Nuova Repubblica - anno IV - n. 23 - 3 giugno 1956

(115) nuova repubblica 3 ENERGIA ELETTRICAE INDUSTRIALIZZAZIONE IN SICILIA ES-PERIENZE ROVESCIATE ~?mc ind.ica, oltt·e l'espm:icnza _russa, ~1uella a1_ne1·i~ana_della TVA, l'industrializzazione di pacs\ non sviluppati comincia dal– l rnc,·cmento della procluzrone cl, energia elettrica; 1I cm prezzo viene contenuto al più basso Jivc'lo. L'attività della SGES è stata impostata, invece,. su crit?ri opposti .. N~l dopoguerra il governo centrale istituì l'ESE, ma questo ente è stato aspra– mente contrastalo fino a nnporglt la consociazione con la SGES, nella quale dovevano prcyaJere gli interessi ciel monopolio di EDUARDO CUGINO I 1 1 L PROBLEMA della produzione e distribuzione del– l'energia. elettrica in Sicilia è, indubbiamente, di par– ticolare rilievo e non può non interessare Ja quasi totalità dei cittadini. • In vista. poi del vasto programma regionale di in– dustrializzazione della. Sicilia, il problema di cui ci oc– cupiamo acquista importtrnza preminente. Qualsiasi di– segno di legge, sia pure elaborato nella forma pii'i sedu– cente, 1·esterà pressoché inefficace se non si pl'Oceda. preli– minarmente all'incremento della produoibilitii e della. po– tenza degli impianti generatori in atto esistenti. 1 Vi è chi ritiene che l'incremento della produzione di energia. elettrica sia una conseguenza dell'aumento delln domanda e che il costo dell'energia_ incida poco sul costo dei prodotti industriali, salvo che nei settori delle in• dustrie elettro-chimiche ed elettro-metallurgiche, industrie non consigliabili in Sicilia, in quanto a parità di con• sumo di energia e di immobilizzi richiedono una bassa percentuale di mano d'opera. A Itri, invece, sostengono che così si capoYolgono i giusti termini del problemn, perchè l'incremento della produzione elettrica vien fatto dipendere dall'indnstriali:-.,rnzione che, vedi caso, proprio con la medesima impostazione non potrà veramente rea. lizzarsi ! Infatti, si esclude la possibilità di un reale sviluppo industriale quando si sconsiglino, per gli alti consumi e l'alto pl'ezzo clell 'energ.ia elettrica, gli impianti, in Sicilia, di industrie elettro-chimiche ed elettro-metal• lurgiche, che sono pl'Oprio industrie-base della moderna economia industriale; le prime, soprattutto, valorizzereb• bero le risorse isolane (zolfo, salgemma, sali potassici, ecc.). rer Ja concreta lmpostazione del p1·oblcma dell'inch1• sti·ializzaziono ò necessario fondarsi sull'es1Jerienza acquÌ• sita in tntti i pa{'Si depressi che hanno :,ubìto una ra– pida evoluzione. La trasfonnazione, per esempio, del– rcRSS, da pal"1'C essenzialmente agricolo in paese in– dustriale, ebbe inizio con l'appro,•azione, nell'aprile del 1929, del prirno piano c1uinq11ennale, in cui furono gettate le basi di 11n grandioso sviluppo dell'elethìficrtzione. David E. ]_,iliPnthal, p1·e~idente della « Tennessee Valley .Authorily >, nel suo famoso libro Democrazia in camniino. Dieci. anni di esperien;;a della .'1 1 1 1 A, ha ospres• · samente dichiarato che i piani per l'industrializzazione di paesi non svilnppati cominciano tutti 1nvm·iabil1nenle. dalla produzione dell'energia elettrica. « La quantitlt di questa energia della quale si dispone - egli dice - è una misura moderna del dominio del popolo sulle pl'O– prie risorse, è la. migliore misura della sua produttività, delle st,e pos~ibilità di industrializzazione, delle sue po– tenzialità -nel futuro>. I>er realizzare un largo impiego estensivo di elettricità. fu necessario adottare, nella Valle del Tennessee, ta,·iffe che in qnel tempo furono giuclicat·e straordinariamente basse, secondo i criteri allora. preva– lenti. I 1·isultali irmnediati che ne seguirono furono: a) tm inipreasionante aumento del coneumo di elet• tricità; b) la realizzazione di alti redditi da parte delle societiL elettr·iche; c) un 1·apido S\'iluppo delle forze produttive locali. In dieci anni, la produzione pro-capite di energia. elettrica passò da 400 a 2400 Kwh 1 in confronto dt una produzione pro-capite media negli Stati Uniti di 1530 l{wh. In Sicilia, in base all'art. 8 del disegno di legge per ]o svilnppo industriale dell'.isola, è prevista la corre– t,ponsione agli stabilimenti industriali del 20% della spesa di energia elettrica impiegata, allorchè tale spesa. inc.ida sul costo dei prodotti in una misura superiore al 20%. In linea di massima, però, gli interYenti diretti della Regione, sotto la forroa prevista nel predetto arti. colo, costituiscono un grave onere per il bilancio regio• nnle. E' nostra convinzione che l'efficacia di tali inter• venti saràJ in generale, assai modesta. li meno che si possa dire in proposito è che l'indirizzo-che verrebbe seguìto, con l'applicazione di tale articolo, non rientra. nei criteri cui ha accennato il Lilienthal, di· contenere il prezzo dell'energia, per qualsiasi uso, al pilt basso li• vello possibile, allo scopo di agevolare il ritmo produt~ tivo di tutte le industrie, qualunque sia la. loro consi– stenza. ed il loro indirizzo produttivo. Con la conces• sione di sussidi si ries~e. se mai, a rendere tollerabili certe situazioni difficjli e pericolanti, ma non a promuo– vere rilevanti ed auton0me ·iniziative industriali. In generale, in q1rnlsiasi regione depressa, non è sufficiente realizzare l'incremento della produzione di energia elettrica, ma occorre anche che l'organizzazione degli impianti cli produzione sia atta ad assicurare la continuità delferogazione, senza alcun ostruzionismo o applicazione di criteri prererenzia.li verso certo industrie. Con pa1·ticolare rigu ardo agli impianti idroelettrici da. costruire in Sicilia, bisogneril, inoltre, tener conto delle speciali condizioni geologiche e idrologiche locali, che impongono un costo capitale medio assai elevato. Per gli impianti di maggiore convenienza economica in via di realizzazione, questo costo è circa tre volt~ quello degl.~ impianti di pari potenza. che sogliono costt:uirsi nell'Italia. settentrionale. Occorre, infine, tener presehte che l'elettrificazione della. Sicilia. è tuttora nella fase inizinle. Prima della guerra, la qnasi totalità dell'energia elettrica. disponibile (circa il 08%), era. prodotta. degli impia,nti della SOES. Ma già fin dal 1942 ebbe a ve1·i1ìcnrgi nell'isola uno squilibrio tra richiesta e disponibilità. La SGES assegnò al suo programma di produzione un carattere di stretta suffìcienza al fabbisogno locale, senza. Assicurare il ne– cessario margine di riserva tra producibilità. e consumo. Fornendo l'energia. elettrica. col contogocce e ad alto prezzo, è stata esclusa la possibilitù, in Sicilia, dello sviluppo di qualsiasi pl'Occsso cli industrializzazione. Ciò appare evidente in base alle conclusioni cui è pervenuto il Lil.ienthal; circa dieci anni prima nel 1933 con l'applicazione di criteri diametralmente 'opposti ~ quelli praticati in Sicilia dalla SGES,. fu possibile ti-a.• sformare la Valle del Tennessee, in quell'epoca sotto– sviluppata, in una delle più ricche e progredite regioni degli Stati Uniti. p ER _SOPPERl RE alle gravi defìcienze di energia elet• tr1ca del dopoguerra, sotto la pressione delle agi– tazioni popolari del .1944•.l!J4G, il governo centralo istituì, con decreto legi~lalivo del 2 gennaio 1 !)47 n. 2, l'Ente Si– ciliano di Elettricittl. A no1·n1t\. della successiva legge islituti,·a del 20 lu– glio J 952, è attribuito all'E81~ il compito cli coordinare l'attiviHL cli tutti gli impianti di produzione e regolare la. dist1·ib11zione di energia elettrica nell'isola (art. 2). L'ES~~. inoltre, è concessionario dell'uso delle acque pubbliche utilizzabili ver deriva,zione di energi<, elettrica (art. 1); può, quando lo ritenga necessario, produrre ene,nia termicc, le cui centrali, al pari di quelle idro– elett~fcbe, .P~ costrnil'o od acqui.slal'O (art. 5). E detto· espressamente nell',nt. 3 che P"l' le ope,·e utilizzabili anche a scopo di irrigazione, l'ESE procede di concerto con rEnte cli Colonizzazione del Latifondo siciliano (cli,·enuto, per la legge 27 dicembre 1!)50, Ente di Riforma Agra1·ia), senza pr4?'giuclizio delle rispettiYe competenze del minif.:tero dell'ag1·icoliui·a, del go,·erno della Hegione o dei Consorzi di bonifìca. « Ciò vuol dii-e - ha 1·ecentemente ~fformato il pre– sidente l\Iessina - che l'ESE clov,•;i coo1·dina1·e le sue opere con quelle tli cornpetonza dei Consorzi e del. l'ERAS, facendo in modo che le aqque di scarico delle sue Centrali idroelettriche siano irnmosse nei canali de• stinati all·il'l'igazione >. L'ESE ha. finora costantemente ottempernto a tale obbligo con l'utilizzazione, a. scopo irriguo, delle acque del serbatoio di Ancipa sul fiume di Troina, del serbatoio di Castronovo sul Pl11tani e delle acque di scarico della Centrale Pelino snll'Anapo. e E' però aberrante - ha aggiunto il presidente Mes• sina. - a.fferrr.H\.re che scopo essenziale dell'ESE sia quello dell'irrigazione>. L'ESE 1 fin da.Ila sua costituzione, è stato asprament.& contrastato dalle forze del monopolio privato e ha. do• vuto superare gravi difficoltà. Si è voluto minimìzzarn& i poteri e le attribuzioni istituzionali. Si è cercato poi, co.n tutti i mezzi, di inibirne l'incipiente esercizio indu– striale, negando il diritto cli costrnire linee di trasporto per il· collegamento diretto tra i suoi impianti ed i centri cli maggiore consumo. Scopo del 1llonopolio privato è quello di realizzare il massimo profitto, a danno in primo luogo della colle(... tivitil, con la produzione, 9t11u.i esclusiva, di un bene di largo consumo. Un qualsiasi Ente pubblico, a. caratter& industriale, mii-a invece all'interesse generale. Ciò nonostante si è voluto creare artificiosamenle, con la costituzione della STES, una consociazione fon– data sulla prer-:nm.ione utopistica. di una. collaborazione tra Enti che persf'guono fini opposti. In seno a sifTaU.a consocial!.ione, nell'attuale regime 1>0litico, doveva neccs• sariamente prevalere il monopolio privato. VESE, frattanto, era costl'etto a rinunciare al pro• gramma precedentemente concordato con Je Fl?. SS. Al Senato, nella seduta ciel 28 novembl'e 1!)51, l'on. Aldisio negò che l'ESE avesse subito tma vera e propria coer– cizione col fare pal'le della STlI:S. Egli sostenne cito la SGl~S aveva pili diriilo dell'l!~S~ a costrui1·0 Jt\ grande centralo terrnica a Palermo, por il semplice molivo che il monopolio privato aveva v1·e• sentata la domane/ti di concessione prima della costi– tuzione dell'tJSB. In realtà la domanda della SOES fu trasmessa al ministero dell'industria e commercio il 5 maggio 1!)47. 11 Consiglio di amministrazione dell'l!:S1~ fìn dal lG aprile 19-li aveva ampiamente discussrt ]a proposta della costmzione di una grande centrale ter• mica a Palermo, o, a grande maggioranza, a,·cva deciso favore,·olmente a siffnUa proposta. Seguirono le pra• tiche per raggiungNc l'accordo con lo FF. SS. Comunq1u~, la tutela di un pubblico interesse non poteva essere subordinata. ad una sem7)lice questione di priorità ,-ielfo vresent(,::ione di tm'i,<ttanza! L'on. Alclisio ha detto te• stualmente: « Non è PESE che ha subito \'iolenza e SO· praffazione... non ò vero che si sia cercato · il solo nrn– taggio della sua concoiTente (SGES) che - lo ripeto - Jeve es8ere considemto, almeno C08i io fo cor11,idero, tota fian<'heoyi.atrfoe e còllaboratricc sul viano degli interes~; siciliani». Non si discute qui Ja buona fode dell'on. Aldisio; nia i risultati dcllA consociazione imposta all'ESE, sono oggi sufficientemente valutabili e lo saranno di più ln avvenire. L'ES!~ non ha prelevato energia dalla STE$'; i 110 milioni cli l-.::wh spettanti a questo Ente per il l!)fi{i sono stati (in base all'art. 3 dell'atto costitutivo della STES) integralmente utilizzati dalla SGES. L'ESE ha, finora, svolto in seno alla STES la. funzione di semplice ente so,·,·entore. Va rile,·ato che il prestito Loans è stat.o (Dis. di Di110 1Joscl1i) L' OCUUSTA: 1< Se tegg-e sempre 18 aprile, mollo grave u

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