La Nuova Europa - anno I - n.3 - 24 dicembre 1944

r /[ ' LA NUOVA EUROPA. --------,---------7 -- .. P O e O alla giovinezza. Perchè possa r~sistère al. clima· più asciutto dell'età matura ~anca a q9ella bellezza la possibilit,; d1 affo~dare le radici entro un terr~no _. DI BUONO che nascond~ .nel buio delle sue viscc• Sere ricondott li d . · d Il , ' re un'acqua non scintillante m::iperen- L 4- data. che segnò l'inizio del suo · e a a con 1z1one e a 1 · più profondo e meno felice amo• musica. Efficace per capire l'unità delle . ~ede1!•j~~-;~~~ol~~is1~eii~~~r~:1,~l~ripe!:: re, quello -per Matilde Vf.sconti· artk e ,l'intimità di ogni -arte, ha poi g~ D I Enrico Moi9.no, ho soprattutto I ni, U 4 marzo 1818, sembrava a Sten· nerato una serùe di equivoci form~li. due ricordi; il primo.è.di un tem• :::1~fri1ev~f~ut~\-c:n~1anJ:u:op;.~U~f~~it:i tihal 11 « prinoipio di urm grande ff'ase Essa è valida alla ste ssa Slregua delle Po molto lontano: di quando. do· della vita. E' con ciò da condannarsi'? musicale». Il numero del giorn9, il no- molte altre che Si possono coniate sulla Po l'altra guerra, éd. io ero ancora un Appartiene con ciò a una umaiiità in– me del mese, la oifra dell'anno; gli riem· sua falsariga. Ad esem1>lo:che tutte le ragazzo timido e scontroso, Io Jncon· fèriore? Da un punto di vista astratto, pivano l'an,;mo <M immagini sentimenti. ~ti', devonf essere riconilotte. alla con- tra\.toal mare in tempo di villeggiatura, s.-irebbe difficile giùdicare; come nel• ricordi. pene.eri, che insieme compone• ·zione de la ix:i:esiaO dell'arch·itettura contornato dalla sua famiglia e da u·na l'ordine della natura; sarebbe difficile vpaennoe ldl ,Pamreolu,.dp1oe,adlulateb. llllassuuoonc1mtaadreosllae, ~s~;f~_ f!t~~~i·s~~f~~f!!~.~o~~~edr~vig~tribù di altri ragazzi e ragazze turbo- dire se è più cara a Dio l'effimera far- di lenti. :Masino era il centro vitale di falla o la tartaruga lQngeva. Si potreb· 1}~a~oc~i~0 f: 1~~~~ 1~;fle~~o;:~~ p1~~i: r:~ 0 l~~~mn~a~~~-pr;1~~~~ :~~Y~f:ea~ quella piccola tribù anch'essa stupen: be dire che vi sono in natura e tarta· E, come romanziere. le metteva in boe· uso d, metafora. . . damente vitaìe. Aggrediva ora questo ~~i\1i~{ if1~f a\~~aenfhi ~~~~fà• ~~~~~~ ca ai. personaggi. Chi voglia a::;coltarela .Leggere Petrarc? o Leoparch. come ~:~a iq~~!! 1~ 0~ 1 i: 1~~vct;;~~n~rfig,trz0 ~~n~~ che tengo_nopiù della tartaruga e altri r~~a~; 0 ° 1;1~rafa~;~ed!n~~ 0el~t'.e~hd~a\1, ~o.~~-sf~~{!~n~t~s~~a~~} u~~as~;~~.:~!~~: di provocare reazioni e baruffe. Aglv<l ~I) .e.te ~l~ono più della farfalla; e che può rileggere come Giu]jl.ano si. accende ria sçoperta critica òa scapitarne De e Si compiaceva di agire scatenando ~at~r!W,~·ss~r~'lt~~~~~i~;a,e 11;;~: ~:~r di Matilde. come Clelia tocca Fabrizio Sanc~1s,secondo qua~che entusiasta SO· .forze elementari, essendo una forza deri di farfalle, o dall'essere farfalla e ed .è toccata. .. s~lene, ma un semplice tropo~. Purcltè ~!~1~11~~1~~~in~uict~~~-d~~=~,~~s••· mae,,pha~· aver desideri di tartaruga. Ma· b.ista «Ah! qu'elle m'a,:,,mehuit jours, huit 5-!- pre_su!?pçmgache 1:eggereuno spar· con questa digressione e torniamo a 1~~r:n~~~ 1 j~~~n:no-;-ri~~~~sa~llig~ir~a»~ ~~gni~ 1 t~~ 1 \f~o~1~~e~~r:1e;~~~~11:~~u ~eb-~~·~~i\i~~;~i~lc5;~~Iiz~:i~!gr~~i·e; p'p~fidI'1t~~~o st~ al. tiPo dcll'italia· « Le huitième jour de la prison de Fa• I? i pensirr1 d~ qu:1 suo~!.esp~~ssi.l Y\ n<~~~il;~~!~0~~~1ilia~ tempi r~en;l. la~s~e~a~!~i~e~t;n s~ette~~~~ar"(i1 ~ ~~~;--~~ 1 .E:eut un bien t:a nd suj~t de ~~;~r alfa·r;ur~a ~~~~cal:tàce~i~c~fa ti ~Iasino era già vecchio, e dopo di allo- ragone è un po' tròppo forte e mi ·rin· Sono <iue tra i p;.ù muSl!caliInnainoi ·cc.,ndurre alla pura fi~ica._Squ"isitamen· ra- non dovevo rivederlo più.. Era un crescerebbe se .ocandal-izzasse) sta a ramenti del-la narrativa ottocentésca. te auscultando 1valori fomcl. le « figure V!?CChio maestoso, con i .capelli ed una un certo tipo umano di una certa oo– Eppure la musica ài quelle parole non n~scentl. dal suono». fatte di chiare a gran ba-rbcibianca. U ,9orriso gioviale: cietà europea. Esso è, per venire a nasce da un alto potere sonoro che.ab · d~cupe e dt squillanti i.dl stup!te o dt un occhio non troppo accorto avrebbe paragoni meno ardui, il cugino italiano bi.ano le parole-in sè staccate dal con· torbide u. incantan'do9~ alla «comples· potuto non vedere in lui che un vec• d.;: Bel Ami, dl Lescaut, di Lazal'illo, dl u~sto,o da una partiéolare cadenza che sa virtù plasmatr-ice de11'accento toni· chio goclerecciO,un Sileno purgato da Gil Blas, di qt.iesti personagg.;, senza acquistino nella stesura del periodo co ». scoprendo l_amagr:iadelle pause e ogni lubricità. Urlava ancora., come al grandeZIUf morale, ma eterni, perchè Gli otto giorni d'amore che c~e-de Gm• 11mistero tjei s:ile!)zl.assa-~sn.~sso ri· buon tem·pc antico: fossero urli di af· esprimono i vizi, o la fame. o la cupi· li.ano. l'ottavo S(orno di carcere in cui mangono nell'ambito dell'acusbca; co- retto, o urli cli motteggio, o urli di d'igia, o la vanità, O l'JPoCri.Sta di una Fabrizio guarda Clelia, equivalgono la m~ i critlcl della .«pura vlsib'ilità», ap· tenerezza per un nipotino :,che gli s1 società. che, proprio in qua-nto vizi, semplice indicazf:one della data. 4 mar· pl11.catalle arti fi,gurative, spesso non aggrappava alle gambe e che di tanto fame, .c~1pldigia,vanità. \pocris1'a,sono zo 1818,capace di .trasmettere l'intensa e:5Conodalla sfera dell'o_ttica. L'atten• in tanto egli sollevava per prenderlo eterni. .Vi è in loro, a compensare una carica emoUva'dd una si.nfon:;a.A Sten-. z10ne prestata al valore CM una vocale in collo, n suo mocto di esprimerSi. era grandezza morale che manca, una dhai non venne tn mente che, per suo- lunga o breve. di una consonante )lql11•sempre fragoroso. .Ma lo sguardo-e la granè1ezz9.artistica che 11~Iva. L'ac· nare la sua passione, dovesse togliere da o aspr~. òi un. ac~ento .tonico o qualità del sorriso non erano pi4 gU cento di veri.tà che essi ha-nno, nàsce il mestiere a Cimarosa e Mozart Gli fpnlco, quali espress1om poetiche, pJt) stessi. «Che cosa nasconde dietro quel· dal fatto che il tipo umano dal quale bastava, diceva, ·1a prosa del Cod1ce et· c~e a un esame di valori musicali. cor· la sua a1legria?. mi .chiedevo. Egli ml sono sorti sl esaurisce tutto in loro, e vile. Otto ~orn\{ ottavo giorno, 4 mar• nsJ>?nd.e al calcolo del numero di vt: faceva I l'imprE!ssione di un uomo che n 5 eo_ n 8 teha 55 b 0 1sopegnr odadrl 1 n 0 ire 0 ntvle taa~ più c_he •di\ zo, stanno ln una pagina sua come in braziont c~e una. çorda. dt metallo o di vuol perpEtuare un'imm; !gl.ne di sè al• . ui:iarticolo dl.legge. se n suonano e qut crine comp,e per :prOdurreun certo suo• la quale ha ormai ,abituato la gente e Non,_ so se quando vidi Masino per no. n?n è. g,ià perchè gli accenti tonict no. per emettere una nota. Ca~coloche. sè stesso; e/più d1 credete!., crede d1 l'uIUma ·volta gll ddssl queste C06e, !/~~~~~ar~ :~s~~in!~t~:;~\~:n d:11~ m~ ~':. 0 1:p~~f;~w: ~ 1 :c~~~~: cr~~~~~:i ~efes~~ii~~a~r;~tei~~ra ~:~c~~z~ !~1 s~~!ti.~~SPJ!frt~\~ vaJ.è_ la pena di_vi.vere»: iJ punto dell'e- natu~~- usctto da p◊eo, fra l' incomprens.one manzo, che un giorno sarà letto e com- mo~one che V11ene a gaUa, 11moto del o qua·si.generale, ®- io cercai di dirgli r~s~r~~ed~ 0 ng~g\\.i1\~1~tn~ m~/~i se~Umento ché. etitra .nel sangue, la Molta pdeS'iacontemporanea, ltaÙami H grande vale>l'eche gU attribuivo. suo grande valore. E !lon so nemmèno spmta della paSSio,ne .e 11 f.reno della rl· e straniera. non arriva ad essere poesia Seppi esprimere Quanto fosse profondo se un giudizio di quel genere gli avreb· flessione, gli ayvenlmenU che escono <k perchè vuole d~ventare musica. Sl po- il mio consenso? Non lo so. Poco di be dato 'dis~acere o gioia. Ma so que-– soprassalto dat caratteri e gli scaru· del. trebbe anche dire, e sarebbe la stessa buono è una òl Quelle opere che na· s.to : che se un giorno dovessi partir· caratteri ~ dl frontE: a.i pròp~ atU, cosa, che non ò~venta musica per trop· scono da felici coincidenze, ·e che talora mene dal mio paese per non tornarvi H rosso d~l~ imp~:toP~S&onalee U per9 Po muslcalismo La scoperta òell 'um.tà trascenaono la statura artistica dei loro tù e olessl Po ta mi - ·11 del c~~lo ipocnta, 1 entu s iasmo g,.ova· de1le arti, su cui tanto ha lnslstf.to àutòrl. -:E>erchè Poco df buOno, è n ro- ~osé e ~ueÌ ·Jlbrirch~ Po~~!1sei;1; a1~tai, ne, 1. 1r?nia matura e -~ raggiro vec· l'estetica per approfondirne la comune m"anzo di Ùn ital.iano•Upo « prlnc:i.pio ml _a ritrovarlo n·e11arnem9riia, e non chio, 1 alternative: dell emozione che essenza e superare le vecch'.e distinzlo- di secolo>, che anche è l'ltaliano-tlpo solamente nel suol acc~nti 9Ub1l.Mi, ma passa nella• finzione e· della ,.fin~lo• nl de11earti parUcolar1.basate su astrat· della « finé del secolo» e dt oggi.·Quel· anche nelle sue debolezze, e nella sua~ ne c~e è.. a suo modo, un a~tica tl elemenbi fisici e tecnici. ha a sua Ie opere sono destinate a rimanere .sen- grazla diseducata, e nel. suoi aspetti emoZll:oneeriSlalllzzata per eccesso di volta, e ·senza sua colpa, esasberato za compagne nellcl vita di uno scritto- mescMni, e nella sua fatultA non priva =:ue;t~•~r-=ro d~llo~~~~l~rOipec~ l'equlv?COdi Po~er1.rattar~ un'arte ~on. re, come una fusione nella quale la ce· di scettica saggezea, vorrei portare con 'Prova di astuzia u placE!redi esporre i mez211espre5'9!~ di un altrai Il che ra - che è l'artista stesso - si sia tut· me, i.nsieme a 'una sta:tru1nadella Torre la vita e di togÙerla per rtcalc~re un ~~rncèat:!:· À~~~~~~ca~Jui! 1 ~ef~~~~~· ta,Jtrd:tad t itali ? E' ~~ :ittOn~ /~Jt ~~n~io~i~~~t• u~ ~f~ rn_:~~e S!_'fr,ti~J3! ~c:_s~idici~~: ~Jzio.delle cl~ssificaz~om .. prOJ)ri~ nel• zoologicam~Kiu~a~~~g. una ~ne~ieva'. esemplare del Libro dei sogni ed uno marsl ~-n una lenta trama d'intrtgo 1.at ~odi ~olerne usclre. 17!qua-nto t pro- rietà di «uomo» più armoniche e vi.· di Poco di buono. . l'opevare a caso e l'ingegnosa glusun: cedd.mentritecnici <li un arte vengono gorose che la natura produca. Hh una Caro· Masino! se gU Potessi dire que-– ca2.ionedella casualità, il canto dell'av· meccan:1c,amenteappMcati•per ~ttener• fresca. vivace 1.ntellig~nza nativa; la ste cose, chi sa con .qu·au urlaccl tm• ventura romanzesca. dell'esaltato, qua91 ~~e 11rri~"o ~ f~~;';J :fso11Sa!~iun{gal~ spr~iuòicatezz~ ..cbe è propria di; una ~1;tue:! :o~~~~f1t'e 1 :mtcd~ff~e~:~e febbrile immaginare, e U contrappunto queste esteri.or ' e materiar' caratten'su- f~ntasia creatrice; l'amore e U ~iscer- questa idea: che se, in un momento de1l'occa9:.~nemancata, l' e!!'otismo·che che le stesse d 1 alle qualt u~ tem . erd· mmento del bello; u~'eleg~nza m~ata che si crede non visto, 10 poteS9i guar• fh cari<:a di regole morali e si scarica no ricavate le leggi per differenrare le nel ~pensar! e nell'agire; l'inclinazione darlo con la coda. dell'occhio, g'li sor– narrando le dolci !ece2'lo~i - insomma· arti.. 1 fin che è g~oyane,a pensare ~nza nes• prende-rei .sul volto. un sorrìSO•tenero tutta la sua umam-tà nell umanità delle Se GJorgione e: Tiziano, inconscia suna l_pocns1ae ~d 'esprimersi senza e doloroso. !~~.e~~1;u~;a~re:~: :~}~bti:~f!~a s~~: ~~~~~e~r~u~e~~~i~ns'u~tà~r!~;;~~ ~~es~n~.;1~1~agh~~n~n&ed~~n~. ~~ list:ic!l, · «poesie» cerù. loro quadri, per acceii· goderne e a farla godere per quel molto Chumque, due o Ginque volte.al g(or• tuarne i motivi lini.clanz.\chè gti. illu• o quel poco cha la natur:1 c~ncede; la no, può doma11darea una persona cara: strativl O narrativi pur continuando a duttilità che consente-di migrare da «Hai mangiato?», togl~endo la 'fÌ'ase rare pittura nel ffiodt. con •:1 mezzi e un ceto sociale all'altro, senza essere m~no musi~ale dal repertorio dei luo• le regOle che Ja pittura cq,mporta, in schiavo di pregiudizi di classe o di me-– g.hi.comuni. Ma q~ando çtella, nella epoche succ.esSivefuronQ parzialmente stie;r_e;la possibilità di scavalcare, se ~_astnqfamosa che 11Momigliano co~- tentate O almeno. muscr-;amente perse, un impulso ve !o trascina, i Hm_itipo· 9:clera1ama~gior! di Stendhal, penetra gutte, vere e proprie traS'PQ.sizionidi stl dalla morale corrente, sorndendo nella torre ove 1uonw ama~o sta per proce<l-imenti arBstkci." La stramberta benevolmente di QUest~,quasi i!lumi· essere_a".velenato, scosta ard~tamente i secentesca di contaminare le arti fra nato dall'Intuizione di una morate·ptù soldati cla. guardia, sospinta çia una for- loro, per capriccio in';'entlvo. per Il gu• alta, la virtù di trovare senza sfor_zo za soprannaturale, fuori d1 sè, .v,iola sto di stup,Srecon le fontane che suona- l'espressione adeguata al senti.menti. porte,dl_ferro e consegne dl.,carcerleri. vario come·org~nJ. e <li organ,; che stor-- E', in altre parole, il frate11o n:iinore, si Pre-cl_p;ta, c ~n.fa veste str~pp,ata, nella mivano come alberi, s: prolunga nel imborghesito e senza grandezze di cella di Fabn.zio, lo vede daV8 .J1.ti alla sou1;n1esodi divertimento unplicito In quell'italiano che Stendhal amava. Tut~ cena che ~eve fa~lo morire,_roves~a. la molte poeldche dell'ultimo Ottocentl> e te queste doH fanno il stio fascino.· tavola, gli. affer1a n br11cc10_ e ch,ede. ciel primo Novecento. Ma, complkan· M è purtroppo la bellezza del– per la ~ri~ati.:ora dandog11del t~ e closii,si pervèrtisce. L'e;videnzru la pia· l'asi~o 'se la bellez~a dell'asino è co· AI;BERTO COROCCI . L'ODIÒ NA.ZIO ~A.LE . . Dice Goèthe· nei colloqui con Ecker- mann: . . « L'odio nazionale voi lo troverete sempre •più forte e più ardente nei,... oradi inferiori della cultu,·a, Ma c'è un otado in cui esso svanm:e del tutto e in cui si sta, in certa outsa, al di sopra delle nazioni, e si sente la felicità o La sventura del proprio vicino come se fosse la propria. Questo orado ,di ctù· tura risponde QJ_lamia indole eà io ml ci sono fermamente rassodato prima dei sessant'anni•. g. d. r. ;~~~f~to~ »~la gr!n8J': ;~~~c~n;r:e~dh~ t~J 1 <?!~~~/~ 1Jr ~~a ~~~~~•ct~i :iJ: me ~i ·~ice, quella che non soprav'vive hana erompe, ln quell ,nterrogazione. impostura. n suo procedimento J)'iùfre· """""'===========.,,,,========";"=== con µna Pl.!mezzache certo supera Cl· quente, e più ·comodo, con.sl.stenel tra· maro.sa e forse Mozart. Per andare cosl sferire· la poedia sul pt3no della musica !~pe~~s~g°n1°~~r:o,p~o~rii~:re~~~~n~ ;~g~:a~fu!~\~~~o~~' ~~~: 0 ~i 0 ;~<!hé riro.rso a un ltnguagg(o tllustre. aulico, Da Novaloi.s, che aspirava a compQrrt venusto_•per vetustà o pe_r avv.enta_ta Jtrlcht? ln cut i vocllboli non avessero m0d.er1?1tà; nè si è messo 3;.cons-iderare più sepso di quello che abbiano le note la gtaCituz:ad._elle ~llabe. l effettp d_ell(!hl una sinfonia, f1no ru. g{orni nostrl ln vocali aperte. e ch~ust?tl_acaduta degli cui qualcuno è arriva-to a parlare di a~-ent;, l_ad1sp.osiztone delle pause, i mera seqruenza di parole che, senza si· bianchi 9tlenzi della pagina~ o magari gniftcare nulla ài pfeciso. ·crei accordi anche avrà tenuto conto d1 tutto ciò interiori; tappeti di immagini, arabe· ma ~on la ~on_sapev?lezzache· l? vera scht tonali, e magarl semplicemente d!· valori creativi della poesia a vuote esercitaz.ioni sonQre che non arriveran• no mai a essere musica e che certo non sono poesia. ll loro pervert_imento, vo– lendolo confutare per assurdo, non è diverso da quello che sarebbe stato dei sulloclaU ffiorçione e Tiziano se. nel· l'inviare ai committenti. quadr,i denomi· nati' • poesie.> •per le- ragioni sopra esposte, av·essero fatto pitture poeti· che mettendo in bocca ,all~ figure ca1·· tigli. recanti sonetti bembeschl. . , .. de~c;, venwa da p,ù ·lontano, d~ più~ •~~ie:irg~a~i~~ ~~fJo J>~~~;~:à~ J~~ lnvece ancora qualcuno crede. eh~ 91nega la sua J!OsiUvafunz.lone, esercl· Confidava Socrate, vicino a morire, ~r dij.,resuono a una .J>arol_a, in ~sta tali)·pur attraverso gli e<:cessipolemici che si e'ra messo -a poetare. perchè ,pìù om prosa,.conve-_ngaclisporne-}e$1.llabe e gli-assurdi programmaticJ, nel rom· volte-lo aveva Visitato lo stesso sogno, s:;i; -~~:n~iì!, '!ì~a~fin~ o app~ndercl rn~:~ ~ è;:~~~ sc;::i~~a o~:l ora.,in uno ora iri altro aspetto, sempre furono le parole che d~sse o gU fece d 1 ire Platone nel dialogo sull'immortali· tà dell'ani:ma.'· , I poeti d'oggi hanno dato già abba· stanza retta al. suggérimento demonico di esercitarsi alla mu9l.ca. I:J:an-no com· J)OStol lorQ .proemi 'ld Apollo. Resta ora da scrivere la musica del Fedone •. O del 4 marzo 1818. • A. 'p1CCON_E srELJJ O tra·rre profitto òa una priù intima espe- -~~~n:t°wla es~t::i: ~~~a\~p~~~~t~: Poche massime hanno ta.nto gtovato ni-enza nll.l&ca1e·per scoprire nuovi dire fece un proemio a:dApollo e trovò ameetetica e tanto noci.uto a91awe&a n.tmi lirlei. Ma p.ù è il danno che alcu· lè note per ak:une favule di Esopo. Ma come quella eh~ tutte le' art.I .dèvonoes· nl ne,sublscono sacrificando'--gli,eter-nt là sua· vera. mu~a. l'al~a favola,.

RkJQdWJsaXNoZXIy