Nuova Repubblica - anno IV - n. 2 - 8 gennaio 1956

Comitato. direttÌV~: .' TRISTANO CODIGNOLA. ( direttore resp.)., Un ..numero l. 40. Estero l. SO•. Un numero :,10. "PIERO_C_AL~F1:{ FERRUCCIO.PA !fRJ, PAO_LOVIJTORELLI._Segr. di Ab~onamen~i: _annuo per Italia e Fra'!.cia l. 15\ .., sem .. L. 800, redazione:·~--GIÙSEPPE FAVATI. Oirez~ e redaz.: Firenze, Piazza trim. l. 450. Estero: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. ·Uber'tà' 'rs)·:te1.··50.99a. Àmm.: Firenze, Piazia lndiperidenza 29, CIC post. 5/6261, Cla Nuova Italia•, Firenze. Gli'abbonamenti de-- "te!.-.::48?;,2_01/8'.-Àutoriz. Trib. Firenze· del 3Q' dicembre 1952. c"orrono "dalJ'iniZio del mese.,_Per pv_bblièità rivolgersi •all'Ammi• .P_,_;n_te_d_;ol_,_1~11'--l"-y,_"S_r_. _r ... ;p_. _d_e_• ·L_a_N_a_,;_o_n•_• ... • F ;,_en_,_e,'--V_;•_R_;_,a_,o_· 1 s_._ n_;,_,,_,_,;_on_e_. _r_.,_;ff_,_,_l_·, _1_5~-000 per inserzioni di mm. ,70 per-cot·onr:ia. 92 - .AN~ò)v -· N. 2 ÈSCE LA·. DOME~ICA UNl POLITIUA H~ER-~LA FRANCIA· -.....,, ... ~ -~?. ' . di PAOLO VITTORELLI e LAUDIO TREVES diceva nel 1019 alÌa C~mera, ri– : voJgendosi ai deputati che sedevano sui banchi di . -• · destra: « Voi non siete p_iù. in grado di governare, .mu noi non siamo ancora pronti a succedervi». E' quello che. potrebbero dire domani alla. Camera fran– cese, rivolgendosi alla coalizione governativa.. di Edgar Faure, i capi _del Fronte 1'Cpubblicano, Mendès•France e Cuy Mollet. Ma, coÌne insegna.J'espel'-ien,..,a -italiana, la pre• senza di una cinquantina di deputati di Poujade nella nuova Ca.mera francese ricorda agli uomini che hanno pro– mosso il rinnovamento della· democrazia francese che. quando i democratici non afferran0 il potere nel momentÒ in ~ui è vacante, in esso s"insedia il fascismo. E il Fronte repubblicano deve trovare la forza di farlo. ;: : -. ~ « Nu0va Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale; registr'ato presso Trìb. di Firenze con decreto · n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a ·chiunque-ne fa_ccia richiesta. SpEtdiz. in abbonam. postale Gr. Il. 8 GENNAIO .1956 - L. 40 lufatti, nonostante i tentativi del pl'esidente del con– siglio Edgar Fatue di falsare il significato dei dati elet– tor~·tli, chi ha effettivamente· conqniStato la maggioranza l'ola.tiva dei _suffragi popolari nelle elezioni del ; ·gennaio scorso è proprio il Fronte repubblicano, senza il quale non è pili possibile formare nessuna maggioranza parlamen– tare e nessun governo in }""rancia,-mentre contro di esso, cont1·0 il suo tentativo di organizzare nno schieramento ca– pace di rinnovare le strutture· della societtL francese, fu deciso lo scioglimento anticipato della precedente Assem- Mammelle polirraflche (Dis. di Dino 8011chi) blea nazionale. · Il 'Fronte repubblicano cli Menclès-France ha conqui– stato all'incirca sei milioni di suffragi, sen~a contare i voti radicali andati alle liste del presidente del consiglio Edgar I<'anre e senza conta1 1 e neppure i voti ex-gollisti, che oggi sono in gran parte orientati più verso il centro-sinistra che verso il centro-destra. Radicali mendesisti, socialisti e altri gmppi minori_ del Fronte repubblicano hanno infatti conquistato quasi ull milione di voti in pili rispetto a quelli conqni$tati dagli stessi gruppi nel 1951, compiendo il mag– gior balzo in avanti di queste elezioni, ~e non si consiclern il :easo particolare del movimento di Poujade. Di questi vot,i in più, la metà circa sono andati ai socialisti e Jlaltra metà ai radicali mendesisti, i quali ultimi dovevano inol– tre compensare - e hanno compenSato - anche la perdita di oltre mezzo milione di voti attl'ibuiti· al gruppo di Edgar l?tl.nre, il RGR, che nel 1951 era computato insieme col grosso dei voti radicali. L'altro snc'cesso, in fatto cli voti, è quello dei· coffiunisti, che hanno superato di qnattrocentoinila voti i cinque mi– lioni ottenuti nél 1951. Ma. mentre i voti del-Fronte repub– bli.cano sono aumentati sia in cifra assoluta ,..che in per– centuali (essendo passati dal 26 per cento nel 1951 al 27 per cento n0I 1956), la peecentuale dei voti comunisti è ribassata dell o 0,9 per ce nto. .. · S"è tentato di.mette.re in evidenza, nei dati uffic'iali, un sticcesso dei mode~ati; m a non :si è potuto negare però che i ·1·adicali dissidenti di ·Falue hannO conquistato solo un quarto ·della Cifr4. c,oml)le'ssiva ,dei ,voti ottenuti dai radi– cali ortodossi di M~J.ldès-F1·allcè e èhe il MRP ha perduto circa centomila' Vòti' rispetto· al 1951. I moderati che se– guono Antoine Pin.ay e .Paul Reynaud sarebbero invece passati dlt circa due mil'ioni e mezzo di voti nel 1951· a tre milioni nefrl956. In altri termini la coalizione gover– nativa ·avrebbe perduto sulla suà sinistra ma guadagnato s ulla sua destra, non superando, tuttavia, nel complesso, i pinq.ue milioni e tre qnai-ti di 'voti. Un'interpretazione di questo genere falsa però completà– rr'icnté il senSÒ ·politico de118 elezioni del 2 gennaio.- Nei voti ottenuti nel 195'6 dagl'indipendenti sono anche con– tenuti quelli di tutti· i deputati" uscenti ex-goUist,i che du• rànte la scorsa legislatnra· a.veVano abbandonato il disciolto RPF di de Gaulle ·per aggregarsi in un modo ·o neH'altro al Centro Na.ziona.l'e degli· Indipendenti. Questo, con due mpioni e mezzo di voti, aveV,a Con.q.ujstato, nel 1951, 98 seggi. Ma alla fine della ,}egis~atura gl'indipendenti eran,o diventati 122, grazie all'a.ppo_rt~ di. dep~1tati e~-gollisti e senza. tenere conto dei parlamentari dei territo1-i d'oltre• mare e dell'A1geria; ·I moderati hanno perciò tutt'al più conservato una parte dei loro voti più quelli ex-golJisti a loro aggregatisi. Ciò permette d'inquadrare politicamente e statistica– mente il fenomeno parallelo dello scioglimento del gollismo e della. nascita del partito di Poujade. Oltrn quattro mi– lioni di elettori avevano mandato alla Camera nel 19.51ben 118 deputati gollisti che, alla fine della legislatura, si erano ufficialmente ridotti alla metà, l'altra metà essendosi ridi– stribuita fra vari grupP,i di destra e, solo in parte assai li– mitata, a sinistra. I 57 deputati uscenti della metropoli ri– masti gollisti rappresentavano quindi la metà della forza elettorale iniziale del gollismo. Anche questo gruppo era del resto diviso sul piano politico, pofohé comprendeva dei conservatori come il generale Koenig e degli amici di Men– dès-France come il p1·esidente del gruppo par}ame11tare gollista Chaban-Delmas o il governatore dell'Algeria Jac– ques Soustelle. Nelle ultime elezioni, il residuo del gruppo - ortodosso gollista, d'altronde sconfes:,.,_i:\to dal generale, non ha raggiuflto il milione di voti. La vecchia forza gollista si è quindi divisa in cinque parti: tre che hanno formato la, forza elettoralè di Poujade, una l'imasta ai gollisti uffi- .eia li, piuttosto orientati a sinistra 7 l'ul.tima assorbita in gran parte dal Fronte repubblicano e in parte assai limi- tata dai mQderati. · 'fi·e dei quattro milfoni di voti gollisti del 1951 erano stati portati via allora ai democristiani. Oggi, invece. di tornare ai democristiani, essi sono andati ·ancor più a de– stra verso le liste di Poujade. Qu<'sto è forse l'insegna• mento più grave delle elezioni francesi del 2 gennaio. Due .milioni e mezzo di elettori, che avevano votato per una de– mocrazia cl'istiana antifascista nel 194G, che avevano co– minciato ad orientarsi verso un anto~itarismo resistenziale come quello di de Gaulle a1Je elezfoni amministt·ative del 1947, che avevano assunto un carattere qualunquistico ma pur setnpre resistenziale rimanendo legati al ·RPF nel 1951, sono passati in queste settiffiane di campagna elettorale dal primitivo qualunquismo barricadiero di Ponjade·· a forme aperte di neofascismo. Così, anche la. Francia, cdn molti .anni di l"itardo, ha oggi il suo Msr. Il pericolo non è tuttavia rappresentato da i'olljade, il .quale è ancora tutt-'al .i,iù un inesperto. capo n'eofaséista, ·anche se nelle sue file militano oggi fascisti puri come il capo delle ca-micie verdi del 1936, Dorgè1·es, o il leader pétainista Tixier-Vignancour. Il pericolo è quello segna– lato con molto acume da' Luigi Salvatorelli sulla Stampa, ~ nella sua eccellente analisi delle elezioni drancesi. « Pouja– de sta, a Faure (a. q_uello che Salvatorelli chiama "il qualunquista Faure") oggi in Francia come nel 1921 stava Mussolini a Salandra; Poujade è il logico estremista dell'" indipendentismo", o moderatismo,. o qualunquismo della Francia odierna ». Contro la maggioranza battuta di Faure, contro le sue ·eventUali appendici neofasciste, si erge però oggi una mag– gioranza di elettori nel paese, che può forse avere còn1e c0l·risl)0ttivo una maggioranza parlamentare. Ma qnesf.a maggioranza di sinistra si chiama Fronte )?opolài-e, 'com- .prende cioè i· comunisti, e la sua .formazione pOt'rébòe avére per effetto naturale anche se non logico uni 1 ,·fitgà dei numerosi democratici che si trovano ancorà,·-nell-pa_ese o in parlamento, in seno alla coalizione governativa· uscente, -verso l'estrema. destra, verso· -la ripetizione, dei •f~ sti del liberalismo fia.ncheggiatore del fascismo. Qui sta: i\ ·grosso problema della nl1ova Assemblea; qui sta il ll'aboc.~ chetto dove rischia di cadere la Q.uarta:Repubblica francese. La soluzione,.apparentemente logica, di una logica quasi cartèsi8na; che consisterebbe nel formare alla Camera ·qu'ella coalizione di Fronte popolare <?he"Mendès-FraÌlce e Guy l\Ìollet si erano rifiutati di formare sul terrèno elet– torale, dove avrebbe potuto arrecare loro. vantaggi consi– ·derevoli, rischia di essere la soluzione pili illogica di tutte, ·specie se ricalca nel 1956 le forme che assunse, pil1 ancora ·in Spagna che in Francia, nel 1936: poiché un Fron.te re– pubblicano francesè del 1956 potrebbe più facilmente por– tare alla situazione spagnola del 1936 che a quella fran– cese della stessa epoca. Vuol dii·e questo che non si debba tener conto dei pill di cinque milioni di Voti comunisti, dei deputati che occu– pano un quarto dei banchi dell'Assemble'a nazi?nale? Evi• dentemente no. Ma il Fronte repubblicano commetterebbe un grave errore politico se, dopo aver conCluistato circa un milione di voti nuovi e conservato i cinque milioni di ,voti del 1951 in gran pafte perché av0va respinto l'alleanza comunista, venisse meno a. questa Sua piattaforma eletto– i·ale per dar· vita sul piano parlamentare al Fronte popolare. Senza dubbio, una parte degli elettori del Fronte re– pubblicano potrebbero anche non essere ostili al Fl'Onte po– polare. Ma una parte, data ]a situazione internazionale nella quale allcora viviamo, data la situazione interna fran• cese in· questo decennio, certamente lo è; e perciò a una maggioranza parlalllentaré di Fronte popolare non corri– sponderebbe più una maggioranza di Fronte popolare nel paese, in quel «paese-reale» dove i fermenti neofascisti riuscirebbero in questo caso a ·prosperare rapidamente. · Ìl F1·0nte repubbliCailo aVrà.1orse bisogno di voti comu• nisti per risolvere alcùni proB'Iemi e farebbe male a non ac– cettare un appoggio di un quarto dell'elettorato francese quando avesse da risolvere questioni sociali o questioni co– ·Joniali. Ma esso doVrà. pure 'proporsi soprattutto di ripor• tare 8, sinistra, sul terreno di uria· dem ocrazia costruttiva, quelle masse elettorali e quei· deputa.ti rimasti invischiati nel vecchio immobilismo centrista. Giova tenei: conto, in questo senso - e non solo per

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