Nuova Repubblica - anno V - n. 23 - 9 giugno 1957

··· re:P'l!l .~a~~ Comitato direttivo, TRISTANO CO0tGNOLA (direttore resp..), Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero ·arretrato L. SO. PIERO CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, red!zione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz. 1 Firenze, Piazza trim. L, 450. Esteio, L. 2000, 11O&, 600, Sostenitore L. · 10:000. libertà 15, tet. 50-998. Amm.: Flreni:e, Piazza Indipendenza 29, CIC pOst. 5/6261, «la Nuova Italia:,, Firenze. Gli abbonamenti d~ te!. 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. corrono dall'inizlo del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammf, Printad in lt,11ly. St. Tip. de' cla Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. nlstrazlone. Tariffa I t.' 15.000 per tr,•erzionl di mm. 70 per colonna. 166 ANNO V • N. 25 ESCE LA DOMENICA , t\ \IEl\ll'It\1\11\11 Di\LL' i\SSI\SSII\IIO DI 81\GI\IOLES DEL'OR:\IE CARLO ENELLO R SSE LL I L A VITA di Carl<;>e Nello Rosselli, troncata venti anni or sono dal pugnale fascista, fa tutt'uno con la lotta per la libertà che, iniziata da un'avanguardia di intellettuali e lavoratori quando l'Aventino, il tentativo pure nobile dei vecchi esponenti della democrazia, da Filippo Turati a Giovanni Amendolri,' era stato sconfitto, condusse l'antifascismo lungo i sentieri della cospirazione. fino al combattimento armato, preludio dell'insurrezione popolare. Tutti i partiti che avevano formato l'Aventino, cerca– vano di perpetuare la propria tradizione, in esilio .o nelle ,..conventicole degli esuli in patria, e in taluni casi "'ci riu– scirono egregiamente. Ma le forze vive dell'antifascismo militante, çapace di affrontare la lotta clandestina, illegale, rivoluzionaria, furono le due formatesi fuor.i IOdopo l'op– posizione puramente aventiniana: il partito fomunista di ---6,ntonio Gramsci e « Giustizia e Libertà >>, fondata e di– retta da Carlo Rosselli; sul solco idealme'nte tracciato dal suo maestro, Gaetano Salvemini, con un pugno di so– cialisti indipendenti, di liberali di sinistra e di repub– blicani spregiudicati. Non era un caso né che , partito comunista e <t Giu– stizia e Libertà» avessero in comune l'audac;ia, l'energia combattiva, la capacità cospirativa, la potenzialità insur– rezi"onale che al vecchio partito socialista ufficiale, e dopo di esso all'Aventino, erano mancate, né che vi fossero fra di loro rivalità politica e contrasto ideale irriducibili. Sia i comunisti, che « giellisti » si erano destati al pensiero po– litico, nel mezzo della Jotta estrema, fisica, contro il re– gime dello squadrismo fascista, alla luce del1a critica istin– tiva al socialismo massimalista, le cui follie e pavidità avevano aperto la strada del potere al fasci. Ma mentre. i comunisti accusavano il vecchio partito socialista italiano di insufficiente assimilazione del marxismo, Carlo Ros– selli ne rintracciava le tare nel determini~mo marxista, classi.sta medesimo, che a suo giudizio non poteva non por– tare al fatalismo e alla sterilità di un mondo come quello occidentale contemporaneo, e di una società, come quella italiana, che si erano svolti su linee di sviluppo (o di deca– denza) assai diverse da quelle postulate da Marx e anche da Lenin. Il partito comunista italiano, e Rosselli non mancò di segnalarlo, sfuggì al fatalismo insito nella tra– dizione marxista, ma soltanto attraverso il suo legame con il gov~r.... ~o _dittatori~le,. il cui_ volontaris_mo s?occava .in una disc1plma totahtana, uscito dalla nvoluzwne sovie– tica. A questa, come ad ogni altra dittatura, di qualsiasi colore, Rosselli contrapponeva invece la preminenza del principio• di libertà, del metodo democratico liberale (di Cui Salvemini e Gobetti avevano dimostrato la compaÙ– bilità con la riforma sociale più avanzata e con la lotta rivoluzionaria antifascista), del pensiero critico, che re– spinge tutti i dogmi, anche quelli del materialismo clas– sista, della volontà morale, mazziniana nella sua intransi– genza, che avrebbe condizionato, .Più di ogni altro ele– mento, la liberazione e il 1:innovamento dell'Italia. Il nome stesso del moviròento capeggiato da Carlo RoS– selli, si riallacciava idealmente al prilTlo circolo socialista italiano, studiato e illustrato, in sedé storica, da Nello Rosselli (nel suo fondamentale libro su Maz2ini e Ba-· kounine), e cioè a « Liber,tà è -Giustizia», costituita nel 1867 dai seguaci napoletani delle teorie di Proudhon, G. Ferrari, Cattaneo, Pisacane (di cui Nello Rosselli scrisse pure la bellissima biografia). IL federalisffio libertario, il socialismo liberale di Proudhon, erano elcroentl idec11ias– sai più vicini alio spirito di Carlo Rosselli, cJ1e non il marxismo, del quale egli criticava, e respingeva, tanto l'interpretazione bolscevica, quanto quella· socialista o"rto– dossa, a quel tempo ancora pres€nte nelle grandi correnti di sinistra della Seconda Internazionale. Egli era con– vinto Che la collettivizzazione gerierale non pòtesse-attuarsi fuori di una dittatura imposta e amministrata dall'alto e che da questa non potesse scaturire altro che un totali– tarismo militare o poliziesco. Se combatteva i comunisti per I~ loro adesione a questi svolgimenti, criticava non meno energicamente i socialisti che davanti ad essi indietreggia– vano, ma non già per rivedere le loro premesse e le loro mete finali, sibbene soltanto per rifugiarsi nell'opportuni- smo parlamentaristico, che vivè ~iornata, finchè il corpo elettorale gli dà ascolto e ~;i~ poi con· passiva rassegnazione alla catastrofe, quàndo il bel tempo è finito e ricomincia la tempesta. Precisamente la sua consapevolezza della crisi euro– pea e mondiale, che avrebbe teouìo dietro alla tragedia italiana, dell'inevitabilità della guerra, una volta che, fra il dogmatismo e l'inerzia dei.comunisti, dei socialisti e dei democratici puramente parlamentari, si fosse lasciato che il totalitarismo fascista conquistasse il potere anche in Ger– mania, rafforzava· in Carlo Rosselli l'impostazione repub– blicana e socialista-liberale nel programma della lotta contro il _fascismo all'interno e federalista-europeista nella ricerca de_lle alleanze in campo internazionale. Per primo, dopo la presa hitleriana del potere, quando gli altri si ba– loccavano ancora col pacifismo, socialista o conservatore che poi fosse, egli dichiarò la certezz~ che la guerra tor– nava e che si trattava di opporre al nazismo, e al fascismo, la resistenza federata deJl'antifoscismo europeo e interna– zionale. « Se in questa lotta, scriveva, ci troveremo nello stesso campo della Russia. granr c:arà il nostro sollievo. Ma se la Russia dovesse trovarsi nello stesso campo del fasciSmo, il nostro atteggiamento non potrebbe non mu– tare». Analo,iicamente si pronunciava nei confronti delle democrazie ~~}dentali, alle quali non avrebbe fatto al– cuna concession~ quando avessero patteggiato, come fe– cero, con l'insieme o con una fra le potenze hitleriane– mussoliniane. Fu così che trovò, alla fine, il suo vero al– leato nella rivoluzione spagnola, al cui fianco, nell'estate del 1936, precedendo ogni altra formazione antifascista italiana od estera, « Giustizia e Libertà » scese in armi, nelle trincee catalane e aragonesi, col motto « Oggi in Spagna, domani in Italia »! In Italia, « Giustizia e Libertà » aveva operato, per così dire, ,sin dai tentativi da cui nac..... que il Non mollare di Firenze, l'organizzazione della fu°ga di Turati, l'eva– sione da Lipari, e con tutta la sua attività, a partire dalla sua costituzione definitiva nel 1929. Con l'aereo che get– tava manifestini di propaganda antifascista, con tutti i mezzi della cospirazione degli intellettuali e degli operai; che affrontavano il Tribunale Speciale, della congiura di coloro che si votavano al sacrificio della vita, cc Giustizia e Libertà » tenne viva la resistenza disperata al fasci– smo, con le mani nucle, quando mancavano le armi, in attesa che si producessero le condizioni dell'appello insur– rezionale. Chi vuole saperne di più, si legga• la Vita di Carlo RosseUi di Aldo Garosci e il No al fascismo! di Ernesto Rossi. Non è vero che << Giustizia e Libertà » non avesse un programma politico, sociale, economico preciso. Non Sol– tanto essa pose per prima, con i mazziniani, e fra l'indif– ferenza dei marxisti come dei riformisti, la pregiudiziale repubblicana, che trionfò al culmine della Resistenza. per merito del suo successore, il partito di azione. Se di fronte ano· stato fascista, sorto sul tronco di quello monarchico, autoritario, bu·rocratico, « Giustizia e Libertà » risollevava là critica fedeqiJista, meridionalista, libertaria e liberista, ossia radicalmente democratica, di Carlo Cattaneo <~ cli Salvemini, adeguandola però, come avvertivano Nello Ros– selli in sede storica e Leone Ginzburg in sede politica, all;:1mutevole realtà, se essa respingeva in blocco il Con– cordato del 1929, rivalutando il-principio del libero esame, nelle grandi questioni economico-sociali i « Quaderni di Giustizia e Libertà », e poi il settimanale omonimo, pub• blicati a Parigi, ma con una collaboraz10ne proveniente largamente dall'Italia, motivavano dettagliatamente la ri– fqrrr:ia industriale e agraria, cui la trasformazione sociale, se voleva essere efficace doveva limitarsi, nella 1>erma– nenza di un parallelo settore libero, privato delJ'economia, a garanzia della limitazione dei poteri dello stato e del– l'incentivo costituito dall'interesse individuale. Dopo aver battuto e ribattuto. sulla necessità di una rivoluzione sociale, capace di trasformare dalle fondamenta la strut– t~ra della grande industria monopolistica, dell'alta fi– n~nza, dei rapporti terrieri, Carlo Rosselli precisava, an– cora nel 1935, che « anche se fosse possibil~. la universale <iOCializzazione sarebbe deleteria. Uno stato che dirige . e Nuova Repubblica • è settim~nale; politico e di cultura. e• anth• giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti,· fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si resti~uiscono~ Diritti riservati per tutti i Paesi. 11periodico' viene Inviato gratuitamente in saggio a · chiunque ne faccla ·.richiesta Sped.iz. in abbonam. postale Gr. 11. 9 GIUGI\O 1957 - L. 40 tutta l'economia, per quanto eletti e co!ltrollati fossero i suoi_ diri"genti, sarebbe un mostro di oppressione>>. Per– ciò, soggiungeva, - « è indispensabile che il settore socializ– zato sia autonomo, articolato, che in esso giuochi, sia pure in :l:orma diversa dall'attuale, un mill.imo di concorrenza e che e~so sia ind1p.en ~ente dalla politica ». Queste idee, di cui la crisi dei sistemi comunisti, non meno che fimmo– bi·lismo dei «dirigisti» socialdemocratici occidentali, prova oggi !a )>r"ofonda Val~dità~ ~arlo Rosselli le aveva Junga– •m·en~emeditate, sin da quando, attorno al 1924, come do– cumentano i suoi scritti sulla rivista di economia Rifor– ma sociale,. aveva pi"eso a studiare il sindacalismo Jabu– rista b_fitannico nei suoi rapporti con ·il pensiero degli eco- . nomisti radicali inglesi. E' vero che esse non hanno avuto, l'indomani della Liberazione, quando Carlo e Nello Ras– selli giacevano già, da otto an~i, nella tomba in cui gli assassini fascisti avevano voluto ridurli, successo fra le masse del popolo italiano. Nello Rosselli, che· per questo era rimasto un democratico liberale, e non si era voluto chiamare socialista, l'aveva a modo suo previsto meglio del fratello, in cui la tempra innata del capo e le doti del trascinatore generavano irrefrenabilmente l'ottimismo · Ma· ben pochi avrebbero considerato realistico, non· ec– cessivamente oitimisticò, non solò nòbile illusione, queste righe di Carlo RosseHi, ver.gate_ nel 1934, quando la dit– tatura fascista sembrava incrollabile e tutte le potenze, in Occidente e in Oriente, ne cercavano l'amicizia: « Il fa– scismo ha creduto di straniarci dall'Italia, bandendoci dal territorio e privandoci di ogni diritto e umanità. Ebbene, noi l'Italia la riconquisteremo, lottando con la giovane ge– neraziope italiana ed europea. i,n una congiura alla luce del sole. Quando la nuova fede si sarà propagat~ con forza irresistibile, le idee troveranno le loro armi e i giovani delle scuole e delle officine si batteranno m massa. Al– lora, non noi, ma il fascismo sarà il grande fuoruscito della storia moderna ». Così accadde. appena dieci anni dopo. · Il cammino delle idee politico-soclali, legato a com– plesse condizioni tecniche e culturali, alle prese con am– bienti formati da secoli di storia anonima, è necessaria– mente più lento di quello dell'appello politico-morale. Quando questo ha già trovato le sue armi, ha già vinto, è stato forse già dimenticato dalla generazione che si adagia nella libertà riconquistata, il problema del pro-: gresso verso il <e socialismo liberale» non riesce ancora ad imporsi all'attenzione dei ceti e delle organizzazioni, in cui si articola il Lavoro. Ma Carlo Rosselli, se dava J'esempio, sulla scia di Mazzini, del dovere di << insorgere per risorgere», insegnava anche che la rivoluzione è « l'opera instancabile per infondere fiducia, coraggio, ini– ziativa a strati sempre più vasti della popolazione», è te– nace azione, è ·sintesi di virile realismo e di passione ro– mantica travolgente, ma è an~he pensiero, meditazione, ri– cerca disinteressata della verità e sµa coraggiosa e pa– ziente affermazione e diffusione. DA QUESTA CASA OVE NEL 1925 LEO VALIANI IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE NON MOLLAR.E FEDELI A QUESTA CONSEGNA COL PENSIERO E COLL'AZIONE CAR.LO_ENELLO R.OSSELLI SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO IL 9 GIUGNO 1937 A BAGNOLES DE L'ORNE MA INVANO SI ILLUSERO OLI OPPRESSORI DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI QUANDO SPUNTO' L'ALBA SI VIDERO IN ARMI SU OGNI VETTA D'ITALIA MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE GIUSTIZIA E LIBER.TA' Lapide dettata da Piero Cal amandrei (Casa dei RosseUi, Firenze, Via Giusti).

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