Nuova Repubblica - anno IV - n. 9 - 26 febbraio 1956

6 GIOVANI E UNIVERSITA' AMBIZIONE EGEMONICA E METODO LAICO Gli schieramenti si fanno validamente su scelte politiche effettive, non su precostituite posizioni egemoniche, Anche gli studenti cattolici che accolgono questa impostazione partecipano con metodo laico alfimpegno universitario di GIULIO T RA I COMMENTI al recente congresso dell'Unione Goliardica Italiana, quello di. Enzo Modica, apparso recentemente sul· Contemporaneo del 28 gennaio è senz'altro pet' molti riguardi rilevante. Liquidati come me1·itano gli equilibrismi centristi, or– mai svuotati di ogni contenuto ideale, dei Festi e dei Roccella, Modica identifica le proposte valide del Congres– so o-oliardico nella « capacità di recupero della cultura laic: tradizionale e della borghesia», che· costituirebbero il presupposto dell'« originale tentativo» di marca radi– cale proposto da: Ungari. Ungari sarebbe l'alfiere, secondo Modica, dell'unica seria posizione che, proponendo ·una precisa egemonia ideale, culturale e politica, tli marca li– beral-radicale e della borghesia, sul movimento studente– sco, potrebbe, oggi coff1e oggi, contrapporsi all'unica altra egemonia possibile, quella della classe lavoratrice e del marxismo. Difatti, avverte Modica subito dopo, « è un ten– tativo pericoloso, qualora vi si. contrapponga soltanto, come oggi si fa da parte di alcuni gruppi deteUGI di generica ispirazione socialista, il concretismo di soluzioni tecniche particolari, che non siano ricondotte ad unità nell'ambiente di u~ organica concézione della riforma della scuola jspi– ra.ta da una fond(,t(i mnbizione egem,onica » (il corsivo è mio). Il dilemma è posto, e di qui non· si esce: o liberali e borghesi, o marxisti e organici alla classe lavoratrice; ·il movimento studentesco deve irrimediabilmente compiere una scelta, aprioristica e defìnitiva: è sempre comunque necessaria all'azione politica una egemonia compiutamente' e tassativamente delineata in partenza. Non ci sono mar– gini di h:1certezza, e tanto meno di conviven~a operante di Varie e diverse matrici ideali e impostazioni culturali in un pluralismo dinamico di idee e di interessi. · Il ragionamento di Modica, senz'altro ineccepibile in sé_e per sé sul pfano di un astratto e rigoroso conrronto. cli « conce,:;ioni del mondo», presenta diverse e non Jievj pec– che sic et ainiplic'iter sul piano politico, su quel piario, cioé, molto meno rigoroso e molto più concreto sul quale .quotidianamente ci muoviamo. Innanzi tutto è da chiedersi dove vogliano anivare gli studenti co,nunisti partendo da tale impostazione; nel caso che essa li trovi consenzienti. I casi· sono due: o decidono di ricostruirn una orgnnizzazione similare al disciolto .CUDI, magari' opportunamente informata ad una più spic– cata caratterizzazione ideale e culturale, ed in tal modo coritrappoTlgono una impostazione marxista e proletaria a quella liberale e borghese di cui si augurano, 1J1 ultima analisi, la prevalenza nell'UGI; oppure propongono aper– tis verbis (e alle parole dovrà certamente seguire l'azione) l'egemoriia connmista, culturale e politica, sull'Unione Go– liardica Italiana, destinata in tal caso a divenire una orga– nizzazione di massa (absit iniur-ia verbo) del partito co– munista., esserido il partito l'espressione politica del mo– mento idealmente e culturalmente egemone. Sembra che, in ambedue i casi, saremmo ben lontani 'dagli obiettivi che, a più l'iprese, sono stati prospettati dagli studenti comunisti, e in particolare da Ledda e Spi– Jiazzola, circa le prospettive· future che si aprivano al– l'UGI col concorso cl.egli studenti comunisti. Si è parlato a· più riprese· di un largo fronte per la riforma della scuola, di una vocaziohe dell'UGI a divenire effettivamente il mo– vimento aperto a tutti gli studenti per il rinnovamento dell'Università, del metodo laico che non deve scadere a vieta e preclnsiva ideologia, cli un contributo che gli stu– denti comunisti si apprestano a portare spregiudicatamente nelle associazioni goliardiche. Se poi Notarianni, al Congresso. Nazionale Universita– rio di Grado, indicava al movimento studentesco l'alleanza c0n la classe lavoratrice come mezzo indispensabile per attuare anche nella scuola le grandi riforme di struttura, e Se Spinazzola, in una lettera a Critica Liberale, indivi– duava una mitologia «astorica» e· limitativa· nelle origini dell'UGI, questi discorsi si ponevano già sul piano degli accettabili e costmttivi contributi. Ben altro, e su ben di– verso piano, il commento di Modica .. . Ora. non è certo il caso di pensare maccartisticamente a inalafedè nei discorsi su ·accennati e di individuare l'a «·vera ·linea del partito .comunista:. nell'egemoTria richiesta da J\{odica. Piuttosto è da chiedersi se non vi siano, quasi inconsapevolmente, delle non indifferenti sfumature nel ,ffiodo'con cui la cultura comunista si pone in contatto col ·mondo. Dil un lato, pilt stodcamente, si ammette senza re– ticenza il contributo apel'to dello studente comunista ad una realtà ambientale, qnella universitaria, che non si è dimostrata, e ne fanno fede i rapporti di forza tra UGI ,ed ex-CODI, egemonizzabile dalla cultura .marxista. Dal– l'altro, più deterministicamente, si ripropone subito .dopo lo scioglimento del CUDI, l'ipoteca dell'egemonia marxi– sta sull'Unione Goliardica Italiana. E' il concetto stesso di alleanza tra classe lavoratrice .ed altri ceti della nazione che viene messo in discussione,' CHIARUGI per i comunisti, dalla decisione di entrare nell'UGI, come vengono inv·estiti direttamente il concettç:. di laicità e la relazione t.ra classe lavoratrice e condizione intellettuale, che per altri versi i tempi indica.no aH'attenzione_; come di– mostra,. p. es., la recente polemica di Hervé con_b'o il « fe– ticismo rivoluzionario». Quale delle·due sfumature ideali e culturali è destinata a tr8.dursi in concreta scelta politica per gli studenti co– munisti? I goliardi sono, evidentemente, curiosi di saperlo e di averne la conferma nei fatti, nell'atteggiamento quo– tidiano degli studenti comunisti di fronte e nelle associa– zioni goliardiche, perché, fino ad ora, il blocco elettorale avvenùto all'Università di Roma non costituisce certo 1a più confortante delle esperienze. A QUESTO punto il discol'SO sugli studenti comunisti confluisce in uno pil1 ampio sul movimento studeotèsco e l'UCI in geoerale. Insistendo al di là del suo effettivo va– lore (che è senz'altro fondamehtale, ma non esaurisce cer– to il contenuto ideale della goliardia) sulla posizione di Ungari, fino a. farla diveni1·e una alternativa dialettica di comodo all'egemonia mrnxìsta, Modica corre il rischio di ideologizzare in senso liberal-radicale l'UGI, al di là di ogni possibile aspirazione dello stesso Ungari. Cioé, in concreto, fa fare all'UOI un passo indietro e tenta di re– spjngerla, da gnrnde movimento studentesco che -veri.fìca lo.. icamente nell'impegno quotidiano l.rerso l'università il contributo ideale, culturale e politico degli studenti che vi militano, a movimento di studenti univocamente persuasi della capacità di recupero della .cultura laica e della bor– ghesia e della lol'O inevitabile investitura, in quanto uni– versitari, a « èlasse generale:, ~i1·igente del paese. L'UCI non è mai st!lta e non potrà mai essere questo, anche se nulla è da togliere alla validità ,e alla coerenza delle proposte di Ungari, che i goliardi, come tali, non pos– s0no ~~ccoghere né ,·espingere sul piano del confronto ideale; ma soltanto c01·care di yel'ifìcare quotidianamente nel loro impegno laico verso i p·rnble111idell'università. E Unga1·i per primo ha dimostrato di percepire esattamente questo rappo1-to, quando ha ftffer111ato che· le alleanze, nel– l'UOI, si ponevano inm-mzi tntto sul piano dell'impegno laico per l'università e .della distorsione non lajca del mo– vimento stu,dentesco ad estranee finalità. di ambizione po– litica, anche se a1llrnantata da pili o meno « laico» cen– trismo. In fondo, le reali alternative dialettiche all'egemonia marxista sul ri10vimento stucleo.tèsco come prospettata da Modica, sono propl'io i fumi «laicisti» di un Roccella (~ precisa origine cnltt1i-ale dell'UOI », non meglio defìni~ bile, etc.); o le prospettive poptilistiche di uno Jannuzzi (la « ,·ivolta. del sud con la. direzione degli studenti sui co"nta– dini nel solco della cultura meridionalista», etc.); oppure ancora le ansie di fanfanismò integralista e sociologico («una nuova cui.tura ::;tudentesca nelle /università per il nuovo impegno sociale», elc.) che gli universitari cattolfoi proponev'ano al movimento studentesco fino all'epoca del Congresso Nazionale Universitario di Grado. Sono alter– native, però, talmente poco serie da. non essere neppurn al– ternative di comodo 1 e con ben altri avversari ha bisogno di misurarsi l'egemonia marxista per degn8mente figurare! Se non andiamo errati, dieci anni di storia del movi– mento studentesco e delrUOI che, a giudizio di tutti, n8 è stato e ne rinlane, anche negli errori e nelle incertezze, l'aspetto più importante e significativo, propongono la ve– rifica del metodo laico nell'impegno degli studenti per il rinnovamento dell'universiti~ nel quadro generale della vita nazionale e respingono ogni tentativo di imporre precosti– tuite qualifica:r.ioni egemoniche di qualsiasi- sorta. Ne fanno fede le sconfitte elettorali dell'ex-CUDI. Ne fa fode la sostanziale incapacità dell'Intesa Universitaria Cattolica ad essere parte dirigente del movimento studen• tesco al di, là di ogni eventuale prevalenza numerica, in– capacità che si fa più manifesta quando l'Intesa si propo– ne, come si propose nel periodo '53-'55, quale cartello rigi– damente· organizzato portatore di una ben definita unitaria istanza ideologica-politica nelle università, e si mostra più attenuata quando, come al recente Convegno cli Castelgan– •dolfo, gli universitari cattolici dimostrano di accéttare lai– camente come obiettivo preminente l'impegno comune del– le forze studentesche verso il governo delle università. Ne fa fede il fallimento già in atto, nonostante ogni possibile contingente maggioranza di vertice, del tentativo di aggio– gare l'UGI al carro di certo centrismo -« laico l. Ne fa fede infine l'indiscutibile e non certl't illegittimo successo che spesso riscuotono nella goliardia italiana le illuroi,nazioni e le aggressioni laico-personalistiche di Pannella, le quali, anche se talvolta, per difetto di prospettiva storica, ritar– dano }"assunzione di concrete responsabilità studentesche verso· il governo dell'nniversitù, rappresentano un deciso rifiuto verso ogni possibile egemonia prec~stituita, con la (99) nuova repubblica richiesta di lma continua revisione di valori nell'impegno quotidiano •per la· fòr[pazione dello strumento associativo universitario. - Oggi Ungari propone al Congresso dell'UGI l'unità laica degli studenti nell'impegno per l'università, e trova a lui'consenzienti in questa scelta fondamentale anche quei goliardi che, con Bogi e Lunghi, enunciano una diversa concezione dell'nniversità, non più concepita come unico modo di foni1azione di una « classe generale» dirigente del paese, ma soltanto come uno dei diversi punti nodali, quel~ lo connesso alle professioni. Dall'esterno dichiarano di vo– lere l'unità laica nell'impegno politico pel' il governo del– l'università non Solo· alcuni .degli stndenti comunisti già. 1'ico.rdati, ma anche e principalmente i grn_ppi più ape1ti e moderni degli universitari cattolici. Notevole è la mozione conclusiva del Convegno di Ca– stelgatl.dolfo, prevalsa contro alcuni giovani cl.e. di stretl:a osservania fanfaniana e contro la presidenza della 11'UCI di nomina vaticana., ad opera del gruppo dei giovani d.c. çli 'Sinistra, degli SperaRza, Zilletti, Bodrato, Qolavitti, alcuni dei quali si definiscono addirittura « neo-popolari laici di sinist.ra ». Altrettanto notevoli i contributi apparsi recen– temente su Ricerca, pur dopo il Congresso fucino di 1'riè• ste che tante giustificate apprensioni ha suscitato per l'as-, senteismo della FUCI dal movimento studen,tesco, ad ope– ra di Cortese e Miccoli, che confermano l'accettazione di., parte dèllo studente cattolico della collaborazione laicC' con tutti i col leghi. Forse oggi si vanno meglio chiarendo moltj equivoci, anche se pare una volta di pil1 che, per adesso, un certo asse di demarcazione ideale tra laici e non laici passi al– l'intemo dei diversi gruppi studenteschi, all'interno de( ... l'UGI, all'interno delle forze cattoliche cartellate nell'Io ... · tesa e delle singole associazioni che la costituiscono, al– l'interno forse anche degli studenti comunisti. Ce1'tO è che l'UCI, per la sua stessa storia, è tra queste forze quella che incontra minori osta.coli a diVenir.e realmente e tota.l-. mente laica e che il concreto rapporto politico quotidia.no tra diversi grnppi costitniti non pnò ispirarsi alle dcma.1·– cazioni ideali e alle astratte tipologie, ma soltanto tener conto delle scelte politiche effettive. E' possibile 1·iconoscere, se pure con una certa inevita ... bile violenza alle cose, quattro filoni principali, culturali e– pqlitici, vivi ed operanti nelle giovani generazioni italiane, ed in particolare in quelle universitarie. Uno, marxista, risente largamente di Croce e soprattutto di Gramsci ed, è portuto ad accentuare gli aspetti storicistici nei confronti di qu~lli deterministici del marxismo. Un altro fa proprie le più moderne esperienze cattoliche e riprende in sé, spesso in modo vario, contraddittorio e internamente poleroico, l'esperienza laica del popolarismo delle origini, quella della FUCI cl.i Righetti (« comunità cli studio e di preghiera»), Dossetti e Cronache SociaU, il « laicismo statuale» <lega·-· speriano, Esprit e il cattqlicesimo francese, 'l'erza Genera~ zione; non senza venature eterodosse, derivate da Gra.m..:. sci. Un altl'O anco1·a, che potremmo chiamare liberal-rodi.;. Ci;tle; muove da Croce e da Omodeo, non estraneo però a larghe influenze non solo di Gobetti ma anche di Einaudi, sf ritrova più recentemente nel ·Mondo e in La Malia. L'ul– timo infine, forse il più vario e contraddittorio, che si po– trebbe chiamare tjernocratico-socialista (ma non certo so .. cialdernocratico !) si rifà a molte e diverse esperienze e in•..: fluenze, tra cui hanno posto Cl'oce, Omodeo e Oobetti, ma· non Einaudi e poco il Mondo, ed entrano invece Salvemi ... ni, tutta la varia esperienza clell'azionismo, Il Ponte, Co.; mnnità, Lo Spettatore ltaliano, non disgiunti da uno spic– cato inte ..esse per le molteplici esperienze socialiste sia oi-ientali che occidentali e da una presenza non inavvN•.; tibile cli Gi-amsci. S E DI FRONTE alle scelte politiche concrete non esiste alClma polarizzazione in tal senso e, per esempio, il filone liberal-radicale, non si riferisce necessariamente al partito radicale o al PRJ, e quello democratico-socialista a :Unità popolare o al PSI, esistono indnbbiamente delle analogie di fondo tra le esperienze culturali e le scelte po– litiche delle giovani generazioni italiane. Per esempio, nelle università, le fortune dell'influenza culturale e politica si!l– liberal-radicale che democratico-socialista sono state ine– stricabilmente connesse all:UGI, almeno dal 1950 fo poi, e cioé dal connubio tra « liberi goliardi» e « studenti demo~ cratici » che dette origine all'Unione quale oggi è, mentt·a l'esperienza cattolica e quella ma.rxista si soho affidata ad altre strade, l'Intesa e il CUDI, dimostratesi meno fe– conde, perché meno capaci di quotidiana presenza laica nell'unive1'Sità proprio a causa di una egemonia ideale e culturale pre1)osta a priori quale ipoteca sul movimento studentesco. Il 1·isultato che oggi importa conseguire non è tanto una unità organizzativa nell'UGI di tutte le preserize la-i– che all'università (questo sarà piuttosto un portdtb dol tempo, se si verificheranno effettive solidarietà politiche); quanto il chiarimento rigoroso degli intenti laici oppure egemonici sul piano delle concrete scelte politiche da parte delle forze universitarie. In tal senso il Congresso del• l'UGI del prossimo settembre, che dovrà definirne una. volta per tutte il limite universitario-professionale contro ogni tentativo di distorsione speculatrice, la resistenza dei giovani cattolici laici alle pressioni che i vari e moltepliei integralismi· presenti nell'Intesa Cattolica non mancheran– no di eset ·cita.rn , il chiarimento, da parte degli studenti co– munisti delle ipoteche egernoniche di Modica - chia– rimento anch'esso necessario e inevitabile - sono tanti aspetU, più o meno importanti, cli una medesima realtà. Nessuna imposizione egemonica,.-sia di ordine ideale· e culturale, sia, e tantomeno, cli ordine politico, è accettabile per un movimento studentesco ,effettivamente 1afoo. La « fondata ambizione egemonica» di Modica si contrappone sin troppo chiaramente a quella « unità laica delle forze»-, che resta senz'altro l'unico slogan di Roccella pieno cli reale significato politico e che purtroppo lo stesso Roccella non si è mai curato di verificare nelle ·opere dopo averlo co– niato.

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