Nuova Repubblica - anno IV - n. 46 - 11 novembre 1956

nuova repuhhlict1 Comitato direttivo: TRISTANO COD_IGNOLA {direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di re'dazione: GIUSEPPE FAVATI, Dire~. ·e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, tel: 50-998: Àrrlm'.: Firenze, Piazza ·Indipendenza 29, . ts?l. 483-207,8. Auforiz. Trib. Firenze del~ 30 dicembre 1952. , Printad in lta1'v. St: Tip._·de_ 'c:L§ Nazio~e», Ff'ren~e, yia Ricasoli 8. 136 • ANNO IV - N. 46 Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. 4.50. Ester~: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, «la Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de- ,,. corrono dall'inizio de.I mese. Per pubblicità ·rivolgersi a11'Ammi, nistrazione. Tariffa: L. 15,000 per inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anch& giornale murale, registrato presso Trib. di Firenz& con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegrÌi an~ che se non pubblicati, non si restituiscono: Diritti riservati per tutti ì Paesi. .11periodico viene inviato gratuitamente in sagi;;Jìo 111 chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 11 NOVEMBRE 1956 - L. 40 RESPONS.4BILITA' DEI SOCIALI Unità popolare im 1 ita PSI e• PSDI a riacquistare piena autonomia per offrire al piìt presto alla sinistra democratica italiana un valido strumento politico Di fron'.te al, precipitare della crisi internazionale, fa. tale prodotto ·de'I disordine politico e morale del tempo nostroi di fronte al crescente disorientamento e alla inquie– tudine degli spiriti, « Unità popolare>> crede necessaria la più energica riaffermazione dei .Principii che soli possono assicurare la pace ed il progresso "della nostra civiltà. Regiini di oppressione dittatoriale e qllindi poliziesca, dei quali sono strumento apparati di partito irremovibili, ed immobilistici, si estraniano al contatto effettivo con il popolo 1 alla comprensione dei suoi bisogni. e creano situa– zioni intrinsecamente instabili ed alla lunga minacciose. I piani di trasformazione sociale ·ed economica non pos- · sono essere fissati su modelli astratti senza storture e lesioni pericolose. L'inter.vento in Ungheria di forze armate straniere :epr:imere a&Pir.u~olari alla libertà_ non può. non provocare la più recisa e indignata con~anna; Nè ragioni di potenza, nè preoccupazioni d.i difesa ideologica possono infatti in alcun modo leglttim~re l'intervento re– pressivo sovietico. E il moto di libertà e indipendenza dell'Ungheria trova la solidarietà di ogni uomo libero nel– l'augurio che esso sappia dare al popolo magiaro una vita democratica, senza cedere alle insidie di tendenze rea– zionarie. La condanna dello stalinismo ha aperto nei regimi e. nei partiti comunisti una crisi di revisione che non deve, e noi crediamo non passai essere fermata a metà. La sua logica conseguenza è il controllo effettivo ed efficace delle masse popolari sull'azione di governo in un ambiente di libertà individuale e di pluralità di partiti. L'opera di revisione timidamente iniziata da alcune correnti del movimento comunista deve coraggiosamente tradursi in una piena ed incondizionata accettazione, che nor. ammette più dilazionil dei principii democratici nella politica interna e in quella internazionale: la violazione della legalità nel regime sovietico deve essere, quindii incondizionatamente condannata nel campo interno come in quello internazionale. Ragioni di potenza non possono, e· ragioni d'interesse . non bastano a giustificare l'azione armata anglo-francese. Le esorbitanze del dittatore e,giziano son·o· superate dal– l'esorbitanza di Londra e Parigi e il calpestare 1 da parte dei due paesi democratici, le ultime speranze di arbitrato internazionale, proprio quand9 di fronte alla politica russa in Europa orientale più recisa deve essere l'affermazione dei principii democraticii non può non suscitare profonda costernazione. In tutta Italia ( fatti di Ungheria ed i mo.vimenti dei regimi comunisti sono causa di estrema confusione e pos– sono generare reazioni politiche pericolose. La piena libertà nella quale ha potuto manifestarsi ~la più sfacciata specu· !azione fascista, ne è un sintomo. • · · Momento dunque politicamente, psicologicamente diffi· cile 1 anzi grave, nel quale ai socialisti si rivolge· una sto– rica chiamata di responsabilità: tempi cosi difficili esigono la più chiara consapevolezza della propria funzione, anzi missione della quale è condizione non solo la fedeltà demo– cratica, ma anche la piena indipendenza: l'abbandono quindi di ogni posizione centrista costituisce pur esso una neces– saria premessa per un governo di trasformazione e di rin– novamento. Alla stessa data, l'Esecutivo ha trasmesso tale dichia• razione alle Direzioni del PSI e del PSDI, accompagnata dalla seguente lettera: Cari compagni·, nell' accludemi una dichiarazione politica ap– provata il 3 novembre u. s. dal Comitato esecutivo del Movimento di « Unità popolare», desideriamo precisarvi il giudizio del nostro Comitato sulle con– dizioni senza l'adempimento concomitante delle quali esso ritiene che l'unificazione socialista non possa raggiungere pienamente l'obbiettivo cla tutti . auspicato della costituzione cli un partito socialista unificato veramente inclipe11cle11te da ogni altra far. inazione politica e ca.pace cli proporre al 1lCtcseuna propria altemativa. Se si- vùole. consentire al .prtrtito unificato la · piena liberJ__àcli giudizio o di azione nei confronti· del PCI e:'ilÌJ( movicento comunista intemaziona.le, occorre che il PSI si presenti all'unificazione com. pletamente libero eia vincoli o patti col PCI. In pari tempo, aftinchè il dialogo con il movi– mento politico cattolico sia dal socialismo effet– tuato in condizioni cli reale parità, occorre che, a sua voltp, il PSDI si presenti all'unificazione dopo aver superato la politica centrista e quindi comp/.e– tamente libero da vincoli governativi, nell'attuale situazione parlamentare, in cui nessuna formazione di caratlere centrista può libeforsi dalle gravose ipoteche della destra economica, La duplice riaèquistata indipendenza delle due maggiori formazioni socialiste non solo contrilmi-. rebbe a togliere ogni residuo ostacolo politico sulla via della unificazione, ma offrirebbe pure ai lavo– ratori e al paese tal.la la garanzia pregiudiziale che la attesa nuova formazione di sinisl'rn demo– cnilica è ca.pace di difenclCl'e, contro le rirmovate offensive r.eazionarie, le istituzioni democratiche e le condizioni di una politica cli progresso econm11ico e socia.le. _ Il carnttere socialista e operaio del partito unificato noi{ può essere dato dai suoi vincoli con il partito comunista, specialmente dopo quanto è accacluto in Ungheria; nè ·il suo carattere demo– cratico pitò dipendere dai suoi vincoli con la DC alla quale la Pmvvidenza non ha mai attribuito la missione ;li rilascia.re attestati di çlemocmzia. Nel contempo anche gli schieramenti di opinione de– mocratica debbono, da parte loro 1 intendere che momenti . cosi decisivi della storia di un paese impongono una scelta. Unità popolare segue con simpatia e con senso cli solidarietà il moto verso l'unità socialista, al quale è decisa a dare il suo attivo contributo. Essa sarebbe quindi lieta di disculel'e insieme con i rnp– presentanti del PSI e del !'SOi le basi icleologiche, gli indirizzi programmatici e il pia.no d'azione de– stina.ti a costituire la piattaforma de/l''llnificazione sociatis.ta , rimanendo a disposizione dei due par– .tifi, anche per fornire eventuali chiarimenti sul. conlen'lllo clell' acclusa dichiara~ione politica e cli qii.esta letlem. Nella grave crisi del movimento operaio spetta al nuovo partito socialista a"ssicurare la presenza politica di tutta la classe lavoratrice e difenderne gli interessi permanenti. L'unificazione socialista costituisce, pertanto, in questo mo.. mento, in Italia, l'unica possibilità di formazione di una efficiente sinistra democratica che garantisca il rispetto della libertà e assicuri un avvenire di giustizia sociale, evi– tando al paese pericolose involuzioni. IL COMITATO ESECUTIVO DI UP ROMA, 3 novembre 1956 Cordiali saluti. L'ESECU'\'[VO DI UNITA' POPOLAP.E tullio Ascarelli - Tristano Codignola - Edmondo Cossu - Giovanni llfalvezzi - Ferruccio Par,·i - Nunzio Sabbat11cci- Pier. Luigi Sagona • Paolo Vittorelli Riproduciamo altresì la dichiarazione ri[asciata da Tristano Codignola aUa stampa in data 5 novembre 1956: << Doloroso stupore, inesprimibile angoscia sono i senti– menti che in questi giorni ci hanno preso nel vedere un grande popolo, nel nome di una grande idea (il sociali– smo), valersi di una preponderanza ·militare schiacciante per distruggere selvaggiamente le ragioni di civiltà o di libertà di_ un popolo tan.to p_iù _P.iccolo, chE: ha saputo se– gnare le tappe della sua storia recente, dal Risorgimento ad oggi, con molto sangue versato per .assicurare la pro-– pria responsabile esistenza. « Nessuna giustificazione è possi.bile; se facinorosi o reazionari possono aver profittato per proprio conto del moto di indigna~ione popolare, i caratteri della rivolta di popolo sono troppo palesi ed eloquenti per poter essere IT).essi in dubbi<? ~on un minimo di buona .fo?e: e questo suona condanna inappellabile di un siste_ma nato da una i$pirazione di giustizia e piegato dalla tirannide a stru– mento di oppressione. « A questa angoscia, si è aggiunto jl dolore di as_sistere ad un atto di violenza irresponsabile e condannabile da parte di due paesi, che arriiamo non soltanto per il loro contributo alla civiltà comune, ma ·perchè recente è an– cora l'aiuto che ci ~offrirono contro la tirannide fascista e l'aggressione nazista. La· tragedia ungherese non poteva essere evitata da nessuno: ~a la _su~ .c·Onctanna morale doveva essere tale da isolare, senza remissione, senza possibilità di equivoco, i ;esponsabili di essa. Dimostran• do il loro disinteresse verso· la legge internazionale:- che avrebbe avuto ben altri mezzi· per demolire le velleità totalitarie di un Nasser :__, facendosi giustizia da sé, i governi di Londra· e di Pàrigi ·hanno rotto la Silenziosa ma solenne solidar.ietà nella condanna dell'aggressione di Budapest: con 11 loro atto. inconsult'0:, hannO aperto il varco ai fiiistei, ·che con 1~affinata. dialettica ci ·verranno a dimostrare domani che l'uno va1e l'altro e che anche la democrazia e la libertà sono menzogne. Essi portano pe– santi responsabilità: se possibile, maggiori ancora quelle. de1I; Francia, di un governo cioè che si dichiara socia– lista democratico. · « Più che l'esecrazi_one e la pietà (verso tanti. morti innocenti, .verso i combattent_i intrepidi, anche verso il popolo russo la cui luminosa tradizione di u~anità non meritava tanta onta) vale un impegno: quello di lavorare senza tregua per una verace giusti~ia nel potenziamento degli istituti di libertà. E a questo impegnò non potranno sottrarsi i tanti militanti comunisti che nella loro co– scienza sentono certo la niedesima angoscia. Essi credono di doverla nascondere. Ma solo manifestandola con la forza del vero·, potra~no ·togliersi di dosso il veso dl una terribile c.omplic1tà, potranno serenamente t.ornare a la– vorare per un mondo migliore». Pagina 3 LEO VALTANI Il terrore ,n permanenza

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