Nuova Repubblica - anno IV - n. 47 - 18 novembre 1956

nuo,vll répuhhlicll Comitato direttivo: TRISTANO CO0IGNOLA ( direttore r;sp. ). PIERO CALéFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di • redazione: GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, ti?,. 483-207 8 Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre i 952. Printed in l!aly. St. Tip. de cla Nazione•. Firenze, Via Ricasoli 8. 137 . ANNO IV - N. 47 Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato L. 50. ·Abbonamenti:_ annuo· per Italia e Francia l. 1~00, sem. L. 800, ·trim. L. 450. Estero: L. '2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10 000. CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia•, Firenze Gli-abbonamenti de– corrono dall'inizio dei mese. Per pubblicità rivolgersi ali' Ammi• nistrazione. Tariffa I L. 15.000 per inserzìoni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA LE VIE DELLA DISTENSIONE di FRANCO RAVA' G LI ATTUALI avvenimenti, che tengon desta l'at- · tenzione dì tutti, sanciscono . inelllttabilme11te la dissoluzione della struttura internazionale del mondo post-bellico, quale era venuta configurandosi nel decennio fra il 1945 e il 1955. Con ciò essi offrono final– mente ai socialisti, in Itali~ e· in tutto il mondo, la possi– bilità di assumere una aµtonoma ed efficente iniziativa, ~en-tre pongono. lqro, neno 'St~sSò' .te_mpo, una serie di probl~mi di non P.iccol?,'m.olllent0 '.~· di non limitata re- sponsabilità. · . ·· In tutti questi' ahni, i'n'vero,= i ·socialisti europei .non si son proposti altr·a'· ·politica' chè n_on·fosse quella dell'ade– sione .all'urio o ·aU'élltro ·ilei blocchi contrapposti, e forse non ·1;>otevano ·diversamente: sta di fatto .che qualche indicazioqe, é:he venne fornita, - per µna politica di neu- . ti:alità, o non r-itiscì a ·celare un·a preventiva sçeita di f0ndo che vi contrastava (come nel caso del PSI) o non Poté avere alcuno sviluppci concfeto (come nel caso della , socialdemocrazia tedesca). Un solo atto importante com– pirono i laburisti inglesi: il riconoscimento· dell'indipen– den1.a dell'India, che non fu cosa di poco conto: es·so infatti propose' un certo tipo di evoluzione dei popoli· coloniali e determinò le coridizioni perché alcuni di essi, assurgendo pacificamente all'indipendenza, potessero con– solidare al proprio interno le istituzioni democratiche e venire quindi a rappresentare, sul piano internazionale, elementi importanti •per !~instaurazione, che oggi si at– tu3lizza: dì" uil nuovo equilibrio e -di un nuovo ordina– mento. Al ·momento attuale,· ripetiamo, la evidente crisi in atto all'interno dei- due blocchi consent~ nuove alter– tive; d'altra parte la rivoluzione che si opera nell'Europa orientale (e che investe tutte le' forze comuniste nel mondo) impone proprio ai socialisti di assumere l'inizia– tiva, sotto peria altrimenti di risÌ::hiare l'affermazione, in molti llloghì. di reclzioni di tipo -fascista. Sul piÒ.no' internazionale, quale immediato eO:etto hanno avuto la politica sovietica della distensione e le aITermazioni del Xx còngreS!:!Odel PCUS? Quello di con– sentire u·na" no'tevOle esparisione dell'influenza dell'URSS nel mondo afro-asiatico. Per anni questo è stato l'obiet– tivo dei dué• bloèchi: raggiunto un certo equilibrio in· Europa essi hanno mirato a rafforzare le proprie posi– zioni nel réstO del mondo. A tale scopo la politica stali– niana s1 dimostrò assolutamente insufficiente; successi– vamente, fll \a dip.lomazia americana a commettere gravi errori, dim9strandosi affetta, come disse il Salvatorelli, da « pattolTlania »: essa non volle riconoscere alcuna fun– zione alle ·p_o'sizioni neutrali, e cercò di legare a sé il maggior numero di paesi mediante patti ·militari che sancivano la stlpremazia statunitense; arrivò per tal via fino ad ingérirsi negli affari interni indiani (favorendo il Pakistall irl contrasto con l'India) ed in quelli indoci– riesi e guatemaltechi. In tale situazione, il « nuovo corso» sovietico ebbe buon giuoco .. Naturalmente era facile prevedere che la destaliniz– z·azione élvrebbe comportato delle inevitabili conseguenze all'interno dei paesi comunisti; altrettanto facile era però prevedere che l'URSS avrebbe ammesso una maggiore 'mdipendenza pér questi paesi finché. essa non avesse posto in dis'cussione la loro alleanza ed amicizia con lo Stato sovietico. Ha scritto a questo proposito Walter Lippmann:: << E' interesse degli Stati ·uniti favorire il ti– toismo (come forza di regime interno) fra i satelliti; in– fatti, se questi volèssero andare più in là, i sovietici sa– \:ebbero còstretti, ·come 'unica difesa, a tor~are allo sta– Iini'smo >>.Del resto, il divers0 comportamento dei russi in ·Polonia:M·e in Ungheria è significativo. non vi è ·socialismo senza libertà. Conseguentemente, essi eSprimono la propria solidarietà a quanti ovunque si bat– tono per quel diritto, per la propria indipendenza e per la reale democratizzazione degli istituti politici del pro– p.rio. paese. Ma la rivoluzione ungherese pone altre que– stiofri. Ha scritto Codignola: « Se quarant'anni fa il pro– blema era quello di riempire la libertà istituzionale di u·n princiPio di libertà economica, qui il problema aperto nelle cosciente di' chiunque è quello di ricercare negli istituti di una maggiore giustiZia sociale le garan– zie democratiche: più pane e più libertà». Ciò impone d.i. rivedere il giudizio su alcune forme «spurie» di co– mµn)smo, quale· quella jugoslava: 'og_gi i,nfatti si· c:Oi:n-. p_rende l'atteggiamento di Gomulka, che attua giornal– n_1ente piccole innÒvazioni democratiche, nel quadrò p'erò di un ordinamento che resta comllnista e di una politica internazionale· che resta vincolata allo stato· s'òvietico: qµesto suo comportamento, infatti, ·è· condizionato d~l13. situazione geografica del paese e dal fatto che solo l'Q"RSS p.uò garantire la frontiera dell'Oder-Neisse, non ricono– sciuta. dagli occidentali; non si giustifica~ invece, il voto negativo di Tito all'ONU, sulla mozione sull'Ungheria, perché vi si, parla di « libere elezioni >>. Correlativam-?nte occorre, per.ò~~be i socialisti occidentall, mentre confer– mano che la loro « via del socialismo » non può c·he pas– sare dall'accettazione integrale. del metodo della demo– crazia •(di cui il parlamento è una delle esprèssioni essenziali), dimostrino di voler a fondo operare per -dare completo contenuto sociale a quella democrazia e per superare le ipoteche poste su di essa dal regime borghese e .Capitalistico: ·così, fra l'altro, non si può denunciare la dittatura e lo schiavismo sovietico senza denunciare la politica coloilialisticà di alcune potenze occidentali. Le battaglie si vincono infatti, in non piccola parte, anche dando prova di. coerenza morale e politica. Gli avvenimenti in corso testimoniano che non è certo la politica della NATO e del patto di Varsavia, e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultu;a. E' anche giorn~le murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblkati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. 11periodicç viene ìnviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta Spediz. in abbonam. postale Gr. 11, 18 NOVEMBRE 1956 - L. 40 cioé la politica della guerra fredda, che può consentire ai minori paesi dei blocchi contrapposti di sottrarsi ai rigidi controlli degli « stati-guida>>. Nella logica imperia– listica, delia spartizione del mondo in sfere di influenza, nentra appunto l'intervento sovietico in Ungheria e, per contro, la politica francese ne1l'Africa del Nord e quella anglo-francese in Egitto. Quest'ultima si tenta di giusti– ficarla asserendo Che! Nasser è un dittatore ed anche, addirittura, che egli era d'accordo con l'URSS per im– porre il proprio impero in tutto il Medio Oriente. Ma una tale asserziqne fa il paio con quella dei comunisti che spiegano l'intervel')to sovietico in Ungheria con Ja necessità di impedire l'affermarsi, colà, di forze reazio– narié: or~. anche se ciò fosse vero ,non diminuirebbe le responsabilità dei comunisti che in otto .anni di governo ~on hanno sap"uto creare condizioni di vita tali pe.r cui. sia impossibile il risorgere delle forze fasciste. Alla stessa stregua, per l'Egitto non si può non ricordare che gli inglesi non seppero considerare, nel modo dovuto e al tempo giusto, il problema della pi_ena indipendenza del Paese: con ciò favqrirono l'irrazioÌlale 'esplosione nazi0;-– nalistica (preannunciata da Neguib) concr·etatasi nel re .. gime dittatoriale di Nasser. In ì·ealtà, l'uno e l'altro epi– sÙdio sono espressioni di. ana~r0D,_istiche politiche colo- nialistiche e èìi poteriza. ' · ~,' Occorre aggiungere che non si può non deplorare che· le repressioni .in Algeria siano attµate da un governo a d,irezione socialista, che è altresì. Fesponsabile dei fatti egiziani: tutto ciQ, fra l'altro, è indicativo dei pericolosi smarrimenti cui può andare soggetta la politica estera s.ociahsta in carenza di una Internazionale che voglia veramente coordinare le azioni dei singoli partiti e che sappia soprattutto indicare le linee concrete lungo le quali P\lÒ e deve syilupparsi l'iniziativa socialista sul p_iano internaz!onal~. Ciò premess.o, come si può concretamente opel·are, oggi,· per determinare una dui:ev0le distensione e per favorire-, in tal modo, l'affrancamento generale dei pic– coli paesi? Non vale certo, a tal fine, tentar di darè un piÙ" consistente contenuto Politico. ed econm11ico al patto atlantico, perché un tale st,rum.ento, condizionato dalla politica statunitense, appartiene per ciò stesso ad uno schema di relazioni jnternazionali ormai superate. Non si· può chiedere -all'URSS di ritirare le propri€! truppe dall'Europa orientale senza darle assicurazioni circa l'ef– ·fettiva possibilità e volontà, per l'Europa occidentale, di sviluppare una propria politica autonoma rispett.o agli Stati Uniti e senza proporre la creazione di un sistema · Gli avvenimenti magiari vannò valutati da tre punti di vista: moi-a1e, ideologico e P,Olitico. Sul piano morale, la condanna dell'Unione Sovietica è senza appello. D'al– tra 'parte, 3nche sul piano ideologico il giudizio dei so– e:ialisti, di fronte alle attuali lotte civili e di liberazione, in Europa, 1.n Africa e in Asia, non può essere che uno: essi riVendic3no il diritto di ciascun popolo alla più as– soluta aut0nomia di decisione contro pressioni ed op– pressioni este'rne e di gruppi minoritari interni, poiché LA FARSA NELLA TRAGEDIA - u Poi saremo riabilitati n. (Dis. di Vi,w Bosclli)

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