Nuova Repubblica - anno IV - n. 13 - 25 marzo 1956
nuova repu/J -; I ";:1 ~~~,/4 . presso)~ ' ~~ -~~- ~ r ~~ Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA ( direttore resp. }, PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, te!. 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. St. Tip. de cla Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. 105 - ANNO IV • N. 15 ITALIA 1956 di TRISTANO CODIGNOLA S 0-XO PASSATI pochi giorni che a Barletta, in un conflitto con la forza pubblica determinato dn una distribuzione, sembra non troppo· imparziale, di al– cuni pacchi di viveri, due braccianti sono rimasti uccisi. En:t accaduto, nello stesso modo, qualche settimana ad– dietro, a Comiso, ad Andria, a Venosa. L'indignazione è, normalmente, esplosa: si sono dette parole di fuoco, rna senza impeto; si sono chiesti prov~ vedi menti, ma senza convinzione; si è fatto anche un b.revc sciopero. A distanza di pQchi giorni, la coltre pe– sanle della indifferenza generale si è però nuovamente di– stesa su Barletta, come già su Comiso, su Venosa e sn Andria. Nop. se ne parla più. In fondo, sembra natmale e nerl'ordine delle cose che, se dei disoccupati, oppressi dal freddo e chtlla fame, tuprnltt1ano (pi,ù o meno pa– cificarn(lnte), se prote8tano perché un prete distribuisce come crede dei pacchi della Pontificia Commissione di Assiatenza (e chi pnò contestargli di distribuirli appunto come ct·ede, dato ch'egli risponde ad un'autorità che non è q_uella dello stato italiano'!), lo Stato intervengt\ attra- ..:rs:o j ;;th.,.i voliziutti, t.:Ìl" -crn-snlì ~ amrau dj sfolitt– gento, di idranti o di gas lacrimogeni - così pare si fac– cia in paesi civili - ma di buone ed aggiornate armi automatiche di guerra. Un poliziotto chiede rinforzi ur– genti al centro vicino, per telefono, con voce un po' rotta per aver dovuto correre e ·scavalcare un muretto prima cl: rnggiungere la cabina; basta questo perché chi riceve la telefonata abbia l'impressione che sta succedendo qual– cosa di molto grave: i rinforzi arrivano come per una azione di guerrn, e non c'è azione degna di questo nome che non conosca spn.ri, scontri ... e morti, almeno qual– che morto di quella anonima folla di disoccupati che chiede pane. Intanto, Danilo Dolci sta in galera. Sta in galera pel'Ché ha voluto dare t1n suo contributo di persona umana a leni1·e delle soffe1·enze: perché di esse ha voluto essere testimone e partecipe. Sta in galera, il « noto agitatore>, reo cli vilipendio e di resistenza agli organi dello Stato, a queila stessa polizia che a Barletta ha risolto (con me• todi molto più immediati ed efficaci cli Dolci} il pro– blema della miseria e della fame. La sua « pericolosità sociale> è particolarmente grave: questa volta è la Ma– gistratura che lo dice~ (e lo ripete Santi Sa varino dalle colonne del Giomale d'Italia). E forse non c'è da iro– nizzare. Il processo a. Dolci si fa dunque, con istruzione for– male; niente libertà provvisoria; accuse gravi; e, più delle accuse ufficiali, la fitta rete sottenanea della diffa~ mazione, dell'intrigo, della menzogna sottile. L'impor– tanle è gettare un'ombra su di lui: è vero che si è ~atto ricco? è vero che viaggiava con una macchina lussuosa? è vero che è in rapporto coi «protestanti> (noto·l'ia,mente d'acco.i•do coi co~nnisti)? ma che sia proprio un agente comunista? Ah, allora si capisce tutto. Forse però non c'è nulla di vero in tutto questo, ma chi può rispondere A. quelle domande tace. Come Pilato, se ne lava le mani. Non si può intervenire nel libero corso della Giustizia (C: maiuscola), non si devono. intralciare i pubblici po– terj. Dolci resta in galera, per essersi messo dalla parte dei poveri. Da quanto tempo si parla cl-el « caso Montesi ,? Nes– suno lo ricorda più. Resta. il dato di fatto che una gio– virne 1'8gazza fu trovata morta su una spiaggia vicino a Ron1a., in una dnta ormai ]ontana (per pediluvio?); e intorno a quella morte si scoprì, o si credette di sco– pl'ire, una societù in dissoluzione, una ramificazione de– Jinqucn·,dale che arrivava fin dentro il cuore dello Stato, e ~i disse che si sarebbe colpito, colpito fino in fondo, 8i sarebbe dato un esempio. Polito? il marchese Montagna? Piero Piccioni? ombre oramai evanesce9ti di un romanzo fin-de-siècle. Furono tutLi rinviati a giudizio, per com– plicili\. in omicidio (colposo?): ma il processo non si fa. Si farù. Quando? Intanto, l'istituto della liberti~ provvi– soria, che non si può applicare. per Danilo Dolci (data la sua nota pericolositii sociale), si è applicato dal primo giorno ai personaggi di quella storia, da cl.ii sembrò che di– pende:jsero le sorti d 1 Italia. Ora esse ap parte ngono a Mike Buongiorno: e }"lo lito, Montagna, Piccioni sono passati nel- Un numero l. 40. Estero L. 50 Un numero arretrato L. So. Abbonamenti: annuo per Italia e ÌF~ancia l. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.D00. CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia~, Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'ir1izio del mese. Per pubblicità rivotgersl all'Ammi– nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per hserzioni di mm. 70 per colonna ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' ancha giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta Spediz. in abbonam. postale Gr. Il, 25 MARZO 1956 - L. 40 Progetto per un padigJ.ione alla festa de t( l'Unità 1,. ( Dis. · di Dino Boschi) J'ombra, non sono peggio di tanti altl'i, in fin dei conti. La Moneta Caglio fa un po' d'affarucci cinematografici; e anche Piero si fa foto_grafare con la Lollobrigida su L'Espresso. Il processo, un giorno, ci sarà. Ma - ca– pite - è difficile trovarn una sede adatta. Roma, no, per legittima suspicione, perdio! Macerata? Ma il Vescovo della città dedicata a Maria non lo desidera. Firenze! Venezia? Ecco, forse Venezia: .im~ieme con la Biennale. Sarà un bel numero per un rifiorire del turismo. Danilo Dolci è così « pericoloso per la societi, > che la. questura di Trieste ha impedito ai nostri compagni di affiggere un manifesto per la raccolta di fondi in suo favo,·e. T. U. 18 giugno 1931 (IX del Regime) delle leggi cli P. S.: al Titolo VI si dettano disposizioni relative alle persone pericolose per la societt"l, e affart. 156 si precisa che « la licenza (per la raccolta di fondi o di oggetti, collette o questue, ecc.l può essere conceduta soltanto nel caso in cui la questua, colletta o raccolta di fondi o di oggetti, abbia scopo patriottico o scientifico ovvero di beneficenza o di sollievo da pubblici infortuni,. Nel caso di Dolci invece la «questua> (destinata ai bambini di Partinico e di Trappeto) av1·ebbe configurato il reato di·« associazione a delinquere> col Dolci stesso, no! In– vece, domenica scorsa giravano per le si.rade di Firenze delle gentili signorine, che con fare suadente chiedevano fondi per JlUniversità Cattolica del S. Cuore, istituzione benefica che vei"Sa, come tutti sanno, in così penosa si– tuazione finanziaria. Autorizzate, non autorizzate! Forse non occorreva: « Safvo quanto è disposto in materia. eccle– siastica ... • (cit. art. 15G del T. U. delle leggi di P. S.). Inkmto, la Scuola Normale Supel'iore di Pisa va a cata. fascio (un alto funzionario del ministero della PI; al quale venivano presentale doglianze pe1· le condizioni di questo istituto, chiedeva, sorpreso ed anche un po' stiz– zito: « Ma insomma, questa Scuola Norrna le di Pisa che cosa propriamente è? che cosa ci s'insegna?>. l?orse aveva sentito dirn che un tempo c'era stato un covo di giovani «sinistri»: e faceva finta di non sapere). In compenSo, ogni discriminazione è finita: caduti, se Dio vuole, Scelba e Pacciardi, un po' di buon senso è ~rrivato fin9 al governo: con Tambroni e Taviani la democrazia è assicurata: anche nell'esercito, anche per quanto riguarda. i crile1·i di 1·ecluiamento. Ecco infatti alcune notizie Cres-chissime, che arrivano proprio ora da una provincia toscana: A. Z., laureato in medicina, non è stato - per giudizio insindacabile della. commissione - ammesso al corso ufficiali; farà il soldato semplice. S. 1\1., medico, incensurato, ha presentato i documenti di rito per un concorso ad una condotta di Ancona: i documenti gli sono stati rimandati perché considerato « indesidera– bile,. li figlio di A. S. non è ammesso al corso allievi ufficiali, pul' avendone i titoli': farà i_l soldato se1nplice. M. D., presentatosi ad ,un concorso a cinque posti ,di uffi– ciale nell'amministrazione dell'aeronautica, si vede re– spinti i documenti senza -giustificazione, e dei cinque po– sti ne vengono assegnati solo tre: farà il soldato sem– plice nell'artigliet·ia .. A. Z. 1 S. M., G. S., M. D. sono mili– tanti o figli di militanti di Unità popolare, qu el mo vi– mento dinamita1·do clandestino che mira, com'è no.to , a sovvertire le bfisi della nostra convivenza civile, di cui è esponente quel tale Parri che ha cambiato tantP- volte gab– bana (così mi confidava di reCente un commissario di P. S.L al quale era probabilmente affiliato quel tale Canna rozzo .... Questa è l'Italia 1956. Ma quello che più preoccupa non è che l'Italia 195G sia non tanto diversa dall'Italia di sempre; è l'indifferenza, l'apatia, 1a sopportazione di cui tutti stanno dando prova. Comprendo che l'< aper– tura a sinistra> è una cosa importante: ma anche al. prezzo di chiudere gli occhi su tutto! anche al prezzo di votare una legge ele.ttorale che vuol mettere fuori giuoco ogni forza. cli rinnova.mento nel paese! proprio a qualunque prezzo? E importante, come no?, è quanto sta avvenendo itol mondo comunista. Ma quali saranno le sue ripercussioni su queste piccole cose, di ogni giorno, che fanno ]a vita reale del paese? La « via dem·ocratica ,, di cui stiamo ora pet· apprendere nuove e 'fresche le'"iiioni dall' inteUi– ghentia comunista, vorrtl. forse, dire compromesso, ipocri– sia, trasformismo elevati a sistema generale in Italia? La « via democratica> non può, in realtà, che essere una: i fondamenti morali, psicologici, e infine anche teo~ rici, di una opposizione a una societù di tal fatta vanno rivolta morale e di responsabilità personale che dovrnmo nuovamente rivolgere.i per ricrea.re le condizioni d'una battaglia. /
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