Nuova Repubblica - anno V - n. 39 - 29 settembre 1957

n U O T 7n, NaS/31.12.57 7 I/ (._L CESA CLAUDIO Via Cassian Bon, 7 repu/J__ --T~•I Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VITTORElll. Seg, di redazione; GIUSEPPE FAVATI. Olrez. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50..998. Amm.i Firenze, Piazza Indipendenze 29, te,!. 483-20718. Autor.iz. Trib, Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in IU1/y. St. Tip, de cla Natione>, Firenze, Via Ricasoli 8. 182 ANNO V • N. 59 I DISSIDENTI di TRISTANO CODIGNOLA S I DEVE essere grati all'on. Giolitti' del modo re~pon– sabile col quale, m alcune ·recenti diohiaraziÙni ed in– terviste, egli ha Posto il problema dei rap.porti. fra la a;ssidenza comunista e il PSI. Questo. problema riguarda infalti anche noi, cioè quanti - finora al di fuori del PSI - collaborano nello stesso spazio politico alla crea– zione di una nuova alternativa; e riguarda in generale la democrazia italiana, per~hé la dissidenza comunista (più vasta ed importante di quanto non appaia in super– ficie) può diventare un fatto positivo o un ta'tto negativo a seconda delle prospettiVe che si propòne. Il primo elemento positivo che può trarsi dalle di– chiarazioni di Giolitti consiste- nella negazione di voler~,– sotto qualsiasi forrha, tendere ad un raggruppame11to ,POiitico di comunisti dissidenti. Questa even1ualità 'era· francamente paventàta da noi, perché avrebbe in breve volger di tempo sterilizzato delle forze che pas!-ono invece riusCire assai efficaci; e perché fa hozione di « ex- comu– --iiista »-nnn è suffil:iente, di per sé, a cafatlerizzare una pos1zione politica. Chi lascia. -il pà:rtito comunista può, infattj assumere, e di fatto ha. assunto nel pasSato, le più diverse posizioni politiche; e dunque, il tentarne un raggruppamento sarebbe stato .anzitut_to un artificio in– sincero. Ma sarebbe stato qualche cosa di più: u1_1 os1a– colo sulla via di quella semplificazione e di quel raffor– zamento di, organismi politici di cui la sinistra italiana ha ormai gran bisogno· Un secondo elemento ci sembra assai importante, nelle,, posizioni assunte da Giolitti: e cioé l'indir.azione, fin d'ora, del PSI come l'organismo politi~o che, in prospet– tiva, può assumere il ruolo di riorganizzare l'intera sini– stra italiana, pur riconoscendosi· che te il PSI non apporta ancora delle soluzioni reali agli imrrìensi problemi che sono posti». Giolitti ha aggiunto che la prospettiva sua ·i/del suo gruppo è ~quel.la di una eventuale adesione al partito socialista, ma non a titolo individuale, sibbene come atto palitico, ·cioè « come apporto di forze efficienti e coerenti». Giolitti ha dunque già offerto ai suoi com– pagni, dentro o fuori del PCI, una prospettiva preciirn, quella di pr~porre ,al PSI una confluenza motivata è Po– liticamente rilevante, al momento opportuno. Offerta la cui importanza deve essere valutata considerando la vì... vissima òiffidenza che alberga in molti co~unisti, già usciti o sui Punto di uscire dal PC.I, neLriguardi del PSI: diffidenza, confermata dallo stesso Giolitti, che costituisce una grave remora verso una redistribuzione delle masse operaie più adeguata alle nuove condizioni politiche, ,che indicano - almeno potenzialmente - nel PSI una guida assai più valida ed efficace del PCI verso l'obiettivo di un sostanziale inserimento delle masse entro la struttura statale per radicali trasformazioni sociali. Giolitti ha interpretato questa diffidenza col timore « che i socialisti scivolino verso l'aUeanza pura e semp'fice con la democrazia cristiana»; ma non sarebbe difficile provare, a chiunque abbia dimestichezza con compagni comunisti « in crisi>>, che in molti casi la ragione del1a diffidenza è quella opposta, che cioè non meriti di entrare in un partito che - dicono molti di essi - «.ffeun'antica– mera dei comunisti». « Meglio la chiesa - si aggiunge - che la sagrestia ». In verità, la diffidenza si alimenta di entrambi questi opposti sentimenti, e perciò appunto mostra il suo carattere, che non è un carattere politico. Che all'interno del PSI vi siano, allo stesso tempo, ten– denze di tipo «governativo» e tendenze ancc.ra subor– .rlinate, almeno psicologicamente, alla iniziativa comuni– sta, è probabilmente un fatto vero: ma questa è una conseguenza della difficoltà di determinare una linea po– litica socialista, veramente valida ed autonoma. Il pro– blema di ricercare una « via italiana del socialismo » che Un numero L. 40. Estero L. 50, Un numero· arretrato L. 50. Abbonamenti I annuo per Italia e Francia L. 1500, seffi. L. 800, trim. L. 450. Estero, l. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.CIOO, CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia>, Firenze. Gli'abbonaménti d8- corrono dallinlzlo del mese. Per pubblicità rivolgersl all' Ammi• nlstrazione. Tariffa, L. 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica • è settim.anale politico e df ~ultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n,• 1027 del 21 luglio 1955. Mancxcritti, fotog·rafie;· disegni an, I d;e se oon pùbbllcati, non si restituiscono. D!rittl- rhervati per tutti I Paesi. Il periodico viene Inviato gratuitamente In saggio a. chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. 11. I 29 SETTEMBRE 1957 • L •. 40 (Dir. di 'Dino Boiehi) ASIATICA - I vaccini italiani non sia quella di Saragat né quella. di Togliatti trova indubbiamente il PSI non sufficienteinente Preparato: ma· il !atto nuo~o. emerso da Venezia e dagli sf_orzi di questo Partito p'rima e dopo Venezia, 'è fa coscienza che il pro– blema esiste e ·che va risolto. E' inevitabile che vi siano molti socialisti 'ci1e, n~I PSI, anche per _ragioni noll ·ru– sprezzabili di .oerenza ideale, continuano a non vedere altra politica che non sia quella della t unità di classe» intesa come permanente intesa col partito comunista; ed è altrettanto -'inevitabile. che· la reazion'e di filtri a questa impostazione, soprattutto dopo la drammatica crisi ·d'Un– gheria, tenda al polo opposto, a rivalutar~ cioè - ex tunc l'azione e la •posizione dei socialdemocratici. Ma questo non è un indice negativo: è anzi la prova che si è rotta una certa crosta conf_ormislica, che si stanno formalldo delle posizioni politfohe, dal cui reciproco urto deve n'ascere, attraverso una evoluzione lenta e difficile,' la nuova. linea pro.grammatica e politica. E' con queste considerazioni, mi sembra, che si~deve cercar di spiegare ai « diffidenti » che non c'è altra strada possibile per loro che quella di contribuire al rinnovamento e al potenziamento degli strumenti e!::i– stenti: non accettandoli, naturalmente, così come ·seno, ma o;ganizzando appunto un apporto efficiente a co– desto fine. Non c'è da nascondersi tuttavia che la «diffidenza» di cui parliamo è stata e coiitinua ad essere alimentata da alcuni atteggiamenti di gruppi del P.Sl i quali sem– brano .preoccupati di allontanare quanto più possibile dal partito la dissidenza comunista. Si può comprendere, non giustificare questo atteggiamento. Il timore di un contrattacco massiccio del PCI deve crescere, in realtà, in ragione diretta della timidezza e del difetto d'inizia– tiva politica dei socialisti; e non il contrario. E' perfet– tamente giusto non attribuire alla confluenza di gruppi di ex comunisti un valore esemplare di « anticomunismo viscerale»; ma è altrettanto giusto evitare che forze qualiftca 0 te, e notevoli provenienti da una seria espe– rienza di lotta all'interno del partito comunista trovino 11ell'arnbito socialista degli atteggiamenti Critici o addì- rittura, come qualche ·volta è av.venuto, quasi delle con– ·dahne' morali: come se l'abbandono dì uno strumento. .POlitico, al quale si è dato il meglio ,dl se stessi, sia un «tradimento» e non-_ tuttò al contra'rio - un atto :,i probità politica .e morale, quando ci .si. avveda che_ le proprie conV'inzioni profonde non vi sono più ri– specchiate. Giolitti ha infine dato una prospettiva r.iorganizzab– va di notey-ole importariza quando ha affe(111ato che nuOve strutture, coÌ-rispondenti ad uila sitùazione nuova, potranno prendere corpo ·« nell'ambito di un partito operaio unico, e non in quello del. PCI o del PSI». Egli ha posto cioè il problema, già ripetutamente affacciato .da noi, della riorganizzazione della sinistra nel suo cOmples'so, fino alla fÒrmazione di un unico strwnento politico capace di rappresentare un'autentica alternati.va di potere. Vorrei dire tuttavia che, come nel valutare la «diffidenza» di molti eX comunisti nèi conf,ronti del PSI, Giolitti ha mostrato una certa unilateralità d'inter• pretazione, così anche quésta prospèttiva Presenta, a mio .parere, due punti deboli: il primo riguarda il tempo della sua -attuabilità e quindi la politica che, frattanto, il partito socialista deve svÒlgère; il Secondo riguarda l'estensione e la natura del raggruppamento unitario proposto. E' ben vero che una reale alternativa non è possi– bile immaginare se nori. costruendo un grande, unico ed (seaue a pag. 2, 3.a cot.) A PAGINA !I GIOVANNI SCANNI ROSSO A MEZZOGIOR

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