Nuova Repubblica - anno IV - n. 52 - 23 dicembre 1956

nuova repub/Jlica Comitato direttivoi TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione I GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, te!. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza Indipendenza 29 1 te!. 483-207/8. Autoriz. TrJb. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed In ltaly. St. Tip. de eh Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. Un numero L. 40. Estero L. SO. Un numero arretrato L. 50, Abbonamenti: annuo per Italia e Francia l. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post. 5/6261, «La Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. Tariffa I L. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per cotenna. --------------------------------- 142 • ANNO IV • N. 52 ESCE LA DOMENICA ILCONGRESSO DEL PSI di LELIO BASSO Ringraziamo il compagno · Basso di avere consentito eh.e questo scritto de– stinato a France-Observateur esca con– temporanea·mente su. Nuova Repubblica. S ONO passati ormai più di tre mesi dalJ'incontro di Nenni e Saragat a Pralognan, tre mesi che hanno permesso di far seguire ai primi moti di sorpresa e disorientamento e alle prime reazioni sentimentali, una più matura e ponderata valutazione politica, emersa so– prattutto nell'ultima riunione del comitato centrale del PSI (la seconda dopo Pralognan) che si è tenuta in no– vembre e che ha deciso la convocazione del congresso del partito per i. giorni 6-10 febbraio a Venezia. In sintesi si può dire che il PSI ha compreso che in realtà, dato che i partiti non sono fine a se stessi ma sono strumenti per una politica, quel che importa so– prattutto non è pronunciarsi pro o contro l'unificazione socialista, ma pronunciarsi pro o contro una politica, de– terminare cioè quale politica il PSI ritiene necessaria e intende proporre come piattaforma di un'eventuale riu– nificazione. Se socialisti e socialdemocratici si troveranno veramente d'accordo su una stessa politica e la prati– cheranno. insieme, se dimostreranno cioè nell'azione di volere veramente le stesse cose e di volerle con gli stessi metodi e Jo stesso spirito, l'unificazione socialista non potrà non essere il risultato necessario di questa azione comune. Questo modo di impostare il problema, rispon– dente al comune buon •senso, appare sempre più accet– tato dai socialisti" fra i qùali diminuisce il numero di co– loro che vogliono l'unificazione immediata e a qualun– que costo e così pure di coloro che la escludono senz'altro, volendo rimanere ancorati alle vecchie posizioni politiche. Si può quindi affermare che il compito principale del congresso sarà quello di definire la piattaforma politica su cui può avvenire l'unificazione, essendo chiaro che essa non può essere né la politica seguita fin qui dal PSI, né quella seguita dal PSDI. La relazione della dire– zione del partito per il congresso ha indicato questa poli– tica piuttosto in termini negativi che positivi: supera– mento del frontismo e del centrismo, parole con cui ven– gono definite rispettivamente la politica del PSI (stretta alleanza con i comunisti) e quella· del PSDI (collabora– zione in forma subalterna alla politica e al governo DC). A mio giudizio però, la critica che si dovrebbe muo– vere alla politica del PSI negli anni passati dovrebbe an: dare più a fondo: si può dire che al PSI, come del resto al PCI con cui il PSI ha sempre strettamente col1aborato, è mancata una vera prospettiva p.olitica. I due pai;titi sono rimasti sempre sulla difensiva, opponendo una re– sistenza più. o meno valida alle iniziative della classe diri– gente e del governo, cercando di far leva su tutti i mal– contenti per accrescere le resistenze, ma non hanno mai seriamente indicato un'autonoma linea di sviluppo della politica italiana, gli obiettivi di trasf_ormazione econo– mica e sociale da raggiungere, i mezzi per arrivarvi, le forze politiche in grado di convergere su questi obiettivi, in una parola non hanno mai offerto delle chiare solu– zioni ai problemi di fondo della società italiana. Si è fatta molta tattica ma ben poca sti;ategia. Le ragioni che hanno indotto il PCI a questa politica sono note e per– mangono ancora: in questo senso l'affermazione del PSI di voler superare la politica fron.tista significa soprat- · tutto la volontà di riacquistare la necessaria capacità di iniziativa per affrontare risolutamente i problemi dello sviluppo economico e del progresso democratico dell'Italia, ma non significa volontà di rottura con i· comunisti o, in generale, della solidarietà di classe. Al contrario, lo s(orzo che il PSI sta facendo per indicare questa nuova piattaforma politica, attraverso l'elaborazione di un pro– gramma che finora gli mancava, è lo sforzo di trovare una piattaforma che sia valida per tutto il movimento operaio, comunisti compresi. Italia comporta la necessaria rottura e lotta sia con i . grandi interessi economici che dominano la vita italiana sia con i partiti che li sostengono, e quindi in primo luogo la DC. Per usare le espressioni correnti nel linguaggio politico italiano, il problema si pone sempre meno in ter– mini di « apertura a sinistra » (alleanza DC-PSI-PSDI) e sempre più in termini di « alternativa di governo» (so– stituzione all'attuale maggioranza di una maggioranza di sinistra che faccia centro attorno al PSI o al futuro par– tito unificato). Quando il PSI chiede al PSDI di riconoscere il supe– ramento del centrismo, è essenzialmente questa nuova politica che esso richiede. A questi problemi di politica interna si aggiungono poi i dissensi in materia di poli– tica internazionale: il PSI, pur riconoscendo la necessità per un partito di governo, di rispettare i trattati interna-· zionali, e quindi anche il Patto atlantico e l'UEO, vuole però una politica che interpreti questi trattati in senso strettame11te difensivo e operi concretamente in fa'vore della distensione e della coesistenza, appoggiando gli sforzi dell'India e del blocco afro-asiatico, e trae argomento an– che dai recenti fatti di Ungheria e di Suez per una poli– tica che mir: al superamento dei blocchi e delle sfere di influenza, m_eriì•reSaragat al contrario ne ha tratto argo– mento per un rafforzamento del Patto atlantico. In relazione a questi problemi il PSDI appare però profondamente diviso: proprio in questi giorni la sinistra del PSDI ha tenuto una riunione di frazione a Roma avvicinandosi molto alla posizione del PSI, mentre la destra ha tenuto una riunione a Bologna, mantenendosi integralmente sulle vecchie posizioni di politica centrista all'interno e di politica atlantica in campo internazionale: Il PSDI non ha ancora convocato il suo congresso, che la « Nuova Repubblica > è settimanale politico e di cultura. e• anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico vìene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesla. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il, 23 DICEMBRE 1956 - L. 40 sinistra reclama, e la decisione dipenderà in ultima ana– lisi dall'atteggiamento del centro cui appartengono sia Sa– ragat ·che Matteotti, il primo ideologicamente e politica– mente più vicino alla destra, il secondo alla sinistra. Collocata in questa prospettiva, la riunificazione socia– lista perde ogni carattere miracolistico e diventa una pos– sibilità effettiva, a scadenza non immediata ma neppure lontana. Si può dire all'incirca che se le elezioni politiche in Italia dovessero essere anticipate al 1957, la riunifica– zione non potrebbe essere ancora avvenuta, ma se doves– sero aver luogo alla loro naturale scadenza, e cioé nella primavera del 1958, la riunifi~azione potrebbe essere allora un fatto compiuto, e compiuto senza equivoci e senza ca– pitolazioni. Questo appare tanto più probabile per il fatto che il fallimento dell'esperienza centrista è ormai ricono– scimento comune e che, specialmente dopo l'ultimo con– gresso della DC a Trento, nessuno si inganna sulle possi– bilità di una politica seriamente democratica da parte del partito di maggioranza. E' perciò probabile che la rhag– gioranza della socialdemocrazia arrivi alle stesse conclu– sioni del congresso del PSI. L'importanza di questo congresso scaturirà dunque. più che dalle decisioni sulla riunificazione, dalla capacità del PSI di indicare nuove prospettive di sviluppo e di lotta a_lla classe lavoratrice, assumendo una funzione di primo piano nello schieramento politico italiano che aveva per- • ciuto negli anni passati, e di saper operare in conseguenza ie necessarie scelte di a11eanze politiche. Se queste indica– zioni e queste scelte saranno valide (e tutto lascia sperare che lo saranno), e se saranno accompagnate da un processo di democratizzazione interna del partito (maggior circola– zione di idee, più intensa vita di base, elezioni a scrutinio segreto, ecc.), il PSI si porrà come l'elemento centrale del processo di unificazione esercitando una forte attrazione sui movimenti socialisti minori: è probabile infatti che l'Unione Socialista Indipendente confluisca nel PSI già in occasione del prossimo congresso, senza attendere l'unifi– cazione generale. E' difficile che la parte più viva della socialdemocrazia possa resistere alle attrazioni di una po– litica veramente socialista in Italia, ed è assai probabile che questa politica possa esercitare un'influenza positiva sugli stessi comunisti, che oggi subiscono i contraccolpi della crisi conseguente al XX Congresso e agli avveni– menti di Polonia e di Ungheria. L'elaborazione di questo programma pone tuttavia sem~ pre più chiaramente in evidenza che una politica di svi– luppo economico e culturale e di progresso democratico in, « Anche tu va.i a Betlemme? ». ·tDis. cli Dino fJoscllil

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