Nuova Repubblica - anno IV - n. 43 - 21 ottobre 1956

nuova repuhl Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA ( direttore resp. ), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI Segr di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza Indipendenza 29, te 483-207 8 Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printe~ in ltaty. St. rip. de «La Nazione», Firenze, V)a Ricasoli 8. 155 · ANNO IV . N. 45 LEIS1 1 ANZE DI 1 1 RJJN1 1 0 e IO' CHE avevamo previsto intorno al congresso della democrazia cristiana era solo troppo facile e troppo probabile perchè i fatti dovessero smen– tirci Il congresso era in un certo senso predisposto dalle stesse dimensioni in cui dovevano presentarsi le ~or.renti: i tre quinti alla corrente 1 di « Iniziativa democratica» di– cevano, da un Iato, da soli, che non vi sarebbe stata cri– tica cosi· profonda da scalfirne le posizioni iniziali; lo schieramento composito e diviso delle ali, avrebbe an– ·cora giovato alla minoranza. Di più; se il problema do– minante della vita italiana, quello dell'unificazione socia– lista, rallent_ava ora il ritmo del suo svolgimento, sarebbe stato comodo e giustificato che Fanfani non facesse, con più o meno durezza, che conférmare il suo attendismo. In breve, privo di urti acuti còn una situazione generale d1 per sè non febbrile, il congresso di Trento non poteva riservare sorprese nè incognite: un grande consiglio na– zionale allargato, o poco più. Così è stato effettivamente; ma sarebbe poi superfi– ciale non giovarsi di questo largo spettacolo, di quest6 scoprirsi della democrazia cristiana, per non disegnarne cori più esattezza i contorni, e non penétrarne ·il' vivo travaglio. S( potevano del resto rinviare interrogativi fathsi meno urgenti, ma non ignorarli. · Un numero L. 40. Este10 L. 50. Uo numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem l. 800~ trim. L. 450 .. Estero, l. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.('100. CI.C post. 5/6261, 1:LaNuova Italia». fi-"enze Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del rnese P-er pubblicità rivolgersi all'Ammi• nlstrazione. Tariffa: L. 15.000 per ins-!Jl-ioni di mm. 70 per colonna .. ESCE LA DOlftENICA NR/OM CBSA CLAUDIO ~ti -Via Q. Sella. 20 e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale muriile, registrato presso Trib. di Firenze con decret.. n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti ri,ervati pe1 tutti i Paesi. Il periodico viene. inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia rlch_lesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il 21 OTTOBRE 1956 - L. 40 I E allora: in base al congresso di Trento, il partito è favorevole o no all'unificazione socialista, sia pure a ter– mini rinviati; e intende trarne le conseguenze? Si può risponçlere abbastanza sicuramente di sì, sempre eccet– tuando, com'è naturale, la sua ala destra, ridotta al nocciolo di Andreotti, che è il solo grande notabile mo– derato che abbia, nella DC, una funzione ristretta ma per ora non declinante. Naturalmente, in questo con– SE:!sso,vi è tui:ta una gamma di sfumature, e di gradi diversi di presa di coscienza. La posizione dj Fanfani è apparsa ad esempio subito indurita riSpetto a quella di Verna, no11 perché Fanfani norl ne confermasse i termi– ni, ma perché li circondava di una serie di ardue cautele: 1) una interpretazione dell'unificazione come portato di un processo di destalinizzazione guidato dai comunisti in funzione di esigenze del· comunismo internazionale; 2) un ripudio rinnovato di quella politica delle cose con– crete, di cui, disse Fanfani, il paese e l'elettorato aveva– no dalo la conferma sin dal 18 aprile, dopoché De Ga– speri ebbe sbarcato il tripartito. Ma se queste posizioni parevano determinare una più fitta impermeabilità al problema, Fanfani accettava intanto come pacifica la « convergenza .parlamentare », lui che solo pochi mesi addietro aveVa chiesto, proprio a causa di questa, al governo Segni di verificare la sua maggioranza. A molti fece anche impressione, che dinanzi ad una pur· solo eventualissima collaborazione coi socialisti, il segretario della DC non avanzasse preclusioni ideologiche. 11 che va pure tenuto in conto (questa riduzione di rapporti DC-socialismo al livello empirico ·fu p0i accentuata da Taviani) in questo paese, dove la Chiesa getta tutto il peso di una interpretazione soprannaturale del sociali– smo, ad impedirne la diffusione e il contatto. TIROLO - Il gioco dell'aquilone (Dis. di /Ji110 Boschi) Tuttavia in Fanfani era altrettanto chiaro il disegno di non agevolare nella minima misura l'affrettarsi del– l'unificazit~me sociaUsta. Al contrario, la preoccupazione del segretario democristiano era quella di contrapporre, al processo di rinnovamento ideologico e di. potenza del socialislTio,.. un processo organizzativo di forza della DC: mirare alla-, maggioranza assoluta nelle prossime e]e– zioni, per · hare (ma perché, poi, ancora trattare?) eventualmente con i socialisti, e riassociare un partito unificato alla politica democristiana. Di qui (ma non solo qui) l'insistenza fanfaniana sull'organizzazione, la superorganizzazione, l'iperarticolazione delle str11tture del partito. Ed ecco che, con questa priorità all'organizza– zione, Fanfani veniva in parte annullando quanto di positivo, anche se pur solo filtrante da poche fessure, conteneva il suo discorso nei riguardi dell'apertura a sinistra. Fanfani, rifugiandosi nell'organizzazione, eludeva i problemi di fondo della collaborazione col socialismo. Eludeva l'ipotesi, che un politico a più alternative non deve trascurare, che la DC non ritrovi affatto la maggio– ranza del 18 aprile (maggioranza, come tutti sanno, im– probabilissima). Eludeva anche la scelta politica e reli– giosa 3.tta a realizzare il ·suo presunto programma di sviluppo e di e'conomia di benessere e di una socialità di giustizia in Italia. I dati di fatto sopò invero: a) la DC data la sua vocazione ideologica non può, riconosciamolo pure, collaborare coi socialisti se non dando alla Chiesa delle garanzie: inutile illudersi che possa essei:e diver– s·amente. Da questo punto di vista, dire che si tratterà con i socialisti da una posizione di forza non risponde ancora alla questione di principio: come garantirsi dalla ripulsa della Chiesa verso i partiti marxisti; b) la DC non può intrinsecamente trattare con il socialismo se non riformando interiormente se stessa, protendendosi tutta, cioé, verso due obiettivi: la realizzazione della sua de– mocrazia interna, affinché i suoi impegni contino a.av– vero, impegnando liberamente tutto il partito; la prio– rità ai problemi di occupazione, assistenza, partecipa– zione operaia alla corresponsabilità della gestione eco– nomica. Queste due istanze si perdono appena si metta 1'aècent0 sull'aspetto meccanico -del partito, la sua orga– nizzazione e burocratizzazione; o sull'aspetto esteriore della sua vita: propaganda, propaganda, e ancora pro– paganda. Bisognava aU0ra per rettificare il fanfanismo puro, dare espres~iooe a queste due esige.nze. Gonella si è in– caricato del primo chiarimento, in contrasto ma anche in integrazione rispetto a Fanfani; la sinistra del partito, 'dalla ,, Base» a Pastore, da Zaccagnini a Pennazzato, del secondo. La tesi di Gonella, il cui intervento è ap– parso molto lucido, era in primo luogo la conferma della aconfessionalità del partilo, ma altresì della imprescin– dibilità di un attèggiamento di comprensione verso l'u– nificazione socialista, pena il costituirsi di questa in chiave anticlericale, e dell'eliminazione, a breve o lungo termine, della stabilità del peso cattolico nella vita na– zionale. In questo modo Gonella ricomponeva la visione classica ·del rapporto tra laicato politico dei cattolici, e Chiesa: il laicato è mandato nel mondo, agisce sulla propria responsabilità, non coinvolge la Chiesa: ma di– fende, della Chiesa, la libertà, sulle posizioni più reali– sticamente avanzate; e non già per demagogia populista, _ma per ponderato conservatorismo. Molti _ricordavano che Gonella è, per idee sociali, assai più arretrato di Fanfani; senonChé di socialità democristiana, conclu– dente o meno, sono piene le fosse, di aconfessionalità ·definita e producente se n'era raccolta sinora pochissi- ma: ecco perché, nella sostanza, la posizione di Gonella era molto più impegnata che non quella di Fanfani: era una posizione di responsabilità politica. La seconda istanza, di un-a forza morale del partito, che in tanto può accostarsi al socialismo in quanto pog– gia non sulla semplice forza elettorale ma su una vissuta esperienza di libertà e di democrazia sostanziale, è sta_ta espressa con ardimento a volte sorprendente da uomini di tutte le correnti (meno, s'intende, la destra). E c·era chi scopriva sia pure in termini pateticamente psicolo– gici la realtà dell'alienazione, come Zaccagnini; e chi si buttava ad una interpretazione che pareva lì per Il sug– gerita da Lombardi, del piano Vanoni, come Pennazzato, o Granelli; e chi,_ come Pastore, aveva il coraggio di chiedere la cacciata di Malagodi dal governo, come prova tangibile di un'apertura reale verso i propri im- · pegni politico-sociali: ma che altro importa, se non que– sto, per l'apertura a sinistra? E' inutile dire che Fanfani non sarebbe rimasto sen– za ,risposta. Il suo iniziale discorso era cosl vasto ed am– biguo, così anfrattuoso e attentamente contraddittorio, che pròprio lungo il suo sviluppo il congresso ha mo– strato quanto vi sia di generoso nel partito, quanto in esso non accetti né le astuzie repressive né il formalismo gretto della concezione << apparatistica » di Fanfani. Ora il problema è di sapere se questi impulsi, enun– dati a Tre0to, siano destin3ti ad avere seguito. Perché, mentre da un lato è chiaro che i socialisti nori potranno mai trattare se non con Fanfanl, e mai soltanto con bene intenzionate minoranze, d'altro canto è pur ver"b che, grazie all'apparato, e grazie alla ricostituzione di fatto di una maggioranza di quattro quinti (attraverso nomine di cooptazione e di diritto) in consiglìo nazio– nale, Fanfani si è dato il mezzo pratico di qualsiasi ,, chiusura ». Sembra singolare che tocchi ora ai socia– listi rivolgere a Fanfani }'antico rimprovero dei demo– cristiani: quello dell'indurimento del partito entro una maggioranza fittizia precostituita dall'apparato; ma è certamente così. Si tratta ora di- sapere se, passata l'esi– bizione del congresso, gu stessi uomini che qui difesero egregiamente la libertà politica, che mandarono innanzi, come un'unica causa, le idee della laicità e dell'apertura a sinistra, avranno la costanza di premere su Fanfani per stemperare la sua rigidezza di amministratore, pe~– indicargli senza sosta una politica - quella, all'ingrossc che il congresso di Treri.to significa. Non occorre di che d·i tanto questa loro opera sarà agevolata, di quar i socialisti, a loro volta, daranno segno di voler concrel:: mente accelerare i tempi dell'unificaziotie.

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