Nuova Repubblica - anno IV - n. 6 - 5 febbraio 1956

nuovll -~,epu/J~, PIER! ANNA Via Campane 4 . ,,.) • ... Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (di.retiore._.resp.),· }i' Un numero· L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. PIERO. CALEFFI, FERRUCCIO PARRI,. PAOLO VITTORELLI. Segr. df Abbonamenti i annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. l·. 800, redazione: GIUSEPPE. FAVATI. Direz. e redaz.: Firenzé, Piazza trim. L. 450. Estero:.L. .2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. Liber~à 15, iel. 50-998. Amm.: Firenze, PiaZza lndif)endenza 29,· e/e post. 5/6261, cla Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de• tel. 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 ·dièerTlbJé 1952. c~riono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Am~i- _P,_;n::-1e_d_;n_1t,_l.:..y._S_1_. _n ,_p_. _d_• _•_l•--,-N_,_,;.;..on...;•_•.:..• _F; ..'°c.n.:.z•c..:•_v...;;.:.•...:R.c.k:.:•.:.;•oc.H...;8;.;. : _ __,__.~c. ':...".:.;''::: oc .n.:.• :...· Tc : •c.dc .:fl.:.•.c.' . l·c .: ;15:..c.0:.:00 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. 96°'.• ANNO IV • N. 6 PATETICO di PIERO CALEFFI A BEN PENSARE, il dest_i_no·di Gi_useppe Saragat, al quale è così strettamente legll-tQ il. d~stino del suo pl\rlito, ha 8spetti patetici che non p9ssoi:io. s.fuggire alrosservatqre obiettivo. Nel 194G e·nel 1947 egli h~ indub– biamente visto' giusto, avvel'tendo- che· la stretta unione fra j d~1e p~rtiti della classo proletaria aVrebbe fatalmente svi– gorito l'inflnenza socialista stil corso" della politica ita– liana .e avrebbe trascinato il par_tito socialista sulle posi– zioni « bloccate :t del partito comunista, 0 conseguente– mente tagliato fuori dallo Stato tutta la classe lavoratrice, dopo che la Resistenza l'aveva pottat~ a 'partecipare al po– tere r:vn u_n.peso notevqle, forse deter!)liQantr. ESCE LA DOMENICA S IENA « Nuova Repubblica • è settimanale politicO e ,di cultura·. E' anch&– giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an• che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per: tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio • chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Ilo 5 FEBBRAIO 1956 • L. 40 · Rc!",;taancora da stabilire se fosse storicamente più giu– sto tr~1l're le consçguenze della diagnosi operando la scis– sione cli palazzo Barberini, oppure rimanere" nel partito so– cialista pe,·segnenclo con costanza e tenacia il "fine di co– stringerlo a determina re una propria poli tic~ più attiva– rnente inserita nello possibjljtfi italian6t disancorata, nei limiti del ROSSib.ile,dai contrasti illte1:naziona!i pii'l acuti. Mi: qui :!",;iamonel campo delle ipot~si, Bel «futuribile>, ed " è meglio restal'O in sede politica, in CJ.uella sCde poli– tica del giorno per giorno preferita dagli stessi so– cialdemocratici, i quali rifuggono con terroi:e da ogni di– scussione « di f.ondo », da ogni cori'cezione strategica della politica. Il che è forse per Joro l'unico modo possibile di esistere, in un paese in cui la loro ideologia è sempre più assorbita dal partito socialista vero e proprio, e ]a loro strategia politica, o quella che potrebbe esse1·e la ]oro strategia politica, è abbandonata alla meditazione o al fer– vore dei gruppi eterodossi, a cominciare dalla loro frazione L'ON. ROl\1ITA: Il centro, la sinistra e la destra /Foto 1·c.,·1msi1111i) di sinistra per finire, nel momento contingente, a Unità popolare o ai radicali. Ma insomma, la premessa di cui sopra, sul destino pa– tetico di Saragat e del suo partito, ci sembrava necessaria per constatare quanto poco sia rimasto, dal 1947 ad oggi, del fervoroso impulso innovatore, dell'ampio orizzonte dal qu.ale traevano luce i propositi di impegno e di lotta - e non solo della meschina lotta anticomunista dietro la quale si sono poi acquattati tanti campioni di lotta antioperaia - del forte gruppo che a palazzo Barbel'ini si era staccato dal partito socialista, col proposito manifesto di attirare su quel piano, gradualmente ma costantemente, i compagni rimasti dall'altra parte. I/impegno di « solidarietà. democratica», e in parole p·overe di oltranzistica collaborazione governativa giunta fino al mito del quadripartito come unica salvezza per ·la clernocrazia italiana, ha ristretto :Sempre più l'orizzonte so– cialdemocratico sino a inorgoglire il suo leader per un me– diocre successo quale quello della approvazione della legge Tremelloni in virtù dei determinanti voti delle aborrite si– nistra (una legge a suo tempo delineata e impostatà dal– l'on. Vanoni, e sia detto senza togliere i suoi meriti al– l'amico Trernelloni, che del resto ha avuto il suo guider– done coi:i l'éstromissione dalla nuova équipe ministeriale, df\ lui appresa da.i giornali); sino a inorgoglirlo di avere ottenuto l'adesione di Segni alla riforffia in senso propor– zionalistico della legge elettorale amministrativa, quando è a tutti nota l'antica fedele convinzione dello stesso Segni per la proporzionale; e sino a inorgoglire lo stesso leader di avei·e ·impedito lo slittarnent.o a destra della democrazia cristiana,' risultato, secondo lui 1 acquisito e consolidato, quando è arcinoto che l'attuale governo si regge in virtù soltanto delle compiacenze della .estrema sinistra, e non certo per la simpatia e la fedeltà della maggiqranzn de• mocristiana·; e· che Fanfani già vagheggia alleanze con le de!",;ti·e nei comuni. Ma noi avremmo voluto sentire dall'on. Saragat, o al– meno dall'on. Matteotti, qualche cosa di più ·convincente sull'atteggiamento dei socialdemocratici in alcune svolte della politica italiana, quali quelle •della: elezione del pre– sidente della Repubblica, della Jegge sugli idrocarburi, della politica della scuola al tempo di Er~ni, e più recente– mente, della approvazione della Jegge Moro sui tribunali militat'i. E' Pef risalire più indietro~ qualche cosa. di piì1 giustificato e di 1 Più 'serio sullo sbatter di p~rte del tempo immediatamente successivo alle cle:;,.ioni del 7 giugno, ch_iuse in faccia alla DC e spalancate a Nenni, e risnalan– cate subito dopo alla DC per essel'0 ·sbattnte in faccia ai socialisti. Fo1·se c'era· ancora tempo, proprio a1lora, dopo il 7 giugno, per aprire nuove prospettive alla politica italiana, e proprio ad opera del PSDI, il quale era giunto sen:;,.ame– rito - per merito anzi di gruppi che esso, ingrato~ con– siderava nemici - ad essere _una forza, piccola ma determi- . nante, nella politica parlamentare. C'era tempo cioè per · capire (e operare. conseguentemente) che le grandi riforme delle quali la società italiana ha bisogno e .l.U'genzat non possono essere attuate in collaborazione con forze politiche espressione di fone sociali ed economiche le quali dovreb– bero sacrificare i loro privilegiali interessi per consentire tali rifol'me; che senza l'appoggio diretto o indiretto delle : classi e categorie più impegnate alle riforme (ceti medi e proletariato alleati al massimo possibile) e~se riforme -ri– marranno seinpre sulla cayta, in nobili ..ma sterili p1·ogetti paternalistici. , Abbiamo invece assistito alla cmitituzione del governo Segni, alla collusione Saragat-Malagodi a spese del partito repubbljcano, mentre era forse possibile una combinazione inversa, che avrebbe resa meno inquieta la vita dell'attuale governo: vogliam◊ dire una combinazione DC.-PSDI-PRI. E avremmo voluto vedere che cosa sarebbe avvenuto se Scelba non fosse stato rovesciato da ben altre· forze che quelle Socialdemocratiche. Di tutto questo non si è ancora pal'.lato al congresso · socialdemocratico mentre scriviamo; siamo però piuttosto · sicuri che non ci sa rarino sorprese; anzi~ non abbiamo per– di1to, dal 1947 ad oggi, nemmeno un congresso socialdemo– cratico e nessuno come questo ci è sembrnto più «scontato» nelle sue conclusioni: Saragat avrà la sua maggioranza. ·I congr~Ssisti non amano, tanto meno quelli socialdemocra– tici, fare i bilanci consuntivi, se non per ciò che presen– tano di positivo - né amano irnpegnarsi, come dicevamo, · sn questioni veramente di fondo. Parleranno i soliti « gran– di» delle correnti, i poèhi di base che avranno la parola col tempo liinitato parleranno a sala vuota mentre nei corridoi si intrecceranno le trattative per il « mercato delle vacche»; (a ~uova. (per, modo di dire) direzione, con le · solite riaffermazioni di fedeltà al socialismo alla propor– zionale alla superdemocra.zia, avrà un mandato elastico, • dopo di che tutti torneranno a casa soddisfatti, per rico– minciare a discutere tra un mese sull'essere o non essere saragatiano., Resta la sorte della sinistra; so1·te .anche più patetica di quella di Saragat. La sinistra. socialdemocratica è come la fenice: a ogni congresso si brucia c0n una. a!fermazione ideologica e politica di un certo vigol'0, sospinta ai margini dalle manov1·e dei saragatìani veri o camuffati che la bat– tono sullo stesso suo terreno. A ogni congres8o avvieno una emort'agia a si'nistra: indi,·iclur·o gruppi, stancbi del . giochetto, :;;.i staccano per raggiungere o formare altri nuclei politici. Ma vi è sernpre il gruppo meno sbarazzino (tipico quello di Q,.i,tica.&ociale) che è convinto della necessiti, <li restare per tenere avvinto il grOsso del partito a una baso ideale meno inconsistente; e attorno ad ess9, tra un con– gresso e l'alt_ro, si riforma l'adesione degli scontenti por ricreare quel venti o al massimo trenta per cento cong-,,08 .. suale che in definitiva serve a Saragat nelle trattative con · la cl~moctazia cristiana per ottenere qualche vantAggio · nelle posizioni o rivendicazioni del suo partito. Qui poi la sinistra si presenta. con una imp6slaz.iono politica coraggiosa, mn è noto ohe il coraggiQ noff fa _part.o delle virtÌI della maggiOl'ftn:;,;a socialdemocratica. SUila ri– vendicazione della proporzionale nelle (jler,ioni politiche o amministrative la sinistra è statn battuta .da S1nagat. Sulla apertura politica, e non Ol'ganizwtiva (almeno per ora) al PSI, Saragat av1'à buon ginoco con la sua [ormriltt già not.a della ape1·tun1 « alla base e non ai dirigenti», come non fos!",;enoto che in sostan:;,;a· la base del PSI è ancora pe1·– plessa nei riguardi delld politica di riattivazione demo– cratica proposta d~i suoi dirigenti. Quanto alla politica amministrativa nei comuni, e alla costituzione in essi di giunte miste col PSI, è facile prevo• : dere che Saragat avri1 il sopravvenlq proponendo prcgiudi• Zialrnente la formula della recleltà alla 4: solidarietà democra– tica>, che è quanto dire gli imparentamenti a posteriori con democ1·istiani e liberali. . Non sal'Crno abbastanza félici se ci sbaglieremo; ma so no, bisognerH. vedere che cosa conta di fare la sinisti·a. Ri– marrà ancora nel partito con la solita illusione di costi– lJ.1ire una remora all'oltranzismo-quadripartitico della mag– gioranza? e in effetti col risultato di lasciare una carta di semfrict1tto in mnno a Saragat per le sue trattative romane? Non ci sembra legittimo andare più in·là di una previsione di momentaneo appagamento di qualche sua istanza mar– ginale. Ai suoi lati, del resto, Romita e Vigorelli hanno creato zone equivoche destinate a ,presentare alla più o meno ingenua base alternati\le pii'l «.ragionevoli>, e in definitiva a portar vasi alla Samo quadripartitica. Ma. sia chiaro che la sinistra, appagand-::isi del piatto di lenticchie che ora. le viene offerto, otterrebbe l'effetto opposto a quello sperato. Cont!'ibuirebbe solo ad addormentare nuovamepte il partito nella cosiddetta.· « solidarietà democratica>. E l'impegno di rinnovamentò politico e sociale passerebbe de– finitivamente ad altri. Ne ri1>arleremo.,_

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