. Se li ·esto dcli' Italia vede nella monarchia uno

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