Nuova Repubblica - anno V - n. 19 - 12 maggio 1957

8 COTY E CARLOMAGNO L ' l'D]ENZA in \'uticano, segnala nel taccuino di Yiaggio del presidente Coty, ha suscitato tra i francesi molte proteste e còrnrnenti generalmente sl'an)l'evoli. Si dice, storia. alla mano: è la prima• volta ebe il capo dello stato francese si reca a Roma con quel progrnrrnna; e si aggiunge subito dopo che Carlomagno vi si recò, almeno, per esse1·e incoronato. imperatore la famosa notte di Natale clell'SOO; per concludere melan– co11icamente che, dopo dodici secoli e più, questa visita avviene per ispirazione di un governo a direzione socia– Ji8t8, Una «direzione» che conduce dritto dritto in San Pietro. Intendiamoci: G11y Mollet, l'eretico senza fine, dnl punto di vista giuridico stavolta ha la coscienza tran• quilla. L'atto di. osseq1_1ip al Pontefice è p_revisto in un protocollo firmato a Roma, nel Hl20, dal ministro Donlc~t f' dal cardinale Gaspani ove si trova, fra l'altro, la clan• sola seguente: « ln caso di visita del Presidente della Re. pubblica a Ro~na, questi, dopo di essersi .recato al C?ui~ ririale, si recherà in Vaticano partendo dall'arnbasctat1:',– pre:--::;ola Santa Sede». Con quel pI'otocollo furono riprese le rehu~ioni diplo,matiche tra la !,'rancia e il Vattcano, do• po la, clamorosa 1·ottura del 1904, cui fece seguito, r·11 di• Ct"rnbr-e 1905, la legge per la separaz;ione della Chiesa dallo Stato. li pr-otoco11o venne finnato alla fine cli una .guerra che èli.:.:-"flngL1Ò la F1··ancia - un milione e mc,-;zo di· vjte - indebolendo e dis01·ganjz,-;ando il paest:, così che la Chiesa studiò il modo di trarne vantaf!gio. La Repubblica, del re·sto, aveva bisogno dell'opera dei mis:siona1·i per mante. nei·e ed estcndei·e il suo dominio sulle colo11ie; ed infatti le mi~sioni cattoliche molto lavol'O fecero per la Francia · (102) nuova rermbbf/ca (Dis. <li n{11n Ruschi) in Asia e in Africa e, nel periodo dell'accordo, special– mente nel Medio Oriente. Vero è che il Vaticano, da parte sua, s'impegnava a<l accettnre certe condizioni per sotto- _ . por-re al governo della Repnbblica la nomina dei vescovi nonchè a. cessare ogni oppos1zione alla legge di sepnra– zione del 1905. FAVOLETTA PER 'MARTINO - Tanto,« tuonai n che piovve In effetti, com'era naturale, la separazione perdeva al– quanto della sua rigidezza, e altra ne pel'clette con Pétain sotto pressione e influenza dei Gesuiti. 1\fa guarda che schon,;i: Pétain non andò più in là nelle concessioni, pe1·. chè do\"eva ubbidire· ai suoi padl'011i nazisti che frenarono PAESE CHE .VAI 26 vale ~5 il misticismo reaziona-rio del vecchio n-iaresciallo. Venne L' .\RSOCTAZJONE milanese « Ser-gio I<a~man », che la Li ber-azione e i comm1jsti fecero un vis'Q allegro e sim- Ia P~-rte della. ·Fede.-a1o1ione Jtal.iana Associazioni patico, si mosharono larghi e generosi: S(' in Italia ani- Partigiane (li']Al)). ha -inviato in data 30 aprile va.1·ono a dare l'appoggio decisivo sull'articolo 7 della Co• u.s. la seguente letten,..telegnunma al mjn.istro della pub- stiluzione, in Francia diedero ampie soddisfazioni aj blica istruziçrne: Pochi ~lementi cattolici che..!> avevano lottato nella Resi• CJt?wescorso anno, disposizioni ministro pubblica istru• -"ten:z.a,fino ad ele1/a1·e il loro esponente pili noto, Georges z·i01Ì'e ~ ·(iirca celebrazione solenne venticinque aprile sono BiclaultJ ·a capo morale della Resistenza stessa. Di togliel'e giimte scuole .ìW·ilanog·ionii successivi tale festività. Ohie- que!lo che Pétain aveva elargito manco a parlarne. desi identificazione responsabil·i. Ma la separazione c'era e tuttora :rimane. La Chiesa Questa è appunto una storfa che si r-i1jete ·ogni anno, e liben1c, vin~ di mezzi propri, anche se cerca di tornar ._ma con piccole varianti. Nel .J.953 il ministro della PI si ad, a.ttingere alle mammelle dello Stato attraverso i sus- ricordò di emanare disposizioni per la celebrnzi_one 1 1elle sidi alle -senale «libere». -E Ja religione quella vel'a, qnel- scuole del 25 aprile solo in data 23 aprile. Nel 1955 il la- del sentimento, non ci rimette affatto. La Francia ha rninistero se ne ricoi·dò addirittura. il giorno dopo (circo- oggi 42.700 secolari e lj.000 religiosi, cioè complessiv_a- lare n. 17038/185 del 26-4.55) e. ad ogni buon conto, di- rn~nte 56.700 preti, mentre ne aveva 71.300 più di mezzo spose che il sacrificio comphito dagli eroi della Resistenza secQlo fa.· Nel 1950 c'erano 15.919 parrocchie ·senza tito• fosse rico,·dato alle scolaresche- « in qualsiasi giorno della lare, contro 4.772 nel 1903. Vale a dire che ci sono menO settimana ,.mccessiva al 25 lìPrile ». Bisognava poter pre• pre 0 ti ·«inutili> ed 01:a vivono sop_rattutto i preti mante- testa,·e le buone intenzioni e maneggiar bene lo spe- nuti col sacrificio dei fedeli. La Chiesa ,dirà che tutti i s~1oj_~~cerdoti sono utili, ma non v'è dubbio che il valore e il 1Hestigio_ del prete vel1gono moltiplicati allorchè que– sti è, in cerlo modo, espressione della volontà dei fedeli. Coty dunque segue un po' a distanza Carlomagno. E il partito socialista di Mollet il vecchio partito di Jaurès. l'roprio quest'ultimo, nel lf)04, scatenava. dalle colonne dell'Humanité la battaglia che doveva portare alla rot– turR delle relazioni diplomatiche e alla legge di separa– zione. Il Vaticano aveva perso le staffe per ]a visita del. presidenté della ReJ?-~ibblica Loubet a Vittorio Enlanue– le lH e aveva inviatò al governo francese e a- tutti i go: vel'n.i cattolici _una noti\. violentissima, dj. cni Janrès riu•, scì a entrare in possesso rendendola pubblica. D~ i·ichiesta di smentire il documento, avanzata da P3.rigi, fu laS'èhità Senza risposta cl.al Vaticano. Cinque giorni dopo. J'artjcolo di J au1·ès, l'ambasciatore francese pi·esso la Sa~ta Sent~· faceva in tutta fretta le valige. · ~ Janrès fn ammazzato dai nazionalisti del suo .paese e Mollet si... vendica massacrando e tollerando ]e to1·ture' dei nazionalisti d'Algeria. Già disse in un vergognoso di– scorso, che il grande cattolico Mauriac denurciò con' pa: raie di fuoco, di essere· sulla via tracciata~ dal maestro il 'lua\e· (dftll'alto). g'li Oiceva di sì anch~· Eer l'Alge~·ia :' sì, s.ì, sl come le statuine di S. Francesco sui banchi delle "tabaccherie~· Qlrnndo sI mette ·dentro~ il noSfro ~b.Olo pe.r. i poverelli. Si mounorn: Guv Moli et vuol « controllare » l'episcopato african,q che coi"njncia ad averne di trD!,)pO di colonialismo _e di s_CossèClettrich~, e la Chiesa gli può· essere utile oltretntto per-...la sua inAuen,-;a hei p8esi latini. Ma Geòrgés ·Hourçli?l, ·Su~ Le Monde;· pl'O~petta soprattutto il pericolo di lrn nnovo « concorda.to » tra la. l~rancia e la Santa Sede. E pe.i•_icolu ·per_gli stess-i cattolfoi-: La « libertù - egli ·scrive _:_ i· cattoliéi o il loro cl0ro l'hanno forse pagata, in certi momenti, a· un p1•e:,,;zoalto.· Essa ha tut– tavja assicurato loro.. una iòdlpendenza di prOcedimenti e cli pensiero, cli cui han saJ)uto f~r uso tale da confe1·ire . alla Joro religione ... url l'ilievo incontestabile». Appu~to, .appm_1to - potrebbe· difendersi Guy Mol,. let - vi pare un bel guadagno? Io sono davvero un man ... giapretì: come il mio cugino Paolo Rossi. *·* gnitoio! Quest'anno il ministro della PI ha· emanato la circo– lare per la celebrazione della Resistenza in data l(i aprile (n. 128-R). Con essa « si dispone che, conformemente a quanto avv·ennto nei decorsi anni ( !?), nelle scuole di ogni ordine e grado, venga illustrato, da docenti all'uopo incaricati, dinanzi alle scolaresché rill11ite, il profondo si– gnificato morale e storiCO della Resistenza». Il provveditore •agli sfhdi cli Milano ha trasmesso la circolare in data ·23 ·aptae; col risultato di farla arrivare ai pl'esidi e ai di1·ettori 11 2G, aprile! Il fervorino Con Cui 'l'h?, ·accompagnata, facendO; ~appello al « consneto impe– ,gno », vale una stri,-;zatina -~•9cchiO. Un arlicolo --di· regime NOTO a tutti che alle, clinrissioni di Giorgio La Pira - da sjnclaco e, qqel che è peggio, da consiglie1·e comunale - han.no • posto mano e cielo e terra. Ugo Zillt>Ui, sul Ma.ttir/o del 7 maggio- ti.s., in un articolo i!1titolato l~a denuncia di La Pira, si preoccupa di darne adeguata dimostrazione.' . Un b1·e\·e Aoeilegjo: ·«-Col suo gesto La Pira· ha dimo– strato la sua, insofferenza per"' la prassi del la ·democrazin :– in realtà il Sindaco, ha. ·colto ·il limite _òi'ti-eil q~rnle il giuo– ~o ·d~mocratièo si corrompe e 'si isteriliSce T1ello schema~ Ìis~o ». - · • · · - ' - « NOn è -democrazia. real.e,• quella che· norl ~ons.ente ad una· com11nità --cli·espr-.ime1·Si:organicainente o liberament't~, di svilitppare gli .... elementi Permanenti é in:-;o:-;tituibilj del– .la sua tr"adizione, che è anChe ·premessa e fondamento del suo--fivvenii-e ».,. ~ « Quando ·a- giuoco democratico si atbnd~ $Hl partico– larn, e ,:1on ri'es·ce ."a proporzior:!8..rsi. agli obiettivi, che per:– vocaziOne Stlà Propria 16 comunità~ persegue, esso diviene un ~lemento di èlebolezza ~d' è c;il)ace di determinare pro– fonde invofozioni degli istituti e della lotta politic'a ». « Le"dimissioni di La Pira son9 state un gesto pre,,;io– 'so per la città e per tutto il mondo cattolico, un gest.o che– la. classe politica italiana deve meditare e considerare cun serietà ·e con spregiudica.tez;za ». Ognuno può i·endersi conto di come lo Zilletti - che confessa agli amici di essersi formato alle stimolanti let– ture del Mounier - sia abilissimo nel combinare i motivi personalistico•comunital'i - ridotti pul'hoppo a mera fra– seologia - con qnalcos'altro di molto pili crasso e 'corposo, assai poco spirituale, che Ticordiamo benissimo nei sacri testi della « rivolt.a antidemocratica» e nella stessa dot– trina del -regime. La voce Fascismo. del_l'Enciclopedia Ita– liana può dar luogo a un utile raffronto, non solta.nto fi– lologico. Cielo e te1Ta si combinnpo in comodo sincretismo anche nel commento delJo Zilletti: l'inqnietndino persona.– lista copre rirnpotenza a raggiungere la maggìoranza per Jo vie del consenso reale e il livore che ne deriva cli fronte alla. dialettica della competi:,;ione. Questo pe1·mette tutto, perfino di far passare la « po– lemica nazionale sul centrismci e sull'apertura a sinistra» come _qualche cpsa che i socialisti hanno in1posto a I?i. renze per mortificare lo slancio comunitario di La Pira, teso soltanto alla casa, al fovoro, alla CHltitra e a, inizia– tive di pace e di civiltà; quasi che non fosse stato lo stes– so 8indaco a rifiutare ogni h,mtativo di dar vita ad una maggioranza fiorentina in nome dei limiti che la situa– zione naziona.le gli poneva in nwdo insuperabile. Insomma, quando lo Zillettì invoca ,a: che sia conser– vato alla democrazia il suo contenuto finale e la sua- pri– ma1·ia ragione di esistere », legittimo è il sospetto che queste belle cose siano nè più nè meno che merce di con– trabbando per contenuti tutt'affatto attuali e ragioni di assoluto prnpote1·e mondano. Il pessimismo dell'on. Rossi D ,AL:C-,E dic!1:arnzioni che il mi1_1istro Rossi ha rila: scrnto ali Eu·ropeo del 5 maggio u. s.: « Le recenlt polemiche, sollevate anche da amici per~onali, sulla progettata siste.rnaz.ione della scuola. paritaria, mi han fatto diventare ancor più pessimista n"el considerare finca– pacità della ragiono di' staccarsi dalla pas:-iione e dai pi-e– concetti. Non mi sono mai fatto illusioni in materia». _Bisogna sapere clre il ministro Rossì, da queel sig1101'e che è, ha sempre tennto. moltissimo a.ll' amìcizia cli uo,11ìni di culturn. Di amici ne aveya parecchi, e di stima altret– tanto, fino a che non gli sor1·ise l'idea· di riu:-;cir g1'adito a Certi monsigno,·i. E· adesso VOl'rebbe ché gli am·ir-i -rima– rlessel'O arnie~ di l'latone, e meno assai della vt~ritù. Peraltro gli riconosciamo vole.ntieri ·una nota di sinC'e– J'iU, diremmo -Quasi un'amarnzza fiera di « esiliato». Egli Tlon çapisc:e più l'J.talia lajca, l'lt8.lia.·dem·o~ratica e socia– li,-;ta - che sonnecchia sì, ma n~◊-n è poi defunta -. e se ne.sdegna: non era, non è forse uno dei i;;noi figli? perclié dunqne tanto livore contro di lui?" Solo che nessun·a tem– jJesta del -dubbio ~lo assale. Ecl'.omi qua, par dil'e, nllClo 'come la natura ·(del mio nobile- spirito) m'ha fatto, ber• saglio di una « cam'pagna insensata» ·di « amici del• cen– tro-si11istra laico»; eccomi qua a riconfe1·mare nonché la P.ure~za del 111iopessimismo, ·il «disinteresse» della mia. metafisica facoltà intellettuale, rmica isola in un mondo ove domina non la classe dei filosofi, bensì quella dei servi degli i.stinti e delle passioni. Pirandello ammonì: vestire gli ignudi. Ave.va ragione Perché, veramente, fanno tanta pena ·a ogni· uomo di cuore.

RkJQdWJsaXNoZXIy