Nuova Repubblica - anno V - n. 18 - 5 maggio 1957

Comitato direttivo: TRISTANO CODJGNOLA (direttore resp. ), PIERO CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VITTORELLI. Seg'- di redazione I GIUSEPPE fAy'ATI. Direz. e redaz.1 Firenze, Piazza · Libertà 15, tel. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza Indipendenza 29, te,!, 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre \952. Printed in ltaly. St. Tip. de cle Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. 161 . ANNO V • N. 18 Un numero L. 40. Estero t. 50. Un numero arretrato L. 50, Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia.., Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per lnser;ioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA IL PROGETTODELL'ONOREVOLEROSSI UNA SCONFITTA PER TUTTI di -FRANCESCO DE BARTOLOMEIS D OB.BJAMO riconoscere con spddisfazione che il pro- .. No11 ha senso parlal'e in aRtratto di scuola paritaria. getto di legge Rossi -:- il cui aspello più gravo è E' necessario im·ece consident1·e i crited con cui si concede la concessione di sussidi alle scuole non stat.ali 7"""" ha ·1~ paritù e cosa effettiva,nente eono le scuole parital'ie :i'n suscitato protesto che testimoniano come l'opinione pub- ltalia .. Essa si concede perché è al potere 1111 partito cat- blica $ia mollo più sensibile e a1:tenta di quanto comune- t.olico (appoggiato·dl:l for:-'..edi dcE:tra) che più che allo svi. 111e11to non si credn. luppo clella·~dernocrazla mirn al mantenimento di pOsizioni Un altro mot.ivo di soddisfazione è che tali protest_e di privilegio; le scuole paritarie sono per il (ì(ì per cento evitano la facile polemica e si appellano invece n fatti i cattoliche senza che questo voglia dire che il restante 34 per q_uali di~11osfrano quanto sia assu1·do che propi-io un mi- cento sia costituito da scuole lafol1c nel senso positjvo del 11istro socinldemocrntjco non abbja saputo trovare di rne- ·terrnine. Nèl complesso si trnlta di scuole di ·basso livello glio per uscire da una certa n;:mtine governati,·a che fal'si qualitativo che 'nell'intei-esse genernle' dell'educazione non promotol'e di un prnvvedimento volto a favorire i cle1·icali. • vanno incoraggiate a,la1·e irnpunrrnente sempre peggio, ma Bisogna p,·oprio di1·e che il buon senso (o, che è lo $Otloposte ai p.iù severi controlli di1 ·ct.ti e inoltre sti,nolate ~lesso, un certo rispetto della logica elementare) è ciò che alla concorrenza mediante il rafforzamento della scuola di maggior·menie ti espone a farti passare per ingenuo. Non stato. _ _,,.,...._·;...b.wlo .i11giustifìt."'"lrhrtt::spettar$idtt un ministro della E' ve,·o, non mancano l"' i,;],e":,,,iun1 c1 l'lllJI)uTi-~ sever.i P.J. socialdemocratico (e quindi laico almeno Jimitata- e allarmanti da parte di onest.i funzionari. Ma Qoye ·yanno mente alla concezione dei compiti di uno stato moderno) a finire tali rappo1·ti? Su quali secche non precisamente bu- che pones8e mano - pur senza clamori e p1·ecipìtaziono - rocratiche ~i f\l'enano? a sanare la nostra scuola da qualcuno dei mali più gravi E si badi bene, qui non si tl'utla della eterna querelle e antichi. scuola di stato - scuola privata. ] I problerna di fondo è Conoscendo i socialdemocràtici in pa1-ticola1"0 e la· si- la qnalitil e l'efficienza dcffeducazione in rapporto allo tuazioL~e obiettiva del nostro paese in generale, non c'era sviluppo della democra:,,;ia nel nostt-o paese. Proprio perché çla attendersi miracoli. Ma una onesta e decisa resistenza ci mettjarno da que~to largo punto di vista noi non esclu- su :(JOSi'liionicostituzionalmente acqnisité. (il famoso «.senza diamo che lo stato possa. e anzi debba servirsi anche dei oneri per lo Stato»), questo sì avJ"ebbe dovuto es·sere il pl'ivati per assicura1·è alla com uniti\ una educazione sem- prfrno obbligo deJl'on. Rossi. Ed ecco invece il progetto di pre migliore. Ma nello spi1·ito del pl'ogetto di legge non c'è legge sulla parità che pl'omette ai clericali la realizzazione minimamente questa volontà cli migliorare l'educazione nel di un vecchio sogn-o: un ultetiore l'affor:,,;amcnto delle loro suo insieroe; c'è piuttosto il segno di ~n ·cedimento di r,=onte seuole con l'aperta e codificata complicità dello stato. Non siamo poi davvero tanto ingenui da non sapere che questo fatto obbedisce a una sna logica che è la logica stessa della crisi della democrazia in Italia. Sarebbe abba– stanza facile - seguendo certi itinera1·i neppure mollo se– g1"0li - scoprire particotarità del nostro costurne politico e il gioco di interessi e di .Privilegi a cu.i il PSDI eia anni sl presta non gratuitamente. I termini della quest,ione non hanno niente di raffina– tamente complesso: conti-o Ja tendenza, caratteristica del mondo moderno, verso nna sempre p.iù .integrale laicizza– zione dell'educazione si vuole varare una legge che è de– stinata a dare nuova foi·za all'influenza cledcale i cui scopi di parte sono in contrasto con le esigenze della CO• rnuniU~ 1:1azionale e della vita democratica. Lasciamo ad altri il corrlpito di una valutazione giu– ridica. A noi del resto questo genere di valutazione non sembra decisivo. La questione difatti va consider~ta alla luce della particola,:e situazione slorfoa del nostro paese, , • delle fo1·ze e degli interessi che sono in gi~co, delle neces– siUl di rinnovamento del nostro sistema scolastico in rap- . porto al l'innovamento ·dèlle struttu1·e sociali. E perciò pos– siamo dire che 1a legge sulla parità, qualora Yénisse appro– vat;, porterebbe come. conseguenza un 11llcriore indeboli– mento della scuola statale in qlrnnto contribuirebbe a pri– vfltizzare - snaturandoli - gTi strumenti pubblici a fa– vo,·e cli una pal'te che della democrazia accelt,a apparen:,,;e e rncccanisrnf per far passare la sua sostanza reazion~ria.,. Re è vero che uno stato democratico ha bisogno di una scuoio nazionale come scuola di tntii, la colpa. più grave cl(•Ha legge sulla pa1·ità è di gua,·dare nella direzione oppo– sta così. da assicurare una nuova vittoria ai clericali. Ma i11 realtà sconfitti siamo tutti; lo sOno - riguardo al di– ritto di frull'e delle condizioni educative migliori possibili - anche coloro che si volgono alle scuole non statali .per per• correre con maggiore disinvoltura la strada verso l'igno~ rarnm e, quello che è peggio, verso la impreparazione l e Nuova Repubblica • è settimanqle politico e di cultura. e• anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto 'n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti I Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente iA saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 5 MAGGIO 1957 • L. 40 alla pressione, certa.mente massiccia, delle fol'ze clericali. Dimostri una scuola pri~ata di voler tentare vie nuove, cli voler collabol'81'0 all'avanzamento dell'educazione, di es-· sere interessata sinceramente alle sorti umane dei giovani in luogo di .ffiirare all'indottrinamento, alla prnpagnnda fa– :,,;iosao, più semplicernente, al lucro e saremo i primi a sol– lecitare l'intervento economicÒ dello sLato. In questo caso lo stato potrà apCl'tarnente vantarsi di avere avuto sensi– bilità pubblica e non ci sarà bisogno di mascherare la vo– rità pal'iando di « conb-ibuli .finanziari destinati solo a mi– gliorare le attrezzature scolastiche e a potenziare j( funzio– namento ·della scuola :.. Queste particolari scuole private sarebbero pubbliche per eccellenza a causa dei servigi cho renderebbero al progresso delreducazionc. PurlJ·oppo la realtà è ben dive1·sa. J,e s.cuole non stal.ali nel loro insieme si nrnovOno a un livello qualitativamente molto basso, dove affarismo, spirito dogmatico e tendenza reazionaria Si danno la mano. Chi dichiara il contrario devo– essere poi così onesto da accogliere !"idea di una inchiesta, p~rlarnent-are, l'unica che possa dare sufficienti garnnzie di obieU.ivitù. :àta sappiamo quanto sia paventata una talo eventualità. Certo non manca.no le scuole private che com– piono un buon lavoro e che meriter~bl)el'O perciò un con– creto incol'aggiamento; ma non sono quesle che stanno a cuore a coloro che hanno ragione di gioire dell'iniziativa del ministro Rossi. Si tratta clifutti di scuole non rcligio~o che incontrano ostacoli nella misurn .in cui i loro sfor-z,i J1anno significato inno,·atore. Tt1llo su1111nuto1nufJ•·iv ciò che gius~iJicher~l,1)-., l'inter– vento dello stato spinge la classe dirigente e coloro che in essa si rispecchiano a porre ostacoli. E' doloroso dover os– servare come ogni innovazione sostanziale si debba fare clandestinamente e rischiando dì persooa. Non è il miglio– ramento dell'educazione cl1e si vuole da parte degli ispira– tol'i del progetto di legge ma unai co·nscrvazione anzi una estensione di privilegi che costituiscono la maggiore causa dì debolez:,,;a della democrozia italiana. · L'iniziativa dell'o11. Rossi è soltanto un anello di una lu.nga ~atena; ossia non è un fatto isolato ma uno degli aspetti cli una preoccupante involuzione che ci allontana semp1·e pilt _dalle pa·emesse di rinnovamento sociale uscite (segué a pag. 2, 1.a col.) umana. -,,,. L'obolo del contribuente ( Dis. di Di110 Rosclli).

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