Nuova Repubblica - anno IV - n. 44 - 28 ottobre 1956
n UOVll f~ 1~c~. n • , h . ~--. - '-'YUU~ L ""'- l)C'V\...,,,' re, in_ ,Uu_,~-~- _· 'R 0 1'12/"': .. 1~, ~-- -ç~ Comitato direttivo: TRISTANO CODlGNOLA (direltore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, te\. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, te. 483-207,8. Autoriz, Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in lt1ly. St. flp. de cla Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. 134 , ANNO IV . 'N. 44 Un .numero L. 40. Estero L. 50. Un numero arretrato · l. 50. Abbonamenti: ànnuo per Italia e Francia L. 1500, .sem.· L. 800, trim. ·L. 450. Ester0: L. 2000, J.O, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, "cla Nuova Itali,... •. Firenze. Gli abbonamenti de- . corrono dall'inliio del mese. fter pubtilicltà rivolgersi all'Ammi• nistrazione. ·Tariffa 1 l. 15.000 Pf:lt inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA D~MENICA PER UNA POLITICADI -A~ERTUfaA L'ITALIA E LACINA di FERRUCCIO PARRI N EL SETTEMBRE scorso, quando si trovava a Pe– chino la missione italiana or ora rientrata in patria, il partito comunista cinese teneva, con par– ticolare solenn.ità, il suo VIII Congresso. Erano presenti delegazio~i di 50 paesi, praticamente di tutta l'Asia: una dimostrazione di forza, una dimostrazione di soli– µarietà asfatica e rivoluzionaria: destinatario l'Occidente. Undici anni dividevano questo dal precedente Con– gresso, tenuto nel giugno 1945. LontaQa ormai la fase èroica, terminata nel 1937, ·quando, ricondotto alle fide basi del Nord con la marcia famosa dei 12.000 chilo– metri il nucleo rivoluzionario, il partito trovava sotto la guida di Mao la sua unità d'indirizzo e i"itrovava la sua capacità di espansione. Sconfitte le potenze dell'Asse in Europa, era ormai vicino il crollo dc~ Giappo .. ::- Ma la vittoria dava il via alla guerra civile con il Kuomintang. Quattro anni durissimi di rovine e di sangue. E poi ancora fame, disordine, errori ed incer– tezze. T'uttavia nel 1952, quan<l;o prendeva inizio il pri– mo piano quinquennale ed il nuovo regime aveva fis– sato la sua fisionomia, si poteva dire raggiunta la tran– quillità politica e sociale e la stabilità degli ordinamenti economici finanziari e tributari: la parabola delJa crisi rivoluzionaria poteva dirsi compiuta. Cominciava una nuova era della storia cinese. Oq1, nel 1956, poteva parlare l'orgoglio delle opere compiute Ma i rapporti dei capi più autorevoli del re– gime ebbero piuttosto il carattere di un .consuntivo di esperienza, di una· meditata riaffermazione dl principi, intesa più che a definire i modelli teorici della tras'for– mazione socialista a riscoprire, rivedere, confermare le regole di governo che hanno dato alla rivoluzione cinese il suo particolare carattere. Tre parole sarebbero su.f– ficenti a riassumerlo: realismo, gradµalità, temperatez– za. E s'intende facilmente come questo spirito, questa dichiarata volontà di procedere << passo per passo», ab~ ·biano pratiche e conCrete conseguenze nella politica industriale, agraria, sociale, ecc., nella costante preoc– cupazione di far coincidere le riforme con la più ampia base d'interessi, nella costante ricerca di utilizzare tutte le forze ed.' i gruppi sociali.. Spiace di non poter esem– plificare. « Abbiamo· spesso sbagHato - hanno aggiunto al Congresso - sotto l'influenza dell'ideologia· astratta. Sbaglieremo ancora, perché chi opera sbaglia. Ma l'espe– rienza, lo stretto contatto con i bisogni delle masse ci Permetteranno di rettificare gli errori e c'impediranno di sbagliare rovinosamente». Una rivoluzione, dunque, anti-retorica. E' chiaro che la via propria essa l'aveva già trovata da quando sotto la guida di Mao, che a me sembra de– terminante non meno di quella di Lenin sulla rivolu– zione russa, e del gruppo di uomini di valore che lo circondano, essa aveva sempre più nettamente ripudiato m?ssimalismo e settarismo. Questo Congresso non fa-. ceva che esprimere un più maturo grado di coscienza di una scelta propria. Donde l'originalità ch'esso ha avuto,. ed il suo interesse - generalmente sfuggito; purtroppo, al mondo occidentale - e la particolare importanza per il mondo comunista. Se questo tono e questo colore non potevano dE?l tutto sorprendere chi aveva qualche notizia dei fatti della Cina, desta'rono p'er contro rriera– viglia e impressione grandi nelle delegazioni comuniste di occidente, le quali vi potevano trovare la ·esemplifi– cazione più tipica di un regime che traeva prima di tutto dalla storia e dalle tradizioni del proprio PQilolo e quindi dalla propria esperienza e dal proposito di .costrmrè c·o1 minimo di frizioni e di perd.1.le, le indicazioni originali della sua via particolare del socialismo e del metodo ad essa più idoneo. Disse al partito uno dei Leaders: « Lasciate che ·ogni fiore possa sbocciare)). « Lasciate che ogni opinione possa manifestarsi, è la discu~sione che iµdica la strad3: giusta»: fu la traduzione di Kuo Mo-jo, capo della lorO "intelligenza". A noi democratici può indurre a sorriso i il candore di queste scoperte, se non dovessimo inten– dere che esse sono il frutto maturo di una dura espe– rienza rivoluzionaria, e quindi meditate aperture. Sono esse che rendono più agevole a noi l'avvicina– mento, la comprensione, e 11 discorso su questa grandè realtà in costruzione. Rendian,.oci coi,to, i.,rim.," ...,-;.. u.n,:,o, rhe, pié;,~•ciao di– spiaccia, sarebbe stolto, ormai, puntare sul suo falli– mento. Le condizionf e premesse del consolidamento, se non del s1-1:~~so, sono chiare ed evidenti per ogni osser– vatore non 'prevenuto. E' praticamente scomparsa ogni possibilità di opposizione che possa puntare sul rovescia– mento del regime, anche se appoggiata da un even– tuale intervento esterno; consenzienti o acquiescenti, gli interessi, i gruppi sociali, i partiti non comunisti, la cosiddetta « borghesia pazionale )>, sono più fortemente, più abilmente legati al nuovo stato di cose che non nei paesi comunisti d'Europa. Ampia la base del consenso, ed il consenso attivo delle donne, alle quali ha dato libertà e dignità, e dei gio;ani, ai quali ha dato senso· della vita e speranza, è la forza viva del regime. Questo dispone di un gruppo dirigente solido, capace ed affiatato. Il freno della saggezza realistica opera visi– bilmente in molti aspetti dell'opera di governo. Grandi Cose sono state fatte in pochi anni e nell'organizzazione di un apparato industriale, mercè l'aiuto sovietico, e nell'organizzazione della vita civile, specialmente dei centri urbani. Ma vi è chiara consapevolezza delle di– mensioni gigantesche dei problemi da risolvere, a comin– ciare dalJa formazione dei quadri. Sia da un punto di vista democratico, sia da un Punto di vista tecnico si può dubitare, o sospendere il giudizio, su alcuni indirizzi di organizzazione sociale e di politica economica, soprattutto nei riguardi della pro– duzione agraria e della massa contadina; sembra dif- 6cile anche alla Cina, come a tutte le riforme agrarie, trovare il punto di equilibrio tra la direzione coordi– natrice e l'incentivo produttivo. Ma si può aggiungere che gli strumenti e suggeri– menti dell'econo~ia di mercato appaiono inani di fronte 31 fallimento e carenza di classi dirigenti, degenerate in caste sfruttatrici, di fronte alla passività e ·dispersione molecolare delle immense masse contadine. Ed è doveroso dar rilievo ai fattori morali di questo nuovo mondo. Vi è un nuovo orgoglio che produce, in tutto il popolo, un senso nuovo di dignità. Vi è fede, vi è energia' morale. E chi assiste alle feste popolari cinesi è un povero di spirito se non capisce che quello è entusiasmo sincero. Ed è entusiasmo popolare, ed è orgoglio nazionale, prima che comunista. Questa costruzione di una nuova Cina è prima di tutto una realtà nazionale. Ed è una grande realtà quella che chiama a nuova viti un popolo di 600 milioni di abitanti, che hanno dietro le spalle 40 secoli di storia. Un nuovo protagonista della storia di domani sta sor– gendo. ' Tanto più che è il panorama internazionale che muta ed una nuova Asia si delinea, facendo perno, dall'In- ~ e Nuova Repubblica• è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale rriurale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. In abbonam. postale Gr. 11. 28 OTTOBRE 1956 • L. 40 docina all'Indonesia, sul consolidamento della Cina. La lunga gara, tacita e coperta, che metteva di fronte Cina e Russia, alleati .necessari, ma rivali nella contesa per l'egemonia sull'Àsia orientale, è stata ormai vinta dalla Cina, che ha respinto la Russia dalla Manciuria e ripreso pieno controllo. della Mongolia, Sin-Kiang, Tibet. La Cina è ora in grado di fai-e una politica soltanto cinese. Alla grande festa naziorlale del I .o ottobre Mao era fiancheggiato da Sukarno e dal presidente del Nepal. I venerabili della chiesa buddista rendevano visita di amicizia. Una imponente delegazione giapponese testi– moniava del mutato indirizzo della politica di quel paese. Pechino appariva come ·una delle grandi capitali mondiali. Alle prossime elezioni giapponesi è prevista la vitto– ria dei socialisti, riuniti. Sarà allora evidente il progres– sivo sfaldamento politico e militare della posizione di forza, costruita con tanto sforzo, sacrificio e spesa dagli Stati Uniti. Formosa apparirà allora come un avampo– ;to ·inutile. Appar.frà chiaro che la politica del contaht– ment diventa rapidamente negativa di fronte a movi– menti di resurrez.ione nazionale. Come apparirà nega– tiva, vista a distar:iza, la politiéa post-marshalliana del– l'America: basti considei·are il caso dell'India: : E' la politica della comprensione non i della forza che serve di fronte ai grandi movimenti nazionali. Una pigra ignoranza, soddisfatta di nominalismi ideo– logici, di formule - di retorica, ci. tienf" c;emrre più chiusi nella nostra chiusa provincia. Laggiù vi è un popolo di antica sapienza e pregevolissima civiltà, un poverissimo popolo degno di ogni simpatia, che consi– dera con amicizia, spontanea e quasi entusiastica, il po– polo italiano: suppone l'Italia paese di civiltà, cultura e gentilezzà. Vi sono in Asia economie in sviluppo con le quali potremmo stabilire utili rapporti; vi è in Cina un grandioso piano di sviluppo industriale che può dar · origine ad una forte corrente di scambi. Ma sarebbe necessario che l'Italia consentisse a stabilire almeno rapporti ufficiosi, e non preferisse Formosa ·a Pechino. E questa è politica americana: neppure atlantica. E vi è laggiù una cosa da fare che conta più ancora .che l'esportazione di alcune decine di miliardi di lire di merci. E' il contatto da ristabilire con la civiltà occi– dentale. Il danno portato dalla rottura passata è gran– dissimo, ma le possibilità di buon lavoro sono ampie. I cinesi non sono certo disposti a coflverUrsi a diverse ideologie, ma sono desiderosissimi di imparare da tutti, e non serve la pace l'America quando 1:ifiuta di mandare alle biblroteche cinesi anche testi scientifici. L'Europa occidentale puù ridare all'Oriente un apporto di cul– tura, di tecnica, di civiltà inevitabilmente riequilibra– tore. L'Italia ha la possibilità di fare da antesignana. Quando noi parliamo di « apertura )>,e non nel senso proprio che si dà oggi a questa operazione politica, intendiamo prima di tutto apertura di orizzonti, rottura delle prigionie, capacità di una politica nuova. II riconoscimento diplomatico del governo di Pechino è diventato ·ormai per la democrazia italia·na quello che si chiama un acid test. E' ora di porlo nettamente. E' Unità Popolare che ne rivolge !',invito formalè ai par- · t~ti che vogliono di questa sempre più urgente apertura essere strumento. Pagina 2: IN RICORDO DI RITA FASOLO Pagina 5: PAOLO VITTORELLI LA VIA DELL'INDIPENDENZA Pagina 8: · FRANCO RAVA' MAGONA E CORNIGLIANO
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